Le mie odiose, incostanti ed eccentriche personalità!
Capitolo 1. Un ultimatum.
{Mike.
L’aria si fece improvvisamente fredda, nel buio della notte.
Rabbrividii e mi strinsi nella coperta pesante, sperando che il silenzio e il gelo
notturno di Wawanakwa riuscisse a schiarirmi le idee.
Cosa dovevo fare? La situazione sembrava peggiorare ogni giorno di più, ogni
istante di più… e Zoey, quella dolce e simpatica ragazza dai capelli rossi e con
quel sorriso così tenero, sembrava allontanarsi da me, sembrava fare un passo
indietro ogni volta che loro, quelle odiose, incostanti ed eccentriche personalità
facevano capolino e venivano a rovinarmi la giornata.
Eppure il medico mi aveva detto che stavo migliorando, che cominciavo a
controllarle meglio, a domarle e sopprimerle nella mia mente.
Ma dopo tutto ciò che era successo , non potevo che pensare che quello stupido
psichiatra mi avesse mentito: gli sembrava forse che fossi riuscito a nascondere
le doti da ginnasta di Svetlana? O l’aria da bullo che aveva attirato così tanto
l’attenzione di Anne Maria?
Sospirai al pensiero del suo sguardo, lo sguardo accusatorio e un po’ triste di
quella ragazza dai capelli rossi che non riusciva a capire come mai stessi
baciando la truzza. Beh, non riuscivo a capirlo nemmeno io.
Ma di una cosa ero certo. Non avrei più mentito, né a Zoey, né a tutti gli altri.
Non avrei più detto che mi stavo esercitando nelle mie parti da attore, avrei
rivelato a tutti la ver…
Proprio in quel momento Vito prese il sopravvento sulla mia mente, e con la
sua aria arrogante commentò :«Certo, sfigato, va’ a dire alla tua rossa di dover
condividere il tuo corpo con altre tre anime, e vedrai come ti si getterà tra le
braccia!» lo scacciai con forza dalla mia mente, tornando ad essere Mike con
un sospiro affannato.
Per un attimo ignorai il suo commento maligno, ma poi mi fermai quasi a
riflettere sulle sue parole. In effetti, non si poteva dire che avesse torto. Tutti
sarebbero scappati a gambe levate quando avrei rivelato loro il mio piccolo
segreto… persino lei, persino Zoey se ne sarebbe andata, con un misto di disgusto
e compassione nello sguardo. Riuscivo anche ad immaginare la scena.
«Zoey è una ragazza zenzibile, Mike. Vedrai che capirà.» intervenne Svetlana
con il suo inconfondibile accento russo, prendendo il mio posto e ammirandosi
nello specchio di acqua scura del molo della vergogna, prima di fare una giravolta
e un salto che mi portò vicino alla casetta delle Larve Mutanti.
Con un gesto della mano, la invitai a mettere da parte la sua coscienza per
tornare alla mia riflessione interiore. Potevo davvero rivelare a tutti il mio
problema? No, Vito aveva ragione… Non potevo farlo.
Ma non potevo nemmeno lasciare che Zoey si allontanasse da me solo perché ero
stato così idiota da deluderla… era un conflitto che non riuscivo a risolvere.
Eppure una soluzione doveva esserci, anzi una soluzione c’era, ed era per certi
versi così semplice…
«Starai scherzando giovanotto? Noi non possiamo andarcene, siamo parte di te.
Ah! Ai miei tempi un giovane non sarebbe stato mai così irrispettoso da pensare
di poter cacciare via un anziano…» ribatté Chester, con la sua solita predica
sull’insolenza dei giovani.
Ma non c’era altra soluzione se non questa: loro dovevano andarsene. Perché
non riuscivano ad essere più altruisti e lasciarmi andare? Ero pur sempre io la
personalità dominante in quel corpo.
Entrai nella baracca e mi guardai nello specchio che tenevo sotto il cuscino, che
utilizzavo per osservarmi e ricordare che quello che era riflesso non era Chester,
né Vito, né Svetlana. Quel ragazzo dagli occhi scuri e dalla carnagione olivastra,
quello era Mike. Io.
E loro, le mie altre personalità dovevano andarsene.
Vi darò un ultimatum, dissi nella mia mente, rivolgendomi alle altre anime che
sentivo fluttuare in un posto impreciso dentro di me, avete un giorno per andarvene.
Vi tollererò soltanto un singolo faticoso giorno… Domani a mezzanotte ve ne andrete.
Conclusi con sicurezza la mia affermazione, che suonava un po’ come una minaccia,
e mi misi di nuovo a letto, chiudendo gli occhi con un sorriso compiaciuto.
Non mi curai delle proteste dei miei compagni di mente, che tentavano di
dissuadermi, cercavano di convincermi che la mia fosse un’idea sciocca, e che non
potevo davvero credere di poterli annullare.
Nemmeno io ne ero del tutto certo, ma in un modo o nell’altro ci sarei riuscito…
In un modo o nell’altro, domani notte, quando avrei chiuso gli occhi, mi sarei
addormentato con la consapevolezza di essere finalmente solo Mike.
Beh, che dire, spero vi piaccia questo primo capitolo :)
Aspetto i vostri commenti per sapere se la mia idea vi sembra interessante!
Baci, kirlia <3