Il
pesce grande mangia il pesce piccolo, il più forte comanda il più debole, la
dura legge della natura.
L’uno,
grande e forte, aveva insomma tutto il diritto di venire lì, in casa dell’altro,
piccolo e debole, a spargere il suo sangue tra il candore degli alberi
innevati.
Così
doveva essere dunque: con Russia che lo teneva sollevato da terra per il collo
con un braccio solo, senza sforzo, a guardarlo col suo sorriso crudele mentre
soffocava nella sua tirannica morsa.
Ma
forse Finlandia di dure leggi della natura non aveva ancora sentito parlare.
Tutto
ciò a cui pensava in quel momento era respirare, per restare vivo.
Era
mantenere la presa intorno al fucile, che ancora non era scivolato per terra
dalle sue dita sempre più deboli.
Respirò,
strinse, e poi alzò l’arma con un grugnito.
La
lama della baionetta sparì dentro il cappotto di Russia, sul quale si allargò
una macchia.
Il
forte e grande toccò con le punte delle dita la macchia, e restò immobile, disgustato,
orripilato, pietrificato dalla vista dei suoi guanti macchiati di sangue.
Il
suo sangue.
Qualcosa
in lui si ruppe: cominciò a fremere, a respirare nervosamente, e il debole e piccolo
ne approfittò per liberarsi dalla morsa e puntare nuovamente l’arma.
Era
un gigante in confronto a lui, era folle, ed ora era anche infuriato.
Con
le mani protese, artigli bramosi e arroganti, si gettò contro di lui, urlando.
E
lo stesso fece Finlandia, urlando più forte.
CONSIDERAZIONI DELL’AUTORE
La
“Guerra d’Inverno” è il conflitto che ha visti protagonisti la Russia, ovvero l’Unione
Sovietica, e la Finlandia, mentre nel resto dell’Europa si svolgevano le prime
fasi della Seconda Guerra Mondiale.
A
dispetto della disparità di numeri e mezzi, i finlandesi combatterono, resistettero,
e pur sconfitti alla fine, dopo mille sforzi da parte del nemico, riuscirono a
restare una nazione indipendente, dovendo però cedere alcuni territori. A
seguito di questi fatti, Hitler ritenne che la Russia non fosse poi così
potente, il che lo aiutò certamente a prendere infine la decisione di
invaderla, decretando però in tal modo la fine della sua Germania.
In
parte quindi la sconfitta dell’Asse può essere imputata a quei cocciuti “pesci
piccoli” che invasi dall’immensamente più potente mostro non si lasciarono
divorare.
Perché
le dimensioni sono una cosa, le motivazioni un’altra.
E
la fame di terre e potere sugli altri non è sempre la motivazione che smuove più
delle altre gli uomini alla lotta.
TonyCocchi
PS: Altra mia flash-fic “storica”
di Hetalia sulla Guerra di Secessione Americana >>> http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=934044&i=1