Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |      
Autore: Biohazard    26/01/2012    9 recensioni
Goku e Vegeta portano avanti da tempo una relazione clandestina, fino a quando Bulma, accortasi di aspettare un altro bambino, chiede all'altero principe dei sayan, se non sia arrivato il momento di portare la loro convivenza verso il passo successivo: il matrimonio.
[9° Classificata al contest delle situazioni] di Akane Mikael
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Goku/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NdA//: Dunque, questa piccolo One-shot partecipa al “Contest delle situazioni” di AkaneMikael.
Sinceramente non mi soddisfa molto, dentro di me sento che avrei potuto svilupparla meglio, ma purtroppo impegni vari, mi hanno impedito di dedicare più tempo alla One-Shot, sicché non mi attendo grandi risultati. E’ stato comunque piacevole trattare l’argomento “tradimento” ^__^
Il rating è arancione poiché è presente una scena abbastanza PASSION! Spero di non aver reso Vegeta OOC in questo contesto. La cosa mi ucciderebbe.
A differenza della fic “Being Human” qui non troverete né comicità né battute. Spero vi piaccia lo stesso!
Bene, adesso bando alle ciance! Buona lettura! P.S. Il titolo nasce dalla canzone dei Queen "The Show Must Go On"
Disclaimer: I personaggi di Dragon Ball e il loro universo appartengono ad Akira Toriyama. Il racconto non ha scopo di lucro
 

Inside my Heart is Breaking, but my smile still stays on

 
 
Bulma camminava su e giù per il bagno, mentre aspettava il responso. In cuor suo sapeva di non averne bisogno, ma trovarsi la conferma esatta davanti agli occhi, era tutta un’altra storia. Fece un profondo respiro per ridurre i battiti emozionati del suo cuore. Strinse convulsamente tra le mani la scatola vuota, rileggendo per la centesima volta le istruzioni”.
…una volta concluse queste operazioni, attendere cinque minuti per il risultato. Se il test sarà positivo, la finestrella assumerà colore blu, in caso contrario, giallo”.
Guardò l’orologio.
Con mani tremanti, afferrò il test vicino al lavandino. Chiuse gli occhi, eccitata ed agitata allo stesso tempo: si era talmente convinta dell’assoluta positività del test che, adesso, temeva di vedere scemare tutte le sue speranze non appena i suoi occhi si fossero posati sulla finestrella gialla.
Sollevò il bastoncino dritto davanti a sé e, senza ulteriore indugio, spalancò gli occhi.
Per una frazione di secondo, il tempo sembrò essersi fermato per Bulma, mentre osservava la risposta comparsa sul test di gravidanza.
Un sorriso felice increspò le labbra della scienziata.
Lo sapevo!” sussurrò trionfante, lasciando cadere il test sul morbido tappeto e accarezzandosi dolcemente il ventre.
Non vedeva l’ora di dirlo a Vegeta e di scorgere l’orgoglio nei suoi occhi al pensiero del futuro nascituro, così com’era stato quando gli aveva detto di Trunks.
Chissà, forse sarebbe stata anche l’occasione adatta per fargli quella richiesta, che, da molto tempo dominava, il suo cuore.
Aprì la porta e corse a dare la lieta novella agli abitanti di casa Brief.
 
 
Tutti i muscoli del corpo si contrassero per raccogliere il maggior quantitativo di energia. Pesanti gocce di sudore gli imperlavano la fronte ed altrettante scivolavano lungo la pelle tesa della schiena e del torace. I pugni, strettamente serrati, vibravano dallo sforzo.
Ancora pochi secondi e la concentrazione avrebbe raggiunto il livello desiderato.
Copiose scariche elettriche cominciarono a sprigionarsi dal suo corpo: era pronto a lanciare la sfera di energia.
Fece un bel respiro e lasciò che tutta la potenza accumulata, defluisse dal suo corpo esplodendo dirompente attorno a lui. Le pareti della Gravity Room tremarono.
Vegeta fece una capriola all’indietro, mentre la sfera rimbalzava con grande rapidità sulle pareti della stanza, nonostante la gravità impostata a 250.
Era un ottimo esercizio per migliorare la velocità e la prontezza di riflessi.
Con forza e agilità, il principe dei Sayan schivava l’onda energetica da lui stesso creata. Dopo una decina di minuti di quell’allenamento, decise che era il momento di terminarlo.
Si bloccò e, mettendosi in posizione di difesa, respinse la sfera, che esplose contro gli avambracci muscolosi.
Ansimante, si diresse verso i macchinari riportando la gravità a livello normale. Si tolse la maglietta dell’attillata tuta blu, ormai fradicia di sudore e, con un asciugamano attorno alle spalle, uscì dalla Gravity Room.
Attraversò il quietamente il giardino, godendosi i raggi di sole di quel tiepido pomeriggio d’Aprile. Si passò l’asciugamano tamponandosi la fronte; aveva veramente bisogno di una doccia. Aprì la porta d’ingresso principale della Capsule Corporation e, senza avere il tempo di reagire, Bulma gli si gettò tra le braccia, sorridendo.
Il principe dei Sayan mantenne il suo rigido e fiero contegno, senza ricambiare l’abbraccio, ma domandandosi il perché di tanta eccitazione.
“Congratulazioni!” quella svampita della madre di Bulma fece il suo ingresso, seguita dal marito e da Trunks. Tutti sorridevano e Vegeta continuava a non capire.
“Si può sapere cosa succede donna?”
Bulma prese la mano del principe dei Sayan e la guidò verso il suo ventre.
“Tra qualche mese saremo in quattro!” Era a dir poco raggiante.
Vegeta rimase immobile, mentre il suo cervello stava elaborando quello che gli era appena stato detto. Guardò la scienziata, che lo fissava con i grandi occhi blu colmi di aspettativa. Avrebbe dovuto dire o fare qualcosa, ma il suo cervello non riusciva a trasmettere le giuste istruzioni al corpo.
Alla fine, dopo quella che parve un’eternità, fece una specie di smorfia, che assomigliava solo vagamente a un sorriso, e accarezzò la mano della compagna.
Per Bulma fu più che sufficiente e stampò un bacio leggero sulle labbra del principe.
“Non vedo l’ora di dirlo a tutti!” La donna lo strinse più forte.
“Felicitazioni!” gridarono gli altri.
Vegeta rimase in silenzio; un grosso macigno sembrava essergli scivolato all’altezza del petto. Sentiva come se dovesse smettere di respirare da un momento all’altro.
Bulma abbandonò la presa sul principe e fece un cenno al resto della famiglia. Il gruppo uscì dalla stanza, lasciando un po’ d’intimità alla coppia. La scienziata si sedette sul divano e Vegeta la seguì come un automa.
La donna gli afferrò dolcemente una mano. Il principe s’irrigidì a quel contatto, ma Bulma parve non accorgersene.
“Vegeta, è da un po’ di tempo che c’è una cosa che vorrei chiederti” esordì Bulma, esitante.
“Arriva subito al dunque!”
“Sei sempre il solito scimmione! Anche in queste situazioni non riesci ad avere un briciolo di tatto!” il tono della voce era falsamente irato.
“So che le smancerie non sono per il grande principe dei sayan e nemmeno le sciocche tradizioni terresti, però” Bulma arrossì, ma mantenne comunque il contatto visivo con il suo compagno “mi chiedevo se dopo tutti questi anni di convivenza, non fosse l’ora di rendere definitivamente ufficiale la cosa, se capisci cosa voglio dire“.
Vegeta si sentì sprofondare, mentre il macigno si faceva sempre più pesante. Ancora un po’ e lo avrebbe soffocato, ne era sicuro. Tuttavia, il suo volto mantenne la stessa espressione austera, senza lasciare trasparire nulla.
Capiva perfettamente cosa desiderasse la scienziata ed effettivamente, a parer suo, era una vera e propria sciocchezza tipicamente terrestre. Se la situazione fosse stata diversa, probabilmente le avrebbe detto, con poco garbo, se si fosse bevuta il cervello e che lui, il grande Vegeta, non si sarebbe mai fatto trascinare in una simile stupidaggine. Invece, si limitò ad annuire in silenzio.
Bulma strillò e gli si gettò tra le braccia, baciandolo, poi schizzò fuori dalla stanza. Poteva sentirla dare la bella notizia a tutta la famiglia.
“Devo dirlo subito a Chichi!”
Vegeta si alzò dal divano, andò in bagno e si chiuse la porta alle spalle. Finì di spogliarsi e si gettò mestamente sotto il getto d’acqua.
La sensazione di soffocamento non accennava a diminuire; il senso di colpa lo stava dilaniando dall’interno, come uno spietato parassita.
“Maledizione!” sibilò tra i denti.
Lui era solo un bugiardo. Bulma gli aveva dato tutto e lui l’aveva ricambiata in quel modo.
Si odiava.
Era entrato a far parte della razza che più detestava: i traditori.
Aveva accettato perché sperava che quella sensazione di sofferenza svanisse ed invece si era fatta più pressante. Il suo era solo un patetico tentativo di rimediare alla spregevole situazione in cui si trovava, per sentirsi meno in colpa nei confronti della sua famiglia.
Che sciocco!
Chiuse gli occhi. Gli mancava il respiro.
“Come ho fatto a ridurmi così?” si prese la testa tra le mani, tormentandosi i capelli.
Inevitabilmente, un’immagine si fece largo tra i suoi pensieri, così prepotentemente, da offuscare quella della compagna.
Corti capelli corvini, un grande e perenne sorriso stampato sulle labbra, occhi neri e fanciulleschi, che celavano lo sguardo fiero di un vero guerriero.
Una pesante coltre di vapore aveva invaso la stanza, offuscando tutta la visuale. Vegeta sembrava di trovarsi in un mondo distorto, senza linee nette e definite. Era come se quell’atmosfera rappresentasse concretamente, la nebbia che avvolgeva i suoi sentimenti.
Appoggiò l’indice sul vetro appannato della doccia, scrivendo il suo nome.
Poi pensò al bambino che Bulma portava in grembo.
Era arrivato il momento di porre fine a quella storia. Uscì risoluto dalla doccia, nonostante la fitta dolorosa all’altezza del petto che cercava di ignorare.
Dalla porta aperta, il vapore cominciò a diradarsi, lasciando pesanti goccioline su tutte le superfici della stanza e, nella cabina doccia, era ancora possibile leggere il nome “Kakaroth” anche se, a mano a mano, stava scomparendo.
 
 
 
 
Goku si era svegliato dal suo sonnellino pomeridiano a causa di un leggero languore alla bocca dello stomaco. Si alzò dal letto, sbadigliando sonoramente. Allungò una mano verso la famigliare tuta arancione e, con gli occhi ancora appesantiti dal sonno, uscì dalla stanza, diretto verso la cucina per uno spuntino.
La sua attenzione fu subito attirata dalla voce della moglie, che parlava in maniera piuttosto frenetica ed emozionata.
Il sayan aggrottò la fronte, grattandosi la nuca, come faceva sempre nelle situazioni in cui non capiva che cosa stesse succedendo.
Scese al pianterreno e il suo sguardo andò subito a cercare Chichi: la donna sedeva al tavolo della cucina in compagnia di Bulma.
“Ciao Goku!” lo salutò la scienziata.
“Ehilà! Qual buon vento?” domandò il sayan andando ad abbracciare l’amica.
“Bulma è venuta a darci una notizia meravigliosa!”
“Davvero?” chiese Goku, dirigendosi verso la dispensa. Aprì tutti gli sportelli, mentre i suoi occhi scrutavano languidamente tutte le prelibatezze che gli si stagliavano davanti. Aveva voglia di qualcosa di dolce, così afferrò un grosso barattolo di cioccolata.
“Allora, qual è questa notizia meravigliosa?” domandò nuovamente, con curiosità. Prese un cucchiaino dalla credenza.
“Beh, a dire la verità, le notizie sono due!” esclamò l’amica.
“Ancora meglio!” asserì Goku, contento.
“Aspetto un altro bambino!” esclamò Bulma, tutta d’un fiato. La mano di Goku si bloccò a mezz’aria, il cucchiaio stretto tra indice e pollice “E proprio in previsione di quest’evento, io e Vegeta abbiamo deciso di sposarci!”
Fu come se tutta l’aria gli venisse risucchiata dai polmoni. La mano tremò impercettibilmente, quel tanto da far sì che il barattolo che teneva stretto tra le mani si schiantasse sul pavimento con un colpo secco.
“Goku, cosa stai combinando? Sei sempre il solito sbadato!” lo rimproverò Chichi. Il sayan però non diede segno di aver sentito. La moglie gli si avvicinò, scuotendolo leggermente.
“Ehi, si può sapere che ti prende? Non hai niente da dire a Bulma?”
Il guerriero deglutì; aveva la gola secca ed era come se un laccio invisibile si fosse appena stretto attorno al suo collo. Guardò l’amica e nonostante quella sensazione di vertigine, riuscì a sfoderare uno dei suoi soliti sorrisi smaglianti.
“Congratulazioni! Sono felice per te!” Era come se quelle parole fossero state pronunciate da un’altra persona, come se si fosse estraniato dal suo stesso corpo.
“Grazie!” Bulma sorrideva “Ascolta Goku, c’è anche un’altra cosa che volevo chiederti. Ti andrebbe di fare da testimone a Vegeta?”
Goku aveva sentito le parole che Bulma aveva appena pronunciato, ma in realtà non le aveva realmente ascoltate. Percepiva solo il vuoto attorno, e dentro di se.
“Certamente” si sentì pronunciare.
“Sono certa che anche Vegeta sarà contento. In fin dei conti, anche se ti considera il suo più grande rivale, sei l’unico con cui ha legato più di tutti qui sulla terra. So che ti vuole bene, anche se non lo ammetterà mai, nemmeno sotto la più spietata tortura. Inoltre, mi sembra che negli ultimi mesi siate andati d’accordo più del solito. Sei venuto così spesso alla Capsule Corporation per allenarti insieme a lui!”
“Già…” Non poté far altro che annuire e sorridere, esattamente come faceva sempre.
“Sai cosa ti dico? Vado a fare le mie congratulazioni al tuo futuro marito!” disse, cercando di mantenere la solita espressione allegra, ma tradendo comunque una certa agitazione nella voce.
Appoggiò due dita sulla fronte e si teletrasportò.
 
 
“Sapevo che saresti venuto. Sei sempre così prevedibile Kakaroth!” Vegeta non si voltò nemmeno a guardarlo in faccia, continuando a dargli le spalle.
Goku non rispose. In verità, non sapeva nemmeno cosa dire. Pochi minuti prima, l’idea di teletrasportarsi lì gli era sembrata buona, ma adesso, non ne era più così sicuro.
“Allora?” sbottò nuovamente il principe dei Sayan “Si può sapere che cosa diavolo vuoi?” si voltò per fronteggiarlo faccia a faccia. Non appena i loro sguardi si incontrarono, Vegeta capì di aver commesso un grosso errore. Un dolore insopportabile si propagò nel suo petto. Kakaroth aveva lo sguardo più serio e affranto che gli avesse mai visto in tutti quegli anni. L’espressione ingenua e perennemente giovale di quell’eterno bambino, sembrava completamente scomparsa.
Vegeta si sentì incapace di mantenere quel contatto ancora a lungo, poiché sapeva di essere lui stesso la causa del dolore di Kakaroth. Reagì nell’unico modo in cui sapeva fare.
“Maledizione!” imprecò “Smettila di guardarmi così! COSA VUOI DA ME?” neppure si accorse di aver urlato. Per fortuna in casa non c’era anima viva in quel momento.
“Ho preso la mia decisone e adesso, stupido scarto di terza classe, puoi anche andartene! Non sei degno nemmeno di calpestare la stessa terra su cui si trova il tuo principe!” Doveva ferirlo, allontanarlo, altrimenti, di fronte a quello sguardo, avrebbe perso tutta la sua risolutezza.
Quando hai cominciato a rendermi così debole?
Tornò a dargli le spalle, stringendo i pugni, conficcandosi le unghie nella carne. Il dolore fisico attutiva, anche se solo per poco, il tormento che agitava la sua anima. Tuttavia, nulla sul suo volto lasciava trasparire il benché minimo turbamento.
“Bulma mi ha chiesto di farti da testimone di nozze.”
Vertigine.
Tremito impercettibile.
Che cosa doveva dirgli?
Sospiro di rassegnazione.
“E’ finita Kakaroth!” concluse secco “Adesso, vattene!”
Due braccia muscolose si strinsero forte alla intorno alla sua vita. Il petto di Kakaroth premeva forte contro la sua schiena.
“Stupido idiota!” il principe tentò di divincolarsi “Lasciami, ho detto!” La presa di Goku si mantenne salda sull’altro sayan. Vegeta continuò a lottare imperterrito, ma l’altro non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare.
E nemmeno Vegeta voleva essere lasciato andare.
Se avesse voluto liberarsi veramente, avrebbe potuto spazzarlo via con una “Big Bang Attack”. La sua era solo una messa in scena, per poter giustificare al proprio orgoglio, il desiderio che aveva di Kakaroth. Alla fine si arrese, lasciandosi cullare da quell’abbraccio, che in realtà aveva bramato fin dall’arrivo di quello stupido reietto.
Goku lo fece voltare, gli afferrò delicatamente il viso tra le mani e lo baciò.
Fu un bacio forte, a tratti violento, in cui espressero tutta la loro frustrazione e sofferenza. Le mani di Vegeta affondarono nelle spalle dell’altro sayan, tirandolo più vicino a sé.
Non si sapeva dove cominciassero o finissero i loro corpi.
Le loro lingue si cercavano freneticamente e mugolii di desiderio si facevano sempre più intensi.
“Vegeta…” sussurrò Goku, carico di desiderio.
Il principe reclinò la testa all’indietro, lasciando il collo interamente scoperto. Quella muta richiesta fu subito accolta.
Non c’era bisogno di dirsi nulla. Entrambi sapevano che tutta quella situazione era sbagliata, ma semplicemente non riuscivano a fermarsi. La voglia che avevano l’uno dell’altro era troppo forte.
Goku fece stendere il principe sul bancone dell’immensa cucina, spogliandolo e baciando ogni centimetro di quel corpo. Vegeta fremeva d’impazienza.
Aveva bisogno di sentire Kakaroth interamente e completamente suo.
“S-sbrigati…” mormorò.
Goku non se lo fece ripetere due volte e, con delicatezza, affondò nel corpo dell’amante.
Vegeta trattenne il fiato.
Lo aveva desiderato tanto.
Si sentiva in balia degli eventi e di quello stupido idiota che aveva saputo piegare l’orgoglio e la dignità del fiero principe dei Sayan.
Continuarono a lungo, fino a che entrambi non raggiunsero il piacere.
Goku si accasciò esausto sul corpo di Vegeta, mentre quest’ultimo rimase immobile, nel tentativo di riacquistare la lucidità di cui aveva bisogno.
I minuti trascorsero lenti e fu proprio il principe ad interrompere la quiete di quel momento.
“Adesso devi andartene.”
“Ma…” esordì Goku debolmente.
“Kakaroth” il tono non ammetteva nessuna replica “Adesso, ascoltami attentamente, perché non mi ripeterò di nuovo” non era una richiesta, ma un ordine “L’altra volta mi hai chiesto di lasciare tutto e andare a vivere insieme. La tua è stata una richiesta ingenua e stupida. Entrambi abbiamo una famiglia e delle responsabilità, non possiamo fare come ci pare e, pensavo che anche tu, nella tua stupidità, lo avessi capito. Dopo oggi non ci vedremo più.”
Goku raccolse i suoi vestiti in silenzio e si teletrasportò.
 
 
 
Il giorno delle nozze arrivò fin troppo presto. La cerimonia si svolse in una piccola chiesa tra colline verdeggianti. Bulma era bellissima nel suo vestito bianco, ma gli occhi di Goku erano tutti per lo sposo, elegante nel suo smoking nero.
Al momento del fatidico “Sì” i loro sguardi si erano incrociati per un secondo, quel tanto da permettergli di pronunciare una muta e, probabilmente, vana promessa.
Chichi, seduta di fianco a lui, gli stringeva la mano, ma lui non faceva che pensare alla mano dell’altro sayan, sul cui anulare, adesso, svettava una lucida fede dorata.
Per la prima volta, il sorriso di Goku fu solo una maschera. Niente spensieratezza, niente allegria.
Solo il vuoto.
Poi, però era successo. Vegeta, durante il banchetto, passandogli accanto, gli aveva sfiorato furtivamente la mano sinistra e, allora, Goku aveva capito che la sua promessa era stata accolta.
Le parole che il principe aveva pronunciato un mese prima, esplosero come bolle di sapone nella mente del sayan.
Aveva la consapevolezza che lo avrebbe rivisto nuovamente e, per entrambi, i sensi di colpa non sembravano più così importanti, adesso che avevano provato cosa significava dover stare lontani l’uno dall’altro.
  
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Biohazard