Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: itsdevonne    29/01/2012    1 recensioni
Questa non è una storia inventata, qui la fantasia non esiste, ma qui c'è scritto come si è realizzato il mio sogno.
Qui c'è scritto quello che ci siamo detti io e il mio idolo quando eravamo faccia a faccia, c'è scritta la delusione che vedevo nei suoi occhi quando ha scoperto che mi tagliavo, que c'è scritta la mia promessa e c'è scritto quello che ho provato quando il mio sogno era davanti a me.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dovete sempre credere nel Never Say Never, anche quando siete sul punto di mollare tutto.


Era il 13 marzo 2011, ero a Londra con la mia famiglia per assaporare ogni istante passato in quella bellissima città e il mio sogno si realizzò.
Per giorni ho cercato di convincere mio padre a trovare un modo per incontrare il mio idolo, Justin Bieber, almeno provarci perchè forse qualcosa sarebbe riuscito a concludere viste le sue conoscenze, così, prima di andare in quella splendida città, fece di tutto per avere delle informazioni.

Ogni giorno lo riempivo di domande, volevo sapere, ma lui non mi sapeva dire nulla.

Il 10 marzo eravamo arrivati a Londra, eravamo io, mia madre, mio madre e mia sorella di 11 anni.
Passati 4 giorni, che devo dire sono stati meravigliosi, arrivò il 14 marzo, mio padre ci diede la notizia che avremmo dovuto cambiare hotel e ci lamentammo tutti visto che quello dove stavamo era perfetto, ma lui disse che ci sono stati dei problemi di pagamenti e cose varie, così il 14 ci trasferimmo a quest'altro hotel di cui ci parlò e subito ammisi che questo era davvero meraviglioso, molto meglio di come ce ne aveva parlato mio padre, il precedente era un hotel a 4 stelle e mai avremmo pensato che saremmo poi andati in un hotel a 5 stelle.
Sistemai tutti i vestiti nell'armadio e nei cassetti nella mia stanza, che condividevo con mia sorella, e sistemai gli oggetti che mi portai a presso nei posti più adeguati.
Mia madre bussò alla porta della nostra stanza e ci disse di scendere, e così facemmo.

Purtroppo passavo ogni giorno a pensare alle parole che mio padre mi disse tristemente "mi dispiace, ci ho provato ma non so come fartelo conoscere, è troppo difficile.", ero delusa e triste e lo stesso valeva per mia sorella.
Scesi le scale dell'hotel, c'era mio padre che aveva un sorriso a 35 denti e mia madre seduta su un divano enorme di questo hotel che definivo più una reggia, mio parde ci disse di sederci, noi facemmo come lui ci "ordinò".
Fu così che udii un "Hi" alle mie spalle, sapevo di conoscere quella voce meravigliosa ma, non riuscivo a realizzare il fatto che forse quella era proprio la voce del mio idolo.

Non feci in tempo a girarmi che capii che era realmente lui grazie all'urlo di mia sorella che era davvero elettrizzata, mi girai con gli occhi appannati pronti a far cadere tutte le lacrime di gioia che in 10 secondi si erano racchiusi dentro.
Mi alzai di corsa in piedi ricambiando il suo saluto, lui fece il giro del divano per ritrovarsi poi davanti a me, davanti ai miei occhi, si, il mio sogno era davanti a me e mi abbracciò.
Speravo che quell'abbraccio durasse un' etenità ma sapevo che questo non poteva succedere, così, insieme ci staccammo la forte presa, ero impietrita e non sapevo cosa dirgli, anzi, una cosa c'era e fu la prima che dissi "thanks Justin, you're my idol and with your music you can give me the strength to go forward." vale a dire: grazie Justin, sei il mio idolo e con la tua musica riesci a darmi la forza di andare avanti.
E la sua risposta fu: e io riesco ad andare avanti grazie a voi, le mie Beliebers, che siete la mia forza e la mia ispirazione, sono io a dover ringraziare voi.
Non sapevo più che dire così lo abbracciai di nuovo, ma purtroppo lui notò un qualcosa che mai avrei voluto che notasse, e nessuno doveva saperlo, i miei tagli.

Forse ora voi penserete che sono una pazza o un emo (?), ma voi non potete sapere quello che ho passato e quello che provato, non ero del tutto in me, ho sbagliato e ora sono più che pronta ad aiutare chi si taglia e chi passa un periodo di inferno, come è successo anche a me.
Ritornando a prima, dopo aver visto i tagli, Justin si irrigidì un pò e io li coprii subito, lui mi prese la mano e mi trascinò via portandomi alla sua stanza, cosa che davvero non mi sarei aspettata, avevo il cuore che mi batteva a mille ma ero anche rimasta sconvolta che proprio lui aveva visto i miei 'errori' sul mio polso.
Ci sedemmo sul letto e lui mi disse "pensi che tagliarti i polsi possa cambiare quello che stai passando?" era serio e io altrettanto, non avevo una risposta pronta come al solito, sentivo di aver deluso il mio idolo e questo mi faceva sentire anche peggio.
Poi riprese a parlare e mi disse "so che non è facile, io non conosco la tua situazione, ma tagliarsi non deve essere un modo per sfogarsi perchè tu sai bene che stai solo facendo del male a te stessa, quindi per favore, non farlo più, promettimi che non farai mai più questo sbaglio Devonne." una fitta allo stomaco si fece sentire quando Justin disse il mio nome, che per intuito gli sarà stato detto dai miei genitori visto che io non glie lo avevo ancora detto.
La mia risposta fu "te lo prometto." e così fù, Bieber mi aveva fatto capire che tagliarsi era solo un errore, che non era giusto far del male al proprio corpo solo perchè stai male, che tutto passa e CHE I SOGNI POSSONO REALIZZARSI.

Dopo tutto questo chiacchierammo un pò, poi gli dissi di scendere e di parlare un attimo anche con mia sorella, così scendemmo e lui la fece sentire come una principessa che ha appena conosciuto il suo principe azzurso, in questo caso, io e Jen, avevamo appena conosciuto il nostro principe con le supra.

Il giorno seguente di pomeriggio lo rividi, lui stava per uscire per recarsi al The O2 Arena, dove la sera si sarebbe esibito, quando mi vide si avvicinò a me e mi salutò con due baci sulle guance accompagnati da un abbraccio, non potevo credere che avrei potuto rivederlo per altri 2 giorni, cioè fino al 17 marzo che avrebbe traslocato ad un hotel a Manchester.
Prima che uscisse dall'hotel per andare al suo concerto gli urlai un semplice "Buona fortuna Justin", ricevendo come risposta "Grazie Devonne, ci vediamo stasera o domani."

E dentro stavo praticamente morendo.

Ancora adesso non riesco a credere di aver realizzato il mio sogno.
E tutto questo grazie a mio padre, l'uomo più importante della mia vita.
  
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