Uno
I
passi veloci e scattanti rimbombavano per tutto il corridoio. Erano le
sette e
mezza del mattino, eppure nel Seireitei
c’era già un gran da fare. Tenenti e non si
aggiravano per i corridoi con aria
ben poco sveglia e pimpante. Una ragazza correva tra la folla e si
guardava
intorno un po’ persa. Era difficile non accorgersi di lei.
Era un metro e
sessantacinque di pura energia con lunghi e mossi capelli castani
ornati con
qualche treccia e una frangetta che le arrivava all’altezza
degli occhi.
La
parte inferiore del suo shihakusho
le avvolgeva
perfettamente le gambe magre e scolpite. Mentre la parte superiore le
fasciava
la vita ed era abbastanza lunga da coprirle il sedere. Le maniche della
sua
divisa erano aderenti alle braccia e si fermavano a tre quarti. Aveva
una
fascia, di un blu così acceso da donarle una lucentezza
particolare, stretta
proprio sotto il seno e
che accentuava ancora di più il suo fisico
femminile. A questa
era attaccata la sua
Zanpakuto anche lei ornata da un nastro dello stesso colore, cosi come
la
fascia che portava alla mano sinistra. Che
fosse
energica lo si capiva anche solo guardandola in faccia e scrutando i
suoi occhi
color ambra che erano incorniciati da lunghissime ciglia. Era una tipa
sveglia
e sicuramente tosta.
Si
fermò a chiedere informazioni due o tre volte e finalmente
giunse davanti al
portone della sua nuova ‘casa’. La Tredicesima
Brigata sarebbe stata la sua
nuova dimora, la sua nuova vita. Era estremamente eccitata e anche
estremamente
in ritardo, però non riuscì a non fermarsi
davanti a quella porta. Quella porta
che l’avrebbe condotta in un nuovo mondo.
Si
riscosse dai suoi pensieri ed entrò frettolosamente nella
tenuta.
‘Primo
giorno e già in ritardo,
chissà cosa penseranno di me!’
Raggiunse
la stanza del Capitano e timidamente bussò. Sentiva delle
voci litigare ma
nessuna che le desse il permesso di entrare. Riprovò a
bussare con più forza e
allora un uomo e una donna aprirono di scatto la porta guardando con
aria
minacciosa colei che aveva appena interrotto la loro solita
discussione.
Questa,
leggermente imbarazzata, non si mosse di una virgola, fino a che una
voce
maschile non risuonò nell’aria invitandola ad
entrare.
Il
capitano Ukitake Jushiro era conosciuto oltre che per la sua
incredibile forza
anche per la sua salute cagionevole. Infatti si trovava seduto con una
coperta
addosso e una tazza di the fumante tra le mani.
La
ragazza entrò e si mise subito in ginocchio davanti al suo
nuovo Capitano, in
segno di scusa per il ritardo.
« Tu
devi essere Tsuki
Omihyō,
giusto? Il nuovo Quinto seggio? »
« Si
capitano Ukitake. Mi
chiamo Tsuki
Omihyō
e
sono stata
assegnata dall’Accademia a questa brigata. Mi scuso
innanzitutto per il ritardo
di oggi »
« Oh
bene, bene, non
ti devi preoccupare e poi come vedi avevamo altri pensieri per la
testa. Quindi
ora abbiamo una nuova collega. Sono molto felice di averti qui, anzi
siamo
molto felici! Vero ragazzi? » disse squadrando i due
subordinati che intanto
continuavano a battibeccare e che annuirono immediatamente.
« Questi » continuò il Capitano
« Sono il Terzo e il Quarto seggio, Kiyone
Kotetsu e Sentaro Kotsubaki » disse indicando prima
un uomo di media statura e vestito con la classica uniforme da
Shinigami e poi
indicando una ragazza un po’ più bassa del primo
ma senza sembrare piccola,
anzi la sua statura la rendeva ancora più graziosa,
nonostante l’espressione di
pura furia che aveva da quando Tsuki
era entrata.
« Piacere
di conoscervi »
ripose educatamente la nuova
arrivata, chinando il capo in segno di rispetto.
« Quindi
ora sei ufficialmente
il Quinto seggio di questa brigata. »
proseguì il Capitano.
«
Spero che la tua vita qui sia di tuo
gradimento e che dimostrerai di meritare il seggio che ti hanno
affidato »
Concluse
con un
sorriso sincero e che non sembrava nascondere nessun tipo di minaccia.
« Ora
scommetto che
vorresti che qualcuno ti facesse fare un giro, vero? »
‘Di
certo questi due non stanno
mai zitti, però mi sembrano due tipi a posto e dopo tutto
sembrano simpatici’
Pensò
mentre girovagava con quei due per le stanze della Brigata. Era proprio
un bel
posto, con un bel giardino verde e pieno di fiori e dotato di un
laghetto. Poi
c’erano un sacco di stanze e lunghi corridoi che avevano una
vista stupenda su
tutto i Seireitei e si diramavano come i fili di una ragnatela. Tsuki
si chiedeva quanto ci avrebbe
messo a non perdersi in quel posto, che sembrava immenso
Si
sentì felice per la prima volta dopo davvero troppo tempo,
sentiva che quella
sarebbe stata una nuova e vera vita.
Improvvisamente
dalla neve usci un Hollow gigantesco. Un mostro altro circa sei metri
se non di
più e con zanne affilatissime che avrebbero potuto spezzare
un albero in due.
Uscì dalla neve urlando e rilasciando tutta la sua grande
Reiatsu, che sembrò immobilizzare
e rendere pesante l’aria intorno a Tsuki.
Sembrava impazzito e iniziò a rincorrere, e mano a mano, a
catturare e ferire i
bambini nella piazza.
Tsuki incitò
i suoi fratellini a correre verso il bosco ma tutto era inutile
poiché quell’
Hollow riusciva comunque a raggiungerli.
Oramai
aveva perso le speranze quando un improvviso spostamento
d’aria sollevò Tsuki
e
i suoi fratellini da terra.
Apparve
un gruppo di persone che erano riuscite a portare su una altopiano li
vicino,
tutti i bambini.
Un
ragazzo vestito con un lungo shihakusho di
un nero lucente e con dei capelli lunghissimi
raccolti da una coda, di un rosso cosi acceso come le foglie degli
aceri in
autunno, da far quasi impallidire il colore del tramonto, teneva Tsuki
in
braccio e toccato con i piedi il terreno la depose gentilmente a terra.
Il
ragazzo dopo essersi assicurato che tutti stessero bene raggiunse, nel
campo di
battaglia, un uomo, che a differenza sua, indossava un Haori bianco e
decorato,
per aiutare gli altri Shinigami che stavano combattendo con
l’ Hollow.
I due si fecero un cenno e si spostarono cosi’ velocemente
che fu quasi impossibile seguire i loro movimenti. In meno di un minuto
l’
Hollow fu abbattuto e tutto si fece calmo.
Tsuki rimase a bocca aperta per lo stupore. Per la sorpresa e
per la potenza e il coraggio di questi uomini e donne. Aveva sentito
parlare
degli Shinigami, ma non poteva immaginare la loro potenza.
Era
così stupita che non si accorse nemmeno che il
ragazzo dai capelli rossi era tornato a controllare che stessero tutti
bene. Le
ci volle qualche secondo per rendersi conto che stava parlando con
lei. «
Hei,
tu! Stai bene? Mi sembri scossa? Mi dici il tuo
nome? »
Tsuki
si riscosse e subito
annui’.
« Mi
chiamo Tsuki Omihyō.
Grazie
dell’aiuto »
Non
lo aveva notato prima ma quel ragazzo era davvero
bello e poi aveva degli strani tatuaggi che gli donavano un’
aria selvaggia,
molto azzeccata con suoi capelli.
Il
ragazzo si assicurò nuovamente che tutti stessero bene e
dopo averle sorriso si avviò insieme ai suoi compagni di
Brigata.
‘Ho
fatto tanta strada e ho sudato
molto per questo, ora ce la metterò tutta per dimostrare il
mio valore’