Note
d'autore: allora, mentre sto scrivendo “A Photographer with his
Model” ne approfitto per lanciare una nuova fic ambientata in un
tram. Sarà una fic di due capitoli, e ovviamente ruoterà attorno
alle avventure di Taemin e Minho (e non me ne vogliate, ma come ben
sapete sono i miei favoriti in assoluto!), però questa volta ci
saranno anche Onew, Key e Jonghyun.
Magari
il titolo potrà sembrarvi un po' oscuro, ma l'ho scelto per un
motivo ben preciso: la fic sarà ambientata nel tram in cui Taemin e
Minho si incontrano tutti i giorni e quindi “Romantic rendez-vuous
in tram” fa riferimento a questi loro incontri romantici il cui
luogo è il tram. La fic inoltre è stata ispirata al video di Amigo
e alla canzone stessa, da cui ho tratto anche alcune parole che
troverete poi verso la fine della storia, e non solo.
Per
goddess, buona lettura e buon divertimento!
“Romantic”
rendez-vous
in tram.
“Cold heart baby... cold eyes baby.”
Tutti
i giorni quando tornavo da scuola prendevo il tram insieme ad un
ragazzo poco più grande di me. Non sapevo quanti anni avesse, ma
così a occhio gliene davo più o meno venti. Tutte le volte che
salivo lui era già lì, spesso e volentieri circondato da altri tre
studenti che facevano un enorme chiasso. Lui invece era l'unico a
mantenere un certo autocontrollo. Mi fissava spesso, e ogni volta che
scendeva passava proprio davanti a me, ma non mi rivolgeva mai la
parola.
Tutti i giorni
la stessa storia... seduti agli antipodi del tram, a fissarci, mentre
il resto della gente che ci circondava era sempre allegra,
chiacchierava, e scherzava. Io rimanevo in disparte... le ragazze non
mi interessavano, e per di più io non interessavo a loro, per cui
non ho mai tentato alcun tipo di approccio con nessuna. Il mio chiodo
fisso era lui,
e il tram era il nostro
luogo d'incontro giornaliero.
Non
sapevo quale fosse il suo
nome, e gli studenti che gli ronzavano intorno erano tre ragazzi
molto belli. Il primo, il più chiassoso, era un ragazzo moro, di
media statura, e piuttosto muscoloso. Aveva dei lineamenti duri e
decisi, e un paio di occhi a mandorla davvero strabilianti, anche se
a tratti faceva capolino un certo sguardo da pesce lesso...
soprattutto quando saliva una bella ragazza sul tram. Poi, il
secondo, che pendeva spudoratamente dalle labbra del primo, aveva dei
lineamenti particolarmente femminei, e un paio di occhietti a
mandorla che lasciavano trasparire uno sguardo piuttosto vispo e
malizioso; oltretutto, nonostante fossero tutti in divisa scolastica
e non avesse la possibilità di indossare gli indumenti che più
preferiva, era indubbio che fosse un tipo davvero eccentrico e
vanitoso: non faceva che passare le mani tra i suoi capelli color
biondo miele.
Il terzo,
si strafogava tutti i giorni di pollo take away e si lamentava della
madre che lo sgridava per il poco appetito che aveva a pranzo. Ma
nonostante la divisa scolastica unta di olio a causa del pollo fritto, era davvero un bel ragazzo.
Aveva uno sguardo da bonaccione e un paio di occhi a mandorla con
quella palpebra abbassata che dava al suo viso un'aria un po'
addormentata. Ma era simpatico e mi sembrava davvero un bravo
ragazzo.
E infine lui:
un ragazzo alto all'incirca un metro e ottantacinque, moro, con
lineamenti decisi ma allo stesso tempo dolci, e con gli occhi a
mandorla più grandi che avessi mai visto in vita mia. Un tipo
virile, taciturno.
Era sempre lì, e
ogni volta che salivo sul tram mi seguiva con lo sguardo e rimaneva
fermo sul posto ad osservarmi da lontano. Quando i suoi amici lo
tormentavano, o inscenavano qualcosa di imbarazzante, lui sorrideva
divertito, ma rimaneva sempre e comunque composto. Era un ragazzo
davvero signorile.
Quando
i nostri sguardi si incrociavano mi sembrava di perdermi nel vuoto:
vedevo solo lui, era l'unica immagine nitida, quella che riuscivo a
focalizzare o forse semplicemente l'unica immagine che volevo
focalizzare... quando invece il resto della folla si trasformava in
una massa informe di puntini.
Poi
chiudevo gli occhi, e in quel buio accompagnato dal caos quotidiano
dell'ora di punta e dal rumore delle rotaie, la mia mente disegnava
il profilo del suo viso e poi tracciava il corpo. Un corpo a dir poco
perfetto, statuario direi.
Un
giorno, mentre immaginavo il mio bel moro seminudo, improvvisamente
venni interrotto bruscamente da una voce squillante che mi disse:
“Cold heart baby... Minho vorrebbe conoscerti...”, così aprii
gli occhi di scatto e davanti a me vidi proprio il ragazzo eccentrico
di cui vi parlavo prima...
“Cold
eyes baby... yo... hai perso la lingua per caso? Il morettone
spilungone vorrebbe conoscerti!” mi disse scimmiottando i tipacci
che si vedono nei film girati nel Bronx.
Ovviamente
il “morettone spilungone” era il ragazzo che mi piaceva, sì,
proprio lui... ma pensavo che stesse solo cercando di prendermi in
giro... così feci finta di niente e continuai a guardare fuori dal
finestrino.
“Yo
baby... che fai mi ignori?”, in quel momento mi sentivo davvero
piccolissimo, uno scricciolo in cerca d'aiuto. Cominciavo a temere
che quel tipo volesse strattonarmi e prendersi gioco di me; ormai ero
temprato... io e i bulli avevamo “stretto amicizia” da
parecchi anni. Quindi, mi aspettavo di tutto. Ma mai come in quel
momento avrei sperato che scendessero da quel dannato tram... ero
davvero a disagio. Terribilmente a disagio.
E
mentre quel tipo continuava a parlarmi e io fissavo da un'altra parte, poi...
“Kibum,
smettila!” disse il mio
ragazzo afferrandolo per il colletto della divisa, “Ehi ehi...
Minho? Che fai? Ti fai bello davanti alla tua preda?” continuò poi
Kibum mentre l'altro lo fissava storto e il resto del gruppo rideva
allegramente, ma grazie a Dio scesero dal tram proprio in quel
momento.
Continuai a
guardarli, e potevo sentire Kibum che diceva qualcosa del tipo “Devi
farti avanti Minho, ehi!”, ma questi era evidentemente arrabbiato e
non lo degnava nemmeno d'uno sguardo.
Quindi
ricapitolando: il ragazzo eccentrico si chiamava Kibum, e il mio
invece Minho. Beh, almeno quel brusco incontro mi aveva fatto
scoprire il suo
nome...