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Autore: Carla Volturi    31/01/2012    4 recensioni
Bianca, giovane pittrice ventitreenne conosce Cristiano, trentacinqueenne ufficiale di marina. Un incontro casuale...un amore folle e travagliato. Due vite diverse, cosi come ambizioni e prospettive. Che ne sarà di loro?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Buon pomeriggio! Pubblico il mio nuovo capitolo.
Colgo l'occasione di ringraziare la mia amica MissNanna che ha realizzato questa bellissima immagine: grazie mille, davvero!
Un bacio da Carla.

CAPITOLO 18- 9 MESI


E’ la mattina del 10 Settembre e a Vietri la gente inizia a scomparire. Purtroppo si ritorna a lavoro/scuola. Le grandi città si ripopolano, le automobili inizieranno a scorrazzare ad alta velocità per le strade, fuori i licei i ragazzini riprenderanno a baciarsi e a sognare l’amore vero. Di nuovo le ramanzine dei soliti politici idioti, che puntano il dito contro le persone sbagliate. Insomma si ritorna alla vecchia routine, alias la vita di tutti i giorni!. Solo io cambio vita: rimarrò qui, nella mia Vietri. Aspetterò le otto di sera il mio Cristiano tornare a casa. Lo vedrò appoggiare il suo cappello bianco sul divano. Lo vedrò togliersi la divisa e indossare la classica maglia scura con pantalone coordinato. Si siederà accanto a me sul divano e imprecherà contro i programmi assurdi che la televisione trasmette. Lo vedrò andare in camera da letto ed aspettarmi. Lo sentirò affannare quando faremo l’amore e lo saluterò la mattina seguente con un bacio prima di andare a lavoro. E sarà per sempre cosi, fin quando lui vorrà. Fin quando lui mi vorrà. Rassetto il letto. Annuso il suo cuscino, che profuma di lui. Apro la finestra e lascio che il vento porti via i nostri umori della notte scorsa.
Sento bussare alla porta: chi sarà mai a quest’ora?. Varco il corridoio ed apro: è Cristiano. Ha il fiatone. Lo guardo perplessa. Si accomoda sul sofà. Lancia il cappello per terra. Pronuncia un bel po’ di parolacce. Scalpita. Scuote la testa: i suoi occhi sono rosso fuoco e pieni di lacrime. Mi avvicino a lui, ma non faccio a tempo, che si scansa, alzandosi.
Cristiano ma cosa è successo?”, gli domando preoccupata.
Sbraita ad alta voce: “Mi hanno affidato una missione. Mi avevano garantito che non avrei avuto piu’ incarichi del genere, visto che sono diciassette anni che vado avanti e indietro. E invece no ”Ufficiale Scala abbiamo bisogno di lei”. Voglio morire”.
Le sue parole sono un colpo al cuore. Non avevo messo in conto una cosa del genere. Sorrido leggermente: “Verrò con te. Lo sai…”. M’interrompe: “Non puoi. Mi hanno dato 9 mesi in mare”.
Tremo: “9 mesi?”.
Annuisce: “Si, 9 mesi”. Da un calcio al tavolo: “Proprio ora che ti ho trovata, dovevano mettere in mezzo questa missione del cavolo”.
Chiudo gli occhi. Ci risiamo: prima mio padre, ora il mio fidanzato. Il mare mi porta via ad uno ad uno le persone che amo. Un altro abbandono, il piu’ duro.
Si inginocchia accanto a me, prendendo le mie mani: “Dimmi che mi aspetterai. Se fosse per me non ci andrei, ma rifiutare significherebbe porre fine alla mia carriera e ai miei sogni. I nostri se tu lo vuoi ancora”.
Scoppio in lacrime. Ci abbracciamo: “Lo so che odi gli abbandoni, ma dimmi che mi aspetterai Bianca, ti prego”.
Rimarrò qui, a casa nostra. Ma tu promettimi che quando potrai, anche solo per un secondo mi chiamerai”, affermo, deglutendo a fatica.
Lo farò amore mio. Ti dirò sempre che ti amo e ricorderò i giorni che ci separano”: mi bacia, accarezza il mio viso.
Devi partire oggi, vero?”, gli chiedo. So già quale sia la sua risposta: mio padre svolge il suo stesso lavoro e non so quante volte abbiamo preparato le valigie di fretta e furia. Come se noi non fossimo altro che oggetti, che devono rispettare gli ordini supremi.
Si è cosi”, risponde, visibilmente dispiaciuto e triste.
Mi alzo: “Allora ti aiuto con i bagagli”.
Mi ferma per un braccio: “No. Ora voglio te”. E mi stringe tra le sue braccia. Le nostre labbra si uniscono. I nostri visi si bagnano di lacrime amare. Andiamo uniti verso la camera da letto. Sbottono la sua giacca, lasciandolo a dorso nudo. Mi sfila la maglia. Slego i miei capelli lunghi. Allento la cinta, abbasso la cerniera del suo pantalone bianco. In un attimo siamo nudi, stesi a letto, uno sull’altro. Sfioro la sua pelle, questa stessa pelle che per nove mesi non avrò piu’ e lui tocca le mie gambe vogliose. Entra in me, con quella stessa dolcezza e tenerezza che contraddistinguono tutti i nostri momenti d’amore. Sussurra al mio orecchio: “Non mi lasciare”. Presa dal piacere lo rassicuro: “Ti aspetterò amore”. Geme: “Ti amo Bianca”. E di nuovo gocce d’acqua scendere dai miei occhi: “Ti amo anche io Cristiano”.
La stanza si riempie di passione, d’amore, di promesse, di speranze, di desideri che vogliono avverarsi.. e sarà cosi!. Non permetteremo alla marina o al destino di separarci. Non ora che ci siamo conosciuti, non ora che siamo consapevoli dei nostri sentimenti. Questa sarà la nostra personale prova: un modo per dimostrare al mondo intero che quando si ama tutte le difficoltà possibili possono esser affrontate e superate insieme. In due. Io e Cristiano. 
  
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