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Autore: Suzuki_san    27/01/2012    8 recensioni
Piccola one-shot su Shinobu e Miyagi alle prese con la loro recente convivenza:)
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hiroki Kamijō, Shinobu Takatsuki , Yō Miyagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come ogni mattina Shinobu si svegliò con il sorriso stampato sulla faccia, questo solo per un motivo: era fra le braccia di Miyagi. Da quando il professore gli aveva dato le chiavi dell’appartamento si poteva dire che convivevano dato che lui era sempre lì, e ogni volta che si svegliava in quel letto gli sembrava di vivere un sogno.
Felice come una pasqua si stiracchiò e, vedendo che Miyagi dormiva ancora della grossa, per un attimo pensò di alzarsi e andare in cucina per preparare una buona colazione – certo per quanto le sue doti culinarie permettessero di mangiare del cibo almeno commestibile – però le labbra di Miyagi erano troppo invitanti per essere ignorate, così si lanciò su di lui e lo baciò.
Il povero professore ormai era abituato a risvegli di quel tipo…l’unica cosa di cui non si capacitava era come ancora non fosse morto d’infarto!

Poco male, alle sue coronarie avrebbe pensato in un secondo momento, e preferì concentrarsi sulla lingua di Shinobu che cercava di entrare violentemente nella sua bocca. Subito lo attirò a sé, approfondendo il bacio e facendolo finire sotto il suo corpo possente. Il ragazzino iniziò a gemere, e sentì il suo membro diventare sempre più duro.
-Mi…Miyagi- ansimò e, di fronte a quella tacita richiesta, il professore iniziò ad accarezzarlo dolcemente.

Sotto al tocco della sua mano Shinobu continuava ad inarcarsi con la schiena, così Miyagi lasciò la sua bocca calda ed accogliente per passare al collo e al petto, poi scese sempre di più fino a che non arrivò all’inguine. Leccò piano il sesso eretto di Shinobu, turgido e bagnato, poi lo prese tutto in bocca e iniziò a pompare.
Le mani del più giovane finirono fra i capelli del professore, il quale – sentendo i forti gemiti del ragazzino –, aumentò il ritmo, aiutandosi anche con la mano.
-M-Miyagi…- mugugnò Shinobu –N-no…fermati…aahh…sto per…-

Troppo tardi. Si riversò completamente nella bocca di Miyagi, ma per quanto quell’orgasmo potesse essere stato appagante, non era ciò che voleva. Lui voleva sentire Miyagi dentro di sé, ma come da qualche tempo a quella parte avrebbe dovuto accontentarsi.
Il professore si sollevò, baciandolo teneramente
-Sempre più carino…peccato che tu venga sempre troppo in fretta- a quelle parole Shinobu spalancò la bocca sorpreso…ma come poteva dire certe cose? Ma poi Miyagi lo baciò ancora.
-Stavo scherzando, Shinobu-chin-
-BAKA MIYAGI- urlò lui imbarazzato.
 

Come ogni mattina fecero colazione e poi, come sempre, Miyagi uscì in ritardo per andare al lavoro.
Convivevano solo da un mese, ma per Shinobu ogni giorno era come nuovo. Aveva lottato tanto per fare in modo che il suo destino si incrociasse con quello di Miyagi ed ora addirittura vivevano insieme.
Veloce corse nel loro letto e si avvolse nelle coperte, affondando il viso nel cuscino del professore, inspirando a pieno il suo profumo. Lo amava così tanto…eppure ultimamente aveva la sensazione che Miyagi avesse perso desiderio nei suoi confronti. La prima settimana facevano l’amore la mattina, il pomeriggio quando c’era tempo, la sera subito dopo cena e durante la notte…ora andava bene se Miyagi prendeva l’iniziativa la notte.
Era come quando gli aveva dato le chiavi del suo appartamento. I primi giorni lo andava a trovare, ma poi era Shinobu a dover andare sempre a bussare alla sua porta perché altrimenti non si faceva vedere…perché si comportava così? Che avesse già perso desiderio nei suoi confronti?
 

******

 
Miyagi era seduto sul divano del suo ufficio quando entrò “Kamijo the devil” dopo una lezione.
Sebbene solitamente avrebbe scherzato volentieri con l’amico e collega, quella mattina non aveva nemmeno la forza per sorridere…il problema? Ma ovviamente Shinobu! Quel ragazzino lo faceva a dir poco impazzire, non aveva un momento di pace…ogni volta che rientrava a casa gli saltava addosso voglioso di fare sesso. Che cavolo lui non era più un ragazzino, aveva passato da tempo il tempo delle mele.
 
“Ho quasi quarant’anni…è davvero necessario farlo quattro o cinque volte al giorno?”
 
Non appena quei pensieri si formarono nella sua mente un’aura di depressione invase il suo corpo e si catapultò su Kamijo piangendo
-SENSEI!!!! La vuole smettere una buona volta di violentarmi sul lavoro?- urlò Kamijo scansandosi
-Kamijo, secondo te sono vecchio?-
-Beh, per avere quasi quarant’anni siete ancora molto giovanile-
Ecco che l’aura tornò e gli piombò sulle spalle più forte di prima. Miyagi si sedette triste sul divano e si accese una sigaretta. Solo in quel momento il diavolo Kamijo capì che c’era qualcosa che lo turbava, così si sedette di fronte a lui
-Qual è il problema, professore?-
-Ecco…tu quante volte lo fai con il tuo compagno?-
-EEEEEEEEEH?????- urlò Kamijo –Ma che domande sono mai queste? Lo sapevo il suo non è un problema…no aspetti…- e si mise una mano davanti alla bocca cercando di trattenersi, ma non ci riuscì e iniziò a ridere indicando il povero Miyagi con un dito
-Professore! Non mi dica che ha problemi di…erezione??- e scoppiò a ridere nuovamente
-MA COSA DICI!!!!! Non ho nessun problema di quel genere!!!!-
-Ne è sicuro??-
-Ovvio!! Allora mi vuoi rispondere?-
-Beh ecco…cinque, sei volte a settimana- rispose Kamijo imbarazzato –Ma perché me lo chiede?-
-No nulla, era così…semplice curiosità-
Kamijo lo guardò con circa un migliaio di punti di domanda sulla testa, ma alla fine – dato che stava anche facendo tardi a lezione – lasciò perdere tutti i centinaia di problemi del suo superiore e si avviò verso la classe.
Non appena il diavolo uscì dall’ufficio, Miyagi si accese l’ennesima sigaretta. “Cinque sei volte a settimana”…quello sì che voleva dire avere una relazione normale. Però era davvero così vecchio da non poter soddisfare Shinobu ogni volta che lui lo desiderasse? Insomma, nella vita di coppia c’erano tante altre cose oltre il sesso…
 
 “Forse dovrei parlarne con Shinobu”
 
Pensò sconsolato. Quella sì che era una di quelle situazioni imbarazzanti che avrebbe volentieri evitato.
 

******

 
Erano le sei di sera e Shinobu stava preparando con grande impegno i cavoli saltati per la cena, quando la porta si aprì.
-Sono a casa- sentì dire. Come una saetta mollò padella e cavoli e corse all’entrata abbracciando Miyagi.
-Bentornato- ma non ottenne il suo solito bacio. Ormai non c’erano più dubbi: Miyagi non lo voleva più. Andare a vivere nello stesso condominio e poi nello stesso appartamento era stato un errore imperdonabile e per tutta la cena non ebbe il coraggio di guardarlo in faccia. Ma del resto nemmeno il professore spiccicò parola.
 

Dopo aver sparecchiato Miyagi si sedette sul divano, facendo segno a Shinobu di sedersi accanto a lui.
-Qualcosa non va?- chiese Shinobu sempre più preoccupato
-No…cioè…ecco…io…devo parlarti-
No! Le parole che non voleva sentire erano appena uscite dalla bocca di Miyagi.
-Di cosa?-
 
“Ti prego non lo dire”
 
-Del nostro rapporto-
 
“No…perché lo hai detto?”
 
-Ecco Shinobu…io volevo parlarti di una cosa che credimi mi mette al quanto in imbarazzo, per cui andrò dritto al nocciolo della questione senza girarci troppo intorno-
-O…Ok-
-Shinobu!- esordì il professore –Tu sei giovane, hai solo vent’anni per questo sei pieno di passione…ah…no...non era così che volevo dire…allora ricominciamo!... Shinobu! Ciò che voglio dirti è che io ormai ho superato il periodo dell’esplosione ormonale, insomma non credi che farlo cinque sei volte al giorno sia un po’ troppo? Sai, ogni volta che mi salti addosso voglioso mi fai sentire così…così…vecchio- disse tutto d’un fiato ed ecco di nuovo l’aura di depressione addosso.
-Cioè, mi stai dicendo che dovremmo avere un rapporto più normale?-
-Esatto- disse il professore con un sospiro –Mi dispiace Shinobu, ho avuto anche io vent’anni e so cosa vuol dire…- ma Shinobu non lo lasciò finire, poiché appoggiò la testa sulla sua spalla e tirò su col naso
-Ma…stai piangendo?- disse Miyagi realmente sorpreso
-BAKA MIYAGI…e io che pensavo volessi farla finita-
 
“E’ così carino”
 
-Shinobu…- e lo baciò con estrema dolcezza. Il suo Shinobu.
Dopo neanche cinque minuti si ritrovarono nel letto a Miyagi immediatamente spogliò Shinobu e iniziò a baciarlo in ogni parte del corpo. Era così irresistibile.
Fece per ribaciarlo, ma Shinobu gli prese le spalle e si mise a carponi su di lui.
-Ti amo- disse e subito dopo baciò Miyagi con così tanta foga che non aveva nemmeno il tempo di respirare.
Il professore lo strinse a sé, senza alcuna intenzione di lasciarlo. Come aveva fatto Shinobu a pensare una cosa del genere? Sarebbe stata la persona più pazza del mondo a lasciare una persona come Shinobu. Certo, aveva più difetti che pregi, ma in fondo chi è perfetto al mondo? Nessuno.
Senza esitare oltre, capovolse ancora una volta le posizioni e lo penetrò delicatamente. Shinobu iniziò a gemere sempre più forte ogni volta che le sue spinte diventavano più veloci e possenti, e lo strinse a sé, cercando un contatto più profondo e implorando Miyagi di andare più veloce.
Miyagi assecondò le richieste del più piccolo, stringendolo e cercando la sua bocca, ormai all’apice del piacere.
 

******

 
Shinobu al mattino si svegliò con la testa appoggiata sul petto ampio di Miyagi e sorrise. Ciò che aveva detto il professore la sera prima lo aveva colpito particolarmente…mai avrebbe pensato di far sentire così vecchio Miyagi, però aveva ragione: potevano fare tante cose ora che stavano finalmente insieme. Uscire la sera, andare al cinema, fare le passeggiate al parco…e poi tornare a casa e fare l’amore. Eccitato per quella nuova prospettiva di vita si buttò su di Miyagi e lo baciò.
Come al solito Miyagi si svegliò rischiando l’infarto!
 
 “Quale parte del mio discorso non gli è stata chiara ieri sera?”
 
Pensò Miyagi, ma poi sentì la lingua di Shinobu sul suo collo e nella sua bocca.
 
“Credo che qualsiasi discorso io possa fare con lui non cambierà mai…ma sono felice così”
 
Così, sorridendo, prese il viso di Shinobu fra le mani facendolo cadere sotto di se.
 
“Non ci sono dubbi…è il solito terrorista”

  
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