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Autore: Simus    29/01/2012    0 recensioni
Aron era un ragazzo speciale,ma purtroppo non era l'unico a saperlo, la Casa era pronta a tutto pur di non farsi scappare la loro arma segreta...
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aron era tutto sudato,eppure non aveva intenzione di cedere . Lui era il ragazzo e lui doveva vincere .
Nadia gli girava intorno come un gatto con la sua preda , aspettando il momento giusto per attaccare .

Ormai da diversi giorni i due ragazzi si allenavano duramente nell'arte del combattimento e della difesa . I nonni di Nadia gli avevano messo a disposizione il loro garage,e lì trascorrevano la maggior parte del tempo ad allenarsi .

Fu un attimo, la ragazza scattò in avanti,e con un solo movimento gli colpì le ginocchia ed Aron finì a terra . Nadia alle sue spalle sorrise,soddisfatta di averlo finalmente battuto .
- Vuoi una mano? - chiese con una punta di ironia la ragazza
- No,posso farcela senza problemi anche da solo e poi alla fine era ora che vincessi tu ... - rispose Aron un po' piccato
- Già, e tu era ora che cedessi ai miei colpi dopo una lunga e lenta agonia ... - scoppiò a ridere Nadia 
- Sei sadica ... e poi sappi che con te non posso esagerare sei pur sempre una ragazza - disse il giovane scandendo bene ogni singola parola . Vide l'espressione di Nadia cambiare,si accigliò e senza preavviso gli diede un pugno nello stomaco . Il colpo fu talmente forte e ben assestato che Aron si piegò in due .

- Come vedi neanche io ho dato il massimo, se volessi potrei dartelo più forte - sputò lei con amarezza, poi gli voltò le spalle e sparì dietro la saracinesca del garage.

Aron ci rimase di stucco , sapeva che Nadia era permalosa però al massimo teneva il broncio per qualche ora , non era mai stata una tipa manesca,eppure gli aveva appena dimostrato che non era poi così indifesa come pensava.
Quando avevano iniziato quegli allenamenti Nadia si era dimostrata capace di schivare la maggior parte dei colpi , aveva buoni riflessi,l'unica cosa che non aveva era la giusta dose di forza nei colpi... o meglio così credeva fino a qualche minuto fa .
In ogni caso era fondamentale che loro due fossero pronti ad ogni evenienza, la Casa poteva sempre trovarli e catturarli .

Qualche ora dopo Aron rivide Nadia, si era cambiata,si era messa una tuta pulita,e sfogliava un libro che le aveva dato il giorno prima il nonno . Era talmente assorta nella lettura che nemmeno prestò attenzione a lui . Così Aron le si sedette accanto sul divano, sbirciando le pagine del libro . Fu in quel momento che Nadia posò lo sguardo su di lui,e mise via il volume .

- Scusa per prima . - concluse senza troppi preamboli
- Figurati ,me lo sono meritato - sorrise lui - e poi sono contento che tu sappia dare dei bei ganci destri ! -
- Merito del mio maestro - disse lei dandogli una pacca sulla spalla 
Poi entrambi andarono a cena. 

I due vecchietti come tutte le sere gli chiesero dei loro allenamenti , di come procedevano le ricerche di Nadia sulla sua famiglia, e di come si trovavano lì .
Certo non è che fossero ad un punto di svolta però ogni giorno scoprivano qualcosa, infatti Nadia mediante delle ricerche su internet era risalita al sito della Casa e di tutti i dottori che vi lavoravano , ovviamente il sito non era che una copertura delle reali attività che si svolgevano in quell'edificio,eppure Aron aveva riconosciuto diversi nomi di dottori che erano citati.
Sapere chi fossero sarebbe stato molto utile, e poi Nadia era convinta che tra quei nomi ci fosse anche quello di suo padre.
Troppi erano i sentori che la portavano a quella conclusione, compreso il suo sesto senso femminile .

Dopo l'abbondante cenetta a base di pollo alla diavola e peperoni , Aron andò di filato a letto ( o meglio sul divano letto ) e crollò quasi subito fra le braccia di Morfeo . 
Sentì un leggero pizzico al braccio, poi ad un secondo decise di aprire gli occhi . Era troppo presto per essere mattina, e lui aveva ancora tanto sonno .
- Ehi Aron alzati ! - bisbigliò Nadia
- C-cosa c'è? - chiese lui con voce impastata
- Devi venire a vedere una cosa ! - gli sorrise lei tutta entusiasta
- Ma che ore sono? - insistette Aron completamente confuso
- Uffi ...non fare il bambino e alzati,voglio portarti da una parte! - esclamò Nadia tutta euforica
- D'accordo vengo - accettò lui 

Dopo un paio di minuti furono fuori la porta di casa ed Aron con il freddo pungente della notte si svegliò per bene . 
- Vieni ! - e così dicendo Nadia lo afferrò per la mano e lo trascinò verso le scale del palazzo che portavano ai piani superiori .
A quel contatto Aron diventò rosso , e benedì il fatto che fosse buio e che Nadia non potesse accorgersene .
Arrivarono in cima,all'ultimo piano dove c'era una porta antiincendio molto spessa . 
Nadia tirò fuori dalla tasca una chiave e con quella aprì la porta .
Stavano sulla terrazza del palazzo, e da lì si vedeva tutta Roma illuminata e da sfondo un cielo nero che l'avvolgeva tutta .

Aron rimase senza fiato , fin da piccolo aveva abitato a Parigi , ed ormai su di lui quella città  non esercitava più quel fascino che solo un paesaggio nuovo poteva creare. Fascino che invece mostrava quel paesaggio . Era magnifico ,sapeva di magico e di nuovo , avrebbe voluto fermare il tempo , e stare lì per sempre . Lì ad ammirare la grandezza e la regalità di quella città .
Fu Nadia a distoglierlo dai suoi pensieri - Allora ne è valsa la pena ?- 
- Assolutamente - disse Aron stringendo più forte la mano di Nadia.

Rimasero entrambi ad ammirare l'alba avvolti nei loro cappotti , l'uno accanto all'altro . Non si erano scambiati una parola, eppure tutto quel silenzio era pieno di significati,e di cose non dette. 
Per Aron quel momento era perfetto , vedere gli occhioni di Nadia brillare di gioia ,le sue labbra perfette schiudersi in un sorriso ,gli facevano un effetto strano .
Eppure ai suoi occhi Nadia non vedeva che la bellezza della città e del cielo .

- Forse è meglio che rientriamo,altrimenti i tuoi nonni ci daranno per dispersi - disse Aron lasciando la mano di Nadia e dirigendosi verso la porta .
- Hai così tanta voglia di tornare? - chiese lei con voce roca e un po' delusa
- No,ho solo fame e voglio farmi una bella doccia - concluse Aron con un'alzata di spalle
- Come vuoi - rispose Nadia distogliendo lo sguardo da lui.
Quel ragazzo proprio non lo capiva, lo aveva portato fin lì , lo aveva preso per mano , e tutto quello che era riuscito a dire era che aveva fame??!
Rimase un altro po' lì a sbollire la rabbia che le era salita, o forse la delusione ,comunque sia non aveva voglia di rivedere Aron e tantomeno di farsi vedere così .

Non che si aspettasse qualcosa , cioè lo aveva portato lì perchè voleva condividere con lui quel momento .

- Spero che ti piacciano i cornetti caldi  ! -
Nadia presa in contropiede si girò di scatto, e si ritrovò chinato vicino a lei Aron con una busta di cornetti .
Aveva tutti i capelli neri scompigliati e le guance rosse mettevano in risalto gli occhi chiari .
Era sorpresa , e sentì il viso diventarle bollente.
- Grazie . - gli disse abbassando lo sguardo .
Mangiarono i cornetti caldi,erano buonissimi e Nadia non resistette alla tentazione di poggiare la testa sulla spalla di Aron . 
Stettero in quella posizione per un po' ,lui sembrava distratto ,e quasi con naturalezza le passò il braccio sulla spalla .

Aron si sentiva imbarazzato , starle così vicino era ... strano ,però alla fine sentì il bisogno di stringerla e lo fece .
Dopotutto lui era la sua spalla su cui piangere e il suo unico appoggio morale.   
                  
                                                                                                  * * *
PARIGI, CASA,ORE 6.00 
- Dottoressa , si è decisa a dirci dove si trovano i due pargoli? - chiese un uomo tozzo con un ghigno 
- Non lo so , e anche se lo sapessi non ve lo direi per niente al mondo ! - esclamò la donna con le sue poche forze
- Ebbene , mi vedo allora costretto ad usare i miei metodi, Jeremy porta qui il mio amico - 
Alla luce la donna intravide la figura di un uomo alto e distinto .
- Vedo che te la passi male ,cara - disse l'uomo con un velo d'ironia
Quella voce non poteva che essere del suo ex marito .





  

  
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