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Autore: Cucuzza2    26/01/2012    5 recensioni
Durò poco, Peet. Morì quando aveva quattro anni. Andò in cielo, se preferite.
Ebbi un ruolo nella vicenda. Era affacciato al balcone quando lo spinsi giù. Dissero che era caduto, ci ho creduto anch'io, penso.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jim Moriarty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'ero una volta io. Poi un giorno morirò e vissero per sempre felici e contenti.

 

 

 

 

 

Sono nato in un modo davvero, davvero orribile. Sono nato con un parto. 

E mia madre urlava e urlava, e urlava. Non me lo ricordo, ma vorrei. Devo essere stato insanguinato, sporco, stupido. Molto stupido. 

Vivere dev'essere stato tanto difficile, tanto stimolante, non riuscivo a respirare; poi il dottor Deeny mi aveva dato una sberla e tutto per i miei gusti era diventato sin troppo semplice. Il primo problema, l'ultimo volendo.

Tutto per colpa sua, ha fatto davvero una pessima cosa. Mi resi conto solo quando avevo otto anni di tutto quel danno, quando nacque mio fratello minore Peter. Il mio povero, piccolo fratellino, così dissero quando morì. Oh, certo, "andò in cielo", si dice così, no? Così dissero quando andò in cielo.

Quando nacque trovai il mio metodo per spiare il tutto, volevo capire cosa succedesse quando cominciavano ad essere vivi quelle strane creature che erano le persone. 

Mia madre urlava, e urlava, e urlava. Soffriva, probabilmente. Cacava nel complesso. Poi è saltato fuori un essere informe e lurido, Peter, il mio povero, piccolo fratellino.

Durò poco, Peet. Morì  quando aveva quattro anni. Andò in cielo, se preferite.

Ebbi un ruolo nella vicenda. Era affacciato al balcone quando lo spinsi giù. Dissero che era caduto, ci ho creduto anch'io, penso.

Era praticamente morto quando atterrò, ma lo portarono in ospedale comunque. Che spreco di tempo. L'obitorio distava molto meno.

Era lo stesso ospedale dove l'avevano fatto nascere e dove ero nato anch'io. Avevano cancellato le lettere "I O U" che avevo aggiunto alla parete del bagno alla nascita di Peet. Eppure Deeny doveva saperlo, che me ne doveva una, è solo che non potevo dargli la vita. Così ho pensato di ripagarlo con la moneta opposta. Ora è morto.

Anche Peter Moriarty è morto giusto poche ore dopo. Il mio povero, piccolo, adorato, assassinato fratellino. Mia madre piangeva, diceva di aver perso il "suo piccolo Peet, sangue del suo sangue". Ho cattive notizie, mammina. La placenta trasmette gli alimenti al feto senza che vi sia scambio di sangue, credo sia più appropriato dire "DNA del mio DNA".

Era un periodo interessante. Leggevo fiabe su fiabe. Non le versioni dei poveri illusi, quelle originali. Una volta ne feci leggere una al mio fratello sopravvissuto, di qualche anno più di me, e ottenni solo un "Non dormirai, stanotte, sei troppo piccolo per leggere storie del genere". Io le leggevo tutte, tutte le sere, e non dormivo, sì, ma non solo in quelle occasioni. Non mi addormentavo mai. Solo che ho preferito non parlargli di questo.

Fra le visioni più vivide della mia infanzia colloco il piede di una delle sorellastre di Cenerentola privo dell'alluce e il pifferaio magico intento ad annegare bambini. Uhm.

Poi è venuta la maschera. La cosa più sensata da fare. Jim l'informatico, Jim lo strambo, Jim il gay. Probabilmente sarebbe stato più appropriato definirmi "Jim il consulting criminal, Jim la persona fuori dalla norma, Jim al quale dei sentimenti poco importa". Diciamo che ho fatto credere il contrario.

E poi sono tornato in questo ospedale. Sherlock Holmes dovrebbe essermi grato. Lui morirà - per cazzate tipo sentimenti, è più comune di quanto immaginassi - risolverà l'ultimo problema. E io rimarrò qui ad annoiarmi senza di lui.

Potrei tenerlo sulla corda ancora un po', dopotutto. Bruciare il suo cuore prima, e poi i due polmoni, che sono già nel mirino. E poi il resto del corpo. Continuare a divertirmi a giocare con quel cervello ambulante.

Ma se cederà ai sentimenti, non ne sarà mai valsa davvero la pena.

Semplicemente chiamatelo "esperimento".

 

 

 

 

 

 

Poi un giorno io morirò, e smetterò di vivere per sempre annoiato e scontento.

La fine.

   
 
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