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Autore: Edelvais    31/01/2012    4 recensioni
Estratto:
"...In una modesta radura in mezzo alla boscaglia, sorgeva un immenso castello: una torre troneggiava al di sopra della tetra costruzione, mentre dalle poche finestre che si riuscivano a scorgere dalla strada, non traspariva nemmeno un filo di luce.
All'apparenza, si poteva definire completamente disabitato.
All'entrata del castello un uomo probabilmente sulla quarantina, protetto dal vento tagliente da un lungo cappotto color kaki, si sfregava le mani contemplando con palese soddisfazione la sinistra costruzione.
<< E' fatta. Finalmente quei falliti avranno pane per i loro denti. >>"
Un castello.
Sei detective.
Una scommessa.
Un milione di dollari in palio.
***
Fanfiction ispirata all'omonimo e bellissimo film diretto da Robert Moore.
Spero di aver destato la vostra attenzione! :)
Enjoy it!
Genere: Commedia, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Invito a cena con delitto


Capitolo II - Un'assurda richiesta -


















Ormai i sei detective si erano completamente abituati al clima tetro e misterioso del castello, e avevano cominciato a parlare a tavola tra di loro del più e del meno.
Inaspettatamente, Gwen alzò la voce richiamando l'attenzione di tutti i presenti.

<<  Non vi siete accorti anche voi delle strane posizioni qui a tavola? Ad esempio Geoff e Bridgette, non dovrebbero stare vicini come lo sono ora, poichè solitamente ad una cena con degli ospiti è usanza comune che la moglie stia di fronte al marito e non al suo fianco. >>
<< Hai ragione Gwen,  ottima osservazione. Noah ti dispiacerebbe fare cambio posto? >> Chiese Geoff riferendosi all'indiano di fronte alla moglie.
<< Certo, come vuoi tu. >>
Non appena i due si alzarono due spade caddero e si piantarono nel legno della sedia fra gli sguardi stupefatti di tutti.
<< Accidenti ma cosa… Gwen ci hai salvato la vita! Se non ci fossimo alzati… ora saremmo spiedini di carne! Grazie. >> La ragazza in questione sorrise a entrambi.
<< Comunque, non dobbiamo abbassare la guardia amici miei. Quì non c'è da star tranquilli. >> Esordì Alejandro.
<< Ma dai? L'avevamo capito tutti. Solo tu caschi dal pero.>> Replicò Heather vomitando quelle parole cariche di acidità.
<< Ti ringrazio mi amor, gentile come sempre. >> La mora roteò gli occhi esasperata.

<< Signori eccovi da bere, presto arriverà anche il cibo. >> Disse il maggiordomo entrando nuovamente della stanza con un vassoio in mano. Era un uomo di colore, alto e robusto e incuteva parecchio timore con i suoi occhi vitrei e privi di espressione.
<< Come no! Quanto presto? >> Esclamò Duncan al limite della sopportazione.
<< Vogliate scusarmi signore, ma la cuoca ha avuto... qualche problema in cucina. >> Rispose.
<< Duncan sei sempre il solito rozzo e maleducato! Non cambierai mai. >>
Ora Heather aveva preso le difese del povero maggiordomo che si dileguò nell'ombra del corridoio dopo aver appoggiato il vassoio con i bicchieri.
<< Taci Heather. Se c'è una persona che deve chiudere la bocca quella sei tu! >> Le ringhiò contro Duncan.
<< Ora basta litigare come dei bambini. Alla salute, piuttosto! >> Affermò Noah prendendo un bicchiere di vino rosso dal vassoio.
<< Già... a quel pazzo psicopatico che vuole farci fessi... >> Aggiunse Duncan piuttosto irritato.
<<  Fermi! Non bevete! >> Esclamò ad un certo punto Geoff.
<< Cosa c'è, festaiolo? >>
<< Duncan, poi mi ringrazierai per questo intervento. Dentro questi bicchieri c'è del veleno. - fece una pausa mentre tutti lo squadravano increduli - si chiama "Stricnina" ed è un alcaloide molto tossico, e credo che con ogni probabilità la dose che hanno messo nei nostri bicchieri è mortale per ognuno di noi. >>

Detto questo, tutti appoggiarono il bicchiere sul tavolo eccetto Duncan che lo fissava con aria di sfida.
<< Ti sbagli Geoff. In questi bicchieri non c'è nessun veleno tranne che nel tuo. Ne vuoi la prova? >>
Il detective portò il bicchiere di cristallo alle labbra per berne il contenuto sotto gli occhi increduli e preoccupati di tutti.
<< Visto? Sono ancora intero. Colui che ci vuole vedere stecchiti ci conosce bene. Infatti si aspettava che tu Geoff, avendo frequentato corsi di medicina e simili, conoscessi le proprietà chimiche dei veleni e di conseguenza a riconoscerli con l'olfatto. >> Concluse sorridendo soddisfatto.
<< Bravo Duncan, i miei complimenti. >>  Rispose il biondo applaudendo con una smorfia stizzita dipinta sulle labbra.
All'improvviso un lampo squarciò il cielo dominato dalle caligini e si spense inaspettatamente la luce.
<< Restate tutti fermi dove siete! >> Gridò Noah cercando di calmare la situazione.
<< Avanti vieni fuori codardo! Dove ti sei nascosto!?>> Duncan era furioso; ormai era esasperato da tutto quell'alone di patetico mistero. Oltre che avere una pazienza abbastanza limitata, non poteva sopportare di essere coinvolto in una stupida cena "con delitto" con degli inetti.
<< Sono qui davanti a te, mio caro ospite. >> Esordì una voce tonante e profonda.
D'un tratto le luci si riaccesero, e la stanza era di nuovo tanto illuminata da permettere ai detective di conoscere il volto dell'artefice di quella buffonata.

Tutti e nessuno escluso, erano rimasti a bocca aperta non appena avevano riconosciuto l'uomo seduto a capotavola: la persona più egoista, narcisista ed egocentrica che i giovani investigatori avessero mai conosciuto. Capelli neri, occhi color pece ridotti a fessure a causa della sua espressione schernitrice... Tutto riportava ad un unico individuo, il milionario più megalomane più conosciuto della località: Chris McLane.
<< Ma tu sei... no impossibile, sei davvero tu il pazzoide che ci ha riuniti qui col pretesto di una cena con delitto!? Io ti ammazzo! Hai rischiato di farci schiattare! Maledetto vieni qui! >> Duncan si alzò dalla sedia con l'intento di fiondarsi dal milionario e strozzarlo con le sue mani.
Noah e Gwen, seduti accanto a lui, furono però più lesti e riuscirono a placare in tempo il suo impeto di rabbia.
Intanto Chris sedeva a gambe incrociate celando ogni espressione. Non dava segni di preoccupazione.
<< Ricorderete tutti del caso di cui ci occupammo tutti noi due anni fa. Ebbene voi stupidi incapaci,vi siete appioppati il merito, nonostante avessi concluso io il caso per primo. >>
<< Ricordi male, milionario da due soldi. L'unico incapace eri tu, che ostacolavi le ricerche! >>
Sbraitò Heather irritata per l'accusa.
Chris continuò noncurante delle reazioni dei presenti.
<< Allora dimostratemelo. Dimostratemi che siete degni del titolo di "abili detective", come la gente vi descrive. Datemi le prove della vostra furbizia e del vostro infallibile intuito. Questa notte, precisamente allo scoccare della mezzanotte, avverrà un delitto, e l'assassino e la vittima sono seduti in questa tavola. >>

Nella sala aleggiarono esclamazioni che esprimevano incredulità.
<< Colui che svelerà il mistero prima dell'alba, riceverà in premio un milione di dollari. >> Batté le mani un paio di volte, poi la luce della stanza si spense per un momento per poi riaccendersi e svelare la figura di Chris seduto nel capo del tavolo opposto a quello dove era prima, sotto gli occhi sbalorditi di tutti.
<< Io me ne vado, questa "cena con delitto" è una stronzata ideata da questo psicopatico per prenderci tutti in giro! >> Affermò Duncan alzandosi, ma venne interrotto dalla voce di Chris.
<< Tu non andrai da nessuna parte, mio caro detective. Tutte le uscite sono chiuse, e non ve ne andrete da questo castello prima del sorgere del sole! >>
Il milionario ripetè lo stesso numero di prima, volatilizzandosi dalla sala da pranzo, lasciando spazio ad innumerevoli interrogativi.

Intanto nella stanza era piombato un silenzio assordante, che fu spezzato dalla voce di Alejandro.
<< Ascoltatemi bene, se vogliamo salvarci la pelle ed evitare che avvenga l'omicidio, propongo di restare tutti qui seduti e tenerci per mano, cosicché nel caso quell'idiota di Chris usasse i suoi trucchetti da due soldi saremmo tutti uniti. Oppure in alternativa se proprio il delitto dovesse avvenire saremmo comunque tutti qui, tutti testimoni. Ci state? >>
Heather sbuffò: << Tanto ormai non abbiamo niente da perdere qui…>>

Così si strinsero tutti per mano, formando un cerchio attorno al tavolo.
I minuti passarono, e il tempo pareva essersi fermato. Mancavano solamente quarantacinque minuti all'ora prefissata, e l'ansia si stava a poco a poco impadronendosi degli investigatori.

Duncan stringeva la mano di Gwen, e di tanto in tanto le sorrideva  facendole coraggio.

Ad un tratto, un urlo agghiacciante aleggiò per le pareti del castello facendo balzare il cuore in gola ai ragazzi.





Nota dell'autrice

Salve! ^^
Scusate l'immenso, imperdonabile, spropositato ritardo, ma non ho avuto molto tempo per scrivere...
Spero che vi sia piaciuto :)

Vostra Edelvais ( ex Ellen per chi non mi riconoscesse)




   
 
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