Era arrivata e se n’era andata, come un uragano.
Una donna, La donna: Irene Adler.
John la odiava, dalla prima volta che l’aveva vista. Aveva preso in giro Sherlock e questo non gli stava bene, per niente. Inoltre era entrata nelle loro vite, rubando quello sguardo di ghiaccio che prima Sherlock riservava solamente a lui. E poi… Aveva paura. Sì, paura che Irene avesse lasciato un segno indelebile nel cuore del suo coinquilino.

- …John?
La sua linea di pensieri venne interrotta da quella voce.
- Hai ascoltato almeno una parola di quello che ho detto? – chiese Sherlock, evidentemente disturbato dal fatto che l’altro avesse la testa tra le nuvole.
- Certo, certo. L’uomo, la pistola, il codice. – rispose l’altro in maniera fredda, alzandosi dal divano.
- …ma se parlavamo di una donna, John!
Donna. Si diresse in cucina sospirando, seguito con lo sguardo dall’uomo dai ricci neri. Sapeva che non doveva prendersela con Sherlock, non era colpa sua dopotutto, non tutta almeno, ma non riusciva a rimanere tranquillo al solo pensiero di quella donna. Tutto ciò lo faceva infuriare.
- Va bene, hai un atteggiamento alquanto insolito. Vuoi rendermi partecipe o continuerai a sbuffare e sospirare tutto il tempo? – disse l’altro, avvicinandosi a John.
Cosa doveva dirgli? Che forse era dannatamente preoccupato che quella dominatrice, come si faceva chiamare, tornasse di nuovo in vita? Che quella preoccupazione non faceva che renderlo confuso? Che quella confusione fosse tutta… gelosia? E che tutto ciò non faceva altro che distruggerlo dall’interno.
- Oh, non mi rispondi? Va bene, vuol dire che lo capirò da solo. – fece un leggero sospiro, iniziando ad osservare l’altro, scrutandolo attentamente - Ultimamente la sera non esci di casa e se ti capita di uscire non indossi scarpe lucidate che al contrario lucidi se si tratta di un appuntamento galante, quindi non hai nuove fidanzate; dalle borse sotto gli occhi posso dedurre che non dormi, da una settimana se vogliamo essere precisi; c’è qualcosa che ti turba tanto da non portarti alla ricerca di una nuova fidanzata, cosa che fai immediatamente dopo esserti lasciato con la precedente, e da non farti dormire. Ora, che cosa è successo una settimana… fa… - si interruppe, abbassando lo sguardo.
Come non avrebbe potuto capirlo? Proprio lui, il grande Sherlock Holmes.
E John non avrebbe dovuto abbassare gli scudi.
Si era creato un silenzio pesante ed imbarazzante e John non riusciva a rompere il ghiaccio, non sapeva cosa dire. Fu infatti l’altro a parlare per primo.
- …ti eri per caso innamorato di Irene Adler? – chiese esitante il moro.
John gli rivolse uno sguardo perplesso per poi scoppiare in una sonora risata.
- Oh Sherlock, non sempre ci arrivi allora. – disse tra una risata e l’altra.
Sherlock sorrise osservando l’altro; John si aspettava piuttosto si fosse offeso o almeno indispettito per non aver dedotto bene qualcosa, una volta tanto!
- Stavo semplicemente eliminando una delle due teorie finali, John. – alluse il detective sorridendo, avvicinandosi ancora di più all’altro che, curioso, aveva smesso di ridere e stava per chiedergli quale fosse l’altra famosa teoria. Non ne ebbe il tempo perché Sherlock si chinò leggermente su di lui per baciarlo. Il dottore, inizialmente sorpreso, socchiuse dopo poco gli occhi, ricambiando a quel bacio, così dolce ma allo stesso tempo così deciso. Da quanto tempo aveva aspettato questo momento.
- E questa volta invece?  Ho ragione? – chiese divertito il moro.
John gli sorrise. Bastava questo a Sherlock. Aveva dannatamente ragione.
Non avevano bisogno di parole. Riuscivano sempre a capirsi, con uno sguardo, un sorriso, anche un piccolo gesto. John lo abbracciò.
Grazie.