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Autore: taemotional    26/01/2012    2 recensioni
[Akame]
"Jin, ho sempre pensato che tu fossi un po’ come il sole.
Se ci penso ora mi viene da sorridere, non potevo far altro che essere riscaldato dalla tua presenza. Era normale, quasi scontato che tu fossi là."
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jin, Kazuya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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24-25 Gennaio 2012


Jin, ho sempre pensato che tu fossi un po’ come il sole. Se ci penso ora mi viene da sorridere, non potevo far altro che essere riscaldato dalla tua presenza. Era normale, quasi scontato che tu fossi là. Hai ancora milioni di anni da vivere prima che le tue riserve si possano esaurire. Pensavo questo: proprio come il sole. E anche io emanavo luce. Davvero? Non mi ero proprio reso conto che, invece, era solo luce riflessa. Ti giravo intorno. Forse io ero come la luna?
Quanto ho sofferto per poter ricominciare daccapo. Come può un piccolo corpo grigio riuscire a brillare con le sole proprie forze? Impossibile. Cos’è che fa girare la Luna incessantemente? Ovviamente la certezza che la notte seguente il Sole sarà ancora là, dall’altra parte del mondo, a farla brillare. Bella la Luna, eh? Più volte mi hai detto che ti piaceva come se ne stava lassù a nuotare. Idiota, non è mica un mare di stelle!
E io, invece? Ti piacevo almeno un po’? 
“Cosa ci fai qua?” ti chiedo. E’ notte, il Sole non dovrebbe stare qui. Dovresti stare dall’altra parte di questo oceano che stiamo osservando. Oltre l’oceano. Il Sole e la Luna possono stare bene solo così, non voglio mica bruciarmi. Preferirei affogare tra quelle onde che continuano a sbattere contro gli scogli. E’ colpa della tua presenza qui se questa sera non c’è nessuna luce in cielo, sei troppo vicino.
“Ho saputo che eri qui a registrare il tuo drama,” rispondi sedendoti sul muretto a cui anche io sono appoggiato. Il vento continua a sferzarmi i capelli, cerco di sistemarli invano ed evito i tuoi occhi. Mi stai guardando? In effetti, con questa parrucca argentata e questo costume devo essere abbastanza strano.
“Ah, e tu che ci facevi da queste parti?”
“Ho semplicemente chiesto al tassista di lasciarmi qui, poi torno a casa a piedi. Ti sei dimenticato che abito giusto oltre quel quartiere?” ridi indicando un punto alla tua sinistra. Io annuisco col capo e mi tolgo il cappello da youkai. Dimenticarmi? Starai scherzando. Questa non è nemmeno la prima volta che osserviamo le onde da questa scogliera. Tu, piuttosto, ti sei dimenticato cosa accadde proprio in questo punto cinque anni fa?
“Nel periodo del debutto,” inizi a dire con gli occhi puntati verso l’orizzonte, “Venivamo spesso qui.”
Ah, allora ricordi. “Già,” rispondo io. Nel periodo del debutto ancora mi fidavo di te. Ma forse ora non è questo il problema. Il problema è: cosa succede quando la Luna si innamora del Sole? Cinque anni e ancora non so la risposta. Il vento continua a infuriare e le onde sono sempre più alte. Se guardo anche io verso il punto in cui l’oceano si confonde con la notte, credo di poter intravedere una tempesta. Si sta avvicinando alla costa? Ho un brivido.
Eh? Te ne vai? Ti allontani dal muretto e io scatto in avanti. Mi guardi con occhi interrogativi. Io...
“Che c’è?” domandi osservando il punto in cui le mie dita stringono la tua giacca.
“Niente...” mormoro io allontanandomi. Perché ho così paura di perderti quando non mi appartieni nemmeno? Mi mordo il labbro inferiore. Non voglio essere risucchiato ancora nel tuo campo gravitazionale. E allora perché, ora che ti stai venendo verso di me, il mio cuore ha accelerato i battiti? Sei davanti a me, immobile, e un violento dejà vu  mi scuote.
Ci siamo noi due, i noi due di cinque anni fa. Il sole stava per tuffarsi tra le onde e io ero seduto su questa stessa panchina. Mi stavi parlando, non ricordo di cosa. Avevamo appena debuttato, e tu forse eri già intento a progettare il nostro futuro. Ridevi, e anche io sento di essere stato felice. Ah, però ricordo che a un certo punto hai indicato l’oceano dicendo che era davvero bello. E io ho annuito sorridendo. In quel momento eravamo così spensierati... ed io ero così ingenuo nel credere che in quel futuro di cui parlavi con gli occhi che brillavano ci sarei stato anche io. Cosa è successo subito dopo? Qualcosa che non sarebbe dovuto accadere. Preso dalla foga del momento mi hai abbracciato. Il tuo corpo mi apparve così grande rispetto al mio, e così caldo... subito le risate cessarono, e ci allontanammo, con un po’ di imbarazzo. In quel momento, quando la tua pelle rifletteva gli ultimi raggi del tramonto, ho pensato che non avevo bisogno di quel sole, quando la mia fonte di calore potevi essere tu. Ma perché poi quel pensiero non è rimasto custodito dentro di me? Perché ho dovuto dargli forma? Mi hai guardato con serietà. E mi hai baciato, senza dire una parola.
Torno bruscamente alla realtà. Tu sei davanti a me e mi guardi con quegli stessi occhi seri. Perché? Continuo ancora oggi a domandarmelo. Da quel giorno le cose hanno iniziato a precipitare vorticosamente. Tu, il mio Sole personale, c’eri ancora. Ma sembravi voler riscaldare altre galassie. Eppure... finché il Sole non si spegne andrà bene, ho pensato. Sono proprio senza speranze. Alzo di colpo il viso e sorrido sebbene i miei occhi vogliano piangere. Tu rimani interdetto. Certo, sono solo un piccolo pianeta grigiastro, privo di protezione, pieno di buchi. Ma ho imparato ad andare avanti da solo.
“Forse è ora di andare,” dico guardando la tempesta che si avvicina. Alcune gocce di pioggia iniziano a cadere. E’ ovvio, ci sono ancora momenti in cui sento di non potercela fare. Ma in realtà non sono solo. Essendo la Luna, non ruoto solo intorno al Sole. Tendo spesso a dimenticarmi della Terra, ma è quest’ultima la cosa più importante. E poi arriva Koki e mi manda quelle solite mail senza senso. E ogni volta mi ricorda che la mia Terra sono i KAT-TUN.
“E’ parecchio tempo che non ci vedevamo... E sembri diverso,” dici, e i tuoi occhi sembrano un po’ spaesati. Tranquillo, Jin. I miei sentimenti per te sono l’unica cosa rimasta immutabile. E questo non cambierà mai.
“Senti chi parla,” dico io. Non ci siamo ancora mossi di un solo passo. Il vento infuria attorno ai nostri corpi e la pioggia inizia a farsi insistente. Ma rimaniamo immobili, uno di fronte all’altro.
“Sembro diverso?” chiedi con un mezzo sorriso.
“Mi sembra di non averti mai conosciuto,” dico, spegnendo il tuo ghigno. “E non mi hai ancora detto perché sei qui.”
Non dire niente di romantico perché potrei prenderti a pugni.
“Non lo so,” dici senza pensarci troppo. Ecco, forse una cosa di te la so. So che non sei affatto bravo con le parole. Mi volto e faccio per andarmene, ma questa volta sei te che mi blocchi afferrandomi un polso. Ti guardo con un sospiro. Quanto ancora deve andare avanti questo supplizio? Ancora poco, perché mi tiri verso di te e poggi le tue labbra sulle mie. Non posso farci niente, è quello che voglio anche io. Schiudo la bocca e tu infili la lingua, intrecciandola con la mia. Cosa potrei fare? La tua gravità è troppo forte. Continuerò a ruotare attorno al Sole. Finché esso non si spegnerà. O finché non mi consumerò.
Quando riesco a guardarti di nuovo negli occhi li trovo velati di nostalgia.
“Hai tinto i capelli di grigio?” domandi di colpo.
“Ma ti pare?!” dico io allontanandolo. “E’ una parrucca, idiota.”
Ti metti a ridere e con una mano scansi i capelli zuppi dalle guancie. Dio, non mi ero accorto che stesse piovendo così forte. E che, in verità, tu non sia cambiato poi così tanto. Mi sorridi.
“Vieni da me?” chiedi come fosse una cosa normale.  
“Devo riportare il costume... mi uccideranno, quando lo vedranno completamente zuppo...”
“Lascialo da qualche parte e poi scappa!”
Ma come fai ad essere così irresponsabile. No, non sei affatto cambiato. E non finirai mai di farmi sorridere.
“Bakanishi,” lo apostrofo voltandomi di schiena per non fargli vedere il mio viso. Mi incammino verso il set e tu mi segui.
“Ah!” gridi poi bloccandoti, indicando il cielo.
“Ma non ti sei accorto che sta piovendo a dirotto? Muoviti!” dico cercando riparo dentro ad una cabina allestita sul set.
“Ma si vede la luna tra le nuvole! E’ piena!”
“Che c’è di strano? Sarebbe stato un guaio se invece fosse scomparsa dal cielo!” grido per superare lo scroscio della pioggia.
“Già! Sarebbe stato un vero problema!” dici raggiungendomi al riparo. Ti guardo di sottecchi, mentre mi cambio. Perché, tra tutte le stelle che ti circondano, ti doveva piacere proprio un piccolo pianeta grigio e brutto quale la Luna? Osservo la parrucca che mi sono appena sfilato e sospiro. Andrà bene, sopporterò altri abbandoni.
“Allora andiamo?” chiedo dopo aver lasciato i vestiti stesi su una sedia ad asciugarsi.
“Quindi vieni da me?”
“In nome dei vecchi tempi,” rispondo con un mezzo sorriso. Me lo dici? Il perché di questa scelta?
Alzi i pollici e sorridi, “Prima passiamo in un konbini per prendere qualcosa da mangiare?”
“Sperando che non ci veda nessuno.”
“Yeah! Ah! Ti è arrivato una mail? Di chi è?”
Sorrido, e spengo il telefono. “Sei geloso?”
“Macchè...”
“Era Koki.”
“Capisco...”
Non importa se ho pianto per un passato che non potrà ripetersi. Non voglio guardare indietro. Sicuramente, domani mi sveglierò e continuerò a brillare.
<< ...un’ultima cosa: Kame-chan, ganbatte! -Your Lord. >>

 
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Commento
: O____O Cos’è questa ficci piccola e brutta? xD Come la seconda luna di 1Q84 ^^ (Che ho giusto finito di leggere oggi in treno >__<) Comunque la ficci è nata da una sola immagine (quella di Kame che guarda l’oceano) e dalla canzone di Jin “Sun burns down”, ma poi l’ho sviluppata poco e male... mi scuso ^^ Mi scuso anche per il fatto che sia angst xD Ma mi è venuta così e così doveva finire ^^ Beh, è pure strana... vabè basta o-o Grazie Koko! E commenta sinceramente :3 Alla prossima!
   
 
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