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Autore: Nate__    28/01/2012    4 recensioni
" Takanori tagliò quell’ultima frase, che in realtà era la prima; la prima di una lunga serie che ebbe comunque una brutta fine.
Nella sua mente si materializzò il bel viso del chitarrista privo di lineamenti impuri, la sua pelle liscia e perfetta, gli occhi color nocciola nei quali potevi annegare; di una profondità surreale avrebbe detto Ruki, e lui sapeva bene di cosa parlava.
Una vocina nella sua testa continuava a ripetergli che ormai era troppo tardi, che gli era stato portato via. "
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ruki, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fervida Immaginazione.

 







 
 
 
“ Ehm.. Ecco io.. “
Takanori tagliò quell’ultima frase, che in realtà era la prima; la prima di una lunga serie che ebbe comunque una brutta fine.
Non era mai stato bravo in quel genere di cose, anzi, il più delle volte risultava molto impacciato. Girò e rigirò il foglio con cura, e scrutò ogni piccolo taglio nero che prima di subire quella veloce metamorfosi doveva aver contenuto parole molto simili a grugnii, mugolii o versi senza alcun nesso logico.
Scrivere canzoni era molto più semplice e spontaneo di dover continuare quella pagliacciata, a parer suo, ma era l’unico modo per potere emergere finalmente, di potere scrivere tutto quello che gli avrebbe voluto dire in quegli anni di assoluta amicizia reciproca. Solo amicizia stretta.
 Nonostante la sua loquacità, gli mancavano le parole, le sillabe, persino le vocali. Decise perciò di alzarsi dalla sedia e dallo scrittoio, dischiudere il cassetto dell’armadio color mogano, afferrare il pacchetto di sigarette e rispondere a quell’istinto primordiale che aveva preso possesso velocemente del suo corpo: richiedeva  nicotina in quell’istante.
Aprì di scatto la confezione e ne estrasse la sua pecca preferita, a forma di cilindro e contenente tabacco, mentre, rapidamente e senza pensarci, la sistemò tra i denti e cominciò a correre follemente e disperatamente alla ricerca del suo accendino. Del suo UNICO accendino.
I piedi si muovevano da soli, il suo corpo continuava a correre impazzito, mentre la sua mente era per metà annebbiata e per metà calma e rilassata, mentre Koron sembrava voler imitare il suo padrone cominciando anche lui a scapicollarsi in maniera assurdamente comica, felice e scodinzolante, a differenza del giovane che di scodinzolante e adorante non aveva proprio nulla.
Maledisse Reita in tutte le lingue del mondo, poiché il suo accendino di riserva l’aveva lui. L’amico ne aveva persi circa sei nell’arco dell’ultima settimana e con un fare implorante e supplichevole aveva convinto Takanori nel prestargli il suo secondo alimentatore.
Il vocalist maledisse anche se stesso e quel suo maledetto atto di bontà improvviso verso Ryo, dato che era scontato: quel suo amato oggetto non l’avrebbe più rivisto.
Nonostante le mille raccomandazioni da parte di Ruki, il bassista rimaneva comunque irresponsabile quanto un quindicenne in preda agli ormoni e avrebbe potuto elencare le sue mancanze una a una ma era troppo impegnato e nervoso in quel momento per pensare ai mille difetti di qualcun altro.
Già lo rendeva agitato scrivere i suoi sentimenti in un pezzo di carta, non trovare la fonte della sua calma era davvero uno spunto di collera in più.
Poi a un tratto si ricordò; ’L’ho lasciato nel taschino del giubbotto, merda! ‘ si fermò di colpo provocando una caduta da parte di Koron che scodinzolava felice davanti a lui, la lingua penzolante, per poi coricarsi a pancia in su. Quella visione era davvero tenera e Ruki vi dedicò un millisecondo del suo tempo, per poi correre e fare dietrofront per frugare in quello stramaledetto taschino, che sembrava fin troppo grande in quel momento.
Ne estrasse l’accendino e, avido di alcaloide, accese velocemente quel danno tremendamente rilassante; aspirò lentamente per far accedere nicotina dentro quel suo corpo. Il fumo prima passava dalla gola che ardeva, mentre chiudeva gli occhi per assaporare meglio quel suo dannato sapore.
Senza alcun preavviso si trovò nel balconcino; doveva aver camminato senza accorgersene molto probabilmente. Guardò le diverse sfumature che assumeva il cielo e ne rimase affascinato; una mescolanza di giallo, blu e arancione si presentava davanti ai suoi occhi stanchi ma più sereni. Sì appoggiò con i gomiti alla ringhiera per scrutare meglio quel meraviglioso panorama, dopo aver buttato l’alcaloide, prese un’altra boccata chiudendo nuovamente gli occhi.
Chissà in quel momento che stava facendo Kouyou.
<< Kouyou.. >> sussurrò il vocalist dopo aver nuovamente buttato il fumo dalla sua bocca e dato una scrollata per far cadere la cenere in eccesso.
Nella sua mente si materializzò il bel viso del chitarrista privo di lineamenti impuri, la sua pelle liscia e perfetta, gli occhi color nocciola nei quali potevi annegare; di una profondità surreale avrebbe detto Ruki, e lui sapeva bene di cosa parlava. Molte e molte notti aveva sognato di farlo suo, e una cosa era certa; non avrebbe mai pensato di fare sesso con Uruha.
Ruki voleva fare l’amore con Uruha, il che è molto diverso.
Il sesso è solo un insieme di azioni attuate per esternare del piacere fisico, puro divertimento e nient’altro.
Fare l’amore, è tutto un altro discorso; è un sentimento così grande e puro e farlo con la persona per la quale si prova un così grande attaccamento è tutta un’altra storia. Due corpi uniti in un solo respiro, in un unico battito, nelle stesse identiche movenze, i sentimenti che si provano per l’altro si amplificano del 90%.
Poteva immaginarlo proprio in quel momento, steso sul suo letto con la patta dei pantaloni rigonfia, data l’evidente erezione del ragazzo desideroso di mille e mille altri peccati d’amore.
Poteva fantasticare sul suo corpo, sul suo viso che sembrava fosse scolpito dagli angeli.
Riusciva a sognare loro due, uniti in un unico grido di passione, il più grande entrato finalmente dentro di lui dopo varie spinte che ardeva di godimento raggiunto il culmine del piacere.
Riusciva a immaginare Kouyou bramante di delizia e se stesso gemere al tocco delicato della pelle liscia e marmorea dell’immaginario compagno. Baci, carezze, abbracci, rassicurazioni. Ma anche morsi, graffi, pizzicotti, ferite.
Il protagonista dei suoi sogni erotici era sempre così eccitante anche nella realtà, ed era impossibile riuscire a non pensare a lui ogni notte, almeno per lui lo era.
Quante masturbazioni ogni sera, dovute alla sua virilità fin troppo eccitabile. Troppe notti passate in solitudine, troppo amore sprecato.
Perfino in quel momento il suo membro stava lentamente prendendo posizione e rigonfiando la patta dei pantaloni, quando il telefono trillò.
<< Pronto.. >> rispose stancamente il giovane uomo, risvegliandosi e tornando nel mondo reale, seccato.
<< Taka! Devo dirti una cosa, quindi preparati! >> esclamò una voce gioiosa, scura, ma al contempo così leggiadra e sensuale.
Ruki sussultò al suono della voce melodiosa dell’amante immaginario, tanto che stava quasi per cadere dalla ringhiera nella quale si era appoggiato qualche minuto prima. Sputò la cicca in un luogo indefinito e si sedette per terra, a gambe incrociate.
Quando si parla del diavolo..
<< Dimmi tutto Kou >> sussurrò lui, cercando di celare la sorpresa nella sua voce.
<< Io e Yuu ci siamo messi insieme! Non è fantastico? Finalmente è successo ed io.. >> la voce dall’altro capo della linea continuò a parlare imperterrita, entusiasta, felice, gioiosa, mentre il cantante stava lentamente perdendo la ragione in quello stesso istante. Posò il cellulare accanto a sé, per poi coprirsi lentamente gli occhi con i palmi delle mani, come se una parte di lui non volesse credere a tutto quello che gli stava riferendo l’uomo che amava da tanti, troppi anni. Una vocina nella sua testa continuava a ripetergli che ormai era troppo tardi, che gli era stato portato via, da un amico per giunta, che non avrebbe avuto il coraggio e l’arroganza di intromettersi nella loro nuova, bellissima relazione.
Avrebbe dovuto solo sorridere, fare le migliori felicitazioni e fingere che vada tutto bene ogni giorno, o almeno ogni volta che li avrebbe visti insieme. Una fitta allo stomaco lo colpì; era atrocemente infelice, e quel suo dolore lo manifestava in quel modo.
<< Taka? Ruki?? Ci sei, o sto parlando da solo? >>
Takanori prese velocemente il telefono, mentre Uruha parlava a vuoto già da un bel po’ di tempo.
<< Sì, ci sono, ero solo assorto, scusa. Mi fa molto piacere Uru, davvero! Ci vediamo domani, allora, che in questo momento non posso parlare. Devo portare fuori Koron >> mentì lui, esternando falsa gioia e sputando le parole come fossero sassi desiderosi di uscire da quel corpo già stanco e pesante.
<< Okay! Allora a domani! >> e lui chiuse la chiamata. Come chiuse inavvertitamente e senza saperlo le porte all’amore di Ruki, che era finalmente deciso a dichiararsi dopo tanto tempo.
Quest’ultimo rientrò in casa, prese il pezzo di carta che poco prima stava macchiando d’inchiostro e lo strappò, rabbioso ma in qualche strano modo sereno.
Era comunque felice per uno dei suoi migliori amici, Aoi. Era da molto tempo che non frequentava qualcuno, finalmente aveva trovato qualcuno da coccolare, da proteggere in qualche modo, da abbracciare, rassicurare.
Una persona da amare.
In quel preciso istante partì nuovamente la suoneria del suo cellulare; Takanori sperò che fosse Kouyou, che gli urlasse dentro l’orecchio ‘ Scherzo! ‘ e la faccenda finisse là.
Si massaggiò le tempie con la mano sinistra e con la destra afferrò l’apparecchio, facendo aspettare la persona che stava attendendo trepidante una sua risposta.
<< Pronto? >> rispose nuovamente il ragazzo, seccato perché quel suo dolore allo stomaco non accennava ad andarsene.
<< Taka, sono Ryo. Mi dispiace, davvero. >>
Reita era l’unica persona a conoscenza del suo piccolo segreto, dei sentimenti che provava verso la prima chitarra dei GazettE. Era il suo migliore amico in assoluto e a qualcuno doveva pur esternare ciò che provava in quei momenti bui, di tristezza.
<< Chi te l’ha detto? L’hai saputo in tempo record >> ironizzò poi il cantante, quasi non volesse neanche accennare o iniziare l’argomento.
<< Aoi, mi ha chiamato qualche minuto fa. Dico davvero amico. Mi dispiace. >>
Una cosa che Ruki odiava era la compassione da parte degli altri verso di lui, ma in quel momento la commiserazione di Reita lo faceva sentire indubbiamente meglio.
<< Non fa nulla, è anche stata colpa mia. E poi non sei tu a doverti scusare idiota. Sono io a doverlo fare. >>
Ryo restò impassibile per una manciata di secondi per poi parlare.
<< E di cosa? Sta zitto Taka, per piacere. Ah.. C’è un'altra cosa che dovrei dirti. >>
<< Avanti, sentiamo. Devo preoccuparmi? Non sono dell’umore, sappilo Suzuki >> soffiò Ruki, prevedendo già nuvole nere all’orizzonte.
<< No, figurati niente di che. Io.. ho perso il tuo accendino. >>
 






 

***

 





 
Allora!
Sono sempre molto insicura, non ho molta autostima, ragion per cui non mi sembra granché. ._. E' la prima volta che tocco questo fandom, perchè l'ispirazione ultimamente scarseggia t_t
Questa fic la dedico a due amiche conosciute su internet;
A Melissa che ama le UruhaxRuki. Questa sottospecie di shot è per te, anche se non sai nemmeno dell’esistenza del mio account su efp e mi sto scervellando per farti scoprire ‘casualmente’ questa storia
E a Martina che nonostante non ne capisse una cippa,( non sa nemmeno chi sono i GazettE :’) ) l’ha letta in anteprima *^* Arigatou stupida mezzosangue! **
Ah! E voi! *punta l’indice contro un gruppetto di lettrici a caso spaventate* recensite, l’indifferenza mi uccide! Vorrei conoscere la vostra opinione, siate buoni ç_ç. Ed un parere serve sia a me che a voi per mantenere la mente ben allenata! *cerca di trovare una miriade di scuse*
Mi rendereste felice ( in caso positiva) o mi aiutereste senza dubbio a migliorare ^^ ( in caso negativa ).
E se fosse neutra? Non lo so D,:
Anche perché la prossima settimana si prospetta di fuoco t_t
Grazie comunque a tutti!
Nate__
   
 
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