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Autore: IlMalee    28/01/2012    3 recensioni
"Erano guardiani anche loro? Ma gli dei erano buoni, li proteggevano e rincorrevano alci e prede assieme al resto del branco. No, non si trattava di Divinità. Ne ebbe la certezza non appena uno di loro si avvicinò e riuscì a percepirne l'odore."
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il branco si era fermato.
Ciuffi Rossi sbuffò. Faceva freddo e quella sera non erano  riusciti a catturare nemmeno uno scoiattolo. L'alfa era teso, lo capiva dal modo in cui si era irrigidito: Qualcosa non andava. Paura. Forse un altro branco aveva invaso il territorio?
Annusò l'aria, e poi capì.
 Qualcuno li aveva circondati. Erano almeno in cinque, forse di più. Gli altri del branco cominciarono ad agitarsi, e Morso Scuro ringhiò minaccioso mostrando i denti. Ciuffi Rossi tentò di aguzzare la vista, ma non riuscì a intravedere nulla attraverso gli alberi. Dovevano essere bravi. Forse si trattava davvero di altri lupi come loro. Allora provò a sentire se le Voci gli parlavano, ma non udì nemmeno un sussurro. Questa cosa lo mise in agitazione. Era l'unico nel branco in grado di sentire le Voci, e non gli era mai capitato prima di udire un silenzio di tomba simile. Non era un bel segno. Poi Loro uscirono allo scoperto.
Non si trattava di lupi, ma di umani. O almeno, questo era quello che il loro aspetto indicava. Ma Ciuffi Rossi capì subito di non trovarsi di fronte a degli umani. Li aveva già incontrati in precedenza. Ne aveva anche morso uno alla gamba, uno di quelli che portava con sé il Bastone di Tuono. Ma stavolta era diverso. Quelli non erano umani.
Non appena comparvero tutto il branco arretrò impaurito. Ciuffi Rossi era confuso, non aveva mai provato un timore simile.
Sapeva di dover temere gli umani e il loro Bastone di Tuono, che seminava morte col suo rumore assordante. Gli individui che uscirono dal folto della foresta non avevano con sé nemmeno uno di quei bastoni, eppure lo spaventavano, molto più del tuono stesso.
Aveva provato la stessa sensazione solo quando un lupo molto più anziano e grosso di lui, chiamato Cicatrici, gli aveva ringhiato contro minacciandolo.
Quegli uomini, se tali erano, erano pericolosi quanto Cicatrici.
Forse si trattava di altri Guardiani. Gli Dei. Erano guardiani anche loro?
Ma gli dei erano buoni, li proteggevano e rincorrevano alci e prede assieme al resto del branco. No, non si trattava di Divinità.
Ne ebbe la certezza non appena uno di loro si avvicinò e riuscì a percepirne l'odore.
Un odore sgradevole, quasi insostenibile. Neanche la carne marcia puzzava in quel modo.  Quello sorrise, o almeno Ciuffi rossi capì che l'intento era quello, ma era come se gli avesse appena ringhiato in faccia. Era alto, tutto scuro come una puzzola, il pelo lungo gli cadeva sulla schiena. Poi uno di loro parlò, nella lingua che usavano anche gli Dei tra di loro a volte, e che Ciuffi Rossi non capiva.
Sempre l'individuo scuro e alto, diede un calcio a uno dei lupi, un giovane chiamato Pietra che Ride. Quello fece scatenare l'intero branco, immediatamente ogni lupo scattò in avanti a fauci spalancate. Ma l'assalto non andò a buon fine. Quasi si trattasse di un gioco, i loro avversari se li scrollarono di dosso uno per uno, scaraventandoli a terra. Ciuffi Rossi intravide Pietra che Ride stramazzare al suolo, con la lingua di fuori. Doveva essere andato a sbattere contro un albero e ora non riusciva più a rialzarsi.
Gli altri erano furiosi, sbavavano e ringhiavano, e Ciuffi Rossi non era da meno.
Tentò nuovamente di azzannare la gamba dell'individuo che gli stava di fronte, ma senza successo. Subito dopo avvertì un dolore lancinante al fianco e si ritrovò a rotolare tra i cespugli. Qualcuno lo aveva colpito. Lo aveva morso. Sanguinava. Si rialzò zoppicando, la ferita gli faceva male. Incontrò lo sguardo del capobranco, Luna Rossa. Lui gli parlò, ringhiando "Fuggi, Ciuffi Rossi. Sei il piùveloce. Non farti catturare, e và a cercare aiuto. Chiama i Guardiani. Solo gli Dei possono salvarci ora." Ciuffi Rossi non esitò nemmeno per un secondo, l'ordine dell'alfa andava eseguito. Diede un'ultima occhiata al resto del branco  e, ululando, si mise a correre. Superò con un balzo uno dei nemici e poi scomparve in mezzo agli alberi. Presto li avrebbe seminati.
 O almeno questo era quello che pensava.
Dopo aver superato un mucchio di radici, Ciuffi Rossi sentì che qualcuno lo stava inseguendo. Qualcuno di molto, molto veloce. Non fece in tempo a voltarsi, l'altro lo colpì violentemente alla testa, e perse i sensi.
Quando riaprì gli occhi, Ciuffi Rossi vide che gli uomini scuri stavano armeggiando con i suoi compagni di branco. Erano a terra. Con la lingua di fuori e gli occhi spenti. Uno di loro, quello col pelo lungo scuro, tirò fuori una strana pietra luccicante, molto lunga. Poi squarciò di netto la testa a Luna Rossa. Il sangue cominciò a sgorgare dal corpo del lupo. Fu in quel momento che Ciuffi Rossi sentì qualcosa esplodergli nel petto. Come un ringhio, o uno sbuffo. Il suo corpo sembrava non rispondere più ai comandi.
Il  respiro cominciò a farsi affannoso, e il petto non la smetteva di battere all'impazzata.
Forse sarebbe morto anche lui. Forse quello era davvero la fine.
Uno degli Scuri si avvicinò, ridendo. Disse qualcosa nella lingua degli Dei, poi sollevò la pietra lunga contro di lui. Il dolore fu lancinante, lo scuro gli aveva perforato il petto mirando al cuore.
Allora accadde qualcos'altro. Il dolore non diminuì, anzi, prese tutto il corpo, la pelle, le ossa e i muscoli. Quando Ciuffi Rossi riuscì a mettere a fuoco ciò che aveva davanti, scoprì che il mondo era cambiato, era come se tutto si fosse improvvisamente tinto di sangue.
Di una cosa era certo, Ciuffi Rossi, qualcosa lo muoveva e lo faceva rialzare in piedi. Rabbia. Rabbia non era nemmeno una parola appropriata, non si era mai sentito così, nemmeno quando un altro lupo lo aveva morso, o una sua compagna era morta. La Furia e l'odio che ribollivano dentro di lui non gli appartenevano. Si rialzò, e scoprì di essere molto più alto ora. L'uomo scuro era sotto di lui, gli occhi sbarrati colmi di stupore. E paura. Sollevò una zampa, poi colpì l'uomo scuro al volto. La sua testa fece un rumore secco simile ai rami spezzati, poi si ricoprì di sangue. Il resto fu il caos totale. Qualcuno lo aveva morso alla gamba, un altro da dietro tentava di tirarlo giù. Erano forti, e grossi quanto lui. Ciuffi Rossi ringhiò e si divincolò come un ossesso. Non guardava nemmeno più cosa stesse attaccando ormai, anche perché i suoi occhi erano stati graffiati  e sanguinavano.
Mordeva, graffiava e azzannava. Sentiva la carne strapparsi sotto le sue mascelle,  il sangue inondargli la gola, i tendini tirarsi e le ossa cedere. Un sapore disgustoso, un misto di carne marcia, pelo e sangue.
Il mondo divenne un vortice di sangue, peli, furia e dolore.
Cadde a terra ansimante. Voleva muoversi, ma il suo corpo glielo impedì.
Non sentiva più nemmeno le zampe, ogni muscolo del suo corpo era pervaso da un dolore fulminante che lo costringeva a patire anche solo per respirare.
Qualcosa o qualcuno lo schiacciavano al suolo, qualcosa di peloso.
E un liquido caldo e familiare non smetteva di colargli sul volto e riempirgli le narici, la bocca e gli occhi. Tossì, tentando di raggiungere l'aria fresca sopra di lui.
Poi sentì le Voci. Gli parlavano nella loro lingua, ma lui capiva che in qualche modo lo volevano rassicurare, dirgli che tutto sarebbe andato bene. Si ricordò di sua madre che lo allattava, quando era ancora un cucciolo. Immaginò di accoccolarsi al calduccio stringendosi contro il suo pelo.
Poi udì qualcosa assieme alla Voci: rumori di passi. Qualcuno era vicino. Tentò  di sollevarsi ma non ci riuscì. Allora con le ultime forze che gli rimanevano, ululò, o almeno così credette, anche se il verso che riuscì a emettere gli si strozzò quasi in gola.
Sentì qualcosa muoversi sopra di lui, e l'enorme peso che lo schiacciava al suolo diminuì. Qualcuno parlava, ma non erano le Voci. Erano gli Dei, quella era la lingua dei Guardiani. Riuscì ad aprire un occhio, e difatti li vide chini su di lui intenti a ripulirlo dal sangue.
Uno di loro parlò, e stavolta Ciuffi Rossi capì.
"Siamo arrivati tardi. Tutti gli altri sono morti."
"Ma questo cucciolo è riuscito a reagire. La prima muta lo ha salvato. Ha messo in fuga il resto dei bastardi."
 "E' davvero incredibile per un cucciolo solo tener testa a dei Danzatori. Ciuffi Rossi giusto?"
"No, ora che è uno del Popolo il suo nome non è più quello. Dalsangue è rinato, e dal sangue ha ululato chiedendoci aiuto. D'ora inpoi il suo nome sarà Voce dal Sangue."



  
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