Capitolo 13
Buffy osservava la mensola di legno piena di ciondoli multicolori, che splendevano alla luce del sole.
«Avete fatto nuovi acquisti, vedo.»
«Sì» Ammise Anya «Ora teniamo una vasta collezione di ciondoli, cristalli e pietre mistiche.»
«Come va il negozio?»
«Oh, alla grande.» Rispose l’ex demone, con un grande sorriso stampato in faccia. Nulla rendeva più felice Anya di un rendiconto mensile positivo. Da quando aveva affiancato Giles al negozio, gli utili erano aumentati. Si erano fatti conoscere grazie ai vari eventi “acchiappa clienti” che aveva organizzato: Halloween, la giornata dei cristalli, la giornata delle streghe, i saldi... La donna aveva un senso innato per gli affari ed era un genio del marketing.
«E Xander?»
«Se la cava bene come capo cantiere.»
Buffy percepì dell’astio nel suo tono e volle indagare.
«Tutto bene tra di voi?»
«Oh, certamente.» La risposta risultò così fredda e calcolata da togliere ogni dubbio. Meglio non addentrarsi oltre.
«E tu? L’uccellino mi ha detto che ti sei data da fare con i ragazzi a Roseville...»
Buffy arrossì di colpo. Possibile che Spike le avesse spifferato della loro pseudo-relazione? Sarebbe stato un colpo basso e non gliel’avrebbe perdonato tanto facilmente.
La campanella della porta di ingresso suonò in aiuto, dandole la scusa per sgattaiolare via.
«Willow! Eccoti!» Raggiunse velocemente l’amica e la strinse in un abbraccio.
«Scusa il ritardo. Ma Buffy, wow, che calda accoglienza!» Entrambe sorridenti, in ricordo dei vecchi tempi.
«Mi sei mancata!»
«Davvero? Cioè, voglio dire, non è che ultimamente avessi dimostrato molto della gamma delle emozioni umane…»
Visto lo sguardo interrogativo dell’amica, la rossa spiegò tutto d’un fiato. Lasciando che le parole esprimessero il nodo che sentiva nel cuore.
«Sei stata distante. Silenziosa. Sembrava che volessi evitarci. Cosa succede, Buffy? Non riconosco più la migliore amica del liceo che si confidava con me tutti i giorni. Sei cambiata. Ti sei chiusa. E, dicendo questo, credo di interpretare il pensiero di tutto il gruppo.»
La Cacciatrice si mise una mano davanti al viso per coprire gli occhi da un raggio di sole che filtrava dalla finestra.
Fece un passo indietro, infastidita. Willow cercava di interpretare la sua espressione, ma la trovò decisamente indecifrabile.
«Ti va di raccontarmi cosa è successo a Roseville?» Chiese speranzosa.
«Quello che è successo lì è qualcosa di strettamente privato, di cui non mi va di parlare.»
Sbottò freddamente la bionda, voltandosi e prendendo a camminare avanti e indietro nervosamente. Ma cosa le prendeva ultimamente, accidenti!
«Ieri sera avevo fatto un incantesimo a Xander.» Rivelò Willow. «Anya voleva sapere se la tradiva e ho stregato la palla da baseball. Si sarebbe scottato, prendendola tra le mani, se negli ultimi giorni avesse flirtato con qualcuna.»
All’improvviso tutto le fu chiaro. Ricordò che si era scottata e comprese la curiosità delle ragazze.
Inconsciamente sospirò con sollievo. Spike non aveva raccontato niente a nessuno.
«Ho frequentato un ragazzo, però non è stata una storia vera e propria. Non è stato importante. Ecco perché non ve ne ho parlato.» Mentì Buffy.
In realtà quei giorni a Roseville e la vicinanza di Spike erano stati molto importanti e le avevano permesso di riprendersi dagli eventi disastrosi che avevano sconvolto la sua vita negli ultimi mesi.
«Quello che mi è capitato in questo ultimo periodo mi ha fatto soffrire molto e mi sono chiusa in me stessa. Vi ho evitati perché sentivo il bisogno di stare da sola. E’ brutto da dire, ma… facevo davvero fatica a sopportare la compagnia della gente…»
Nei suoi occhi verdi si poteva leggere il dispiacere di quell’ammissione.
«Lo so che non è da me. Io stessa mi sento cambiata e non mi riconosco più.» Si affrettò ad aggiungere. La sincerità di quell’ammissione fu liberatoria.
«Tesoro» Le disse Willow dolcemente. «Se non ti apri con qualcuno, non possiamo aiutarti.»
«E la stessa cosa che ha detto…» Si interruppe, prima di pronunciare il nome del vampiro.
«Chi te l’ha detto? Giles?»
«Sì, sì. Certo.» Disse e riprese a camminare nervosamente avanti e indietro.
La rossa non poté fare a meno di notare questo suo nuovo atteggiamento curioso. L’amica era solita rimurginare ferma e a braccia conserte. Quella era piuttosto la reazione tipica di qualcuno che non stava mai fermo, come Spike. Aprì la bocca per farle notare la stranezza e la chiuse subito.
Rifletté che si trattava del tipo di comportamento che –più o meno inconsapevolmente- si copia da una persona con cui si passa del tempo a stretto contatto. Le venne in mente che il giorno prima, dicendo che poteva infierire su qualcuno a cui Lydia teneva, aveva una strana luce negli occhi e aveva scambiato uno sguardo con Spike. Quando era tornata da Roseville, era con lui. E subito dopo se ne era andata via con lui, per controllare Lydia.
Tutto d’un tratto, c’era una strana alchimia tra loro. Riflettè anche che durante il soggiorno di Buffy a Roseville, il vampiro non si era più fatto vedere. Possibile che fosse stato con lei quei giorni, e che tra di loro fosse nata una relazione? Le cose acquistarono un senso, all’improvviso. Ed era comprensibile che Buffy non ne volesse parlare. Era quel genere di cose che non tutti i membri del gruppo avrebbero approvato.
«E’ Spike, non è vero?» Chiese d’impulso, sottovoce.
«Come?» Disse Buffy con un sussulto, cercando di reprimere il disagio
«Il ragazzo con cui ti frequentavi a Roseville. L’ho intuito.»
«Ma… Veramente….» Farfugliò la bionda, in evidente difficoltà.
«Non ti preoccupare, non lo dirò a nessuno. Ma può darsi che gli altri lo capiscano, come ho fatto io.»
Il tono di Willow era rassicurante e comprensivo e questo mise Buffy a suo agio.
Il telefono del negozio squillò, rompendo il silenzio, e Anya prontamente alzò il ricevitore.
«Qui è il Magic Box, come posso esserle utile?»
Willow si voltò impaziente verso l’ex demone. Buffy si chiese se stesse aspettando una telefonata.
« … Ah Tara, ciao… sì, è qui… Te la passo subito.»
Non ci fu bisogno di aggiungere altro, poiché Willow aveva già raggiunto la bionda con impazienza e le strappò il ricevitore dalle mani.
«Tara! Tesoro! Com’è andato l’esame? Dimmi tutto! … Un bel 30?! Wow! Allora stasera dobbiamo festeggiare! Avviso gli altri. Va bene per le nove e trenta, come al solito? Ti raggiungo immediatamente!»
Chiuse la chiamata e rivolse alle ragazze un sorriso raggiante.
«Stasera si festeggia al Bronze! Ce lo meritiamo un po’ di divertimento, no? Da quello che ha detto Lydia, il rito non si terrà prima di una decina di giorni. Quindi non siamo in emergenza e Giles non avrà nulla da ridire. Sei dei nostri, Buffy?»
«Ma certo!» Perché no, dopotutto.
«Fantastico! Allora dirò a Xander di invitare qualche collega single!» Disse Anya con falsa innocenza.
«Oh, non ce n’è bisogno! Davvero, non sono in cerca di un uomo…»
«Serve sempre un uomo in casa che sistemi le perdite del lavandino o aggiusti i serramenti!» Disse Anya con il dito alzato, dall’alto della sua esperienza millenaria.
«Anche se… credo che la carta del vampiro dal fascino immortale batta quella del carpentiere! Per citare qualcuno di nostra conoscenza. E, detto tra noi, credo che questo qualcuno abbia una bella cotta per te!» Concluse maliziosa.
Buffy e Willow si guardarono, ridacchiando. Era così evidente, quindi?
«Che ti avevo detto?» Disse la rossa.
***
«Devi berlo tutto d’un fiato!» Comandò Willow alla sua ragazza.
«Oddio, volete farmi morire?!» Disse Tara, davanti ad un bicchierone di frappè al cioccolato.
«Suvvia, neanche fosse un superalcolico!»
L’allegria delle ragazze aveva contagiato Buffy che, per la prima volta da quando era tornata, si sentiva davvero a casa. L’unica nota dolente erano gli sguardi glaciali che si rivolgevano Anya e Xander. Si evitavano in modo eclatante e quelle rare volte che si erano rivolti la parola, era stato solo per lanciarsi delle frecciatine acide.
La Cacciatrice scambiò qualche sorriso con il ragazzo che Xander aveva invitato.
Faceva un po’ di difficoltà ad inserirsi nel gruppo consolidato di amici, però sembrava una persona a posto.
«E’ proprio carino, non trovi?» Sussurrò una voce bassa e familiare alle sue spalle, facendola sobbalzare.
«Spike! Cosa ci fai qui?» Esclamò sorpresa, voltandosi, cercando di reprimere il brivido che le aveva provocato la voce dell’uomo. Le si era avvicinato senza farsi sentire, come un gatto, complice la confusione del locale.
«Ti ho cercata a casa e al negozio e poi ho immaginato che fossi qui. Perché non mi hai invitato?»
La solita espressione beffarda sul viso magro.
«Mi sembrava di essere stata abbastanza chiara, ieri sera.»
«Sì, certo. Vado a bere una birra alla tua salute, mentre continui a fare gli occhi dolci al marmocchio.»
La ragazza sospirò.
«Quel ragazzo ti
infastidisce?» Chiese il “marmocchio”.
«Oh no, figurati.
E’ un amico. Non farci caso...» Disse, agitando la mano.
«Sembravi tesa,
quando si è avvicinato. E, detto fra me e te, mi sembra un tipo poco raccomandabile…»
Buffy trattenne una risata.
«E’ un tipo strano.»
Ammise, con le labbra curvate in un sorriso affettuoso.
***
La serata al Bronze
procedeva. Willow e Buffy
commentavano esaltate le canzoni della nuova band che si stava esibendo. Tara
le ascoltava timidamente senza interferire nei loro discorsi. Patrick, così si
chiamava il collega di Xander, cercava di inserirsi
nella discussione, facendo ampio sfoggio delle sue conoscenze nel campo
musicale.
«Come fai a sapere
tutte queste cose?» Chiedeva Buffy, mostrando
ammirazione ed interesse.
«Oh, suono la
batteria da anni. Ho avuto anche un piccolo gruppo con cui suonare, per un po’
di tempo.» Lui sorrideva, incantato dalla bellezza della ragazza. «Ma purtroppo
si è sciolto presto. Gli altri ragazzi non avevano la costanza di fare le prove
tutte le settimane e coltivare con passione quel progetto.»
Spike rosicava
dall’invidia a qualche metro di distanza, sorseggiando lentamente uno scotch
con sguardo assassino.
Le luci
psichedeliche gettavano colori accesi sulle figure danzanti. I giovani di Sunnydale si scatenavano sulla pista da ballo, ignari che
quella sera avrebbe potuto essere una delle ultime della loro vita. Le loro
brevi (e magari insignificanti) vite si consumavano velocemente accanto a
quelle dei demoni come Spike, gli ex-demoni come Anya
e gli dei come Glory. Esseri che avevano la fortuna
di calpestare la terra molto più a lungo e di vedere cose che molti esseri
umani non immaginavano neppure.
Un cameriere portò
ad un tavolo una bottiglia di spumante e la appoggiò di fianco alla torta che
troneggiava sul tavolino. In mezzo alle montagne di panna montata e ai bignè,
una scritta zuccherina e colorata annunciava goliardicamente la laurea del
festeggiato.
Poco più in là, Anya e Xander avevano preso a
litigare animatamente.
«Non capisco
davvero perché vuoi lasciarmi!»
«Perché non mi
desideri più!»
«Smettila di dire
cose senza senso, ti prego!»
«Bene, allora mi farò il primo ragazzo che incontro!» Urlò la donna teatralmente, e si girò in modo brusco verso Spike, urtandolo, e per poco non gli rovesciò addosso il contenuto del bicchiere.
«Hai trovato proprio quello giusto!» Esclamò il suo ragazzo ridendo.
Anya rivolse al compagno uno sguardo tremendamente offeso e, ferita nell’orgoglio, decise di fargliela pagare.
«Baciami!» Ordinò al vampiro.
«Che cosa?!» Disse Spike, confuso.
«Baciami, ho detto! Devo far ingelosire Xander!»
Spike alzò il sopracciglio e guardò alternativamente lei ed il ragazzo moro, in cerca di spiegazioni.
«Avanti, non fare la bambina!» Disse questi, gesticolando nervoso.
«Non fatemi immischiare nei vostri fottuti problemi amorosi! Non sono il vostro giocatto--.» Il vampiro si interruppe, spalancando gli occhi, vedendo da sopra la spalla dell’ex demone che Patrick aveva appoggiato una mano sul fianco di Buffy, la SUA Buffy, e che lei non l’aveva respinto.
Quel piccolo gesto bastò a fargli vedere rosso e a perdere la ragione.
«Baciami!!» Ripete ancora una volta Anya.
Spike incollò lo sguardo sulle sue labbra si gettò su di lei, baciandola con trasporto, davanti ad uno Xander del tutto esterrefatto e a bocca aperta. Ma lo choc che lo immobilizzava durò poco.
«Che diavolo stai facendo, razza di idiota?!» Urlò poi, in preda alla collera.
Tutti si voltarono a quel grido rabbioso e rimasero sorpresi e ammutoliti davanti a quella scena.
«Wow, questo sì che era un bacio focoso!» Disse Patrick, completamente fuori luogo.
Xander prese Spike per un braccio e lo strattonò con violenza.
«Come ti sei permesso?!» Gridò.
«Ehi amico, me l’ha chiesto lei.» Disse Spike stringendo gli occhi, in aperto segno di sfida.
Willow strattonò Buffy, che se ne stava immobile e con gli occhi spalancati, sconvolta. Le suggerì disperatamente di fare qualcosa per impedire che i due ragazzi si azzuffassero in mezzo al locale.
La ragazza tornò in sé con difficoltà e intervenne, frapponendosi tra i due.
«Smettetela!» Urlò.
Guardò Spike con disprezzo e continuò «Ma cosa ti è saltato in mente? Fare una scena del genere davanti a tutti?!»
«Gliel’ho chiesto io, per fare un torto a Xander.» Disse Anya in sua difesa, con le braccia sui fianchi.
«Ti spezzo in due, “faccia da spigola”!» Tuonò questi.
«Usciamo subito di qui! Presto!» Ordinò Buffy, tirando il vampiro per un braccio senza nessuna gentilezza.
«Va bene sua maestà.» Sussurrò lui lascivo, gli angoli della bocca inarcati in un sorriso di vittoria.
Capitolo 14
Buffy trascinò Spike fuori dal locale, utilizzando l’uscita di servizio.
Il vicolo lurido era illuminato da un solo lampione. Sulle pareti degli edifici erano accatastate molte casse di legno e di plastica e i cassonetti dell’immondizia erano pieni fin quasi a scoppiare. Un posto buio e pieno di facili nascondigli, ideale per l’imboscata di un vampiro. La Cacciatrice aveva tutti i sensi in allerta.
Nella notte, era ancora più bella. Si muoveva in modo sensuale e naturale, come un gatto. I suoi capelli biondi e lisci splendevano. Spike se la mangiava con gli occhi, come sempre.
«Lo hai fatto per prenderti gioco di Xander o di me? In ogni caso, sei riuscito a fare star male entrambi.»
«Anya voleva far ingelosire Xander. Me l’ha chiesto lei.» Tentò di giustificarsi.
«Avete secoli alle vostre spalle, ma vi comportate come due bambini!»
Spike rise. «Il fatto che tu mi stia facendo una scenata di gelosia, è fonte per me
di enorme soddisfazione!»
«Ti diverti a far star male la gente, eh? Per quanto hai intenzione
di farmela pagare?»
«Vuoi forse dire che non te lo meritavi?»
«Io sì, ma non Xander. E sappi che quando ti comporti così, fai solo la figura del bastardo insensibile. Non certo qualcuno di cui andare orgogliosi, per esserci andata a letto.»
Il viso strafottente del vampiro incontrò quello ferito della Cacciatrice e si addolcì.
Aveva ragione. Non era in quel modo che avrebbe avuto la sua fiducia.
«Mi dispiace. Ti ho visto flirtare con quel ragazzo e ho perso la testa.»
Ammise lui, con i pollici che giocavano nervosamente con i passanti dei pantaloni. Glielo disse senza abbassare lo sguardo.
Buffy si perse nei suoi occhi sinceri e dannatamente intensi e a cui, abbinati con quell’espressione colpevole e dispiaciuta, avrebbe perdonato ogni cosa. Faceva sempre più fatica a resistergli, alla faccia di quello che gli aveva detto l’ultima volta che si erano parlati.
Fece un passo nella sua direzione, come ipnotizzata. Ma fu
distratta all’improvviso da un gruppo di ragazzi, che passò dietro di loro correndo a perdifiato.
I
due amanti si guardarono intorno e poi incatenarono di nuovo i loro sguardi,
stavolta in modo interrogativo.
«Ragazzi...»
Conclusero all’unisono.
Subito
dopo, un secondo gruppo di ragazzi passò dietro di loro alla stessa maniera. I
capelli della nuca di Spike si rizzarono. Anche Buffy
percepì il pericolo.
«Questi
sono vampiri, però. Andiamo!»
I demoni avevano appena bloccato i ragazzi in un vicolo cieco. Le loro risate crudeli rimbalzavano sulle pareti alte degli edifici, dando un tocco ancora più teatrale e spettrale alla scena.
Ad un tratto, sbucarono nel vicolo due giovani ragazzi biondi. Il più alto, che indossava un consumato spolverino lungo e nero in pelle, aveva i capelli ossigenati. La donna invece indossava una maglietta color porpora senza maniche e dei pantaloni neri e aderentissimi in pelle. Dal trucco appariscente, sembrava appena uscita da una serata in discoteca.
In poco tempo, grazie ai loro movimenti felini e fulminei, i vampiri divennero polvere. La loro tecnica e coordinazione lasciava immaginare che avessero combattuto fianco a fianco molte battaglie.
I ragazzi scapparono spaventati, senza neanche ringraziare.
Intendendosi con lo sguardo, senza dire neanche una parola, Buffy e Spike si corsero incontro e si baciarono febbrilmente.
Xander continuava a tamburellare con le dita sul tavolino, agitato.
«Io quello l’ammazzo. Giuro che l’ammazzo.»
«Oh, che parole piene di affetto per un’altra persona.»
Il ragazzo moro si girò nella direzione da cui era arrivata la voce. Non riconobbe subito la donna riccia dalle labbra piene e rosse, che aveva pronunciato quella frase con sarcasmo.
«E' buffo.... Sembrate tutti cosi contenti di fare parte di questo strano mondo, ma io vedo solo sei miliardi di folli che cercano di uscirne il più velocemente possibile. Chi di voi non è pazzo? Guardatevi attorno. Tutti si ubriacano, si drogano, si sparano. Si sparano tra di loro, oppure si sparano alla testa, perché non vogliono più avercela una testa.»*
«Glory!» Urlò Willow, allarmata, riconoscendo la Dea dalla sua aurea potente.
Glorificus li aveva colti decisamente impreparati.
Xander scattò in piedi. «Avverti subito Buffy. Dille di venire qui. Immediatamente!»
La strega si toccò le tempie con le mani e chiuse gli occhi per raggiungere Buffy in una sorta di viaggio astrale e comunicare con lei attraverso il pensiero.
“Buffy!” Chiamò. Ma la mente della Cacciatrice non era ricettiva. Riuscì solo a percepire il cuore che batteva all’impazzata e dei pensieri confusi. “Spike…” continuava a ripetere.
Willow riaprì gli occhi, imbarazzata.
«Dov’è Buffy quando serve, cazzo!» Urlava Xander.
«Riprovo a mettermi in contatto con lei.»
La strega chiuse gli occhi di nuovo e si concentrò maggiormente. Questa volta provò ad entrare nelle menti di entrambi e lo fece con determinazione.
“Buffy! Spike! Dovete tornare immediatamente al Bronze! E’ un’emergenza!”
I due ragazzi si immobilizzarono e si fissarono, stupiti.
«Hai sentito anche tu?»
«E’ Willow. Ci ha parlato telepaticamente. Dobbiamo andare!»
Appena la strega
tornò in sé, vide con orrore che Glory aveva preso
Tara e le stava immergendo le mani dentro alla testa per succhiarle il
cervello.
«Nooooo!!» Urlò.
Con la forza della
disperazione le lanciò un incantesimo e riuscì a fermarla, prima che la
uccidesse.
Glory lasciò la presa e Tara si accasciò a terra,
priva di sensi. La Dea rise e scomparve.
Quando Buffy e Spike li raggiunsero, dopo qualche minuto,
trovarono Willow in lacrime che stringeva la
compagna, in ginocchio.
«E’… E’…» Balbettò Buffy.
«E’ ancora viva.»
Disse Willow, in un sussurro.
Tara aprì gli occhi
e si guardò intorno. Il suo sguardo era completamente perso.
«Ti guarirò, amore mio… Troverò il modo…» Le
sussurrò la strega.
Spike le mise la
mano sulla spalla per confortarla.
Willow sobbalzò a quel contatto, diventando viola
al ricordo di quello che aveva intravisto nella sua mente.
«Accidenti! Non toccarmi
con quella mano con cui… oh, insomma!» Balbettò.
«Che ha fatto con
quelle mani, scusa?» Chiese ingenuamente Xander.
«Oh!» Si affrettò a
spiegare Buffy «Ha accecato un demone,
schiacciandogli gli occhi!»
«Che romantico!»
Disse Anya, e tutti si voltarono a guardarla
incuriositi.
«Quando ero umana,
ai miei tempi era considerato un onore se un ragazzo faceva un atto di coraggio
uccidendo un demone davanti alla sua donna! Era la dichiarazione d’amore più
ambita!» Spiegò.
«Bleah! Che schifo!!» Gridarono tutti all’unisono.
«Dichiarazione
d’amore con occhi schiacciati… ahahah!»
Disse Tara debolmente.
Buffy sgranò gli occhi e guardò Willow preoccupata.
«Tara si comporta
come una ragazza Down. Dice cose senza senso.» Spiegò «Glory
le ha fatto dei danni irreparabili al cervello.»
La rossa continuava
ad accarezzare i capelli dell’amata con dolcezza, mentre delle calde lacrime le
scendevano sulle guance.
* Spero che la citazione di Glory
sia giusta. L’ho trovata su internet, senza controllare l’originale.
Capitolo 15
Buffy varcò la soglia della stanza del campus che
Willow e Tara dividevamo all'università.
La camera era di
media grandezza e vi si poteva respirare un'aria femminile e accogliente,
piacevolmente aromatizzata con un profumo d'ambienti fruttato.
Sembrava la tipica
stanza di due adolescenti, tranne per la capiente libreria piena di volumi
sulla magia e le scienze occulte. Vi si potevano distinguere due comodi letti,
due armadi separati per i vestiti, un piccolo frigo, una scrivania e tanti
simpatici poster appesi alle pareti.
Sul comodino
pendevano da un vaso di vetro colorato alcuni fiori di campo.
La semplicità e
armonia di quel piccolo covo erano la sua bellezza. Così come per quei fiori,
colti dalla rossa quella mattina, a cui aveva aggiunto alcune spighe di grano
per creare una composizione più costruita e che le ricordavano il colore dei
capelli della sua compagna.
Il loro amore era
così. Semplice e spontaneo, come era lei. E di una dolcezza infinita.
Ma ora le appariva
in tutta la sua fragilità.
Buffy notò i libri ingialliti sparsi sulla
moquette e i numerosi fogli scritti a mano sulla spaziosa scrivania in legno.
«Mi dispiace di
avervi disturbato ieri.» Disse Willow, continuando a
stringere delicatamente la mano della compagna.
La ragazza sollevò
il volto verso l’amica e si alzò dal bordo del letto dove riposava Tara.
«Oh…»
«Non avrei dovuto
entrare così nelle vostre menti… ma era
un’emergenza.»
«Lo so. Noi non
dovevamo--»
«No! Certo che dovevate… Cioè, non sto criticando affatto quello che
stavate facendo!»
«Volevo dire che
non dovevamo allontanarci troppo. Dovevo prevedere che Glory
avrebbe fatto una mossa del genere. Mi dispiace di non essere stata con voi al
momento opportuno. Che per chiamarmi hai dovuto distrarti e Glory
ha potuto colpire Tara.»
Willow le prese le mani tra le sue.
«Figurati Buffy, nessuno pretende che tu sia ovunque! Ed è giusto che
ti prendi un po’ di tempo per te stessa!»
«Davvero?»
«Certo! Noi
possiamo solo immaginare come ti devi sentire ad avere tutta quella
responsabilità sulle spalle. Per questo ti stiamo vicini e cerchiamo di
aiutarti.»
«Io… a volte credo di comportarmi da egoista…»
«Ascolta… Tu non potevi sapere che Glory
avrebbe colpito in quel momento. E penso che sia giusto che ti ritagli dei
momenti da dedicare alla tua vita privata. Altrimenti impazziresti! Capisco
benissimo che hai avuto il bisogno di stare da sola per un periodo e ai miei
occhi non sei diventata un’egoista per questo! Semmai lo sei stata nel momento
in cui hai voluto allontanare tutti dalla tua vita, quando sei scappata dalle
tue responsabilità e sei andata a Roseville. Ma quando
abbiamo chiesto il tuo aiuto sei tornata subito. Quindi…
sei perdonata!»
«Grazie.» Buffy stringeva le mani di Willow
e sorrideva confortata.
«E hai bisogno di
una persona che ti supporti e che ti dia la forza per affrontare tutte le
difficoltà della vita di una Cacciatrice! Soprattutto dopo quello che hai perso
di recente. E intendo una persona che sia qualcosa di più di un amico!» La
rossa le sorrideva, mostrando tutta la sua ammirazione e approvazione.
«Questa cosa con
Spike è… non lo so…» La
bionda arrossì.
«Accidenti Buffy! E’ una cosa bellissima!»
«Eh…?»
«Quando sono
entrata nelle vostre menti ho percepito i sentimenti che vi legano! Oh Buffy, sapessi quanto lui ti adora! Ti ama veramente,
credimi! E anche tu provi del sentimento per lui! Non capisco perché non me ne
hai mai parlato!»
«Io… Beh…»
«Posso dare io la
notizia alla gang?!»
«Oh no!! Cosa
direbbe Giles! E Xander? Dopo quello che è successo
con Anya…»
«Io credo che
Giles, Xander e chicchessia siano maturi abbastanza
da capire che se due persone si amano veramente, se hanno quell’alchimia,
quella passione, se si completano così meravigliosamente a vicenda, non ha
davvero senso ostacolare la loro unione! Pensa a me e Tara. Noi stiamo bene
insieme e ce ne siamo sempre fregate dell’opinione degli altri!»
«Hai ragione…» Buffy abbassò lo
sguardo sulle loro mani intrecciate. Poi guardò l’amica negli occhi e sciolse
quell’intreccio, desiderandone uno più profondo. Allargò le braccia in
direzione dell’amica e la strinse forte.
«Willow, ti prometto che non scapperò più! Allontanarmi
dagli amici e dalle responsabilità mi aveva dato un sollievo temporaneo… ma ho capito che è stare con le persone che mi
amano che mi fa stare bene!»
«Buffy!» L’amica ricambiò l’abbraccio e tutto l’affetto
sincero che questo sprigionava.
«Vorrei che
tornassimo le amiche inseparabili di prima! Vorrei avervi più vicino! Ti va di
trasferirti a casa mia con Tara?! E’ così vuota adesso!»
«Oh! Sarebbe
stupendo! E, ascolta, non ha davvero senso che tu tenga questo peso dentro di
te. Che dobbiate nascondere quello che c’è tra di voi.»
Willow si accorse che Buffy
stava singhiozzando sopra la sua spalla e la allontanò da sé per guardarla
negli occhi.
«Buffy? Che cosa c’è?»
«C’è anche un’altra
cosa che ti ho tenuta nascosta. Non volermene troppo a male…»
«Di che cosa si
tratta?»
«Di Dawn.»
***
La porta d'ingresso
del Magic Box sbattè,
richiamando l'attenzione della biondissima cassiera.
Spike cercava
maldestramente di levarsi la coperta da sopra la testa, dando vita ad una delle
scene più esilaranti che avesse mai visto.
«Non ti conviene
spostarti di notte?» Suggerì Anya, tamburellando con
una penna sul blocco di carta degli ordini d'acquisto.
«Sto cercando Buffy.»
«Che novità!
Comunque, non è qui. E dovresti finirla di correrle dietro a quel modo. Sei
ridicolo e patetico, lasciatelo dire.»
«Per quanto adori
la tua schiettezza, ora mi sono offeso.» Spike mise teatralmente il broncio
e puntò le mani sui fianchi.
«Voglio dire, ci
sono tanti pesci nel mare. C'è altro di disponibile ora...»
Spike sgranò gli
occhi.
«Ecco, perché non
parliamo del tuo di comportamento? Ieri sera al Bronze non mi è piaciuto
come mi hai usato per litigare con Xander.»
«Credevo ti fosse
piaciuto.» Rispose lei ammiccando.
«Ok, mi dispiace.
Ne ho approfittato anche io per attirare l'attenzione di un'altra persona. Ma
in quel bacio non c'era niente altro.»
«Per me sì.»
«Gesù, Anya! Sei fidanzata con Xander!»
«Non più.»
Il ragazzo biondo
la guardò interrogativamente.
«Che è successo?»
Disse, prendendo posto su una sedia.
«Oh, beh... Era da
molto che le cose non andavano. Che non era più come prima.»
La donna parlò
sistemando nervosamente le fatture e i quaderni sul tavolo.
«Da molto?» Spike
sorrise «Strano che un ex demone millenario parli di qualche anno come
“molto”!»
«Ehi, sono una
mortale adesso! E davanti alla brevità e alla fragilità di questo corpo, non
posso permettermi di perdere tempo con un tontolone che non è sicuro di
sposarmi e che ormai mi vede solo come una cameriera!» Sbottò lei con
frustrazione.
«Che hai da
ridere?» Aggiunse poi, davanti alla fragorosa risata del vampiro.
«Anyanca… Credo che in tutti questi secoli tu abbia visto di
tutto e di più… Non mi pare il caso che ti lamenti
per la brevità della tua vita! Ed è così spassoso vederti in difficoltà davanti
alle questioni amorose! Un ex demone che per quasi un millennio ha realizzato
le vendette delle donne sugli uomini con ogni genere di maledizione! Riconoscerai
che non capita tutti i giorni!»
La bionda sorrise,
finalmente rilassata. Spike era riuscito a metterla a suo agio.
«Oh, se è per
questo non capita tutti i giorni di incontrare un vampiro innamorato di una
Cacciatrice!»
«Credimi, io e te
avremmo potuto formare una bella coppia!»
«Verissimo. E siamo
ancora in tempo, sai...»
Il vampiro la
guardò con la sua espressione più dolce, continuando a sorriderle.
«Bene… Credo proprio che me ne tornerò alla mia cripta a
guardare un po’ di tv… Questi orari sfalsati tra
vampiri ed umani sono una scocciatura! A presto.»
La donna rimase
affascinata a guardare la camminata felina dell’uomo e lo seguì con lo sguardo
mentre raccoglieva la coperta e si preparava ad uscire di nuovo sotto la luce
del sole.
Pensò che fosse davvero
un peccato che lui fosse così perdutamente innamorato di Buffy.
***
«E’ sporco. Tutto
sporco. E anche io. Sporca. E cattiva.» Diceva Tara, cercando con le mani di
strofinare delle macchie invisibili sui pantaloni della tuta.
Willow indossò il giubbino nero con il collo di
pelliccia e rivolse uno sguardo carico di apprensione alla compagna di corso
che si era gentilmente offerta di prendersi cura della sua fidanzata.
«Non ti preoccupare
Will, penso io a lei.» La rassicurò.
Buffy le prese la mano per farle coraggio ed
entrambe salutarono le ragazze e uscirono dalla stanza.
Era facile
immaginare che Glory, dopo aver succhiato il cervello
di Tara e aver saputo della mossa di Lydia, volesse
cambiare i suoi piani e anticipare il rito. Dovevano assolutamente scovarla e
capire cosa aveva in mente. Speravano anche di trovare un modo per guarire
Tara.
Le due ragazze
camminarono fianco a fianco per tutta la lunghezza del vialetto del campus,
attirando gli sguardi degli altri studenti. Con il passo deciso, lo sguardo
fiero e combattivo, erano bellissime da vedere e sembravano proprio due
guerriere di altri tempi. I loro potenti poteri di Cacciatrice e di strega, che
erano già temibili di per sé, avrebbero lavorato fianco a fianco nella lotta
contro Gloryficus.
Raggiunsero a piedi
la villa nei pressi della quale Buffy aveva fermato e
sconfitto il demone serpente. Erano sicure che il covo di Glory
si trovasse nei paraggi.
Capitolo 16
Come avevano
immaginato, Glory abitava in quella lussuosa villa,
circondata da tutte le comodità e da una schiera di bassi e disgustosi
servitori. Scoprirono anche, con somma disapprovazione, che Lydia
faceva nuovamente parte del suo entourage.
Entrarono facendo
molta attenzione e si nascosero in un punto dove potevano ascoltare e tenere
d’occhio la Dea.
«Questa dimensione
è piena di schifezze, ma i bagni di schiuma sono grandiosi!»
Gloryficus si alzò dalla vasca e prese l’asciugamano
che le porgeva Lydia, avvolgendolo sul suo corpo. Tre
piccoli e rugosi servitori stavano in piedi vicino alla vasca con una benda
sugli occhi.
Uno di loro teneva in
mano una scatola di cioccolatini aperta e un altro un piattino d’argento con
sopra un bicchiere con un cocktail fruttato.
Glory si avvicinò alla sedia e prese il vestito
rosso senza maniche che aveva preparato in precedenza, indossandolo.
Non appena la Dea
diede loro il permesso di togliersi le bende, i servitori la accerchiarono
immediatamente.
«Vostra
magnificenza, mi permetta.» Disse uno di loro.
La donna si girò di
schiena e lasciò che quel piccolo mostro le chiudesse la cerniera del vestito.
«Mia signora.»
Disse Lydia «Mi chiedevo se il nostro patto fosse
ancora valido.»
«Certo. La
ricompensa per i tuoi preziosi servigi è garantita.»
«Mi chiedevo se
potevo modificarla. Chiedere qualcosa di diverso.»
«Cercherò di
accontentarti. Di che cosa si tratta?»
Gli omuncoli
guardavano l’osservatrice con disgusto ed invidia. Perché, con tutto quello che
avevano fatto fino ad allora, non erano trattati in egual maniera?
«C’è un uomo che mi
interessa e che vorrei per me.»
«Oh. Devo
riconoscere che in questo mondo ci sono dei cervelli deliziosi. Anche quello
della streghetta bionda lo era. Mi sono sentita così
su di giri, dopo averla mangiata!» Disse la Dea, emozionata al ricordo del
potere mentale che aveva assaggiato.
«E’ un vampiro.»
Rivelò Lydia, facendo una pausa ad effetto.
«Beh, per chi mi
hai scambiata? Per una fattucchiera? Io non faccio filtri d’amore!»
Glory prese una collana d’oro dall’astuccio che
le porgeva un servitore e lasciò che un altro gliela chiudesse dietro alla
nuca. Osservò il risultato davanti allo specchio che le teneva un terzo.
Tutto questo senza
nemmeno accorgersi della delusione che si dipingeva sul volto della ragazza.
Ad un tratto tutta
la casa iniziò a tremare, come se fosse in atto un terremoto.
Alcune statuette
etniche di valore caddero dalle mensole, frantumandosi sul pavimento e
attirando l’attenzione dei presenti.
La porta del
corridoio si spalancò e rivelò una strega con gli occhi neri assetati di
sangue.
«Willow! No!» Urlò Buffy, tentando
inutilmente di calmarla.
Erano venute là per
spiare le mosse della donna e non per affrontarla direttamente. Credeva che non
fossero ancora pronte per quello.
«Disintegra.»
Ordinò la strega, mandando in frantumi il grande specchio alla parete su cui Glory usava ammirarsi con tanta frequenza.
I pezzi di vetro
schizzarono per tutta la stanza e colpirono di striscio anche il corpo della donna
riccia.
«Tara non è un
bocconcino delizioso per schifose Dee come te!»
La strega lanciò
dei fulmini di energia, ma l’unica reazione che provocò fu una risata
fragorosa.
«Sai fare solo
questo?»
Nel frattempo Buffy si era avvicinata all’osservatrice. Il suo sguardo
palesava tutto quello che pensava di lei. E, come se ce ne fosse bisogno, lo
espresse anche a parole.
«Mi fai schifo. Più
ti conosco e più mi schifano le tue azioni e i tuoi pensieri. Come puoi chiedere
di forzare i sentimenti di una persona?! Soprattutto quelli dell’uomo che dici
di amare! Saresti capace di stare con lui, con il dubbio se ti ami veramente o
stia con te solo per un incantesimo?!»
Lydia fece una smorfia e si rivolse sarcastica
alla sua avversaria.
«Ma sentitela, Miss
perfettina-paletto-facile. Chissà cosa avrebbe
chiesto al mio posto. Una nuova balestra? Lei che ha già tutto quello che
desidera, persino l'amore della persona che non merita!»
Gli occhi verdi
della Cacciatrice divennero una fessura.
«Quello che ho, me
lo sono guadagnato. E, sai una cosa? Se avessi la possibilità di esprimere un
desiderio, chiederei di non desiderare nulla.»
Lydia la guardò interrogativamente.
«Hai capito bene. Chiederei
di non voler desiderare nulla. Di non avere rimpianti. Vorrei poter dire di
essere felice della mia vita, invece di lamentarmi continuamente. Tu desideri
ardentemente una vita fuori dal comune, piena di avventura e di demoni. Io
invece, che ce l’ho, rimpiango di non avere una vita normale. Rimpiango di non
essere riuscita a finire l'università. Rimpiango il tempo che avrei potuto
passare con mia madre invece di fare le ronde al cimitero. Rimpiango di non
essere abbastanza forte da poter affrontare Glory da
sola e di aver dovuto sacrificare mia sorella per questo. Rimpiango di non
riuscire a tenermi un uomo. Rimpiango di essere stata distante dai miei amici
nell'ultimo periodo, credendo di essere l'unica ad avere dei problemi. Non
passa giorno che io non pensi al disastro che è la mia vita. Vorrei solo poter
essere felice di quello che ho e che ho avuto sin ora. Poter dire che ho già
tutto quello di cui ho bisogno e non desiderare nient'altro.»
Le due ragazze si
fissarono per un lungo momento in silenzio e furono distratte solo dalle
voragine che si creò improvvisamente in mezzo al pavimento e che le costrinse a
correre vicino alle pareti, percorse anch’esse da numerosi crepi verticali.
In mezzo alla
stanza si era formata una specie di tromba d’aria e Willow
e Glory combattevano a colpi di magia dentro quella
spirale. Numerose scariche elettriche partivano da essa e raggiungevano il
pavimento e le pareti della stanza, disintegrandoli un poco alla volta.
Ad un certo punto
l’elettricità nell’aria fu talmente alta da far scoppiare tutti i vetri dei
serramenti della villa.
La Dea riuscì a
colpire la strega con un forte schiaffo, gettandola a terra. La spirale si
fermò e la donna si guardò attorno, calcolando velocemente i danni alla
struttura.
«Questo posto ormai
è inservibile. Andiamocene.» Disse, e si avvicinò a Lydia,
afferrandola per una mano.
«Non ho finito con
voi.» Aggiunse poi in direzione delle due ragazze, poco prima di lanciarsi
contro il muro e spaccarlo con una gomitata, trascinando via Lydia.
Buffy raggiunse Willow
e la aiutò a rialzarsi.
«E’ tutto ok?» Le
chiese in un soffio.
La strega ansimava
e teneva gli occhi neri spalancati, ma sorrideva.
«E’ molto potente,
ma mi teme!» Riuscì a dire alla fine. «Ci teme, Buffy!
Significa che abbiamo qualche speranza di batterla!»