-SAVANNAH
E se avessi sbagliato? E se fossi stata più buona? Una compagna più presente?

Quelle domande mi tormentavano ogni mattina, seppur mi ero promessa di dimenticare tutto. Ci avevo messo sopra una pietra, ma mi tormentava essere stata una persona assente, devota alla carriera, ma questo non giustificava il suo adulterio. E' vero negli ultimi mesi della relazione ero stata assente: mi alzavo presto, ero fuori quasi tutto il giorno e la sera ritornavo tardi, ciò nonostante il sabato sera ero libera, così come tutto la domenica. "Mi spiace, Savannah. Io ti amo, non volevo". Tutto ciò che mi seppe dire quella sera. Mi scrollai. Avevo speso giornate sul letto, chiedendomi quale fosse stato il mio sbaglio. Mi guardai allo specchio un ultima volta. Ora era finita. Volevo solo che la mia assenza non avrebbe coinvolto altre persone. Ora, ero felice. Avevo raggiunto la promozione, avevo degli amici fantastici e un loft che dividevo con due di essi. Elena e Tom. Due miei carissimi amici che mi tenevo stretta dai tempi del liceo. Tutti e tre single, ci facevamo compagnia la sera guardando un film e mangiando come tre avvoltoi. Probabilmente delle comuni persone ci avrebbero definiti ancora adolescenti, nonostante i miei 26 anni.
-Savannah, ci sei?- chiese Tom.
-Si si. Arrivo. Prendo le chiavi, non si sa mai che rimaniamo fuori, ubriachi come la scorsa volta-
Ridemmo. -Devi affermare che fu una bella nottata-.
Eravamo soliti a frequentare lo stesso bar perchè uno dei camerieri era un nostro amico che pur avendo una laurea in scienze politiche, non riusciva a trovare un lavoro, così serviva da bere.
-Salve ragazzi!- esclamò entusiasmante James.
-Lavori anche stasera?- chiesi ansiosa di una risposta negativa.
-Tra mezz'ora ho finito.-
-Va bene. Portaci tre...mojito?- chiesi guardando i miei due amici che acconsentirono.
-Yes, baby. Three mojitos!- esclamò allegramente a Tom che rimase a parlare con James mentre noi due iniziammo a prendere un tavolo e a chiaccherare.
Riuscivo a percepire in lontananza lo sguardo di James. Quei due splendidi occhi azzurri mi fissavano con dolcezza e assiduità. Non posso negare che con lui mi sentivo apprezzata. Nel mio periodo "triste" era stato accanto a me tutti i giorni. Era sempre vicino a me, che io volessi bere o che io decidessi di guardare quei film drammatici. Un uomo di cui ci si può fidare. Spesso i suoi sorrisi mi imbarazzavano più dei suoi teneri sentimenti. Me ne rivolse uno. Ricambiai per pura cortesia.
Ci provai a fargli capire che i suoi sentimenti non erano corrisposti. Ero crudele agli occhi di tutti, tranne ai suoi. Per lui ero l'angelo venuto da un paradiso, nonostante lo facessi soffrire. Continuavo a farlo, perchè gli facevo credere in un'ipotetica possibilità fra noi due. Ma non sarebbe mai successo, e lo sapevamo entrambi.
-Ecco a voi.- disse gentilmente porgendosi i drink.
Si sedette senza inventarsi scuse portando con sè anche Tom.
-Di cosa avete discusso "omacci"?- intervenne Elena.
-Mah, futili cose- disse Tom, scorgendo incertezze fra le sue parole.
-Tom, ma sai che non sai proprio mentire?!- dissi simpaticamente, ma penso che la prese come una domanda sgarbata dato il suo broncio.
-Allora, come va, Savannah?- chiese James.
-Bene- risposi onestamente-Sono a posto. Ho passato un brutto periodo, ma nulla di particolare. Soffriamo tutti d'altronde, no?- dissi sorridendo.