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Autore: Petit Usagi    30/01/2012    4 recensioni
Una storia quasi del tutto originale, nel senso che l’idea è mia al 100% ma i nomi di Selene ed Endimione sono quelli del mito. E’ una storia che nasce da un’estrapolazione della mia long “Le origini di Silver Millenium”. Serenity ed Endymion si amano…ma il loro amore ricalca quello della Dea Selene e di Endimione; e se nella long Endymion conduce la piccola Serenity vicino a un lago… sappiate che quel lago è lo stesso di quello di questa storia. La madre di Serenity è l’incarnazione della dea e quindi lo è anche la figlia. E se la storia si ripete, quello che succede alla dea Selene… come destino vuole, succederà anche a Serenity…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Moltissimi secoli fa, in un luogo remoto della Terra, conosciuto solo dagli dei, nacque una bimba bellissima. Era la figlia primogenita della dea della Luce e del dio della Notte; era stata generata dall’ultimo raggio del sole che accarezza all’orizzonte l’avanzare del cielo la sera, nel momento in cui e due dei, si incontrano…
La piccola all’inizio era solo una microscopica particella di luce che brillava fluttuando leggera nel cielo. Poi si adagiò leggera sui petali di un bianco giglio e la mattina, quando la rugiada la toccò, vi fu una piccola esplosione e migliaia di pagliuzze dorate si sparsero nell’aria; all’interno del giglio, un piccolo esserino piangeva, cercando la propria madre. La dea della Luce che aveva portato con se l’alba, scese sulla Terra e prese tra le braccia la figlia. La sua carnagione era bianca come la porcellana, le gote rosee, i capelli morbidi come la seta e lucenti come l’oro, gli occhi brillavano della luce delle stelle del cielo notturno su cui il padre vegliava. Passavano le stagioni e la bimba cresceva divenendo sempre più bella ed eterea; ogni notte danzava tra le stelle senza meta, libera…
La bella Selene, giovane dea il cui destino doveva ancora compiersi.
Venne un giorno al suo cospetto il padre degli dei deciso ad affidarle un importante compito.  Da tempo un astro vicino alla Terra, e suo satellite, non aveva chi vegliava su di lui; non era compito del dio della Notte quello, che invece si occupava del firmamento. Avrebbe lei dovuto vegliare sulla Luna, e rischiarare il cielo nelle notti più buie. Sarebbe stata così accanto al padre e avrebbe visto la madre al tramonto.
Quel primitivo pianeta di nome… Terra, iniziava a quel tempo a popolarsi; Selene era molto curiosa e quando di giorno non doveva badare al Luna, osservava da lassù gli uomini e la loro evoluzione. Capì molto presto che da lei dipendevano molto cose e che per  i terrestri, lei era fondamentale. Anche loro, nei secoli, impararono ad amarla perché era loro indispensabile nell’agricoltura, per il ciclo delle maree, per la nascita dei bambini.
Selene amava tantissimo la Terra, ma purtroppo non poteva vederla da vicino. Non da quando era diventata una vera dea; le sue richieste al padre degli dei furono molte… ogni giorno pregava affinchè lui, in qualche modo, le permettesse di scendere a far visita a quel magnifico pianeta blu su cui era nata. Un giorno, sfinito dalle perenni suppliche, Selene con l’aiuto del padre degli dei, creò un passaggio che dal suo palazzo conduceva direttamente sulla Terra. Una stanza segreta nell’ala più remota… Non vi era il soffito, sostituito dal cielo blu. Al centro un mosaico circolare con decorati i volti degli dei che; dal centro di quel mosaico partiva un potente fascio di luce che risplendeva di pagliuzze argentee. Era il potere del padre degli dei, che le avrebbe permesso, posizionandosi al centro e lasciandosi inondare dalla luce, di scendere sulla Terra.
Selene era felicissima, e subito volle provare quel dono.
“Ricorda Selene, tu sei una dea mentre loro sono esseri mortali. Il tuo animo e puro e candido come la luce di questo astro. Il loro animo invece è facile alla corruzione, al male… i loro sentimenti sono insatibili… se prima sono capaci di grande amore, possono poi covare odio e rancore…”
Ma Selene non volle dar peso a quelle parole; per lei il male non esisteva. Vi era solo gioia e amore “Sono sicura che sulla Terra c’è del bene e che il male non risiede in nessun cuore…” e con queste parole si lasciò inondare dalla luce e pochi secondi dopo… camminava sui verdi prati della Terra.
 
Iniziò un periodo di grande collaborazione tra il pianeta e il suo bianco satellite. Col tempo molti terrestri decisero di trasferirsi sulla Luna per servire la dea che ne fu molto felice e pose fine alla sua solitudine. Coloro che vivevano con lei a palazzo si impregnarono del suo potere e le loro vite iniziarono ad assumere sviluppi più ritardati acquistando così nei secoli, una longevità che superava il normale ciclo vitale di un terrestre.
La luna si era popolata, ma l’animo di Selene al contrario, si stava svuotando della gioia e della passione che da sempre l’avevano contraddistinta. Erano diverse notti che ormai scendeva sulla Terra, per cercare conforto nella fresca aria notturna della stagione estiva… camminava sulle rive di un lago cristallino quando si accorse che poco distante, disteso nel’erba, un giovane rimirava le stelle del firmamento.
Gli si avvicinò molto piano, cercando di non fare rumore. Non voleva farsi vedere da lui…
Si nascose dietro un albero e da lì ammirò il ragazzo; era di una bellezza disarmante, pareva essere un dio. I capelli corvini, gli occhi blu come l’oceano, il fisico perfetto; nella sua mente i pensieri si dissolsero e i suoi occhi erano rapiti da quell’immagine. Senza accorgersene era uscita dal suo nascondiglio e si era avvicinata al giovane. Questi, per nulla sorpreso dalla sua presenza, le rivolse un sorriso “La dea Selene è forse preoccupata?”
Per un attimo rimase sorpresa, poi “Come sai che sono la dea Selene? E cosa sai tu della mia preoccupazione?”
“Tutti sanno chi sei e molti ti venerano. Sono parecchie notti che ti osservo passeggiare sulle rive di questo lago e dal tuo viso, capisco che qualcosa ti affligge…”
Selene era sorpresa; qualcuno aveva capito che il suo animo non era sereno. Aveva tanti servitori a corte, molti la veneravano, ma a nessuno importava come si sentiva. Nessuno le aveva chiesto se era serena, se stava bene. Tutti la adoravano solo per quello che dava loro, non per quello che era. Ma quel ragazzo, con quella sua domanda, le aveva apertogli occhi e l’aveva colpita.
“Qual è il tuo nome?”
“Endimione”
 
Passarono i giorni e ogni notte i due giovani si incontravano sulle rive di quel lago; impararono a conoscersi e piano piano, dentro di loro nacque in sentimento puro… nacque l’amore. Entrambi sapevano che il loro era un rapporto ostacolato da una grande differenza… lei era una dea immortale, lui un umano la cui vita prima o poi, si sarebbe spezzata… e lei avrebbe sofferto per l’eternità. Ma decisero comunque di vivere quel sentimento. Selene portò con se sulla Luna il giovane amante, pensando che anche lui, come gli altri abitanti del suo palazzo, avrebbe goduto della loro stessa longevità. Ma questo non piacque al padre del giovane, re di un grande regno della Terra, che reclamò per se il figlio. Selene non voleva che Endimione tornasse dalla sua gente, da suo padre…
Ma il giovane che era molto saggio, trovò il modo per risolvere quel dilemma; sarebbe tornato sulla Terra, ma avrebbe trascorso ogni notte della sua vita mortale con la dea.
Così  fu, ma si stava ormai diffondendo sul Pianeta un forte malcontento nei confronti di  coloro che avevano deciso di vivere sulla Luna, che potevano godere di un’esistenza più serena e longeva e che, secondo i terrestri, credevano di poter avanzare pretese indiscriminate senza doverne pagare le conseguenze.
L’invidia iniziò piano piano a farsi strada nei loro cuori che divennero bui e colmi di rancore.
Endimione molte notti cercò di avvisare la sua dea, ma lei non poteva credere che gli uomini fossero capaci di tanto male. La mise in guardia, cercò di dissuaderla dal fargli visita ogni sera, per il timore che un giorno o l’altro avrebbe pagato con la sua stessa vita.
La dea, che non poteva sopportare tutto questo, decise di parlare agli uomini per cercare di riportare la pace, ma le orecchie dei terrestri furono sorde al suo richiamo.
Il re, padre di Endimione, esasperato da quella eccessiva dimostrazione d’amore, lui che era disposto a sacrificare il figlio se fosse bastato a non far più scendere la dea sulla Terra, tramò una trappola nei confronti della dea.
Pensando fosse vicino un trattato di pace, Selene si incontrò con il re, seguito da una folta schiera di soldati e da molti abitanti del suo regno… ma troppo tardi si accorse di essere caduta in un inganno.
Volevano ucciderla sperando così di porre fine ai privilegi di coloro che abitavano sulla Luna, ma nel momento in cui il re estrasse la spada per colpire la dea, si pose davanti a lui Endimione.
Suo padre non ebbe compassione per il figlio e pur di perseguire il suo scopo lo trafisse in pieno petto. Il dolore accecò Selene che cadde a terra in ginocchio. Poggio il capo dell’amato sulle sue gambe, ma dai suoi occhi non cadde nemmeno una lacrima “Tu, uomo senza cuore, hai sacrificato tuo figlio! Come può un padre fare questo! Allora, è questo il male? E’ questo l’odio? Dimmi… sei soddisfatto ora? Non hai ottenuto nulla, se non la perdita di tuo figlio!”
Il re rimase a bocca aperta senza riuscire a pronunciare una parola.
Selene sapeva che sulla terra i suoi poteri non erano sufficienti per dare nuova vita all’amato. Accecata dal dolore e dalla perdita dell’amante, poggiò il capo di Endimione a terra, baciò le sue labbra “…non rimarremo lontani a lungo…” si alzò in piedi a si avvicinò al re. Con sguardo deciso, e gesto violento, strappò dalle sue mani la spada. La prese con entrambe le mani e diresse la punta verso il proprio petto “Umani… ecco a cosa porta il male. Alla sofferenza, alla morte… Oggi, per la vostra malvagità, muore un giovane innocente, e una dea… pagherete tutto questo con secoli di buio, in cui la notte sarà solo tenebre…” così disse e si trafisse il petto.
Un grande macchia rossa si allargò sulla candida veste…
Cadde…
Allungò il braccio, per prendere nella sua, la mano dell’amato.
“Amore mio, lo sento… per il nostro amore, ci sarà un altro tempo, un’altra vita…”
E così dicendo, si dissolse in un lampo di luce bianca, e così fu anche il corpo del giovane. Gli dei avevano visto tutto dall’alto senza poter fare nulla. Quando un dio prende una decisione, nessuno può bloccare la sua volantà… Il padre degli dei ebbe compassione di loro e non lasciò agli umani i loro corpo, ma li dissolse in luce, sperando di poter far loro dono, un giorno, di una nuova vita.
Per secoli le notti degli umani non furono rischiarate dalla bianca luna che senza la sua dea, aveva perso tutta la sua luminosità e piano piano si dimenticarono di lei.
Passarono molti secoli, poi una notte, la Luna magicamente tornò luminosa. Una nuova donna aveva preso il comando; la regina Selene, proveniente da un lontano pianeta della Via Lattea. Sosteneva di essere l’ incarnazione della Grande Dea. Portava con se un potente cristallo.
Ridiede vita al satellite, costruì un nuovo palazzo più maestoso e grandioso di prima. Tornò la vita.
Ma portava con se una legge inviolabile: GLI ABITANTI DELLA LUNA E QUELLI DELLA TERRA, NON POTRANNO MAI…E POI MAI, AVERE CONTATTI TRA DI LORO.
 
Ma questa è un’altra storia…
(Che continua in “Le origini di Silver Millenium”)

 










˙·٠•●♥Una storia quasi del tutto originale, nel senso che l’idea è mia al 100% ma i nomi di Selene ed Endimione sono quelli del mito. E’ una storia che nasce da un’estrapolazione della mia long “Le origini di Silver Millenium”. Serenity ed Endymion si amano…ma il loro amore ricalca quello della Dea Selene e di Endimione; e se nella long Endymion conduce la piccola Serenity vicino a un lago… sappiate che quel lago è lo stesso di quello di questa storia. La madre di Serenity è l’incarnazione della dea e quindi lo è anche la figlia. E se la storia si ripete, quello che succede alla dea Selene… come destino vuole, succederà anche a Serenity…  ♥●•٠·˙
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