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Autore: samek    28/01/2012    11 recensioni
Un incantesimo riporta Dean ad essere bambino e lui si fida solo di Cas.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
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Fandom: Supernatural

Fandom: Supernatural.

Pairing: Castiel/childe!Dean.

Rating: G.

Beta: nessuna, causa tempo tiranno /0

Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico.

Warning: Pre-Slash (vaghissimo e molto Onesided), Wing!fic.

Words: 572 (fiumidiparole).

Summary: Un incantesimo riporta Dean ad essere bambino e lui si fida solo di Cas.

Note: Scritta sul prompt Un incantesimo andato male (pronuncia errata dell'enochiano?) trasforma Dean in un bambino molto piccolo. E lui sembra completamente perso per le ali di Castiel, di Koorime per la Festa a Sorpresa di destiel_italia e sul prompt 65. Ho paura” della mia cartellina per la Maritombola 3 di maridichallenge.

Il titolo della fic e la strofa che le fa da introduzione sono rubate all’omonima canzone dei Coldplay.

 

 

DISCLAIMER: Non mi appartengono, non ci guadagno nulla ù_ù 

 

Strawberry Swing

 

Le persone partono in ogni momento.
Dentro c’è una linea perfettamente dritta,
non voglio curvarla.
È un giorno perfetto,
è un giorno perfetto.

Adesso il cielo potrebbe essere azzurro,
non importa,
senza di te è una perdita di tempo
.

 

Quando Castiel apparve nella stanza, la prima cosa che sentì fu uno strilletto che suonava molto come Yay!, poi si ritrovò un cucciolo di umano aggrappato alle ginocchia. Abbassando lo sguardo, incontrò subito due grandi occhi verdissimi, ombreggiati da una frangia di capelli d’oro.

«Ciao, Dean» disse quindi, salutando il piccolo, che stava affondando il nasino lentigginoso nel suo trench per nascondere un sorriso timido.

«Sei tornato!» esclamò il bambino, stringendolo ancora più forte.

«Mi dispiace disturbarti, Cas» sospirò all’improvviso un’altra voce, e l’angelo finalmente si avvide della presenza di Sam, che in effetti era colui che aveva pregato per il suo aiuto «Ho provato a spiegargli che sei molto impegnato, ma…» il cacciatore alzò le braccia e poi le lasciò ricadere, in un gesto impotente.

Castiel sentì la presa sulle sue gambe stringersi e, riportando lo sguardo su Dean, si rese conto che ora il cucciolo aveva nascosto tutta la faccia nel suo soprabito e tremava leggermente, come se si aspettasse di venire rimproverato da un momento all’altro. Castiel sentì un dolore acuto nel petto del suo tramite, all’altezza del cuore.

«Va tutto bene» sussurrò, poggiando con fare protettivo una mano sulla testa del piccolo.

Dean fece di nuovo capolino dalle pieghe del trench, appena il tanto da scoprire gli occhi. «Non sei arrabbiato?» domandò in un pigolio.

«No» l’angelo si ritrovò ad accennare un sorriso «Sono felice di vederti, Dean». E allora il bambino poggiò un guancia contro la sua coscia e sorrise sereno.

«Hai trovato qualcosa per invertire l’incantesimo, Cas?» domandò Sam e l’angelo fece per rispondere, ma all’improvviso si sentì tirare all’indietro.

Barcollò un po’ e, riportando gli occhi in basso, scoprì che una delle manine di Dean si era staccata dal suo trench per aggrapparsi ad una delle sue ali.

«Stai tirando troppo» lo avvertì quindi, senza alcuna particolare inclinazione.

«Uh» mormorò lui «Ti ho fatto male?»

«Che sta facendo?» chiese il fratello, perplesso.

«Sta… giocando» Castiel fece una pausa per trovare il termine adatto «con le mie piume» spiegò poi.

«Le tue pium- vede le tue ali?» esclamò Sam, sorpreso.

«È un innocente» rispose l’angelo, come se questo chiarisse tutto.

Nel frattempo, Dean si era staccato dalle sue gambe per affondare entrambe le mani tra le sue penne e stava praticamente abbracciando un’ala. Fece una risatina e poi Cas lo sentì gorgogliare qualcosa che somigliava a morbide e solletico.

«Ehi, Dean, lascialo andare. Ha da fare, ora» lo riprese il fratello, seppur senza un tono severo.

Il bambino si immobilizzò subito, quasi lo avessero legato. «Vai via?» gli chiese con voce sottile, ma Castiel riuscì a sentire i suoi pensieri come se li stesse strillando tra le lacrime: resta, ti prego, resta! Non lasciarmi solo. Non voglio stare qui. Quello non è Sammy. Dov’è papà? Ho paura. Ho paura. Non andare via.

Allora l’angelo poggiò un ginocchio a terra e mise le mani sulle spalle. «No» rispose semplicemente e, dopo ancora un momento di immobilità, Dean gli gettò le braccia al collo e si strinse a lui più forte che poté, quasi avesse paura che volasse via.

Castiel ricambiò cingendolo come meglio gli fu possibile, stando però attento a non metterci troppa forza, e chiudendo le ali attorno a lui. Dean sospirò sulla sua pelle e prese giocherellare con la sua cravatta, mentre lui si risollevava in piedi. Poi l’angelo lo portò fino al letto, su cui si accomodarono entrambi, lui sempre troppo rigido ed il cucciolo umano accoccolato tra le sue piume.

Dieci minuti dopo, il bambino era addormentato sul suo petto.

 

FINE.

 

   
 
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