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Autore: LeftEye    25/01/2012    4 recensioni
La drag queen le schioccò due baci sulle guance, lasciandole sulla pelle il segno del rossetto carminio, mentre Miss Dumdum iniziava a cantare:
«Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri, cara... cara, non ci hai detto come ti chiami!»
«Mi chiamo Lola» rispose timidamente la ragazza.
Lady Chum la prese per le spalle, avvicinò il proprio volto al suo e la fissò con stupore.
«Ti chiami Lola?»
«Ehm... sì» confermò la festeggiata, sentendosi sempre più in imbarazzo.
«Avete sentito, gente? Si chiama Lola! Perché non le dedichiamo una bella canzone che porta il suo nome? Deejay, metti su quel pezzo!»
***
Storia scritta per il Giro dell'Oca di Writers Arena Rewind.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lola and the queen

 

 

 

Essere donna è così affascinante. E' un'avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai.

- Oriana Fallaci -

 

 

 

Lola lo conobbe il giorno del suo ventitreesimo compleanno.
Le sue migliori amiche avevano prenotato un tavolo nell'unico locale di drag queen della città, forse con lo scopo di invogliarla a fare qualche sforzo in più per apparire più femminile, ora che stava diventando una donna. Se Lola avesse si fosse accorta quanto degli uomini travestiti potessero essere più sensuali di lei, magari si sarebbe decisa a buttare via quegli abiti trasandati, ad assumere un portamento elegante e a truccarsi prima di uscire.
Il locale era semi deserto, il cibo pessimo ma l'atmosfera allegra; il piccolo palcoscenico era l'unica area ben illuminata, e su di esso si alternavano drag queen con i loro pezzi tratti da musical o dal repertorio più amato dal pubblico LGBT.
Verso la fine della cena, l'arrivo della torta con le candeline al tavolo delle ragazze attirò l'attenzione dei due artisti che avevano appena terminato la loro performance tragicomica di "I will survive".
«Oh, Miss Dumdum*, sembra che ci sia un compleanno, laggiù: andiamo a fare gli auguri alla festeggiata!»
Le tre amiche di Lola lanciarono dei gridolini estasiati, mentre lei si fece piccola piccola sulla sedia.
«Oh no, che vergogna!»
Le due drag queen scesero dal palco e raggiunsero il loro tavolo diffondendo per tutto il locale il loro profumo vanigliato e seminando per terra brillantini e paillettes.
Quella che rispondeva al nome di Miss Dumdum era un omone muscoloso di quasi due metri che portava in testa una parrucca di riccioli rosso fuoco in stile Maria Antonietta e un lunghissimo abitato argentato che sembrava brillare di luce propria; l'altra invece era più bassa, aveva una parrucca bionda che la faceva assomigliare vagamente a Lady Gaga, uno stretto corsetto che metteva in mostra le spalle e il petto muscolosi, degli shorts addobbati con dei fiori di plastica e delle autoreggenti a rete.
«Allora, signore, chi di voi stasera diventa di un anno più vecchia?» chiese proprio quest'ultima, parlando al microfono per permettere anche agli altri avventori del locale di sentire.
Tre indici si puntarono contro Lola, che alzò timidamente una mano arrossendo fino alla punta dei capelli.
«Oh, tesoro!» esclamò la drag queen lanciando un gridolino acuto. «Ti prego, non dirmi quanti anni, mi faresti morire di invidia! Sembri una bambina! Vieni qui, fatti baciare da Lady Chum**!»
La drag queen le schioccò due baci sulle guance, lasciandole sulla pelle il segno del rossetto carminio, mentre Miss Dumdum iniziava a cantare:
«Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri, cara... cara, non ci hai detto come ti chiami!»
«Mi chiamo Lola» rispose timidamente la ragazza.
Lady Chum la prese per le spalle, avvicinò il proprio volto al suo e la fissò con stupore.
«Ti chiami Lola?»
«Ehm... sì» confermò la festeggiata, sentendosi sempre più in imbarazzo.
«Avete sentito, gente? Si chiama Lola! Perché non le dedichiamo una bella canzone che porta il suo nome? Deejay, metti su quel pezzo!»
«Ecco, lo sapevo...» mormorò la ragazza mentre il locale si riempiva delle note di "Lola" dei Kinks.
«Che simpatici!» esclamò una delle sue amiche. «Voglio dire, simpatiche. Simpatici. Oh, non lo so!»
Ben presto i pochi clienti iniziarono a cantare timidamente la canzone e l'atmosfera divenne più vivace, soprattutto grazie all'interpretazione delle due drag queen.
Terminata la musica, il pubblicò applaudì sia in direzione delle due cantanti che della festeggiata, che soffiò sulle candeline della torta e concluse lietamente quel bizzarro compleanno.
 
 
Qualche giorno più tardi, Lola era andata in un negozio di musica per spendere il buono acquisti che le era stato regalato dalle sue amiche. Si stava aggirando da diversi minuti tra gli scaffali, indecisa su cosa scegliere, quando iniziò a provare la sensazione di essere osservata da qualcuno. Voltò la testa verso destra e si accorse di un ragazzo poco distante da lei che la guardava con un sorriso incuriosito. Non era molto alto, aveva gli occhi azzurri e i capelli di un bel biondo scuro leggermente ricci e arruffati.
Lola ricambiò con lo sguardo con un sorriso impacciato e poi posò il cd che teneva in mano per prenderne un altro, pensando che forse era a quello che il ragazzo stava puntando. Fece un passo verso sinistra lungo l'espositore di cd, e lo sconosciuto fece altrettanto, voltandosi verso di lei e continuando a fissarla.
La ragazza cercò di ignorarlo, iniziando a trovare la situazione leggermente imbarazzante, ma finalmente il giovane le rivolse la parola.
«Sei Lola, giusto?» le chiese sorridendole timidamente.
Lei spalancò gli occhi per la sorpresa, domandandosi come facesse quel tipo a sapere il suo nome.
«Sì... ci conosciamo?»
«Più o meno, ma scommetto che non mi hai riconosciuto. Ci siamo visti al club, l'altra sera. Io ero la drag queen con la parrucca bionda.»
Gli occhi di Lola si spalancarono ancora di più, e se si fosse trovata in un cartone animato le sarebbero sicuramente usciti dalle orbite, rimbalzando a terra. Osservò meglio il ragazzo e cercò di collegare la sua faccia a quella che aveva visto al club: ci voleva un bello sforzo di immaginazione, ma sì, i lineamenti erano gli stessi.
«Sei Lady Chum?!» esclamò sbigottita.
«Esatto. Ma all'anagrafe mi chiamo Mark» annuì lui, porgendole la mano. «Piacere di conoscerti. Spero di non averti messa in imbarazzo, l'altra sera.»
Lola gli strinse la mano e sorrise gentilmente, scuotendo la testa.
«No, anzi, mi sono divertita molto! E' stato sicuramente un compleanno fuori dell'ordinario!»
«Oh, bene, ne sono contento» commentò Mark.
Iniziarono a parlare di musica e a scambiarsi opinioni sui cd che avevano di fronte.
A Lola non era mai successo di conoscere qualcuno in questo modo, e sicuramente non le era mai capitato di conoscere una drag queen: quello era un mondo che la incuriosiva e affascinava, ma di cui non sapeva quasi nulla. Avrebbe detto che le drag queen andassero in giro vestite da donne anche di giorno, lontano dai palcoscenici, seppure con abiti un po' più sobri, e invece si era trovata davanti a una di loro in abiti maschili e con un aspetto totalmente anonimo: nulla lasciava trasparire quale identià assumesse Mark alla sera.
Lola si ritrovò a provare un po' di compassione nei suoi confronti, pensando a quanto dovesse essere difficile doversi nascondere in un mondo governato ancora da troppi pregiudizi.
«Senti, ti va di lasciarmi il tuo numero? Così potremmo andare a bere qualcosa, una sera» propose Mark.
«Certo, perché no» rispose gentilmente Lola. "A quando pare gli sono simpatica."
 
 
Mark la invitò ad andare a bere una birra in un pub del centro, quello stesso venerdì.
Lola non si preoccupò troppo di curare il suo aspetto, esattamente come quando usciva con le amiche: le piaceva stare comoda, il trucco dopo un po' le dava fastidio.
Mark la salutò all'entrata del pub con un bacio sulla guancia, e quando si accomodarono ad un tavolo appartato, le raccontò qualcosa sulla sua vita e le fece molte domande sulla sua.
La serata procedette tranquilla, i due ragazzi si sentivano a proprio agio l'uno con l'altra, ma dopo un po' Mark, sospirando, si sporse verso Lola e le disse:
«Lola, non prenderla come un'offesa, ma mi è sorto il dubbio che tu possa pensare che io sia gay, quando in realtà non lo sono.»
La ragazza spalancò gli occhi e sussultò sulla sedia.
«Non lo sei?!»
«No, non lo sono« rispose lui pazientemente, in tono quasi affettuoso. «Non tutte le drag queen sono omosessuali. Molti, come me, sono semplici attori che interpretano una parte.»
«Davvero?!»
«Davvero.»
«Non lo sapevo!»
«Già, lo immaginavo.»
«E quindi, questo... sarebbe un appuntamento?»
«Sì, sarebbe un appuntamento.»
«Oh...» esclamò sconsolata la ragazza, ingobbendosi e facendosi piccola piccola sulla sedia. Abbassò gli occhi sui pantaloni della sua tuta, poi sulle scarpe da ginnastica infangate sulle punte; poi rialzò lo sguardo, incontrando il proprio viso riflesso su uno specchio appeso alla parete del pub, e vide i capelli legati in una coda di cavallo disordinata, la pelle pallida e le occhiaie sotto gli occhi. Arricciò le labbra con disappunto. «Mi dispiace di essermi presentata così... penserai che sono una sciattona...»
«No! Non mi interessa come ti vesti, davvero!» si affrettò a spiegare Mark. «Volevo solo mettere in chiaro il motivo per cui ti avevo invitata ad uscire. Ecco... tu mi piaci.»
Lola arrossì violentemente e si coprì la bocca con una mano.
«Scusa.»
«Perché?»
«Perché, considerato il lavoro che fai, ho dato per scontato che fossi gay. Mi sono fermata alle apparenze, come fanno tutti.»
«Non ti devi scusare, davvero! Avrei dovuto essere più chiaro, ma sai, sono un po' impacciato con queste cose...»
«Impacciato?» gli fece eco Lola, perplessa. «Tu che ti esibisci su un palcoscenico in abiti femminili, come la più sicura delle dive?»
Mark ridacchiò, arrossendo lievemente.
«Beh, quello è diverso. Interpretare il ruolo di una donna, anzi, di una drag queen, è divertente, ma è anche una sfida, per un attore come me. Non sai quanto ho dovuto lavorare sul mio personaggio, e quante cose ho ancora da imparare.»
«Credo che tu possa insegnare a me molte cose sull'essere donna. Sul palcoscenico, con quei vestiti assurdi, sembri così spontaneo, così a tuo agio... non è una cosa che tutti gli uomini sarebbero in grado di fare.»
«È stato un lungo percorso. Non ho ancora trovato il coraggio di dire ai miei che lavoro faccio. Certo, non è quello che ho sempre sognato, ma per ora mi basta, e mi piace.»
«Sai, potresti darmi qualche lezione di femminilità. Le mie amiche ne sarebbero contente.»
«Questo significa che hai intenzione di uscire ancora con me? Con una drag queen?» chiese Mark, guardandola speranzoso.
«Sì, penso che potremmo fare una bella accoppiata, noi due» rispose Lola. «Di sicuro non litigheremo per il ruolo di prima donna!»
«Oh, su questo non ho dubbi» mormorò Mark avvicinando il suo volto a quello della ragazza. «Volente o nolente, sarai tu la prima donna.»
 
 
 



***
 
 
Note: l'idea per questo racconto mi è venuta guardando l'intervista di Platinette agli interpreti del musical "Priscilla, la regina del deserto" su Deejay TV. Sono rimasta affascinata dai tre attori (di cui uno, sotto il trucco e la parrucca, sembrava molto carino ^///^), per la spontaneità e l'ironia con cui interpretavano il loro ruolo, la mia mente ha iniziato a produrre perverse fantasie... ed ecco qua la storia ^_^
* dumdum: lecca lecca in inglese americano.
** chum: ragazzo in francese del Canada.
   
 
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