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Autore: visbs88    30/01/2012    4 recensioni
[…]Non ho mai sprecato o regalato nessun bacio, nessuna parola, nessun gesto. Sarebbe stato tutto inutile, una perdita di tempo, spendere fiato, continuare le effusioni per un tempo più lungo del necessario. Lei era tenuta sotto controllo, non era libera. Il tempo che potevamo concederci era breve, andava sfruttato appieno. Lei avrebbe voluto parlare a lungo, ma non gliel’ho mai concesso. Avrebbe voluto trattenersi ogni volta troppo, non l’ho mai permesso. Perché lo percepivo, lo provavo, avvertivo quel senso di pericolo che sempre ci avvolgeva; solo ora mi accorgo che forse un vago odore di sangue era sempre stato presente intorno a noi.[…]
Riflessioni di Sesshomaru dopo la morte di Kagura.
[Partecipante al contest Men and Music indetto da Tifa_Lockheart90 sul forum di Efp (annullato)]
[Seconda classificata allo Smells contest, odori da raccontare indetto da Starhunter sul forum di Efp]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sesshoumaru | Coppie: Kagura/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I WILL FIGHT FOR ME. AND FOR YOU


Contest: Smells contest, odori da raccontare indetto da Starhunter sul forum di Efp – Seconda classificata.
Odore e luogo scelti: Sangue – Prato.
Contest 2: Men and Music Contest indetto da Tifa_Lockheart90 sul forum di Efp – Partecipante (contest annullato).
Oggetto e canzone: Ventaglio – Ci sei sempre stata (Ligabue).
Titolo: I will fight for me. And for you.
Introduzione: […]Non ho mai sprecato o regalato nessun bacio, nessuna parola, nessun gesto. Sarebbe stato tutto inutile, una perdita di tempo, spendere fiato, continuare le effusioni per un tempo più lungo del necessario. Lei era tenuta sotto controllo, non era libera. Il tempo che potevamo concederci era breve, andava sfruttato appieno. Lei avrebbe voluto parlare a lungo, ma non gliel’ho mai concesso. Avrebbe voluto trattenersi ogni volta troppo, non l’ho mai permesso. Perché lo percepivo, lo provavo, avvertivo quel senso di pericolo che sempre ci avvolgeva; solo ora mi accorgo che forse un vago odore di sangue era sempre stato presente intorno a noi.[…]
Riflessioni di Sesshomaru dopo la morte di Kagura.
Personaggi: Sesshomaru, Kagura.
Rating: Giallo/14+.
Generi: Introspettivo, Malinconico, Triste.
Avvertimenti: One-shot.
Pairing: Sesshomaru/Kagura.
Numero parole (Contatore Word): 1.028.
Disclaimer: i personaggi non sono miei, ma dell’autrice del manga Rumiko Takahashi. Non scrivo a scopo di lucro, ma per puro divertimento personale. La storia è ispirata ad una canzone di Ligabue, “Ci sei sempre stata” (qui per ascoltarla), come richiedeva uno dei contest a cui ha partecipato –o meglio, avrebbe dovuto partecipare. Occorre il mio permesso per citare pezzi della storia, tradurla, riprodurla altrove o trarne ispirazione.


Buona lettura.

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Il profumo di questi fiori è pungente. La luna inonda il prato con la sua luce argentea, donando a questo paesaggio qualcosa che ad occhi diversi dai miei deve sembrare magico.
Ma questo non è un luogo incantato. L’odore del sangue non ancora dissoltosi non fa altro che ricordarmelo con insistenza, come se potessi davvero dimenticare ciò che è successo qui.
I miei passi sono solo un lieve fruscio nel silenzio di questa notte quieta, mentre calpesto i fiori per raggiungere quel punto in cui l’aroma del sangue ristagna.
È rimasto solo il suo ventaglio.
Mi chino a sfiorarlo con le dita, socchiudo gli occhi. Le tinte di quell’oggetto mi rammentano il volto di lei. Rosso cremisi come i suoi occhi, bianco come la sua pelle. Lo prendo in mano, sembra così fragile, al contrario dell’animo di colei che l’ha posseduto. Lo accarezzo lentamente, lo avvicino al mio volto con delicatezza, forse nella sciocca paura di rovinarlo. Respiro l’odore che lo impregna, cercando di cogliere quella sfumatura inconfondibile che avevano i suoi capelli.
Ma è sporco anche di sangue secco.
Ogni volta che la incontravo, più la osservavo e meno capivo come Kagura potesse essere stata generata davvero da Naraku. Lui era veramente riuscito a creare una donna così? Nel profumo di lei rimaneva persistente una traccia del fetore del mio nemico, ma ciò non bastava a rendere l’odore di Kagura sgradevole. Più la guardavo, più mi convincevo che qualcosa di buono nella sua vita Naraku l’aveva fatto. Dare origine ad una creatura così avvenente, donarle quegli occhi, quelle labbra, quel corpo, quella voce, quei capelli. Eppure è stato così sciocco – crudele – da eliminarla. Non ho potuto salvarla, sono arrivato troppo tardi. E adesso qui, anziché tenerla stretta tra le mie braccia, posso solo accarezzare il suo ventaglio, la sua unica arma, inutile contro un avversario potente e sfruttatore come chi aveva posseduto quel suo cuore che non avevo mai udito battere, in nessuna delle nostre notti.
Non ho mai sprecato o regalato nessun bacio, nessuna parola, nessun gesto. Sarebbe stato tutto inutile, una perdita di tempo, spendere fiato, continuare le effusioni per un tempo più lungo del necessario. Lei era tenuta sotto controllo, non era libera. Il tempo che potevamo concederci era breve, andava sfruttato appieno. Lei avrebbe voluto parlare a lungo, ma non gliel’ho mai concesso. Avrebbe voluto trattenersi ogni volta troppo, non l’ho mai permesso. Perché lo percepivo, lo provavo, avvertivo quel senso di pericolo che sempre ci avvolgeva; solo ora mi accorgo che forse un vago odore di sangue era sempre stato presente intorno a noi. Se solo fossi stato più attento avrei potuto prevedere cosa sarebbe accaduto. Se solo le fossi stato più vicino, avrei potuto proteggerla.
Non la aiutavo, non le ero mai accanto. Lei, invece, sì.
Quando il tempo non passava, quando la notte si faceva gelida, quando le giornate e le sere sembravano infinite, lei era solo lontana, ma c’era. Nei miei viaggi alla ricerca di Naraku non ho mai avuto altri obiettivi, eppure sapevo che vicino a me ci sarebbe stata lei. La luna cambiava, ma non ho mai provato solitudine. Perché c’era quella presenza che sapevo avrei potuto trovare ogni qualvolta avrei voluto. Era lei, però, a venire da me, io attendevo solo che il suo odore si facesse più vicino. Più la guardavo più mi sorprendevo della sua bellezza, della sua forza. Perché lei non ha mai smesso di combattere, di sognare una libertà in realtà troppo lontana. E io glielo sussurravo, mentre la stringevo al mio petto cercando di non guardare il ragno sulla sua schiena nuda. Le dicevo che era inutile, le dicevo che doveva rassegnarsi, Naraku era troppo per lei. Era risoluta a combatterlo malgrado i miei ammonimenti, malgrado il fatto che fosse inutile opporre resistenza al suo stesso creatore. E ogni volta lei alzava gli occhi, incrociava i miei. Io sapevo leggere nel suo sguardo, mi rendevo conto della muta richiesta di quelle iridi sicure e fiere: “Combatti tu per me, Sesshomaru. Lotta per il mio cuore”. Erano queste le parole che, seppure col pensiero, mi diceva. Forte, determinata, eppure ingenua. Non capiva che non avrei mai combattuto per lei, malgrado potesse baciare le mie labbra.
Non sarei mai stato una pedina nelle mani di nessuno. Combatto per il mio orgoglio, combatto perché Naraku ha insultato il mio onore. Mai ho pensato a lei, nei momenti in cui ho tentato di ucciderlo. Non c’è mai stato un giuramento, mai mi ha sfiorato l’idea di donarle tutta la mia vita. Eppure lei lo stava facendo con me, mi desiderava, aveva fiducia in un demone che mai le aveva dichiarato amore.
Kagura era solo un’illusa.
Più la guardavo più me ne rendevo conto. Le sue sicurezze erano sbagliate, eppure non era possibile non ammirare con quanta forza le sostenesse. Ma erano davvero solo illusioni.
L’odore del sangue ora mi avvolge, mai la verità mi è stata più chiara. Kagura era sempre vicina, mentre io le sono stato davvero accanto solo nel momento più misero della sua vita. L’ho vista insanguinata, l’ho vista debole, l’ho vista morire.
In questo prato le macchie rosse sembrano ancora più vivide. Cremisi come i suoi occhi, che mi hanno guardato un’ultima volta. Se n’è andata sorridendo, guardando solo me. Quegli occhi, con il loro sguardo di solito superbo ed arrogante, per una volta dicevano grazie. Mi è sembrata felice.
Era felice” penso “Era davvero felice solo per me.”.
Ma sentimenti simili sono futili. La felicità è un attimo, tutti la rincorrono per assaporarla anche solo per un mero secondo. A me non è mai interessata la felicità. È la fierezza ciò che conta.
Stringo la presa sul suo ventaglio, quell’arma che avrebbe potuto ferirmi e che invece aveva scelto di amarmi.
Riappoggio l’oggetto sul terreno. Tutto è finito.
Rimane solo una vendetta da compiere. Per onore, non per amore. Perché lei mi era vicina, ogni notte, ogni istante.
È ora di saldare il debito, Kagura. Accompagnami nella lotta, guardami combattere per il mio orgoglio. E gioisci, nel momento in cui distruggerò Naraku.
Perché in quel momento penserò a te, per ripagarti. Questa è la promessa che attendevi, e la manterrò.




Spazio autrice:
Che l’het mi porti bene? Mah. Ho scritto questa shot ancora tempo fa, ho dovuto aspettare molto per pubblicarla per via dei contest. Malgrado il secondo posto che mi sono conquistata mi renda indubbiamente molto felice, ammetto di non comprenderlo, perché questa shot continua a sembrarmi sciattissima XD la giudice mi ha detto (troverete il giudizio nelle recensioni alla storia) che a suo parere Sesshomaru non è OOC; ergo, non l’ho inserito come avvertimento. Se lo ritenete necessario ditelo pure. Sul finale, il fatto che Sesshomaru si rivolga direttamente a Kagura è volontario. Altro da dire, mah… so che non è un granché originale, però la coppia è davvero bella e quando ho un po’ di ispirazione su di loro non mi tiro mai indietro.
Un bacione, spero vi piaccia (ne dubito) e che vogliate commentare :D
Visbs88
   
 
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