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Autore: Pachiderma Anarchico    28/01/2012    2 recensioni
Se c'è mai stato un momentoi Eterno e Libero nella mia vita, è stato su quella nave.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rosalinda Dewitt Bukater
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Il cuore dell’oceano sprofondò con un ultimo bagliore, negli abissi fino a quando non fu più distinguibile dalla massa scura che si estendeva dinnanzi a lei.

- E chi l’avrebbe mai potuto pensare? - Elizabeth Calvert, nipote di Rose  Dewitt Bukater oramai ottantaquattrenne, raggiunse sua nonna sulla poppa dove un attimo prima restituì il diamante all’oceano.
- Mia nonna, partecipe dell’affondo di uno…Dei…Più grandi transatlantici mai costruiti fin’ora – Le parole uscivano smorzate dalle labbra emozionate di Elizabeth.
- Incredibile -
- Per te sarà anche incredibile Lizzy cara, ma è stata la mia vita. Ha cambiato completamente il corso degli eventi. Per te non farà alcuna differenza, e mi meraviglierei se la facesse, ma per la tua vecchia nonna, ha significato tutto, tutto. –  Rose continuava a osservare l’orizzonte scuro, infinito, tremendamente familiare, e ricordò quando, un giovane artista, le fece vedere quello spettacolo con le mani calde, rassicuranti, poggiate sui suoi fianchi slanciati, e di come, per la prima volta, si era sentita veramente libera.
- L’hai amato il nonno? -  Lizzy interruppe il filo dei pensieri dell’anziana di fianco a lei.
- Cosa? –
- Il nonno, è stato importante per te? – Non era una domanda retorica, e non pareva accusarla, era solo un modo per conoscere quella che pensava essere una semplice signora, e invece era stata protagonista dell’affondo del Titanic il 14 aprile 1912.
- La psicologia, l’animo, il cuore di una donna, una donna che ha provato le emozioni che ho provato io, è...Complicato, profondo, estremamente difficile da spiegare. Avresti dovuto esserci, anche se lo augurerei a nessuno, tranne che a me stessa.
Una leggera brezza marina faceva ondeggiare i capelli di Rose, un tempo rosso vivo, ora grigi e privi di quel brillante colore. I suoi occhi verde mare ora scrutavano Lizzy, come a scorgere un briciolo di risentimento dentro di lei.
-Si, l’ho amato tuo nonno, ma in modo diverso da come ho amato .. Jake. –Pronunciare quel nome, dopo tanti anni, le metteva i brividi.
- Lui mi ha liberata, da una vita che mi stava stretta. Mi ha fatto provare emozioni uniche, che non ho mai provato con nessun altra persona. Con lui ho davvero creduto di poter volare. Se ho sposato tuo nonno ci deve essere stato un motivo, un sentimento vero ma, Jake mi ha salvato la vita, a quest’ora non sarei qui a parlarti, ottantaquattro anni dopo, se non fosse stato per lui. – Un flebile sorriso le apparve sulle labbra piene. Un sorriso che sembrava riaffiorare da momenti e ricordi lontani, perduti nel tempo. Un sorriso che non compariva sulle labbra di Rosalinda Dewitt Bukater da molto tempo ormai.

-Si è sacrificato, sacrificato per la donna che amava più della sua stessa vita. E se oggi sono qui, qui a rivivere le emozioni del passato, che per ottantaquattro, lunghi anni ho tenuto nascoste nel cuore, lo devo solo lui.

 Anche Elizabeth ora sorrideva, era invitabile sorridere sentendo parlare sua nonna come la ragazzina di diciassette anni che un tempo era stata, col cuore che batteva forte e un animo sempre stato ribelle.

-Gli ho fatto una promessa sai, una promessa che ho mantenuto. Mi aveva detto di non dimenticarlo mai, ma di costruirmi una vita, di vivere un’esistenza felice, è così è stato.-

Passò una mano tra i capelli lisci della nipote, i cui occhi erano accesi di un vivo interesse in un misto di commozione.

-Ho visto l’acqua che inondava le stanze attraverso le finestre, corridoi bui sommersi e gente che urlava Dio se urlavano. -

Rose chiuse gli occhi, come a mantenere vivo e nello stesso tempo a scacciare un’immagine che le attanagliava il petto.

-Non posso certo chiederti di capire quello che ti sto dicendo, ma, nipotina cara, io non mi sono pentita delle scelte che ho fatto, neanche di una, ricordalo.

-Nonna-  La voce di Lizzy era tremante eppure decisa, - Che peso che ti devi essere portata nel cuore per tutto questo tempo, tutti..Questi anni.

Che macigno che hai nel cuore nonna e io, neanche lo sapevo.
-Ho mantenuto quella promessa Lizzy, di essere felice, qualunque cosa sarebbe mai accaduta.
Ma rivedere quel quadro, quella firma, quei tratti. –
La voce di Rose si spense in un profondo sospiro involontario, forse per ricacciare le lacrime dentro, da dove erano venute.

-Il nonno se l’ho amato? Tanto, tanto, e ci ho costruito una famiglia insieme, eppure dentro di me non potrò mai dimenticare quei stupendi occhi azzurri, quelle labbra morbide, al sua presa salda sul mio corpo, i capelli d’oro.

Forse era l’ambiente, forse erano le circostanze, forse era perché appartenevamo a due mondi completamente diversi e volevamo essere liberi, tutti e due. Eravamo destinati a correre per sempre parallelamente, senza incontrarci mai. Ma noi abbiamo cambiato il corso degli eventi. In pochi giorni, in poche ore, forse solo per pochi istanti, abbiamo potuto scegliere, quello che non ci era mai stato permesso di fare. –
Ma perché non me l’hai mai detto? Perché ti sei tenuta dentro questo? – La voce di Lizzy era incrinata, quasi inacidita, dopo la commozione ecco il risentimento per essere stata tenuta allo scuro di tutto questo.
-Si, e se non ci fossero state tutte queste scoperte sarei morta con questo segreto perché ripeto, Lizzy, nessuno, neanche con la buona volontà potrebbe capirmi. –
Cosa hai provato quando..Quando l’hai lasciato..Andare? –

-Ah, quando è affondato si è portato via una parte di me, una parte che non è più ritornata a galla.-

-Be ecco…ora, ora vado, devo ancora disfare le valigie, mi hai fatto fare tutto così in fretta!-

Un mezza risata, traboccante di emozione, uscì dalle labbra di Lizzy che raggiunse le orecchie di Rose come un ricordo lontano.

-Lizzy? –

-Si nonna? –

 Lizzy con tono sorpreso si voltò verso la sua interlocutrice.

-Dimmi la verità, alcune volte hai pensato che fossi una vecchia bisbetica eh? Una vecchia bisbetica che ricorda ammala pena il suo nome. –

 C’era divertimento nella voce di Rose eppure scrutò sua nipote dall’altro in basso.

-Ehy, se prima lo pensavo ora non lo penso più. –

-Eh si, alle 23.40 di quel giorno maledetto eravamo sul ponte, stretti in uno dei baci più appassionanti che ci fossimo mai dati, come un addio. Ad un tratto la nave tremò. In poco tempo era tutto sommerso, i fumaioli che crollavano, i corridoi, le stanze, persino le scialuppe erano  nascoste dall’acqua. In un attimo le luci si spensero, gli aristocratici che cercavano di salire su qualunque cosa fosse in grado di salvarli, la nave si spezzò in due tronchi e venimmo catapultati giù a forte velocità. Ma vicino a me e’era l’uomo che amavo, che mi stringeva la mano e mi teneva stretta a lui, sentivo il suo respiro caldo e irregolare sulla pelle, il suo petto a contatto col mio,

      ero con lui,
      andava tutto bene.

  
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