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Autore: kateausten    28/01/2012    7 recensioni
Le aveva detto molte cose.
E poi, le aveva spezzato il cuore.
"Non credo sia il caso" rispose Mary con voce risoluta.
"Oh, avanti!" escalmò lui "Solo cinque minuti. Non chiedo poi tanto".
(Mary/ David)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Emma?"
La voce di Mary era dolce e pacata come al solito, ma c'era una sfumatura nervosa che Emma captò.
"Si?" chiese, scendendo le scale.
Mary sospirò: aveva imparato a conoscere il carattere della nuova coinquilina, quindi sperava di cuore che la sua graziosa cucina potesse sopravvivere alla reazione irosa della suddetta coinquilina, dopo laver ascoltato le parole che avrebbe pronunciato.
"C'è... una visita per te".
Emma le arrivò davanti con la sua solita falcata da amazzone e i gli occhi azzurri che le scrutavano il volto.
"E' ancora il ragazzino?" chiese, e Mary sorrise a quel soprannome "Eravamo rimasti che ci saremmo visti domani. E poi è tardi".
"No, non è Henry".
"E allora chi è?".
Dalla cucina spuntò una figura.
"Sono io".
Mary guardò il viso di Emma stendersi piacevolmente quando vide Graham, prima che il solito cipiglio irritato le trasformasse quella dolce espressione.
"Si, uhm... lo sceriffo ha detto che voleva fare due chiacchere con te e io, beh, penso che me ne andrò a fare una passeggiata" disse Mary velocemente, prendendo la borsa dal ripiano.
Ignorò l'occhiata di fuoco che Emma le lanciò, defilandosi silenziosamente e chiudendo velocemente la porta alle sue spalle. Solo quando fu per strada guardò l'orologio e vide che erano da poco passate le undici di sera. Maledisse Graham e le sue visite a tarda ora: le strade di Storybrook erano praticamente deserte, vuote.
Avrebbe potuto fare una visita al dottore Whale, ma sapeva bene che così avrebbe mandato avanti solo una farsa e sinceramente, non aveva esattamente voglia di vederlo.
Mentre si aggiustava il cappellino sui corti capelli neri, pensò che l'unica persona che aveva voglia di vedere in quel momento, che aveva voglia di vedere sempre, era quella che non doveva assolutamente vedere.
Ed era, ovviamente, l'unica di fronte a lei.
"David..." disse sorpresa, mentre vedeva la figura avvicinarsi a passo svelto.
"Ciao" rispose lui, facendo quel sorriso che sembrava quasi una smorfia.
Mary guardò quelle labbra che si piegavano: se le immaginava morbide, perfettamente modellabili sulle sue...
Un momento. Lui non doveva essere li. Assolutamente no.
Lui in quel momento doveva essere a casa con la sua mogliettina bionda e gentile.
"Che ci fai qui?" chiese Mary, avvicinandosi al ragazzo.
"Passeggio. Mi aiuta a scharirmi le idee" rispose tranquillo.
"Ti aiuta anche a ricordare?" chiese lei, cercando di mascherare l'asprezza nella voce. Ma evidentemente non c'era riuscita, perchè sorrise.
"No, quello no".
Tra i due scese il silenzio e anche David si avvicinò a Mary.
"Tu che ci fai fuori a quest'ora?".
"Stessa cosa tua" rispose lei, sentendosi estremamente infantile.
Lui nascose un sorriso.
"Devi ricordare qualcosa anche tu?" chiese.
Lei alzò gli occhi al cielo.
"Certo che no. Volevo camminare. Aiuta anche me".
"In questo caso, che ne dici di fare quattro passi insieme?" chiese David con fare galante.
Lui le aveva detto certe cose.
Aveva detto che provava per lei qualcosa di forte, di grande, di indissolubile. Che loro due si appartenevano. Che aveva scelto lei.
Le aveva detto molte cose.
E poi, le aveva spezzato il cuore.
"Non credo sia il caso" rispose Mary con voce risoluta.
"Oh, avanti!" escalmò lui "Solo cinque minuti. Non chiedo poi tanto".
Mary si morse il labbro. Perchè era uscita di casa? E soprattutto, perchè le era così difficile dirgli di no?
"Chi sono io per intralciare la strada del vero amore?".
Quella voce che le risuonò in testa, fece sussultare Mary. Era la sua? No, impossibile, non
si ricordava di averla pronunciata. Forse l'aveva sentita in un film.

"Va bene David" cedette "Solo cinque minuti".
"James. Lo ho detto di chiamarmi James".
"Principe Azzurro suona meglio".
Ma che diamine....?
Lui sorrise e lei cercò di ricambiare.
Cominciarono a camminare, senza una meta precisa.
"Seriamente" disse lui dopo qualche secondo "Perchè era li fuori? Sembravi spersa".
Mary si rigirò l'anello, nervosamente.
"Lo sceriffo doveva parlare di alcune cosa con Emma" spiegò.
"Parlare di lavoro?" chiese David, con gli occhi che gli ridevano.
Mary gli tirò una leggera gomitata, trattenendo un sorriso.
"Smettila. Graham è una brava persona ed è molto tenace. Ce la potrebbe fare con Emma" disse Marry, stringendo le braccia intorno al petto.
"Emma è molto tenace" disse David, pensieroso "E molto coraggiosa".
"Si" annuì Mary "Credo anch'io".
"Insomma" continuò David mentre svoltavano l'angolo "Pur di non condannare suo figlio a una vita disagiata lo ha dato in adozione. Lo ha... salvato".
"Direi di si" disse Mary, ma lo sguardo di David era strano. Anche lei, a quelle parole si sentì percorrere da una brivido gelido.
"La metteremo li dentro. Così salveremo la nostra bambina".
Mary si bloccò.
"Tutto bene?" chiese David, fermandosi.
"Si" mormorò lei "Tranquillo".
Ripresero a camminare in silenzio. Stare troppo tempo con lui, ecco quello che le faceva male.
Sentiva voci nella sua testa!
"Come sta Kathryn?" chiese Mary, cercando di cambiare argomento.
"Bene. Sta bene" disse David, guardando davati a se. Per la prima volta da quando si erano incontrati quella sera, sembrava a disagio.
Mary annuì, e non disse niente: aveva gratuitamente infilato lo spettro di Kathryn fra loro.
Girarono un altro angolo e si ritrovarono davnti all'inizo del ponte di pedaggio.
"Ovvio" pensò Mary scocciata "Almeno possiamo rivivere i bei momenti".
David si schiarì la gola e continuò a camminare, fino a fermarsi e guardare la placida acqua che scorreva sotto di loro.
"Mi sembra un sogno" mormorò, quando Mary lo raggiunse, mettendosi vicino a lui.
"Cosa?".
"Il momento in cui mi sono svegliato, proprio li" spiegò David, guardando il punto pieno di sassi in cui era stato ritrovato dopo essere fuggito dall'ospedale "E' stato... come avere un'altra possibilità".
Mary annuì, cercando di non pensare al fatto che era stata lei a svegliarlo.
No, che assurdità.
Si era svegliato per qualche miracolo medico.
Non per lei. Non era tornato da lei.
"Sei nervosa?".
"Cosa?" ripetè sorpresa.
"Ti stai rigirando l'anello" disse David "Ho notato che lo fai quando sei nervosa".
Mary non se ne era neanche accorta; era ormai un riflesso automatico.
"Bell'anello comunque" riprese lui "Insolito".
"Me l'ha dato mia madre, dicendo di darlo alla donna che amo".
"E tu la ami?".
"Ce l'ho da sempre" disse Mary a voce alta, per contrastare quelle voci.
Probabilmente domani sarebbe dovuta andare a fare una bella chiacchierata da Archie.
"Posso vederlo da vicino?" chiese David.
"Perchè tutto questo interesse?".
Lui alzò le spalle, un lampo di tristezza negli occhi.
"Non lo so" disse sinceramente "Non lo so".
Mary alzò la mano verso il suo viso, per fargli vedere meglio l'anello.
"Quest'anello porta l'amore vero, sai?"
La ragazza si lasciò scappare un piccolo sospiro, sia per la frase, sia perchè David le aveva racchiuso la mano nella sua.
"David" mormorò lei "Basta".
"Scusa sussurò" "E' che quando sono con te, io...".
Mary chiuse gli occhi e si liberò dalla stretta.
"Tu sei sposato" disse, per ricordarlo soprattutto a se stessa "Sposato. Hai scelto Kathryn. E adesso, tu non... non puoi...".
"Lo so!" esclamò rabbiosamente David "Pensi che non lo sappia? Pensi che per me sia facile? Io devo stare con lei perchè è mia moglie, l'ho sposata e devo rispettare un impegno! Ma non c'è un istante, non c'è un singolo maledettissimo giorno in cui io non pensi a te!".
Mary ammutolì nel vedere tutta quella frustrazione.
Doveva andarsene.
Si, doveva.
Doveva tornare a casa, prepararsi una tazza di latte e cannella, infilarsi sotto le coperte e dimenticare quelle parole.
"Ti capisco" disse invece "E' lo stesso per me".
Guardò David respirare affannosamente dopo quello sfogo, e si diede mentalmente dell'imbecille: perchè diamine lo aveva detto?
"Meglio andare" affermò poi, evitando i suoi occhi "Questa camminata sta durando più dei cinque minuti previsti".
Si girò, ma fu costretta a fermarsi quasi subito: due braccia l'aveva fatta voltare e adesso lei si trovava stretta al petto di David, l'orecchio sul suo cuore.
Gli batteva così forte...
"David..." mormorò nuovamente, incerta su cosa dirgli.
"Cinque minuti" disse lui "Solo cinque minuti.
Mary, dopo una dolorosa lotta interna -perchè sapeva che da quei cinque minuti ne sarebbe uscita più a pezzi di prima- si rilassò fra quelle braccia.
"Sono solo cinque minuti" pensò "Che male possono fare?"

  
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