Brevissima one-shot. La dedico alla mia
zietta, a cui voglio tantissimo bene. Vedrai che prima o poi la fortuna girerà!
^^ E Silvia, cara mia… chissà, magari un giorno troveremo anche noi L’Uomo!
Moro, alto, muscoloso e con gli occhi verdi!
Allora facciamo così: questa ff la dedico anche a te. Te vojo ben stea!
L’AMORE HA I SUOI LIMITI
A ripensarci capisco che l’amore ha i suoi
limiti.
Ero una ragazzina, allora. Avevo vent’anni,
ed ero bella. Una bellezza speciale, la mia, che mi avrebbe portato lontano. Se
solo avessi lasciato che tutto seguisse il suo corso.
Non posso dire di non avere rimpianti, certo.
Le altre ragazze andavano a ballare, con i loro fidanzati. Io no, io rimanevo in
casa, con lui che mi picchiava, con lui che mi faceva soffrire, con lui che
amavo così tanto.
A ripensarci mi chiedo perché.
Nessuno sapeva di noi. Avrei voluto poterlo
dire a tutti, ma lui non voleva. Mi guardava, quando mi lamentavo. Era il
periodo felice, quello in cui ancora mi rispettava, quello in cui giurava di
amarmi.
“Non uscire”, diceva. Diceva “Ti amo troppo,
Betta”. Diceva “Sono geloso, amore.”
E io lo amavo, e non uscivo, e restavo con
lui, la sera. Perché lui era geloso.
Perché anche lui mi amava.
Quante serate abbiamo passato così, io e lui.
A casa sua, una casa che puzzava di fritto, i muri scrostati, i pavimenti
rotti.
Io stesa sul divano, a sognare, perché avevo
vent’anni, e ancora una vita davanti.
Lui si metteva seduto, lo ricordo come se
fosse ieri, a gambe incrociate sul pavimento.
Generalmente mi fissava. Generalmente
beveva.
La prima volta che mi picchiò è incisa a
caldo nella mia memoria.
Era un po’ che le cose non andavano, a dire
il vero. Avrei dovuto accorgermene. Tutto quello che lui diceva e faceva portava
in quella direzione.
Lo capivo anch’io, che qualcosa era cambiato.
Mi aveva impedito di andare alle lezioni
all’università, di vedere le mie amiche.
Diceva di essere geloso, ma ormai era ovvio,
lui non mi amava più. I miei
genitori mi guardavano, preoccupati. Non sapevano, eppure intuivano. Più
cercavano di dirmi che stavo sbagliando, più mi allontanavo da
loro.
Con il senno di poi capisco di aver fatto
molti sbagli, primo tra tutti il voler essere indipendente. Immagino di aver
pensato che ce l’avrei fatta da sola. Immagino di aver pensato di poter cambiare
le cose.
Comperai un appartamento a Frascati e mi
trasferii lì.
Quando lo seppe diede di matto. Pensavo
sarebbe stato felice, avrebbe potuto venire a vivere da me, avremmo potuto
essere una coppia normale.
Invece mi insultò. Mi picchiò, anche. Ricordo
i lividi che mi coprivano i fianchi e le braccia. Ricordo le infinite scuse, le
infinite giustificazioni.
Quante volte sono caduta dalle scale, quante
volte ho sbattuto contro quella mensola in salotto.
Troppe.
Tanto che finalmente capii cosa dovevo fare.
Non fu una cosa facile, ma ero stanca. Ero stanca dei lividi, ero
stanca di tutte le menzogne.
Lo lasciai.
L’amore ha i suoi
limiti.
Conobbi Andrew. Era di sei anni più grande di
me. Dolce, maturo.
Non avevo mai sperato di conoscere un uomo
così.
Tutto quello che avevo avuto fino ad allora
era dolore e pianto, ma ora ero in paradiso, e lui era con me.
Lo amo come allora, forse anche di più.
Ma qualcosa mi è rimasto dentro. Non quello
che avevo passato, quanto piuttosto quello che avevo perso. La dolcezza delle
prime volte.
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