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Autore: Alchbel    28/01/2012    5 recensioni
Prima classificata al contest indetto da MissBlackspots e Somochu
[...] Il vento ulula proprio questa volta, sempre più forte, trascinando tutto nell’oblio
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Alchbel (pachelbel90)

Personaggio scelto: Blaine

Pairing: Klaine

Prompt scelto: Oblio

Genere: Drammatico, Triste

Rating: Verde

Avvertimenti: One shot

Introduzione: Il vento ulula proprio questa volta, sempre più forte, trascinando tutto nell’oblio

 

 

 

~ Oblio di mie pene e di me stesso ~

 

 

 

Il vento freddo e sferzante soffia tra gli alberi, facendo inclinarne le cime; le foglie volano in ordine sparso e disordinato, la polvere a terra viene sollevata in ampi cerchi. Se si chiudono gli occhi e si fa silenzio, si può persino sentire il rumore che fa il vento, un sibilo continuo e cristallino. Ha quasi un non so che di altezzoso, quel sibilo: vuole che tutti tacciano per poterlo sentire. E se qualcuno non tace, soffia ancora più forte, urlando a quel punto.

 

Una foglia, secca come tutte le altre, si stacca dal gruppo, galleggiando in aria quasi come se non ci fosse gravità ad attirarla al suolo. Segue un percorso solitario, fatto di spirali verso l’alto e veloci discese verso il basso, fino a che il suo percorso la porta a scontrarsi contro una figura immobile, curva e dimessa, dritta in piedi in mezzo al prato. Sola.

 

Le mani nodose strette l’una all’altra, quasi come se cercassero di riempire il vuoto lasciato da qualcun altro, la fronte corrugata, gli occhi spenti quasi in contrapposizione al sorriso lieve che spunta ora sulle labbra di quest’uomo sconosciuto. Ed è proprio così che si sente, sconosciuto, estraneo; è certo che se qualche suo vecchio amico passasse ora, non lo riconoscerebbe.

 

D’altronde, come potrebbero? Neanche lui si riconosce più. Neanche lui saprebbe ritrovare in se stesso il ragazzo che era stato un tempo, il giovane pieno di sogni e speranze, nonostante tutte le difficoltà che aveva dovuto affrontare nel corso della sua adolescenza. Non riusciva a ritrovare quel giovane uomo che, illuso, pensava di aver ormai patito le sofferenze più grandi e, in una candida ingenuità, credeva che più niente avrebbe potuto farlo soffrire. Quel giovane uomo pensava che la vita era già stata troppo dura con lui in precedenza e che gli avrebbe lasciato un attimo di pausa.

 

Povero sciocco.

 

Nessuno avrebbe potuto riconoscerlo perché, effettivamente, non era più lui. Non era più lo stesso Blaine che si emozionava per la cosa più semplice e banale, il ragazzo un po’ sciocco che ci aveva impiegato mesi per capire di essere innamorato del suo migliore amico, il ragazzo talentuoso che cercava di coltivare il suo sogno, anche se a volte il suo buon cuore e l’amore che provava per l’altro ragazzo che gli aveva rubato anima e cuore, gli facevano fare qualche passo indietro. Perché niente era più importante di Kurt.

 

Blaine non era più stato lo stesso da quando Kurt lo aveva lasciato. Aveva provato a farsene una ragione, i suoi vecchi amici avevano provato ad aiutarlo, a fargli superare la tristezza, ma lui non aveva dato loro ascolto. Lui non voleva dimenticare.

 

Buffo quanto avesse scoperto di poter essere testardo.

 

Si era isolato da tutti, Blaine. Aveva perso i contatti con tutti, di proposito. Non voleva essere trovato, non aveva bisogno della loro compagnia, perché non la trovava interessante. Perché stare con loro quando la compagnia più bella che potesse avere era quella concessagli dai suoi ricordi?

 

No, non lo avrebbero riconosciuto, nessuno lo avrebbe fatto. Ora però stava per cambiare di nuovo, questa volta senza la sua volontà, in una strada in discesa che lo avrebbe portato dritto tra le braccia dell’oblio e della morte.

 

Col senno di poi, avrebbe forse voluto comportarsi in maniera diversa? Avrebbe voluto accettare l’aiuto dei suoi amici più cari, quello di lasciarsi prendere per mano e permettere loro di ricondurlo sui binari corretti della vita, fatti di esperienze reali e non di rifugio nei ricordi? Avrebbe accettato il loro aiuto, solo per non ritrovarsi solo in un momento tanto difficile?

 

Blaine non sapeva rispondere a quelle domande, e sotto sotto, dentro di sé, sapeva che nessuno avrebbe potuto dare una risposta. Nessuno tranne Kurt. Ma certamente Kurt non sarebbe stato felice di sentire quelle domande, perché avrebbero dimostrato che Blaine non aveva tenuto fede alla sua promessa.

 

E di questo, Blaine si vergognava. Però non aveva alcun tipo di rimpianto – era stato meglio così.

 

Apre la bocca ora quell’uomo solo, e parla. Non passa nessuno lì intorno, le sue sono solo parole che si perdono nel vento, ma lui, nonostante tutto, è ancora un illuso, perché spera che queste sue parole giungano all’uomo che ama, che la sua voce abbia ancora quell’effetto terapeutico che sembrava avere sull’altro. Spera, Blaine. E si sente uno sciocco anche solo a sperare. Ma ha bisogno di sentirsi sciocco per un minuto, perché non vuole che tutto vada dimenticato.

 

Il vento soffia ancora più forte; sembra quasi che voglia coprire la debole voce di Blaine, ma l’importante è che riesca a sentirsi lui stesso. Non ha bisogno di urlare per farsi sentire da Kurt, perché è lì davanti a lui, ancora giovane e sorridente, rigido nella sua fissità.

 

Kurt… Kurt…

 

Blaine assapora sulla lingua la sensazione di ridire quel nome ad alta voce dopo tutto questo tempo, e la sua voce esce roca, quasi come se non parlasse tanto spesso. Ed effettivamente non lo fa.

 

“Quasi mi vergogno a trovarmi qui…

 

Una risata amara, a cui poi segue un piccolo sorriso sul volto che di amaro non ha proprio niente. Perché ora che si trova qui, nonostante ciò che sta per dire – sempre che lui si ricordi – sa che è questo il posto dove deve stare. Ed è già qualcosa ricordare il motivo per cui è tanto importante stare lì.

 

“Cioè, guardami! Di sicuro ti lamenteresti del mio abbigliamento, come sempre. Ma sai, non ho avuto tanto tempo per curarmi in questi ultimi anni. Lo so, lo so… ormai sono trentacinque anni che non ci sei più, avrei dovuto riprendermi, rifarmi una vita. Te l’avevo promesso, giusto?”

 

Blaine si stringe le mani piene di rughe e dalle vene sporgenti, alzando gli occhi al cielo mentre gli occhi gli si appannano, non sa se per le lacrime o la presbiopia.

La voce esce tremolante questa volta.

 

M-mi dispiace Kurt… Non ce l’ho fatta, non ho mantenuto fede alla promessa. Tu volevi che mi rifacessi una vita, ma non hai mai capito che eri tu la mia vita. Via tu, via tutto. Non so neanche dire come sia riuscito ad andare avanti in questi ultimi anni senza di te; finché ho potuto, ho lavorato, dedicando anima e corpo in ciò che facevo, perché almeno quello te lo dovevo. Ma rifarmi una vita… no… scusami amore mio.”

 

Blaine sa che ad occhi esterni sembra proprio ciò che è: un vecchio triste e solo, cocciuto e burbero. Mai aveva pensato che sarebbe diventato così. Ogni volta che si era ritrovato a pensare a se stesso da anziano, si era sempre immaginato seduto davanti al camino, la mano di Kurt stretta tra la sua e il vociare allegro dei loro nipotini – perché sì, lui credeva nel progresso della società. O almeno lo faceva prima, quando ancora credeva in qualcosa.

 

“Sai, mi sono saziato solo di ricordi. Ricordi tuoi, nostri, di esperienze tristi e di quelle allegre, delle volte in cui io ho sorretto te e tu me. Del tuo sorriso fugace quando cantavo davanti a tutti, nella vecchia aula del Glee, e tu eri fiero di me. Dei tuoi ciuffi di capelli ribelli che ti cadevano sulla fronte quando facevamo l’amore. Della tua voce che cantava per me quando ero triste e che riusciva magicamente a guarire ogni mia ferita. Della tua mano che ha stretto la mia, sopra il tavolo, affiancando la tua fede alla mia il giorno del nostro matrimonio. Dei tuoi occhi mentre mi lasciavi. I ricordi di te riempivano le mie giornate.”

 

Ora Blaine si sente invadere dalla rabbia, una sensazione che è stata sopita dentro di sé da anni; ma, più forte di tutte, sente nascere e crescere la disperazione.

 

Guarda dritto verso la foto sorridente sulla lapide.

 

“Un mese fa mi sono svegliato e improvvisamente non ricordavo più il tuo sorriso. E poi i tuoi capelli, e il suono della tua voce, e il tocco delicato delle tue mani. Non ricordavo più i tuoi occhi. E infine, l’altro giorno mi sono svegliato e non ricordavo più te. Non sapevo chi tu fossi.”

 

Una lacrima solitaria, proprio come lui, gli scivola lungo la guancia, seguendo il percorso delle sue rughe, e gli bagna poi le labbra secche. Trema ora, mentre infila la mano nella tasca del cappotto troppo largo e logoro, consunto ormai dal tempo – un cappotto troppo lungo per lui, e anche troppo stretto, ma è riuscito lo stesso a infilarselo, perché doveva, perché era di Kurt – e tasta con la mano il piccolo flaconcino di medicine che non gli serviranno a nulla. Nonostante tutti gli anni passati, non è ancora stata trovata una cura per l’Alzheimer.

 

“Oggi è stata una buona giornata. Ho già fatto meno fatica a ricordare, e man mano che le ore passavano, ricordavo sempre di più. Non ho illusioni però: so che fra qualche ora non saprò nemmeno perché mi trovo qui, né  saprò chi tu sia.”

 

Si stringe nel cappotto, un po’ per inspirare l’odore di Kurt – impossibile che dopo tutti quegli anni, ci sia ancora – un po’ per proteggersi dal vento gelido che gli penetra fin nelle ossa. Una foglia gli passa vicino, roteandogli poi davanti, quasi come se volesse attirare l’attenzione sulla sua misera condizione: costretta a essere trascinata via dal vento, sradicandosi dalla sua solita base.

Non si sente poi tanto diverso da quella foglia.

 

“A te non sarebbe piaciuta una giornata come questa: c’è il vento. Tu odiavi il vento, dicevi che arrossava i tuoi occhi e poteva farti raffreddare, compromettendo così la tua voce. Anche io lo odio… perché il vento ha questa terribile capacità di trascinare via tutto ciò che incontra sul suo cammino. Anche i miei ricordi.”

 

Le mani affondando sempre di più  nelle tasche del cappotto, i pochi capelli bianchi che gli si muovono sulla testa, la fronte aggrottata piena di rughe che formano una sottospecie di labirinto, le lacrime che ancora gli rigano le guance, la voce spezzata.

 

“Non voglio dimenticarti Kurt. Non posso. Te l’ho promesso.”

 

Il vento ulula proprio questa volta, sempre più forte, trascinando tutto nell’oblio.

 

 

 

NOTE:

Allora, questa storia, nata per un contest, ha visto la luce qualche giorno prima di Natale – momento in cui sono particolarmente depressa – e perciò questo è ciò che ne è uscito!

Certo che io sono proprio andata a cercarmela però! Ho scelto il prompt “oblio”… Anyway, spero vi sia piaciuta nonostante la tematica trattata non sia proprio delle più divertenti!  

 

Ci tenevo a dedicare questa storia al Castiel del mio Dean, al Kurt del mio Blaine, all’Alch del mio Bel… ad Alchimista in sostanza! Ha partecipato anche lei al contest e la sua storia potete trovarla qui!

 

Infine, e poi vi lascio, il titolo della shot è preso da una poesia di Vittorio Alfieri intitolata Solo, fra i mesti miei pensieri, in riva. La si può trovare qui.

 

 

Vi lascio il giudizio dei giudici, MissBlackspots e Somochu!

 

Prima classificata: Oblio di mie pene e di me stesso 
Grammatica: 10 
Stile e Sintassi: 10 
Originalità: 9 
Utilizzo personaggio: 5 
Utilizzo del prompt: 5 
Caratterizzazione dei personaggi: 10 
Gradimento personale: 9 
Totale: 58 punti
 


Partiamo dalla grammatica: come potrai vedere, non abbiamo molto da dire, dato che non abbiamo trovato nessun errore nella tua storia; l'unica cosa su cui potremmo dire qualcosa (ma che comunque non ho segnato come errore in quanto, tecnicamente, non lo è) è in questa frase: " [...] il ragazzo un po’ sciocco che ci aveva impiegato mesi per capire di essere innamorato del suo migliore amico [...]" dove il "ci" è superfluo, e la frase suonerebbe meglio se lo omettessi. 
Per il resto, possiamo dire che la grammatica è a dir poco perfetta. 
Parlando invece dello stile, anche qui tanto di cappello! 
Hai uno stile e una maniera di scrivere non troppo semplicistica, anzi, che riesce a comunicare a chi legge emozioni forti. 
Insomma, in poche parole sei riuscita a farci immedesimare nella storia -e a far quasi piangere una di noi, ma questo è piuttosto irrilevante, suppongo- e per questo meriti davvero tanti complimenti. 
Non accede tutti i giorni che una storia riesca a catturare in un modo così diretto chi legge, e di questo dobbiamo dartene merito. 
Quindi bhè, complimenti! 
Per quanto riguarda l'originalità, anche qui hai fatto un buon lavoro. 
Nonostante la morte di uno dei due personaggi -Kurt, in questo caso- non sia il massimo dell'originalità in quanto è abbastanza facile trovare storie che affrontino questo tema, il modo in cui questo è stato trattato risulta innovativo, e per questo in ogni caso non ce la siamo sentite di abbassare ulteriormente il punteggio. 
Anche per quanto riguarda l'utilizzo del personaggio e l'uso del prompt non abbiamo potuto fare a meno che assegnarti il massimo punteggio. 
Blaine è usato magistralmente, e abbiamo davvero apprezzato come hai inserito il prompt nella storia, facendo gravitare la storia intorno ad esso. 

Nonostante il Blaine da te descritto non sia quello che siamo soliti conoscere, hai mantenuto un'ottima caratterizzazione. 
Traspare il Blaine innamorato, il Blaine che mai avrebbe voluto essere privato del suo Kurt, la persona che gli è sempre stata accanto dal momento in cui l'ha conosciuto. 
In particolare, è stato rilevante leggere di un Blaine che non è disposto a rinunciare ai suoi ricordi, a quei piccoli barlumi di felicità che gli permetto, se pur in minima parte, di restate aggrappato all'immagine di Kurt; inoltre, il sorriso sempre presente sulle sue labbra mentre ricorda tutto ciò che aveva a che fare con Kurt è davvero molto IC, perché ci mostra un Blaine ancora innamorato, nonostante gli anni, nonostante la morte. 
Parliamo ora dell'ultimo punto, il giudizio personale. 
Abbiamo dovuto riflettere un po' sul punteggio da assegnarti, perché obiettivamente è comunque una storia davvero ben scritta. 
Il problema sorge perché una di noi l'ha trovata poco entusiasmate, e quindi per bilanciare non abbiamo potuto darti il pieno punteggio. 
Ciò non toglie però che la tua sia una gran bella storia, e difatti il giudizio, come hai visto da te, è completamente positivo! 

 

 

 

   
 
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