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Autore: White_Fang    27/01/2012    5 recensioni
È passato quasi un anno dalla fine di quel maledetto reality; da quel tragico giorno su quel dannato vulcano su quella dannata isola alle Hawaii.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alejandro, Altro personaggio, Heather
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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È passato quasi un anno dalla fine di quel maledetto reality; da quel tragico giorno su quel dannato vulcano su quella dannata isola alle Hawaii.
Un anno da quando Heather mi aveva tradito, aveva preferito i soldi a me. Certo, io non ho fatto molto per cercare di evitarlo, anzi durante tutta la stagione non ho fatto che provocarla.
Però, anche lei ha esagerato, e non lo dico solo perché mi ha adescato, fingendo di amarmi, perché mi ha letteralmente colpito sotto la cintura e perché mi ha anche buttato giù dal vulcano. No, io credevo che in fondo avesse un cuore, e invece ha saputo recitare fino alla fine, anche dopo che io le avevo sinceramente aperto il mio, di cuore, le avevo confessato quello che provavo per lei. È questo ciò che mi ha fatto più male.
Mi guardo allo specchio, e mi passo una mano sull’avambraccio sinistro, dove una cicatrice brilla viva, imponendosi prepotente davanti ai miei occhi, e facendomi ricordare il dolore che provai: fisico, per la lava bollente, e interiore, per il tradimento di Heather.
Alzo di nuovo lo sguardo, e nel riflesso scorgo un’ombra. Una sottile figura, alta e snella, con i capelli rosso fuoco, mi si avvicina. La guardo e sorrido. Miranda ricambia il sorriso e si avvicina ancora di più alla mia sedia a rotelle.
Lei è la mia ragazza. No, non in quel senso. La conosco da quando avevamo poco più di due anni, forse anche meno. Fino all’età di dieci dormivamo in camera insieme, poi siamo cresciuti, e si sa, le ragazze hanno tante amiche, amiche chiacchierone che le vanno a trovare a casa, e non potevamo continuare a dividere la cameretta, sarebbe stato imbarazzante per entrambi! I nostri genitori allora decisero che era il caso di farci due stanze separate. Indovinato, lei è mia sorella! Non ne ho mai parlato durante il reality perché se vuoi fare la parte del supercattivo non puoi parlare di una persona dolce come Miranda. Non è mia sorella di sangue, ma le voglio così tanto bene che non mi importa per niente. È di origine Irlandese; i suoi veri genitori morirono molto giovani e lei a soli pochi mesi finì in orfanotrofio. Fu lì che la trovammo. Ai miei piace molto viaggiare, e durante una gita in Europa, andammo in Irlanda a trovare un loro amico che appunto lavorava in quello stesso orfanotrofio, e che ci portò a visitare l’istituto. Appena i miei genitori videro quella bambina così graziosa e vennero a conoscenza della sua triste storia vollero adottarla subito, e il giorno seguente la portammo a casa con noi.
Riesce ad andare d’accordo con tutti, persino con Josè e Carlos, i miei “simpaticissimi” fratelli, veri purtroppo.
Dopo il famoso incidente andato in onda in mondo visione, lei si è presa cura di me, e ancora adesso continua a farlo, facendomi sembrare meno dolorosa la mia convalescenza.
- Ale, sto preparando una cioccolata calda, te ne porto un po’? - mi chiede, inginocchiandosi e cingendomi le spalle da dietro.
- Perché no?! Ho bisogno di qualcosa di caldo, grazie! - rispondo io, poggiando la mia testa alla sua.
Lei allora si alza e torna in cucina, e dopo pochi minuti torna con un vassoio, dove porta due tazze fumanti e un bicchiere con della panna montata.
- Ho pensato che ti sarebbe piaciuta! - sorride di nuovo, poggiando il vassoio sul tavolo in salotto.
- Hai pensato giusto, sorellina! - esclamo io, e mi servo un bel cucchiaio di panna sulla mia tazza.
Finiamo di bere in silenzio, poi le chiedo come procedono i suoi esami: frequenta l’università a Toronto e vuole diventare biologa. È sempre stata molto studiosa, e non ha mai sofferto i reality show, ma quando io ho deciso di partecipare al programma mi ha sostenuto, forse più di tutti gli altri membri della mia famiglia. E infatti adesso eccola qui, ad occuparsi di me.
- Piuttosto bene direi, se contiamo il fatto che tra pochi mesi dovrò presentare la mia tesi e ancora non so cosa portare … ma sono tranquilla!- risponde, alzando la voce, giusto di qualche ottava, il che rende il suo tono lievemente isterico.
- Lo vedo! - esclamo io sarcasticamente. - La scorta di antistress che ti ha regalato papà è già finita, vero?! -  
- Ma come siamo simpatici oggi! Ti ricordo che sono più grande di te e devi portarmi rispetto! - scherza lei.
- Ma cosa dici?! Io invece ti ricordo che hai solo tre giorni più di me! - le faccio notare, ridendo.
Lei si finge offesa - Beh, fa lo stesso, ho ragione io! -
- Ci tieni così tanto ad essere più vecchia? - insisto io, enfatizzando l’ultima parola.
Lei trattiene il fiato, prima di lanciarsi verso di me: - Alejandro, come ti permetti? Ripetilo se hai il coraggio! - mi minaccia, prendendo le frange del suo scialle e passandomele sul naso, facendomi un solletico tremendo.
- Ok, ok, mi arrendo, non sei vecchia! Adesso, por favor, smettila! - rido io.
- Ho vinto di nuovo! - esulta Miranda, ridendo a crepapelle.
- Sei fortunata che sono bloccato qui, ma aspetta che torni a camminare come si deve! -
- Oh, accipicchia, grazie di avermelo ricordato hermano, è l’ora della tua fisioterapia. - esclama cambiando espressione mia sorella, guardando l’orologio.
- Oh no, ti prego devo proprio? - piagnucolo io.
- Ora non fare il bambino, hai appena detto che abbiamo la stessa età. E poi è per il tuo bene, lo sai. Vuoi tornare o no a vincere contro di me?! - ghigna lei.
- E va bene! - cedo io. Detesto fare fisioterapia, perché è terribilmente faticoso e doloroso. Ma Miranda ha ragione, è per il mio bene.
Mi avvicino alla sbarra di ferro che i miei hanno fatto montare in salotto per me, e reggendomi forte cerco di alzarmi. Com’è prevedibile alla prima ricado subito a sedere, così ci riprovo e questa volta riesco a stare in piedi, con Miranda che non si allontana di un passo e mi osserva attenta, con sguardo severo.
È gentile e sa come aiutarmi, e soprattutto sa quando non deve esagerare. Io sono molto orgoglioso e non mi piace farmi aiutare, ma purtroppo adesso ne ho bisogno quindi sopporto in silenzio, ma lei a differenza degli altri non vuole mai strafare, non mi opprime. Interviene solo quando glielo chiedo io o quando ho veramente bisogno di aiuto, altrimenti mi guida con la voce, incoraggiandomi e sostenendomi con elogi e complimenti.
Serrando bene la stretta sulla sbarra pianto bene i piedi a terra e comincio a muovere un passo. Molto lentamente faccio lo stesso con l’altro piede. Sto già sudando, e comincio a sentire le prime fitte di dolore. Non mi sono rotto le gambe, ma le gravi ustioni che ho riportato mi hanno impedito di camminare per un bel po’ di tempo, e quindi per riprendere il normale uso delle gambe devo sopportare questo strazio tutti i giorni.
Mi muovo ancora di qualche passo, ma ad un certo punto non ce la faccio più e cado a terra davvero poco elegantemente.
Immediatamente Miranda mi raggiunge e mi poggia una mano sulla spalla: - Va tutto bene Ale? -
- Sì, tranquilla! Devo solo riprendere fiato! - la rassicuro io. - Mi passeresti un po’ d’acqua? -
Prendo il bicchiere che mi porge e bevo un bel sorso. Faccio un gran respiro e provo a rialzarmi, ma le gambe mi tremano.
- Riposati qualche secondo! - suggerisce premurosamente Miranda.
- No, ce la faccio. - insisto, ma prima di riprovare mi tolgo la maglietta, perché è già tutta bagnata di sudore, e poi mi sento più libero.
Faccio per rialzarmi, quando sento mia sorella sospirare:
- Oh, Ale … ma cosa ti hanno fatto?! -
Non faccio in tempo a voltarmi per risponderle che mi abbraccia e comincia a piangere. Le accarezzo la testa, e mi rendo conto troppo tardi di cosa ho fatto. Da quando sono tornato a casa dall’ospedale, lei mi aveva visto solo un paio di volte a dorso nudo, e mia madre mi aveva raccomandato di evitare di togliermi la maglia in sua presenza. Miranda è una ragazza forte, ma è davvero tanto affezionata a me, e vedermi ridotto così la fa star male, anche se cerca di non farlo notare. Evidentemente la vista di tutte le cicatrici, ancora fresche, che porto sulla schiena l’ha fatta crollare.
- Ehi, non piangere. Non starò così per sempre, passerà! - le dico per rassicurarla.
Lei alza lo sguardo e mi sorride. - Lo so, ma non posso fare a meno di essere dispiaciuta, e arrabbiata! Odio tutti i reality show, e odio quella poco di buono che ti ha ridotto così … - si scalda, e comincia ad inveire contro Heather. Qualcosa scatta di nuovo nella mia memoria.
- No - sussurro. - No, non prendertela con Heather! -
- Cosa? - esclama lei, stupita. - Dopo tutto quello che ti ha fatto, continui ancora a difenderla? Perché? -
- Vedi, Miranda, è … difficile spiegare. Io e lei ci siamo fatti la guerra per tutta la stagione, ma nonostante tutto io sentivo che provavo qualcosa. Sì, all’inizio ero anche io arrabbiato con lei, perché mi ha preso in giro, ma nessuno può comandare i suoi sentimenti, e non è colpa sua se mi ha respinto. -
- Io non ti capisco! - s’infuria Miranda. - Va bene che ti ha rifiutato, come hai detto tu, al cuor non si comanda, ma c’era proprio bisogno di farti … questo?! - dice guardandomi. - Io non sono arrabbiata con lei, la odio! La odio con tutta me stessa! -
- Oh, sorellina mia … te amo mucho! Non so che farei senza di te. - le dico sorridendo. - Non devi portare tutto questo rancore. Sei di tre giorni più grande di me, è vero, ma a volte mi sembri una bambina, con la tua innocenza. Non ti rovinare provando tutto questo odio. -
Lei continua a guardarmi seria.
- Un giorno anche tu troverai qualcuno che ti farà battere il cuore a mille, e allora capirai cosa provo io! - le dico ancora. Lei annuisce lentamente e poi mi abbraccia di nuovo.
- Anche io ti voglio talmente tanto bene, mi àngel … - dice stringendomi forte.
- E comunque chi l’ha detto che io non abbia già qualcuno che mi fa battere il cuore? - aggiunge con aria maliziosa.
- Ah sì?! Beh, allora sono io adesso quello arrabbiato, anzi incavolato nero! Perché non me lo hai detto prima? - sbotto io, fingendomi geloso.
- Perché avrei dovuto farlo? Non l’ho detto nemmeno alla mamma. - sghignazza lei.
- Spero per lui che sia uno a posto, altrimenti dovrà vedersela con me! -
Lei mi guarda accigliata - Spero che stai scherzando! Faccio finta di non aver sentito. -
- Ovvio che no! Non posso permettere che ti succeda qualcosa, sei la mia sorella preferita … -
- Idiota! Sono la tua unica sorella! -
- Lo so! - e scoppiamo a ridere.
- Dai per stasera può bastare, adesso riposati. Anzi, ascolterai me che ripeto per l’esame! - esclama Miranda.
- Eh?! No ti prego, non chiedermi di interrogarti … di nuovo! - rispondo esasperato.
- Avanti, non è tanta roba, puoi resistere! - insiste lei.
- Dammi il libro! - mi arrendo. - Spero che questo povero ragazzo non lo tratti così quando uscite insieme! -
- Come, prima lo vuoi picchiare e adesso lo compatisci?! - ride mia sorella. - Allora significa che ho la tua benedizione? - aggiunge speranzosa.
- Calma, ancora non ho approvato nessuno, devo prima conoscerlo! -
Ci guardiamo per un attimo e cominciamo a ridere come due bambini.
In quel momento sentiamo bussare alla porta.
- Chi sarà? Sono le 7 di sera! - chiedo io.
- Forse è il mio “ragazzo” che vuole farci una sorpresa - scherza lei.
- Simpatica! Vai ad aprire piuttosto! -
Miranda corre alla porta e la apre. Fuori tira vento e fa abbastanza freddo per essere fine marzo. Io mi avvicino al caminetto acceso, e quindi perdo la visuale sulla porta d’ingresso.
Sento mia sorella che parla, ma non capisco cosa dice. Poco dopo torna in salotto, ma non è sola.
- Hai visite! - mi dice con tono piatto. Il suo sorriso è svanito.
Heather è in piedi dietro di lei, e mi fissa.
Cosa ci fa qui? E come ha fatto a trovarmi? Possibile che sia venuta per me? Tante altre domande mi girano in mente, ma non le ascolto, sono solo impegnato a guardare lei, la donna che mi aveva rubato il cuore e che era riuscita a distruggerlo. E che adesso è di fronte a me, in casa mia.
- Ciao Alejandro! - dice timidamente.
- Ciao! - riesco a risponderle.
- Non sapevo che avessi una sorella! - continua lei, in evidente imbarazzo.
- Credeva che fossi la tua ragazza! - esclama Miranda. Non è sgarbata, né adirata, ma educata e gentile.
- Già, non me l’aspettavo. Parlavi sempre dei tuoi fratelli. - tenta di giustificarsi Heather.
Io continuo a fissarla. Mi accorgo che Miranda vorrebbe aggiungere qualcosa, e con lo sguardo la imploro di non dire niente. Lei si gira verso di me e mi sorride, incoraggiante.
- Heather, stavo per preparare la cena, vuoi fermarti da noi? - le chiede all'improvviso, e le sorride.
Heather rimane basita quanto me, ma poi sorride anche lei:  - Accetto volentieri, se per Alejandro non ci sono problemi. - aggiunge tornando a guardarmi.
Miranda mi lancia un’occhiata, come a dire “il mio l’ho fatto, adesso tocca a te!”.
Mi riscuoto dai miei pensieri e riesco a dire: - Certo che mi va bene! -
- Accomodati, Heather! Perdona mio fratello, è solo un po’ stanco! Io vado in cucina! - Sorride di nuovo, e si allontana.
- Beh, come va? - mi chiede titubante la mia chica, guardando prima me poi la mia sedia a rotelle.
- Abbastanza bene! - rispondo io, sempre teso.
- Oh, Alejandro, mi dispiace davvero tanto per quello che ti ho fatto. Non immaginavo che sarebbe successo tutto questo! - esclama all’improvviso.
- Heather, non pensiamoci più. Ora sei qui, e ne sono felice. Il passato non mi importa più! - le sorrido io.
Lei ricambia il sorriso. Dopo qualche attimo di silenzio esclama: - Ma non stiamo qui a poltrire, andiamo a dare una mano a tua sorella! A proposito, è davvero molto carina, e sembra molto gentile. - dice alzandosi.
- Lo è infatti! - dico io, guidandola verso la cucina.
- Siete molto legati, vero?! - mi chiede ancora.
Io continuo a dirigermi verso l’altra stanza, e scorgo Miranda che sta apparecchiando.
- Già! Le voglio un mondo di bene! -.



Parola all'autrice: Una nuova shot, raccontata da Alejandro, un po’ originale, con una Heather abbastanza OOC, (e forse anche Alejandro..anzi, se lo sono troppo ditemelo che lo scrivo), e un nuovo personaggio che spero almeno a qualcuno piacerà..
Come dicevo i personaggi sono un tantino OOC, ma quello che interessava a me non era la storia di Heather e Alejandro, ma il rapporto che c'è tra lui e la sorella!
L’ho scritta in poche ore e ho rischiato anche di non finirla, quando mi sono vista ballare il monitor davanti agli occhi a causa di una lieve scossa di terremoto..ma è bastata per farmi lasciare tutto com’era e a mettere il naso fuori…xD
N.B: ho notato che ci sono autori, se così si possono definire, che diciamo hanno talmente poca fantasia da ridursi a copiare le fic di chi invece ci mette passione e fatica per scriverle, come è successo per esempio a Ciacinski, quindi onde evitare spiacevoli malintesi, io metto le mani avanti: Miranda è un personaggio di mia esclusiva proprietà!!

  
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