Note:
Sento il bisogno di dirlo: non sono pienamente soddisfatta.
Ma tengo a questa fanfiction, in quanto è un regalo che ho
fatto al mio Shizu-chan, dal momento che oggi è il
compleanno di Shizuo Heiwajima.
Buona lettura (spero). ><
The Flea and
the Beast
Questo perché la sua classe e quella di Izaya si trovavano a
condividere la palestra, la lezione e, di conseguenza, lo spogliatoio.
Era un giorno qualunque. Un noiosissimo giorno qualunque.
Anche se era il suo compleanno non cambiava nulla.
In molti gli facevano gli auguri, ma non era poi così
speciale. Solo suo fratello era solito fargli un regalo.
Shinra sembrava la persona più entusiasta, ma era tipico del
suo carattere; assicurò anche che gli avrebbe fatto un
regalo se Shizuo gli
avesse permesso di analizzare il suo corpo. Ovviamente la sua risposta
fu un
netto rifiuto.
Izaya gli andò vicino, dopo che anche Kadota gli ebbe detto
“Buon compleanno”.
Fu in quel momento che scese il silenzio, sinonimo di forte
tensione.
<< Shizu-chan, tanti auguri. >>
Gli altri studenti, ammutoliti, si cambiavano d’abito per
indossare il completo da ginnastica.
Quei due erano ancora vestiti e si scrutavano a vicenda.
Izaya aveva il volto tranquillo, uno sguardo quasi
derisorio.
Il ragazzo dai capelli biondi, invece, era accigliato e
teso. La sua sola presenza lo irritava.
<< Grazie >>, mormorò solamente.
<< Ho un regalo per te >>, Izaya posò una mano sul fianco: << Ti permetto di colpirmi. >>
Shizuo digrignò i denti.
Ecco dove voleva arrivare la pulce.
Gli dava fastidio, fastidio, fastidio. Voleva grattarlo via,
farlo sparire dalla sua visuale.
Quella proposta, quel “regalo”, non era altro che
un modo di
prenderlo in giro.
Sapeva che Izaya amava tirare fuori la sua parte più
violenta e animalesca.
Shizuo gli diede le spalle e iniziò a togliersi la camicia
della divisa scolastica.
La pulce fece un passo avanti, un piccolo salto nel suo
territorio. Era pronta ad attaccarsi a lui.
<< Shizu-chan, non si
rifiuta mai un regalo.
Avanti, hai l’opportunità di farmi quello che
vuoi. Anzi, di
mostrarti per quello che sei. >>
<< Una bestia.
Una bestia di aspetto discreto, con una terrificante
inclinazione alla violenza.
Tutti hanno paura di te.
Ma, sotto sotto, sei anche gentile. >>
Non sopportava di sentire quelle cose.
Si allontanò dal proprio armadietto, cercando di
controllarsi, di non dargliela vinta.
Shinra e Kadota guardavano la scena senza intervenire.
Izaya non mollò la presa e si portò di nuovo
verso di lui.
Fu in quell’istante che Shizuo perse la testa e
allungò un
braccio per spingerlo con quanta forza aveva in corpo.
Scaricò la sua rabbia attraverso la mano che gli
toccò
bruscamente il petto.
La pulce andò a sbattere con la schiena contro
l’armadietto
aperto, quindi contro le diverse mensole che portavano scarpe e abiti,
che gli
caddero addosso. E rise. Rise di gusto.
Shizuo gli andò ancora contro, prendendolo per il colletto
della maglietta
rossa.
Era nervoso per la sua risata, frustrato per aver ceduto, per essere
caduto
nella sua trappola.
<< Finiscila o ti
ammazzo! >>
Lo lasciò di scatto.
Lanciò un’occhiata furiosa agli
studenti, che fuggirono in palestra.
Kadota seguì Shinra, che prima di uscire
rassicurò i due che
avrebbe detto al professore che sarebbero andati a lezione con qualche
minuto
di ritardo.
Nello spogliatoio rimasero solo
Shizuo e Izaya.
Quest’ultimo si alzò in piedi e gli diede le
spalle. Si
tolse la giacca e poi l’indumento sottostante; rimase con la
schiena scoperta.
Anche Shizuo si stava cambiando. Aveva appena finito a dire
il vero, anche se aveva strappato la maglia nella foga di indossarla,
dati i
nervi ancora poco saldi.
I suoi occhi caddero sul corpo dell’altro e la prima cosa
che vide furono le ferite sulla pelle.
Si soffermò in quei punti arrossati, che sarebbero diventati
sicuramente violacei. C’erano pellicine che lasciavano
intravedere la parte di pelle più
scura, quasi rossiccia.
In quel momento lo attraversò una sensazione di disagio. Non
voleva vederlo così, perché, sì lo
aveva provocato, ma il colpevole era lui.
Lui gli aveva procurato quelle ferite e in quel momento non importava
che fosse
Izaya.
Un senso di colpa lo pervase. Liberare la sua adrenalina era
stata una sua scelta, fatta, però, al fine di diventare
sempre più forte e
riuscire, un giorno, a controllarsi. Voleva migliorarsi.
Con una potenza del genere aveva sempre distrutto, poche
volte salvato.
E adesso si rendeva conto di aver ferito una persona,
l’ennesima persona, che lo meritasse o meno.
Odiava vedere il suo ‘operato’, perché
odiava vedere di cosa
fosse capace - in maniera negativa.
In uno scatto allungò un braccio e prese la mano
dell’altro,
per fermarlo e non farlo vestire.
<< Cosa c’è, Shizu-chan? Vuoi portarmi dal Preside perché ho fatto il bambino cattivo? >>
<< Zitto. >>
Le dita lasciarono la presa e corsero delicatamente sulla
pelle, fino a raggiungere la spalla.
Era dietro di lui, così prese ad accarezzargli la spina
dorsale, passando i
polpastrelli anche sulle ferite.
Izaya restò fermo, rilasciò lenti sospiri quando
venne toccato nei punti più
sensibili.
Era una bestia gentile.
(Era esattamente come
lo descriveva Izaya… ?)
Si chinò a posare le labbra sulla
pelle rossa e chiuse gli
occhi.
Lo teneva per i fianchi ora, così che con la bocca poteva
scendere e salire
lungo la schiena.
La pulce non parlava e lui
apprezzava il silenzio e quei bassi gemiti che ogni tanto si lasciava
sfuggire.
Salì fino al collo e gli lasciò un delicato morso.
Sentiva una forza più grande della
sua prendere il sopravvento e guidarlo.
La lingua guizzò fuori e andò a
posarsi sull’orecchio del ragazzo con i capelli scuri.
Leccò il lobo e poi
l’interno, spostandosi in avanti sulla guancia.
Fu allora che Izaya si scostò delicatamente, per voltarsi e
liberarsi dalla sua
presa:
<< E’ questo che vuoi per il tuo compleanno? … Me? >>
L’atteggiamento dell’animale che
aveva dinnanzi era stato del tutto inaspettato, ma non aveva bisogno
che gli
fosse spiegato: aveva capito tutto.
Non era difficile.
Molto più umano di quanto
pensasse.
Shizuo scosse il capo, arrossendo.
Non capiva cosa gli fosse preso.
<< Vuoi sentirti dire che sei una brava persona allora? >>
<< No. >>
<< Bene, perché non lo sei. Lo dimostrano le mie ferite. Sei una bestia, Shizu-chan. >>
Shizuo strinse i pugni e si
allontanò per dirigersi in palestra.
Intanto quello continuò:
<< Però, sai… nelle favole le bestie diventano principi, dunque gli animali diventano uomini. >>
<< Cosa vorresti dire? >>
<< Che le favole non sono reali, purtroppo. >>
<< Posso essere più cattivo di qualunque mostro mai inventato, però. >>
<< Quindi anche più altruista di qualunque eroe? Oppure… più coraggioso? >>
<< Coraggioso? >>
<< Sì, coraggioso a tal punto da diventare un principe. >>