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Autore: Ilaryf90    28/01/2012    6 recensioni
Klaine dedicata a Medea00! Buon compleanno!
Kurt aveva avuto proprio una bella idea e di sicuro lo avrebbe ringraziato quanto prima come solo lui sapeva fare.
Fu nell’esatto momento in cui questo pensiero attraversò la sua mente che la signorina gli disse:”Il suo fidanzato ha detto che lei è piuttosto stressato in questo ultimo periodo. Penso che questo sia il regalo più bello che potesse farle”.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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To make you feel my love

 

 

 

 

 

 

“Maledetta sveglia”.

Fu questo il primo pensiero di Blaine quella mattina.

La fastidiosa voce femminile della sveglia sul comodino annunciava che erano le otto in punto, che il tempo sarebbe stato bello per l’intera giornata nonostante la stagione invernale e la temperatura rigida cui si era ormai abituato e…

Blaine si alzò di scatto per controllare meglio l’ora: erano davvero le otto e lui in quel momento doveva essere seduto sulla sua comoda poltrona al trentesimo piano di un grattacielo che si trovava dall’altra parte della città.

Mise da parte le coperte che lo avevano tenuto al caldo per tutta la notte e si vestì immediatamente prendendo le prime cose che gli capitarono sotto mano.

Mentre annodava i lacci delle scarpe pensò che la sera precedente aveva programmato la sveglia per le 6.30, come ogni giorno, perché impiegava molto tempo per arrivare in ufficio e lui era sempre puntuale, cercando di fare una buona impressione con il suo terribile capo ed ottenere così una promozione. Era sicuro di averlo fatto, anche se poi i ricordi erano confusi per colpa del suo fidanzato che lo aveva convinto a mollare tutto e concentrarsi unicamente su di lui e sulle sue morbide labbra.

A proposito… dove era andato a finire Kurt?

Ma certo… di sicuro era già andato all’università con Rachel, erano le otto passate e quella mattina aveva un’importante presentazione alla quale lavorava da più di una settimana. Questo gli ricordò che era in enorme ritardo e, pensando al capo furioso che avrebbe dovuto affrontare di lì a poco, si fiondò in cucina per cercare qualcosa di commestibile da portare con sé nella sua corsa contro il tempo e fu invaso da un profumino invitante. Proprio mentre stava per aprire il frigorifero notò che nel calendario appeso sullo sportello la data di quel giorno, il 29 gennaio, era cerchiata in rosso. All’inizio non ci fece quasi caso, poi afferrò la busta del latte per versarlo in un bicchiere e vide un bigliettino posato sopra al tavolo della cucina. Con estrema curiosità si avvicinò al tavolo e lesse il biglietto che mostrava un messaggio scritto con una calligrafia curata a lui familiare.

 

 

 

“Buongiorno dormiglione!

 

In forno ci sono i muffin con le gocce di cioccolato che ho preparato con le mie mani solo per te!

Quando leggerai questo messaggio sarà ormai troppo tardi per andare a lavoro, quindi prenditi il giorno libero senza problemi, ho già parlato con il tuo capo!

Ah, dimenticavo…

 

Buon compleanno amore mio!

 

Kurt”

 

 

 

Nella fretta di prepararsi si era completamente dimenticato che quel giorno era il suo compleanno.

Ripose il biglietto sul tavolo e aprì il forno dove trovò i muffin che Kurt gli preparava sempre per le occasioni speciali come quelle, i suoi preferiti: erano ripieni di pezzetti di cioccolato al latte e ricoperti di una strana glassa di cui non conosceva gli ingredienti in quanto Kurt, come tutti i migliori cuochi, non gli aveva rivelato la sua ricetta segreta.

Prese il vassoio e, mentre stava per scegliere quale muffin addentare per primo, vide un altro bigliettino ripiegato in quattro parti spuntare da dietro un dolcetto: afferrò anche quello e ne lesse il contenuto:

 

 

“Volevo ricordarti di non fare indigestione di muffin perché poi tocca a me prepararti tutti quei rimedi speciali per il mal di stomaco!

Poi, dopo aver fatto colazione, ti conviene fare un salto a questo indirizzo: loro sapranno cosa fare!

Ci rivediamo a casa per pranzo!”

 

 

 

Blaine osservò l’indirizzo annotato in fondo ma non gli risultò familiare e, tra l’altro, era anche leggermente fuori città. Cosa aveva in mente quel pazzo del suo fidanzato?

Decise di non farsi troppe domande e mangiò due muffin, solo due perché si era sentito in colpa solamente a leggere l’avvertimento di Kurt, mise il biglietto al sicuro nella tasca dei pantaloni, prese il cappotto e si avviò verso l’uscita.

Una volta raggiunto il marciapiede sotto casa si ritrovò ad osservare il solito traffico mattutino di New York e realizzò di non avere la minima idea di come raggiungere la sua meta.

Così fermò un taxi che passava proprio in quel momento rischiando anche di essere preso sotto ed entrò indicando al conducente l’indirizzo verso cui era diretto beccandosi un’occhiata incuriosita.

Lungo il tragitto Blaine ebbe modo di pensare che un altro anno era passato, ed era volato: ormai si era abituato alla sua nuova vita a New York tra lavoro, uscite con gli amici, musical a Broadway e cene a lume di candela con Kurt. Non poteva chiedere di meglio perché possedeva tutto ciò che aveva sempre desiderato sin da quando aveva conosciuto Kurt e aveva deciso che senza ombra di dubbio avrebbe trascorso il resto della propria vita con lui, a New York o dall’altra parte del mondo, non era importante.

Era maturato dagli anni del liceo ed aveva imparato ad apprezzare le piccole cose come il tuffo al cuore che provava ogni volta che al suo risveglio ritrovava Kurt al suo fianco che dormiva tranquillo o la felicità nel vedere spuntare un sorriso pieno di gioia sulla bocca del suo ragazzo.

Quelle piccole cose, in realtà, stavano rendendo la sua vita più preziosa ed era tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento.

Perso nei suoi pensieri non si rese conto che il taxi si era fermato e il conducente stava aspettando pazientemente che lui pagasse e scendesse: solo dopo un sonoro colpo di tosse torno alla realtà, estrasse distrattamente i soldi dal portafoglio e li porse al tassista che ringraziò, evidentemente seccato dalla lentezza di quel cliente.

Blaine scese dal taxi e si fermò per un istante di fronte ad un edificio che aveva tutta l’aria di essere una Spa, a giudicare dal cartello esposto nella porta principale. Blaine ricontrollò meglio l’indirizzo riportato sul biglietto per verificare di non aver sbagliato posto e si decise ad entrare.

Raggiunse il primo salone che incontrò e si rese conto di non sapere in che modo giustificare la sua presenza.

Si avvicinò lentamente al bancone dove una bellissima ragazza bionda stava parlando con una cliente di un nuovo trattamento che il centro benessere offriva e si guardò intorno mentre attendeva il proprio turno.

Le pareti erano in vetro trasparente il che rendeva il tutto più affascinante e qua e là erano disposti dei divanetti con le solite riviste di gossip che si trovano dal parrucchiere o dal dentista.

Quando la signora davanti a lui si allontanò dal bancone Blaine fece un incerto passo in avanti e la signorina gli rivolse un enorme sorriso.

“Ehm, sono Blaine Anderson e…

“Benvenuto! La stavamo aspettando! Venga pure con me!” lo interruppe la biondina invitandolo a seguirla verso una porta che si trovava dall’altra parte della stanza.

Blaine non se lo fece ripetere due volte e la seguì, pensando a cosa mai avesse in mente Kurt.

Oltrepassarono la porta e la stanza successiva era inondata da un piacevole calore che bastò a far aumentare il suo buon umore. La signorina aprì uno degli armadietti e prese una sacca per poi consegnarla a Blaine.

“Vada pure a cambiarsi. Qui troverà tutto ciò di cui ha bisogno. Gli spogliatoi sono sulla destra. Poi dovrà soltanto accedere alla porta sulla sinistra e la mia collega le dirà cosa fare. Buona permanenza!”.

Poi sparì dietro la porta da cui erano venuti lasciando una scia di uno strano profumo ai frutti esotici.

Blaine fece ciò che gli era stato detto ed uscì dallo spogliatoio con l’accappatoio e le infradito ai piedi, leggermente spaventato ma soprattutto incuriosito da cosa sarebbe accaduto di lì a poco.

Nell’altra stanza lo accolse una ragazza mora con gli occhi azzurri e, anche lei, un sorriso esagerato.

“Buongiorno, Blaine! Entri pure, prego!”.

Blaine avanzò lentamente in quella stanza dall’aspetto surreale: al centro c’era un lettino e tutt’intorno c’erano piante e fiori di ogni genere e provenienza. In sottofondo poteva sentire una melodia rilassante che lo fece subito sembrare più leggero: all’improvviso tutti i problemi, le difficoltà e gli impegni sembravano essere stati chiusi fuori da quella porta. La ragazza che lo aveva invitato a farsi avanti lo stava aspettando al centro della stanza, così decise di avanzare più in fretta e raggiungerla.

“Si tolga l’accappatoio e si distenda”.

Blaine le gettò uno sguardo interrogativo per poi fare come gli aveva detto: appoggiò l’accappatoio su una sedia, rimase solo con l’asciugamano e si stese a pancia in sotto sul morbido lettino.

Sentiva degli strani rumori provenire alle sue spalle ma pensò che fosse la ragazza che stava preparando l’occorrente per il massaggio.

Kurt aveva avuto proprio una bella idea e di sicuro lo avrebbe ringraziato quanto prima come solo lui sapeva fare.

Fu nell’esatto momento in cui questo pensiero attraversò la sua mente che la signorina gli disse:”Il suo fidanzato ha detto che lei è piuttosto stressato in questo ultimo periodo. Penso che questo sia il regalo più bello che potesse farle”.

Blaine si lasciò sfuggire un sorriso di approvazione e sentì delle mani delicate cominciare a massaggiargli dolcemente la schiena, per poi salire al collo e scendere fino alle gambe e ai polpacci.

Era la sensazione più piacevole che avesse mai provato: la musica soft e l’odore di tutti gli oli profumati che la ragazza gli stava spargendo lungo il corpo lo trasportarono in un’altra dimensione.

Infatti non si rese nemmeno conto che le mani che lo stavano massaggiando non appartenevano più a quella ragazza ma erano decisamente più familiari e dal tocco inconfondibile.

Gli ci volle qualche minuto per realizzare che erano le mani di…

“Come ti senti?” gli sussurrò all’orecchio la voce più melodiosa che avesse mai ascoltato e che poteva essere di una sola persona al mondo.

All’inizio gli sembrò di essere finito in un sogno, forse per l’effetto di quel mix di profumi, poi capì che era tutto vero e che il suo fidanzato era davvero lì e gli stava facendo un massaggio.

Tentò di posizionarsi a pancia in su per guardarlo negli occhi ma fu subito ostacolato dalle braccia di Kurt che lo costrinsero a rimanere in quella posizione.

“Ora pensa solo a rilassarti e fai come se io non ci fossi. Ho una sorpresa per dopo”.

“Non è semplice fare finta di niente quando il tuo splendido ragazzo ti sta facendo uno dei massaggi più rilassanti di sempre” mugugnò Blaine, rimanendo con gli occhi chiusi e pensando che, sì, Kurt aveva davvero delle idee geniali e lui non si sarebbe più dovuto stupire.

Dopo un’ora di completo relax in cui nessuno dei due aggiunse una parola Kurt condusse Blaine in un’altra stanza: questa volta c’era un’enorme vasca dorata circondata da candele colorate che rendevano l’atmosfera piuttosto intima, con accanto un tavolino con diverse cose da mangiare.

“Sei pronto per un bagno al latte con aperitivo incluso? Spero tu non abbia mangiato troppo a colazione!” gli disse Kurt, allacciando le braccia al suo bacino e appoggiando il mento sulla sua spalla.

Blaine gli rivolse un sorriso complice e gli disse: “Kurt Elizabeth Hummel, non finirai mai di stupirmi!”.

Dopodiché entrambi si tolsero l’accappatoio per immergersi in quella vasca piena di latte: era una sensazione stranissima ma, allo stesso tempo, gradevole.

Poi cominciarono a mangiare e chiacchierare di come la presentazione di Kurt sul musical “Wicked” avesse riscosso un grande successo in aula.

“Dovevi vedere le facce sconvolte dei miei compagni e del professore quando io e Rachel abbiamo cantato ‘For Good’!” esclamò con entusiasmo, soddisfatto, addentando una pizzetta dall’aspetto invitante. “Abbiamo dato il meglio di noi stessi!”.

Blaine lo osservò sorridendo perché adorava vederlo così allegro e non poteva fare a meno di essere orgoglioso di lui.

Dopo aver provato anche la sauna e il bagno turco i due ragazzi lasciarono la Spa per tornare a casa fin troppo rilassati e sazi. Una volta entrati nel loro appartamento Blaine si diresse verso la camera da letto, così Kurt ne approfittò per aprire un cassetto della cucina ed estrarne un pacchetto regalo che aveva riposto lì la mattina stessa, certo che Blaine non l’avrebbe mai scoperto, e lo appoggiò velocemente sul tavolo.

Quando Blaine andò in cucina per prendere un bicchiere d’acqua trovò un pacchetto rosso incartato con cura e Kurt seduto sulla sedia che attendeva il suo arrivo.

Blaine rimase un attimo accanto alla porta, senza muoversi.

“Quello di stamattina non era sufficiente come regalo?”.

“In realtà questa è un’idea che avevo in mente da un po’ di tempo ed ho approfittato del tuo compleanno per mostrartela visto che sono riuscito a finirlo in tempo!” disse Kurt, che arrossì leggermente mentre Blaine scartava il suo regalo e si ritrovò tra le mani quello che aveva l’aria di essere un album di foto: era sicuramente fatto a mano e rilegato da una parte con un nastro rosso.

Blaine lo aprì e si ritrovò a contemplare la prima foto che avevano scattato non appena si erano fidanzati: erano entrambi sorridenti e stavano per salire sul palco delle Regionali, del tutto ignari della loro imminente sconfitta. La foto era un po’ sfocata e Blaine si ricordò subito di essersi raccomandato con Nick di fare di tutto per scattare una foto decente perché voleva immortalare quel momento di spensierata felicità in cui non erano preoccupati del loro futuro ma soltanto di vivere intensamente più esperienze possibili, sempre insieme. E così era stato. Continuando a sfogliare, quelle foto gli fecero ripercorrere tutti i momenti più belli che avevano vissuto insieme e più uniti che mai. Kurt aveva raccolto tutte le immagini più significative e le aveva incollate una ad una accompagnate da una didascalia che riportava date e luoghi. Blaine fu colpito da quel gesto e dalla cura con cui Kurt aveva progettato quel bellissimo regalo: d’ora in avanti, ogni volta che avesse avuto voglia di rivedere come tutto era nato e si era evoluto tra di loro non avrebbe dovuto far altro che aprire quell’album.

Inconsapevolmente lasciò che una lacrima di gioia rigasse il suo volto e alzò lo sguardo per incontrare quello di Kurt.

“Amore, è il pensiero più bello che io abbia mai ricevuto, dico sul serio!”.

Kurt gli si avvicinò dicendo:”Speravo che l’avresti apprezzato”.

Blaine appoggiò l’album sulla sedia e si concentrò sul collo del suo ragazzo, mentre lo conduceva sul divano.

Si sdraiarono l’uno accanto all’altro e, nel frattempo, le loro labbra continuarono a cercarsi e desiderarsi intensamente.

Tra un bacio e un altro Blaine sussurrò all’orecchio di Kurt:”Possiamo trascorrere il resto dei nostri giorni così? Vorrei poter avere il mio giorno libero per sempre”.

Kurt gli rispose stringendolo ancora più forte a sé e riprendendo a baciarlo con più passione.

Quel pomeriggio fecero l’amore e solo due ore dopo Kurt si accorse che il tempo era volato e che era arrivato il momento di uscire. Così si lanciò sotto la doccia e, mentre Blaine canticchiava allegramente sotto il getto d’acqua calda, Kurt si rivestì e fece un veloce giro di telefonate per controllare che il suo piano procedesse senza problemi.

Alle sei erano entrambi pronti per uscire: Kurt aveva detto a Blaine che lo avrebbe portato a cena fuori e lui aveva indossato i suoi pantaloni preferiti, quelli che gli aveva regalato Kurt l’anno precedente.

Presero di nuovo il taxi e, durante il viaggio, Kurt appariva leggermente agitato e Blaine non ne comprese il motivo, così gli afferrò la mano e non la lasciò finché non arrivarono di fronte al suo ristorante italiano preferito.

Blaine scivolò fuori dal taxi e mostrò uno dei suoi sorrisi più sinceri ed esagerati: spesso Kurt pensava che una delle ragioni per cui era follemente innamorato di lui era la sua spontaneità e il suo entusiasmo che erano ben evidenti in situazioni come quella.

“Entriamo? Ho una fame!”. Prese Kurt per il braccio e aprì la porta d’ingresso, ricordandosi che l’ultima volta che avevano mangiato quel giorno era stata al centro benessere e quindi era ora di recuperare le calorie perse, specialmente dopo il pomeriggio intenso che avevano trascorso.

Blaine non notò il cartello all’entrata con scritto “Chiuso” né il fatto che il locale fosse deserto, a parte il proprietario e qualche cameriere che sistemava i tavoli.

“Buonasera! Il vostro tavolo è pronto, potete accomodarvi nella sala al piano di sotto”. Detto ciò il proprietario si scambiò un’occhiata complice con Kurt, che fu così subito rassicurato, e li accompagnò alle scale: ormai erano di casa, conoscevano quel ristorante e tutti coloro che ci lavoravano, erano clienti abituali.

Scendendo le scale Blaine si ricordò che quello era il giorno di chiusura e lo fece presente a Kurt che non riuscì nemmeno a rispondere perché la stanza che avevano raggiunto fu invasa da grida e auguri di tutte le vecchie “Nuove Direzioni” al completo.

L’enorme sala era piena di tavoli colmi delle specialità della casa, in fondo era posizionato il solito palco che veniva utilizzato nelle serate dedicate alla musica e al karaoke, e il tutto era decorato per una vera e propria festa di compleanno. Kurt tirò un sospiro di sollievo vedendo che quasi tutti i loro compagni erano riusciti a partecipare nonostante i vari impegni quotidiani e la distanza.

Blaine, commosso e desideroso di riabbracciare tutti i suoi vecchi amici, si lanciò tra di loro per salutarli e ringraziarli: alcuni di loro non li vedeva da anni altri, come Finn e Mercedes li incontrava ogni tanto perché venivano a trovarli. Si stupì di come alcuni di loro fossero cambiati completamente: Quinn era di nuovo incinta e al suo fianco c’era Puck che la abbracciava, ormai sembrava essere diventato un uomo maturo; Santana e Brittany si tenevano per mano sorridenti; Sam e Mercedes ormai facevano coppia fissa da quando lei si era convinta a lasciare Shane, dopo numerose e lunghe chiacchierate al telefono con Kurt e Rachel; Mike e Tina si erano sposati il mese precedente e sembravano più felici che mai; Artie lo salutò con un gesto della mano, affiancato da Sugar… doveva essersi perso qualcosa.

Rory non è potuto venire, è tornato in Irlanda dalla sua famiglia, aveva un impegno importante” affermò Rachel con dispiacere, dopo che Blaine domandò che fine avesse fatto, visto che non lo aveva più sentito da quando avevano finito il liceo, ed erano passati più di tre anni.

“Direi che possiamo dare inizio alla festa! Amico, a te il primo drink della serata!” gridò Puck, avvicinandosi al tavolo delle bibite e consegnando al festeggiato un bicchiere di qualcosa che era sicuramente alcolico.

Blaine lanciò uno sguardo al suo fidanzato, ricordando cosa era successo l’ultima volta che si era ubriacato.

“Bevo solo un bicchiere, tanto poi non dobbiamo neanche guidare” disse con tono indeciso.

“Puoi fare quello che vuoi basta che a fine serata non ti ritrovo a risucchiare la faccia di Rachel o a cantare un duetto romantico con lei” gli disse Kurt, fingendosi offeso per quella vicenda. Blaine gli lasciò un bacio sulla guancia e si unì ai suoi amici che si erano lanciati in una coreografia improvvisata sulle note del nuovo singolo di Katy Perry. Le cose non erano poi tanto cambiate.

Qualche ora più tardi Blaine aveva mantenuto la sua promessa e sembrava piuttosto sobrio, così Kurt decise che era arrivato il momento per l’ennesima sorpresa di quella giornata che lo rendeva particolarmente nervoso: quello sarebbe stato un momento importante e voleva soltanto renderlo indimenticabile.

Così si lanciò sul palco e tolse il microfono dalle mani di Rachel, che aveva trascorso l’ultima ora a deliziare i presenti con tutti gli assolo che aveva ottenuto ai tempi del Glee Club.

Cercò con lo sguardo Finn, che capì il suo intento e andò ad abbassare le luci per rendere l’atmosfera più intima, lasciando solamente un fascio di luce che illuminava il centro del palco.

Kurt prese lo sgabello appoggiato da un lato, lo posizionò al centro, si sedette e prese la parola, mentre Blaine stava rinunciando ad eseguire un passo di danza troppo difficile per lui che Brittany stava tentando di insegnargli per rivolgere la sua attenzione al suo ragazzo.

“Non so davvero da dove cominciare e non voglio dilungarmi con le solite parole che si sprecano in queste occasioni” disse Kurt, agitando la mano con cui non teneva il microfono. “Vorrei solo farti i migliori auguri per il tuo compleanno, Blaine, e dimostrarti quanto tu sia stato fondamentale per me in tutti questi anni che abbiamo passato insieme”. Fece una piccola pausa per poi riprendere il discorso.

“Vorrei solo che tu ascoltassi con attenzione le parole di questa canzone perché rappresentano tutto ciò che io provo per te” concluse, con un nodo alla gola e la voce rotta per l’emozione: aveva cantato più volte, e da solo, al Glee Club ma quella volta era diverso, voleva dare un senso a quelle parole che sarebbero uscite dalla sua bocca.

A quel punto Sam inserì il cd con la base nello stereo e Kurt cominciò a cantare.

 

 

 

When the rain is blowing in your face, 
and the whole world is on your case, 
I could offer you a warm embrace 
to make you feel my love. 

When the evening shadows and the stars appear, 
and there is no one there to dry your tears, 
I could hold you for a million years 
to make you feel my love. 

 

 

 

Blaine osservò Kurt da lontano e non poté fare a meno di notare il trasporto con cui stava cantando: era evidente quanto credesse ad ogni singola parola. Lo poteva vedere dall’intenzione che traspariva attraverso il tono sicuro della sua voce e dalla dolcezza con cui stava dando importanza ad ogni verso. In più, dai suoi occhi lucidi poteva percepire la vera emozione, sia per quello che stava cantando ma anche per la canzone in sé perché Kurt quando si esibiva viveva la musica che entrava a far parte di lui per poi mostrare agli altri la sua parte più bella.

 



I know you haven't made your mind up yet, 
but I would never do you wrong. 
I've known it from the moment that we met, 
no doubt in my mind where you belong. 

I'd go hungry; I'd go black and blue, 
I'd go crawling down the avenue. 
No, there's nothing that I wouldn't do 
to make you feel my love.

 

 

 

Tutti osservavano l’esibizione in silenzio e con le lacrime agli occhi mentre Blaine si avvicinava al palco sorridente, non avendo la forza di fare uscire nemmeno una lacrima. Era felice. Kurt gli stava dedicando la più bella dichiarazione d’amore che si potesse fare e lui non poteva piangere, anzi, il suo cuore batteva fortissimo e non voleva far altro che abbracciarlo stretto stretto. Arrivò sotto al palco, certo che Kurt non potesse vederlo per le luci puntate contro, e osservò ogni minimo dettaglio: il modo in cui agitava la mano per poi passarla sui capelli lucenti o come chiudeva gli occhi e una piccola lacrima spuntava sul suo viso e scorreva fino al mento.

Amava tutto di lui.


The storms are raging on the rolling sea 
and on the highway of regret. 
Though winds of change are throwing wild and free, 
you ain't seen nothing like me yet. 

I could make you happy, make your dreams come true. 
Nothing that I wouldn't do. 
Go to the ends of the Earth for you, 
to make you feel my love.

 

 

A fine esibizione ci fu un silenzio che durò qualche istante per poi essere interrotto dal fragoroso applauso dei presenti che cominciarono a fare apprezzamenti e a notare quanto la voce di Kurt fosse migliorata dai tempi del liceo.

Blaine raggiunse il centro del palco dove Kurt stava per alzarsi dallo sgabello: si avvicinò a lui, gli prese le mani nelle sue e lo guardò dritto negli occhi senza alcun timore.

“Beh, non penso ci sia molto da aggiungere. Hai detto tutto tu” gli disse per poi avvicinare le sue labbra al suo orecchio e sussurrargli:”Sappi che io condivido ogni singola parola e farei di tutto per renderti felice”.

 

 

La festa si avviava verso il termine e nessuno aveva più il coraggio di esibirsi dopo la performance toccante di Kurt: così gli invitati cominciarono a salutare e a tornare a casa e rimasero solo Kurt e Blaine con Finn che stava cercando di convincere Rachel ad andare a dormire, visto che il giorno dopo gli aspettava il viaggio di ritorno a Lima.

Kurt e Blaine ringraziarono il proprietario e si avviarono verso casa con il solito taxi dove Blaine incontrò di nuovo il tassista che lo aveva accompagnato quella mattina che gli rivolse l’ennesimo sguardo confuso.

A casa Blaine stava per tuffarsi sul letto ancora con i vestiti addosso per la stanchezza di quella lunga ed intensa giornata, quando vide un altro pacchetto che Kurt aveva messo lì prima di uscire.

“Non mi hai viziato abbastanza oggi? Poi, ormai è passata la mezzanotte, non è più il mio compleanno!”.

“Mi sento piuttosto generoso! Dovresti approfittare del mio momentaneo altruismo invece di lamentarti!”.

Blaine afferrò il pacchetto senza sapere cosa aspettarsi e i suoi occhi si spalancarono per lo stupore: non poteva essere vero, Kurt non poteva essersi ricordato che quel mese sarebbe uscita la nuova versione del suo videogioco preferito. Strinse in un abbraccio il suo tesoro e guardò con gli occhi dolci il suo fidanzato.

“Amore, ti andrebbe di fare una partita a Tekken prima di andare a dormire? Solo una!”.

“Stai approfittando del mio slancio di bontà? Poi, non eri stanco morto?”.

“Ti prego!” lo supplicò Blaine con uno sguardo molto simile a quello del gatto con gli stivali quando voleva ottenere qualcosa ad ogni costo.

“E va bene” si arrese Kurt, con un sospiro. “ Ma solo una partita!”.

Blaine scattò in piedi e corse in cucina a prendere un pacchetto di patatine e le solite schifezze che mangiava durante le sue sacre partite a Tekken, che poteva fare solo quando Finn era da loro per qualche giorno, non avendo altri amici disposti a giocare a quello che considerava il miglior videogioco mai esistito.

Kurt si trascinò verso la cucina piuttosto svogliato: non comprendeva cosa ci fosse di così emozionante nel tentare di distruggere i propri avversari premendo dei pulsanti. Doveva ammettere che si era fatto del male da solo comprando quel regalo. Ma non appena raggiunse l’altra stanza e vide il suo ragazzo già pronto di fronte al televisore, con due lattine di Diet Coke in mano e un sorriso smagliante tutti i suoi pensieri di un attimo prima scomparirono per lasciare spazio ad un’improvvisa voglia di far fuori il maggior numero di avversari possibile. Blaine aveva lo straordinario potere di rendere interessanti persino le cose che lui riteneva più insignificanti e noiose.

Dopo una partita ce ne fu un’altra e poi un’altra ancora e Kurt era più concentrato che mai e aveva ormai imparato anche le mosse più difficili, mentre con una mano afferrava caramelle che contenevano un’enorme quantità di zuccheri.

 “Sai qual è, tra tutti, il regalo più bello quest’anno?” disse Blaine, non prestando più attenzione al gioco.

“Quale?” chiese Kurt, senza staccare gli occhi dal televisore.

“Il fatto che tu, e sottolineo tu, stia qui con me a mangiare cibi calorici e giocare con i videogiochi. Non potevo chiedere di più” gli disse, fissandolo e mostrando un sorriso pieno d’affetto.

Kurt gli sorrise di rimando e lo abbracciò forte, per poi tornare a dedicarsi alla sua lotta.

“Non penserai mica che mi sia fatto intenerire dalle tue parole?” e continuò a sferrare pugni a destra e a sinistra, mentre Blaine lo osservava e pensava che non c’era niente di più vero di ciò che aveva affermato un istante prima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autore

 

 

Ho pensato di scrivere questa one-shot per augurare buon compleanno ad una persona che ho conosciuto qui su Efp, la bravissima Medea00. A causa della distanza questo è il meglio che potessi fare, consideralo come il mio regalo per te! =)

 

Oltre alla motivazione che ho appena dato avevo bisogno di scrivere qualsiasi cosa fosse Klaine: mi rendo conto che non è niente di nuovo ed è abbastanza sdolcinata e surreale come one-shot ma penso che ogni tanto immaginare una situazione del genere non faccia male.

Una precisazione: non so quale sia il giorno in cui Blaine compie gli anni,non figura da nessuna parte, quindi ho messo la data di nascita di Medea!

Per chi fosse interessato: la canzone che Kurt canta a Blaine è di Adele, “Make you feel my love”, uno dei più bei brani che io abbia mai ascoltato e interpretato da una delle voce che amo di più.

 Alla prossima,

 

Ilaryf90

   
 
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