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Autore: Aerith1992    26/01/2012    3 recensioni
Ace ha dichiarato guerra contro il suo umano e il Labirinto. [gatto!Inghilterra]
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Guerra felina

Guerra felina

 

Ace ha dichiarato guerra al Labirinto e all'umano, il cui nome gli sembra che sia Ahlfred o qualcosa del genere, che non solo l'ha portato lì, ma gli ha anche dato un nome decisamente più appropriato ad un cane, creatura che, come ogni gatto sano di mente, detesta. Decisamente non è contento che il nome sia stato scelto senza la sua approvazione; un altro motivo per graffiare Alfred. Non si fida di lui, né di tutti quelli che lo circondano, ma ciò non toglie che è il suo umano da ormai una stagione. Si comporta abbastanza bene con lui, Ace lo deve ammettere: gli lascia sempre il cibo e gli ha preparato un angolino caldo. Sicuramente l’umano non sa che Ace l'ha usato spesso quando lui non è nel Labirinto, perché Ace non è un gatto stupido e tiene sempre la guardia alta: niente gli dice che il suo umano non tenterà mai di fargli male. Ace è arrabbiato perché non riesce ad uscire dal Labirinto né sa come ci è arrivato: l’ultima cosa che ricorda della sua vita per la strada è che si trovava nella via stretta e piena di porta-cibo-che-gli-umani-lasciano puzzolenti che avrebbe evitato se non fossero stati la sua unica fonte di sostentamento. Prima di trovarsi nel Labirinto non era altro che un cucciolo e i topi erano troppo difficili da prendere.

Non gli manca molto la vita nella strada: adesso è al caldo, ha cibo e in una stagione non si è fatto male se non una volta a causa di strani oggettini trasparenti e taglienti sparsi sul pavimento che lo avevano graffiato. Stranamente il suo umano non aveva esitato a prenderlo dal pavimento, senza lasciarlo nonostante i suoi graffi e morsi, e a curargli la zampetta graffiata. Gli oggettini trasparenti sono scomparsi subito dopo. Ace è ancora perplesso riguardo all’avvenimento. In ogni caso però ha un conto in sospeso con il gatto bianco che viveva poco lontano dalla via dei porta-cibo, Lafayette e Ace farebbe qualunque cosa per fargli vedere chi è il più forte, adesso che è abbastanza cresciuto, ma, dato che il Labirinto non lo fa uscire, Ace si vendica a suo modo. Se il Labirinto non gli dà ciò che vuole e lo tiene rinchiuso, per Ace è guerra: così il copri-grande-buco-che-scompare-e-compare da cui sospetta che Alfred entri misteriosamente nel Labirinto è tutto graffiato, gli oggetti posati sugli scaffali che Ace ora con suo rande orgoglio riesce a raggiungere sono spinti, e a volte finiscono a terra. Alfred non gli sembra particolarmente contento e spesso gli sembra che tenti di sgridarlo, ma Ace gli soffia contro e si nasconde sotto il letto.

Il punto in cui Ace ha dovuto quasi ammettere la sconfitta nella sua guerra contro Alfred, ma che lo ha intestardito ancora di più nel vincerla, è un evento che il suo umano sembra non voler dimenticare più. Una volta, mentre era via, Ace stava girando per il Labirinto come al solito e aveva trovato un nuovo buco che portava ad una stanza coloratissima. Ace stava analizzando tutto con circospezione quando in un angolo aveva notato un’ombra che si era mossa. Con passi silenziosi ed agili si era diretto verso quell’angolo e, per sua sorpresa, un altro gatto, poco più di un cucciolo con il pelo bianco, arancio e due macchioline nere proprio sopra agli occhi verdi, aveva fatto la sua comparsa nello stesso momento, senza fare alcun rumore. Ad Ace la presenza di un altro essere vivente oltre ad Alfred proprio non era andata giù. Quello era il suo territorio e nessuno poteva invaderlo così! Dopo aver agitato la coda in segno di irritazione, come fece anche l’altro gatto, aveva prontamente rizzato il pelo e soffiato contro l’invasore, sperando di spaventarlo, ma quello l’aveva immediatamente imitato. Era così buffo, un gatto non ancora adulto, tanto piccolo, che tentava di spaventarlo, per di più imitandolo. Nonostante ciò, Ace doveva insegnargli a non entrare nel suo territorio e si era scagliato contro l’avversario, fiero e deciso. Con la coda dell’occhio aveva notato che il suo avversario stava facendo la stessa cosa prima che ci fosse l’impatto. Benché piccolo, l’invasore aveva del fegato.

Ace aveva continuato a soffiare e a osservare l’altro gatto, fino a quando dietro di esso vide comparire il suo umano, scosso dalle risate. Ace aveva avuto come l’impressione che stesse ridendo di lui. In ogni caso, Alfred si era avvicinato all’intruso e Ace provò la debole speranza che si liberasse dell’intruso, quando però notò che l’umano aveva tutt’altre intenzioni. Una mano lo stava per prendere da sotto, un’altra pronta sopra di lui ad accarezzarlo. Nello stesso momento in cui il gatto veniva sollevato e toccato, Ace aveva sentito il pavimento mancargli da sotto le zampe e la mano calda di Alfred percorrergli la schiena.

“Ace, è solo uno specchio!” gli aveva detto fra le risate, toccando l’altro Alfred. Ecco, quello sì che l’aveva confuso. Due Alfred? Ace non ha ancora idea di che cosa significhi quello che gli aveva detto quella volta, ma di una cosa è certo: Alfred stava ridendo di lui. E non solo! Quella sera non l’aveva voluto lasciare andare a qualsiasi costo, e, dopo aver morso e graffiato -non troppo forte, perché dopotutto è il suo umano -e questo il gatto invasore non lo cambierà mai- e lo deve trattare bene- per un bel po’ di tempo, si era trovato a fare le fusa tra le sue braccia. Questo era stato troppo per l’orgoglio felino di Ace. La guerra era stata dichiarata.

Forse un giorno Ace avrebbe ammesso che la scusa della guerra è solo un modo per farsi notare e giocare con Alfred mantenendo il suo orgoglio: i suoi morsi e graffi non hanno intenzione di ferirlo e tutto sommato non gli dispiace, dopo una accanita lotta contro il suo umano, dichiarare una tregua per rilassarsi tra le sue braccia. Chissà, forse, nonostante sia sicuro del contrario, nonostante continui a stare all’erta e a evitare il giaciglio caldo quando Alfred è in casa, ha già da tempo in un modo un po’ particolare iniziato a fidarsi di lui.

  
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