Disclaimer
Purtroppo Alex Turner non mi appartiene (per ora miei cari, per
ora) e i fatti narrati, di pura fantasia dell'autrice, non hanno scopi
lucrativi nè offensivi.
La Chiave di Do
Sono solita scrivere i miei deliri di sciocca fan nella sezione Beatles,
dove sfogo il mio grande amore per George Harrison reinvandome-
-ne la vita. Non ho mai scritto, ammetto, una fanfiction inventata
di sana pianta; forse per vergogna, o per (esagerato) rispetto dei
miei amati, ma questa volta, ispirata dall' ascolto di un brano degli
Arctic Monkey, recente ma grande amore, ho deciso di creare il
personaggio di Alex, tributando finalmente qualcosa anche al mio
angelo custode piu' giovane.
Spero vi piaccia e spero di continuare a scrivere fanfiction su di
lui, è un soggetto che mi piace e che ritengo molto adatto ad un
lato del mio io scrivente ancora in fare di sviluppo.
Alex camminava stringendosi nel cappotto troppo grande; si schermava coraggiosamente dal freddo tenendo le mani in tasca, le labbra sbuffanti abbassate sotto il bavero alzato, dietro il quale i suoi enormi occhi neri spiavano l’aria timidamente, con rapide occhiate vivaci. La curiosità che permeava quegli occhi di fanciullo non lasciava pero’ trasparire nessuna di quelle sinfonie di parole, quei sonetti di note a cui la sua mente, febbrile, lavorava ininterrottamente; la sua calma esteriore, quella remissività quasi femminea, quel fisico gracile, pallido, celavano misteriosamente il dissidio della sua anima, accesa di una passione viva.
Mentre si perdeva per vie di cui la sua memoria non forniva il nome, quel giovane ardore gli stimolo’ un desiderio. Non una semplice voglia di ragazzo, passeggera ed effimera, ma il ricordo di un piacere che bramava col corpo e con l’anima, come un vizio irresistibile: attraverso la foschia si era insinuata una striscia sensuale di smania che lo aveva abbracciato con violenza, stringendolo fino a quasi togliergli il fiato.
Non è da me, pensava vergognandosi da solo, sentendosi quasi arrossire. Sudava, quasi, di nervosismo e la sua mente impazziva bruciando.
Camminava guardandosi i piedi perché nessuno lo notasse, perdendosi fra viottoli senza meta in attesa che quella nube passionale lo abbandonasse, come un ubriaco che passeggia vago in attesa di smaltire la sbronza. Ma tutto quello sfrenato fervore non accennava ad abbandonarlo.
Alex allora capi’. Capi’ che l’unico modo per liberarsi di quell’eccitazione opprimente era cedere, soddisfarsi e godere di quel piacere insano e proibito cui le sue dita anelavano, cadere nella tentazione di un’estasi nociva ed effimera: avrebbe fatto cosi’, sarebbe andato incontro a quella puttana appoggiata al muro in fondo alla strada, bella ed impura come un demonio e le avrebbe chiesto la chiave della soddisfazione.
Avvicinandosi fu colto da un imbarazzo tale che il rossore, piu’ evidente sul suo visetto pallido, si riaccese con nuova veemenza; le rivolse un cenno muto del capo, guardandola con la coda dell’occhio per non darlo a notare. Si sprofondo’ ancor di piu’ nel colletto.
La puttana rise:
“Ma ce li hai diciott’anni, ragazzino?”
Alex alzo’ la testa da terra ed incrocio’ il suo sguardo, da cui fuggi’ subito con terrore.
“Sembri giovane per parlare con una come me” ammicco’ ridendo in modo volgare.
“Ne ho diciannove” rispose lui con un filo di voce. La donna si stupi’ visibilmente, quasi intimorita da quel timbro baritonale, unico segno sensuale della passione che giaceva nel suo giovane cuore. Gli porto’ l’indice sotto il mento e lo alzo’ per guardarlo nel fondo degli occhi scuri.
“Meravigliosi…” disse con voce impostata “Potresti chiedermi qualunque cosa con quegli occhi, dolcezza…”
Alex s’illumino in ogni fibra del suo essere e comprese che era ormai ad un passo dalla gioia dei sensi, vicino come mai alla sua brama piu’ grande. Sputo’ in un moto di coraggio la sua richiesta indecente:
“Ce l’hai una sigaretta?”
Ringrazio’ andandosene finalmente sereno mentre la boccata di fumo gli riempiva voluttuosamente i polmoni di godimento perfetto.
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