29/01/2012
0 recensioniSnowy Holidays in New Jersey~
Mentre l'aereo atterrava, Steve si sporse per vedere il tanto amato New Jersey di Danny. Era inverno e mentre alle Hawaii si girava in T-shirt e pantaloncini – e alcuni anche in costume -, lì la neve ricopriva e le strade dando quella tipica aria natalizia e invernale al paesaggio, rendendolo più bello e più... freddo.A Steve non piaceva il freddo, abituato com'era al caldo delle Hawaii, masi sarebbe adattato facilmente... fatto sta che era stato un po' scettico quando Danny gli aveva proposto di passare il Capodanno nel suo amato Jersey, che in quel periodo dell'anno era completamente ricoperto di neve. Aveva intenzione di rifiutare – non gli andava certo di vedere quello stato freddo che tanto odiava e che cercava sempre di portargli via il suo Danno -, ma ormai aveva organizzato tutto ed era così emozionato all'idea di tornare a casa e di passare il Capodanno con Steve, insieme davanti al caminetto, che non aveva saputo dirgli di no.
L'aereo atterrò e Danny rimaneva immerso nel sonno, ignorando completamente la voce del comandante che ringraziava i passeggeri per aver scelto quella compagnia e ignorando i suoi tentativi di svegliarlo. Aveva provato a scuoterlo leggermente, a chiamarlo con tono sempre più alto, ma il biondo non aveva intenzione di uscire dal mondo dei sogni. Dopo aver provato svariate volte, tentò con il modo che usava tutte le mattine per farlo uscire dal letto: gli posò un bacio sulla fronte, sugli zigomi, sul naso e infine gli baciò la bocca.
Come il bacio del principe per la Bella Addormentata, il suo compagno aprì gli occhi mugugnando e incontrò gli occhi blu di Steve, penetranti come sempre, che lo guardavano.
- Ben svegliata, principessa.- lo prese in giro Steve.
Danny, ancora mezzo addormentato non rispose, scoccò uno sguardo omicida verso il compagno, poi sbadigliò, si stropicciò gli occhi e si guardò intorno. Ormai l'aereo era quasi completamente vuoto, per questo si sbrigarono a scendere una volta recuperati bagagli a mano e giacche. Percorsero i mille corridoi, vicinissimi, con le mani che si sfioravano, tentate e vogliose di ricongiungersi. Danny camminava osservando tutto come un bambino al Luna Park, in un negozio di giocattoli o di caramelle. Quando uscirono dall'aeroporto, dopo aver preso le valigie, gli occhi gli brillarono ancora di più: non gli pareva vero di poter di nuovo respirare l'aria familiare, seppur inquinata, della sua città. Gli edifici che lo circondavano gli erano mancati moltissimo e prendeva profonde boccate d'aria per sentirla, fredda e pungente, nei suoi polmoni che voleva quasi augurargli 'ben tornato a casa'.
Poi guardò Steve e sorridendo gli disse:
- Ammira la bellezza del New Jersey, Steve!- esclamò indicando con una mano gli edifici che li circondavano, poi continuò:- Ti farà bene. Forse per qualche minuto riuscirai a dimenticare tutte quelle palma, tutta quella sabbia e tutte quelle ananas!- concluse scuotendo la testa come se così facendo potesse dimenticare quell'isola in cui viveva.
- Certo, Danny, contaci.- ribatté sarcastico, guardando scettico gli edifici indicatogli poco prima.
- Ti farò cambiare idea, fidati.- gli disse, facendola sembrare quasi una minaccia, mentre si dirigeva verso uno dei tanti taxi, che li avrebbe portati a casa della famiglia Williams.
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Danny aveva le chiavi e la casa era deserta, non c'erano nemmeno i suoi genitori, che stavano passando quei giorni da qualche parte in Messico. C'era una lettera sul tavolo che diceva a Danny di non preoccuparsi e che sarebbero tornati i primi di gennaio.
Quest'utimo non si preoccupò più di tanto,mise la lettera in un cassetto e, posate la valige nell'ingresso, uscì di casa un'altra volta trascinandosi dietro Steve che, spiazzato, non potè fare altro che seguirlo. Lo portò nel giardino sul retro e alzò gli occhi al cielo. Nevicava e i fiocchi di neve si depositavano sulle sue guance diventando subito acqua e facendo arrossare il suo viso a causa del freddo.
Steve ridacchiò e Danny lo guardò stranito.
- Che c'è?- chiese un po' scontroso.
- Sembri un bambino che vede la neve per la prima volta e... sei tutto rosso.-rispose senza riuscire a trattenere un sorriso divertito.
- Bhè, certo! Alle Hawaii non nevica mai! Sono ormai anni che non la vedo più! E non c'è niente da ridere!- ribattè polemico riducendo gli occhi in due fessure e fulminando Steve con lo sguardo.
Ignorando il suo sguardo omicida continuò a ridacchiare e, quando Danny mise il broncio girandosi dall'altra parte e allontanandosi di qualche metro, si avvicinò continuando comunque a ridere. Quando fu più vicino, Danny si chinò e, girandosi di scatto, tirò una palla di neve in faccia a Steve che indietreggiò di qualche passo facendo un'espressione sorpresa.
- Ah, vuoi la guerra, eh!- esclamò il Seal dopo essersi pulito il viso con una manica del giaccone.
Prese anche lui una palla di neve e la lanciò addosso a Danny, colpendolo in pieno.
- Ehi!- protestò preparando un'altra palla di neve, mentre Steve si metteva al riparo dietro un albero.
- Guarda che hai iniziato tu!- riabattè urlando per farsi sentire.
Si sporse un po' dal suo nascondiglio e per poco non venne colpito di nuovo. Continuarono a giocare come due bambini, ridendo e prendendosi in giro. La neve, intanto, scendeva, rendendo immacolate anche le loro giacche.
Steve, ignorando il fatto che non amasse il freddo, stette al gioco, fino a quando le mani gli divennero quasi completamente insensibili. E a quel punto, ridendo, corse verso Danny e lo atterrò salendogli sul bacino. Poi prese un altro po' di neve e gliela tirò, colpendolo sul naso.
- Ho vinto!- esultò alzandosi e aiutandolo ad alzarsi.
- Ma non vale! E' stata una mossa scorretta, Steve!- protestò dando una leggera spinta al compagno che invece lo abbracciò, dirigendosi poi verso la porta di casa.
Ignorando le valigie, che occupavano ancora l'ingresso e che andavano spostate in camera Danny si tolse la giacca, la sciarpa e i guanti e si distese sul divano davanti al caminetto, chiudendo gli occhi e rilassandosi. Anche Steve si spogliò e con le poche forze che gli rimasero, portò le valigie in camera.
Dopodichè si diresse anche lui verso il divano, sfinito: si meritava un po' di riposo.
- Danno, fai spazio.- disse, in piedi accanto al divano, dopo avergli rubato un bacio.
- No, non ti faccio spazio. Chi tardi arriva male alloggia!- rispose l'altro trattenendo un sorrisino.
- Ehi! Mi sembra che le valige le abbia dovute spostare io in camera.-
- Non ho sentito nessuno che te l'ha chiesto.- fece tranquillo e rilassato, tenendo gli occhi chiusi.
- Ma io ho vinto!-
- No, tu hai giocato sporco, Steven! Dovrai guadagnartelo un posto sul divano, adesso.-
Danny aprì gli occhi e lo guardò aspettando che facesse qualcosa. E Steve si diede da fare: iniziò a fargli il solletico, pizzicandogli i fianchi e facendolo ridere e contorcere per sfuggire alle sue dita.
- Adesso me lo lasci uno spazietto?- gli chiese fermandosi, pronto a ricominciare.
- Ok, ok!- si apprestò a dire.- Vieni qua e sta fermo.-
Steve rubò un altro bacio, mentre Danny si asciugava gli occhi lucidi di lacrime. Il Seal si sistemò accanto a lui, circondandogli i fianchi con le braccia.
- Traquillo, non ti farò nulla.- gli sussurrò all'orecchio, soffiando una risata e chiudendo gli occhi.
Danny sorrise, gli strinse le mani e si stringe di più al suo petto, per sentire il suo calore sulla schiena, poi si abbandonò tra le sue braccia.
E tra quelle di Morfeo.