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Autore: kasumi    01/02/2012    0 recensioni
Questa storia inizia con la puntata “Il controllo” della quinta stagione, quando il Consiglio Degli Osservatori manda una squadra a Sunnydale per verificare se Buffy è in grado di sconfiggere Glory e per fornirle informazioni importanti riguardo la sua nuova nemica.
La fiction è una “What if”. Mi sono chiesta cosa sarebbe successo se Buffy si fosse alleata con i Cavalieri di Bisanzio e avesse distrutto la Chiave, invece che morire per proteggere Dawn.
Inoltre, nonostante la fic sia incentrata sulla coppia Spike/Buffy, mi piace immaginare che Spike possa aver avuto altre ragazze.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Buffy Anne Summers, Un po' tutti, William Spike
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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--- Sayonara ---

 

Capitolo 13

 

 

Buffy osservava la mensola di legno piena di ciondoli multicolori, che splendevano alla luce del sole.

«Avete fatto nuovi acquisti, vedo.»

«Sì» Ammise Anya «Ora teniamo una vasta collezione di ciondoli, cristalli e pietre mistiche.»

«Come va il negozio?»

«Oh, alla grande.» Rispose l’ex demone, con un grande sorriso stampato in faccia. Nulla rendeva più felice Anya di un rendiconto mensile positivo. Da quando aveva affiancato Giles al negozio, gli utili erano aumentati. Si erano fatti conoscere grazie ai vari eventi “acchiappa clienti” che aveva organizzato: Halloween, la giornata dei cristalli, la giornata delle streghe, i saldi... La donna aveva un senso innato per gli affari ed era un genio del marketing.

«E Xander

«Se la cava bene come capo cantiere.»

Buffy percepì dell’astio nel suo tono e volle indagare.

«Tutto bene tra di voi?»

«Oh, certamente.» La risposta risultò così fredda e calcolata da togliere ogni dubbio. Meglio non addentrarsi oltre.

«E tu? L’uccellino mi ha detto che ti sei data da fare con i ragazzi a Roseville...»

Buffy arrossì di colpo. Possibile che Spike le avesse spifferato della loro pseudo-relazione? Sarebbe stato un colpo basso e non gliel’avrebbe perdonato tanto facilmente.

La campanella della porta di ingresso suonò in aiuto, dandole la scusa per sgattaiolare via.

«Willow! Eccoti!» Raggiunse velocemente l’amica e la strinse in un abbraccio.

«Scusa il ritardo. Ma Buffy, wow, che calda accoglienza!» Entrambe sorridenti, in ricordo dei vecchi tempi.

«Mi sei mancata!»

«Davvero? Cioè, voglio dire, non è che ultimamente avessi dimostrato molto della gamma delle emozioni umane…»

Visto lo sguardo interrogativo dell’amica, la rossa spiegò tutto d’un fiato. Lasciando che le parole esprimessero il nodo che sentiva nel cuore.

«Sei stata distante. Silenziosa. Sembrava che volessi evitarci. Cosa succede, Buffy? Non riconosco più la migliore amica del liceo che si confidava con me tutti i giorni. Sei cambiata. Ti sei chiusa. E, dicendo questo, credo di interpretare il pensiero di tutto il gruppo.»

La Cacciatrice si mise una mano davanti al viso per coprire gli occhi da un raggio di sole che filtrava dalla finestra.

Fece un passo indietro, infastidita. Willow cercava di interpretare la sua espressione, ma la trovò decisamente indecifrabile.

«Ti va di raccontarmi cosa è successo a Roseville?» Chiese speranzosa.

«Quello che è successo lì è qualcosa di strettamente privato, di cui non mi va di parlare.»

Sbottò freddamente la bionda, voltandosi e prendendo a camminare avanti e indietro nervosamente. Ma cosa le prendeva ultimamente, accidenti!

«Ieri sera avevo fatto un incantesimo a Xander.» Rivelò Willow. «Anya voleva sapere se la tradiva e ho stregato la palla da baseball. Si sarebbe scottato, prendendola tra le mani, se negli ultimi giorni avesse flirtato con qualcuna.»

All’improvviso tutto le fu chiaro. Ricordò che si era scottata e comprese la curiosità delle ragazze.

Inconsciamente sospirò con sollievo. Spike non aveva raccontato niente a nessuno.

«Ho frequentato un ragazzo, però non è stata una storia vera e propria. Non è stato importante. Ecco perché non ve ne ho parlato.» Mentì Buffy.

In realtà quei giorni a Roseville e la vicinanza di Spike erano stati molto importanti e le avevano permesso di riprendersi dagli eventi disastrosi che avevano sconvolto la sua vita negli ultimi mesi.

«Quello che mi è capitato in questo ultimo periodo mi ha fatto soffrire molto e mi sono chiusa in me stessa. Vi ho evitati perché sentivo il bisogno di stare da sola. E’ brutto da dire, ma… facevo davvero fatica a sopportare la compagnia della gente…»

Nei suoi occhi verdi si poteva leggere il dispiacere di quell’ammissione.

«Lo so che non è da me. Io stessa mi sento cambiata e non mi riconosco più.» Si affrettò ad aggiungere. La sincerità di quell’ammissione fu liberatoria.

«Tesoro» Le disse Willow dolcemente. «Se non ti apri con qualcuno, non possiamo aiutarti.»

«E la stessa cosa che ha detto…» Si interruppe, prima di pronunciare il nome del vampiro.

«Chi te l’ha detto? Giles?»

«Sì, sì. Certo.» Disse e riprese a camminare nervosamente avanti e indietro.

La rossa non poté fare a meno di notare questo suo nuovo atteggiamento curioso. L’amica era solita rimurginare ferma e a braccia conserte. Quella era piuttosto la reazione tipica di qualcuno che non stava mai fermo, come Spike. Aprì la bocca per farle notare la stranezza e la chiuse subito.

Rifletté che si trattava del tipo di comportamento che –più o meno inconsapevolmente- si copia da una persona con cui si passa del tempo a stretto contatto. Le venne in mente che il giorno prima, dicendo che poteva infierire su qualcuno a cui Lydia teneva, aveva una strana luce negli occhi e aveva scambiato uno sguardo con Spike. Quando era tornata da Roseville, era con lui. E subito dopo se ne era andata via con lui, per controllare Lydia.

Tutto d’un tratto, c’era una strana alchimia tra loro. Riflettè anche che durante il soggiorno di Buffy a Roseville, il vampiro non si era più fatto vedere. Possibile che fosse stato con lei quei giorni, e che tra di loro fosse nata una relazione? Le cose acquistarono un senso, all’improvviso. Ed era comprensibile che Buffy non ne volesse parlare. Era quel genere di cose che non tutti i membri del gruppo avrebbero approvato.

«E’ Spike, non è vero?» Chiese d’impulso, sottovoce.

«Come?» Disse Buffy con un sussulto, cercando di reprimere il disagio

«Il ragazzo con cui ti frequentavi a Roseville. L’ho intuito.»

«Ma… Veramente….» Farfugliò la bionda, in evidente difficoltà.

«Non ti preoccupare, non lo dirò a nessuno. Ma può darsi che gli altri lo capiscano, come ho fatto io.»

Il tono di Willow era rassicurante e comprensivo e questo mise Buffy a suo agio.

Il telefono del negozio squillò, rompendo il silenzio, e Anya prontamente alzò il ricevitore.

«Qui è il Magic Box, come posso esserle utile?»

Willow si voltò impaziente verso l’ex demone. Buffy si chiese se stesse aspettando una telefonata.

« … Ah Tara, ciao… sì, è qui… Te la passo subito.»

Non ci fu bisogno di aggiungere altro, poiché Willow aveva già raggiunto la bionda con impazienza e le strappò il ricevitore dalle mani.

«Tara! Tesoro! Com’è andato l’esame? Dimmi tutto! … Un bel 30?! Wow! Allora stasera dobbiamo festeggiare! Avviso gli altri. Va bene per le nove e trenta, come al solito? Ti raggiungo immediatamente!»

Chiuse la chiamata e rivolse alle ragazze un sorriso raggiante.

«Stasera si festeggia al Bronze! Ce lo meritiamo un po’ di divertimento, no? Da quello che ha detto Lydia, il rito non si terrà prima di una decina di giorni. Quindi non siamo in emergenza e Giles non avrà nulla da ridire. Sei dei nostri, Buffy

«Ma certo!» Perché no, dopotutto.

«Fantastico! Allora dirò a Xander di invitare qualche collega single!» Disse Anya con falsa innocenza.

«Oh, non ce n’è bisogno! Davvero, non sono in cerca di un uomo…»

«Serve sempre un uomo in casa che sistemi le perdite del lavandino o aggiusti i serramenti!» Disse Anya con il dito alzato, dall’alto della sua esperienza millenaria.

«Anche se… credo che la carta del vampiro dal fascino immortale batta quella del carpentiere! Per citare qualcuno di nostra conoscenza. E, detto tra noi, credo che questo qualcuno abbia una bella cotta per te!» Concluse maliziosa.

Buffy e Willow si guardarono, ridacchiando. Era così evidente, quindi?

«Che ti avevo detto?» Disse la rossa.

 

***

 

«Devi berlo tutto d’un fiato!» Comandò Willow alla sua ragazza.

«Oddio, volete farmi morire?!» Disse Tara, davanti ad un bicchierone di frappè al cioccolato.

«Suvvia, neanche fosse un superalcolico!»

L’allegria delle ragazze aveva contagiato Buffy che, per la prima volta da quando era tornata, si sentiva davvero a casa. L’unica nota dolente erano gli sguardi glaciali che si rivolgevano Anya e Xander. Si evitavano in modo eclatante e quelle rare volte che si erano rivolti la parola, era stato solo per lanciarsi delle frecciatine acide.

La Cacciatrice scambiò qualche sorriso con il ragazzo che Xander aveva invitato.

Faceva un po’ di difficoltà ad inserirsi nel gruppo consolidato di amici, però sembrava una persona a posto.

«E’ proprio carino, non trovi?» Sussurrò una voce bassa e familiare alle sue spalle, facendola sobbalzare.

«Spike! Cosa ci fai qui?» Esclamò sorpresa, voltandosi, cercando di reprimere il brivido che le aveva provocato la voce dell’uomo. Le si era avvicinato senza farsi sentire, come un gatto, complice la confusione del locale.

«Ti ho cercata a casa e al negozio e poi ho immaginato che fossi qui. Perché non mi hai invitato?»

La solita espressione beffarda sul viso magro.

«Mi sembrava di essere stata abbastanza chiara, ieri sera.»

«Sì, certo. Vado a bere una birra alla tua salute, mentre continui a fare gli occhi dolci al marmocchio.»

La ragazza sospirò.

«Quel ragazzo ti infastidisce?» Chiese il “marmocchio”.

«Oh no, figurati. E’ un amico. Non farci caso...» Disse, agitando la mano.

«Sembravi tesa, quando si è avvicinato. E, detto fra me e te, mi sembra un tipo poco raccomandabile…»

Buffy trattenne una risata.

«E’ un tipo strano.» Ammise, con le labbra curvate in un sorriso affettuoso.

 

***

 

La serata al Bronze procedeva. Willow e Buffy commentavano esaltate le canzoni della nuova band che si stava esibendo. Tara le ascoltava timidamente senza interferire nei loro discorsi. Patrick, così si chiamava il collega di Xander, cercava di inserirsi nella discussione, facendo ampio sfoggio delle sue conoscenze nel campo musicale.

«Come fai a sapere tutte queste cose?» Chiedeva Buffy, mostrando ammirazione ed interesse.

«Oh, suono la batteria da anni. Ho avuto anche un piccolo gruppo con cui suonare, per un po’ di tempo.» Lui sorrideva, incantato dalla bellezza della ragazza. «Ma purtroppo si è sciolto presto. Gli altri ragazzi non avevano la costanza di fare le prove tutte le settimane e coltivare con passione quel progetto.»

Spike rosicava dall’invidia a qualche metro di distanza, sorseggiando lentamente uno scotch con sguardo assassino.

 

Le luci psichedeliche gettavano colori accesi sulle figure danzanti. I giovani di Sunnydale si scatenavano sulla pista da ballo, ignari che quella sera avrebbe potuto essere una delle ultime della loro vita. Le loro brevi (e magari insignificanti) vite si consumavano velocemente accanto a quelle dei demoni come Spike, gli ex-demoni come Anya e gli dei come Glory. Esseri che avevano la fortuna di calpestare la terra molto più a lungo e di vedere cose che molti esseri umani non immaginavano neppure.

Un cameriere portò ad un tavolo una bottiglia di spumante e la appoggiò di fianco alla torta che troneggiava sul tavolino. In mezzo alle montagne di panna montata e ai bignè, una scritta zuccherina e colorata annunciava goliardicamente la laurea del festeggiato.

Poco più in là, Anya e Xander avevano preso a litigare animatamente.

«Non capisco davvero perché vuoi lasciarmi!»

«Perché non mi desideri più!»

«Smettila di dire cose senza senso, ti prego!»

«Bene, allora mi farò il primo ragazzo che incontro!» Urlò la donna teatralmente, e si girò in modo brusco verso Spike, urtandolo, e per poco non gli rovesciò addosso il contenuto del bicchiere.

«Hai trovato proprio quello giusto!» Esclamò il suo ragazzo ridendo.

Anya rivolse al compagno uno sguardo tremendamente offeso e, ferita nell’orgoglio, decise di fargliela pagare.

«Baciami!» Ordinò al vampiro.

«Che cosa?!» Disse Spike, confuso.

«Baciami, ho detto! Devo far ingelosire Xander

Spike alzò il sopracciglio e guardò alternativamente lei ed il ragazzo moro, in cerca di spiegazioni.

«Avanti, non fare la bambina!» Disse questi, gesticolando nervoso.

«Non fatemi immischiare nei vostri fottuti problemi amorosi! Non sono il vostro giocatto--.» Il vampiro si interruppe, spalancando gli occhi, vedendo da sopra la spalla dell’ex demone che Patrick aveva appoggiato una mano sul fianco di Buffy, la SUA Buffy, e che lei non l’aveva respinto.

Quel piccolo gesto bastò a fargli vedere rosso e a perdere la ragione.

«Baciami!!» Ripete ancora una volta Anya.

Spike incollò lo sguardo sulle sue labbra si gettò su di lei, baciandola con trasporto, davanti ad uno Xander del tutto esterrefatto e a bocca aperta. Ma lo choc che lo immobilizzava durò poco.

«Che diavolo stai facendo, razza di idiota?!» Urlò poi, in preda alla collera.

Tutti si voltarono a quel grido rabbioso e rimasero sorpresi e ammutoliti davanti a quella scena.

«Wow, questo sì che era un bacio focoso!» Disse Patrick, completamente fuori luogo.

Xander prese Spike per un braccio e lo strattonò con violenza.

«Come ti sei permesso?!» Gridò.

«Ehi amico, me l’ha chiesto lei.» Disse Spike stringendo gli occhi, in aperto segno di sfida.

Willow strattonò Buffy, che se ne stava immobile e con gli occhi spalancati, sconvolta. Le suggerì disperatamente di fare qualcosa per impedire che i due ragazzi si azzuffassero in mezzo al locale.

La ragazza tornò in sé con difficoltà e intervenne, frapponendosi tra i due.

«Smettetela!» Urlò.

Guardò Spike con disprezzo e continuò «Ma cosa ti è saltato in mente? Fare una scena del genere davanti a tutti?!»

«Gliel’ho chiesto io, per fare un torto a Xander.» Disse Anya in sua difesa, con le braccia sui fianchi.

«Ti spezzo in due, “faccia da spigola”!» Tuonò questi.

«Usciamo subito di qui! Presto!» Ordinò Buffy, tirando il vampiro per un braccio senza nessuna gentilezza.

«Va bene sua maestà.» Sussurrò lui lascivo, gli angoli della bocca inarcati in un sorriso di vittoria.

 

 

Capitolo 14

 

 

Buffy trascinò Spike fuori dal locale, utilizzando l’uscita di servizio.

Il vicolo lurido era illuminato da un solo lampione. Sulle pareti degli edifici erano accatastate molte casse di legno e di plastica e i cassonetti dell’immondizia erano pieni fin quasi a scoppiare. Un posto buio e pieno di facili nascondigli, ideale per l’imboscata di un vampiro. La Cacciatrice aveva tutti i sensi in allerta.

Nella notte, era ancora più bella. Si muoveva in modo sensuale e naturale, come un gatto. I suoi capelli biondi e lisci splendevano. Spike se la mangiava con gli occhi, come sempre.

«Lo hai fatto per prenderti gioco di Xander o di me? In ogni caso, sei riuscito a fare star male entrambi.»

«Anya voleva far ingelosire Xander. Me l’ha chiesto lei.» Tentò di giustificarsi.

«Avete secoli alle vostre spalle, ma vi comportate come due bambini!»

Spike rise. «Il fatto che tu mi stia facendo una scenata di gelosia, è fonte per me di enorme soddisfazione!»

«Ti diverti a far star male la gente, eh? Per quanto hai intenzione di farmela pagare?»

«Vuoi forse dire che non te lo meritavi?»

«Io sì, ma non Xander. E sappi che quando ti comporti così, fai solo la figura del bastardo insensibile. Non certo qualcuno di cui andare orgogliosi, per esserci andata a letto.»

Il viso strafottente del vampiro incontrò quello ferito della Cacciatrice e si addolcì.

Aveva ragione. Non era in quel modo che avrebbe avuto la sua fiducia.

«Mi dispiace. Ti ho visto flirtare con quel ragazzo e ho perso la testa.»

Ammise lui, con i pollici che giocavano nervosamente con i passanti dei pantaloni. Glielo disse senza abbassare lo sguardo.

Buffy si perse nei suoi occhi sinceri e dannatamente intensi e a cui, abbinati con quell’espressione colpevole e dispiaciuta, avrebbe perdonato ogni cosa. Faceva sempre più fatica a resistergli, alla faccia di quello che gli aveva detto l’ultima volta che si erano parlati.

Fece un passo nella sua direzione, come ipnotizzata. Ma fu distratta all’improvviso da un gruppo di ragazzi, che passò dietro di loro correndo a perdifiato.

I due amanti si guardarono intorno e poi incatenarono di nuovo i loro sguardi, stavolta in modo interrogativo.

«Ragazzi...» Conclusero all’unisono.

Subito dopo, un secondo gruppo di ragazzi passò dietro di loro alla stessa maniera. I capelli della nuca di Spike si rizzarono. Anche Buffy percepì il pericolo.

«Questi sono vampiri, però. Andiamo!»

 

I demoni avevano appena bloccato i ragazzi in un vicolo cieco. Le loro risate crudeli rimbalzavano sulle pareti alte degli edifici, dando un tocco ancora più teatrale e spettrale alla scena.

Ad un tratto, sbucarono nel vicolo due giovani ragazzi biondi. Il più alto, che indossava un consumato spolverino lungo e nero in pelle, aveva i capelli ossigenati. La donna invece indossava una maglietta color porpora senza maniche e dei pantaloni neri e aderentissimi in pelle. Dal trucco appariscente, sembrava appena uscita da una serata in discoteca.

In poco tempo, grazie ai loro movimenti felini e fulminei, i vampiri divennero polvere. La loro tecnica e coordinazione lasciava immaginare che avessero combattuto fianco a fianco molte battaglie.

I ragazzi scapparono spaventati, senza neanche ringraziare.

Intendendosi con lo sguardo, senza dire neanche una parola, Buffy e Spike si corsero incontro e si baciarono febbrilmente.

 

Xander continuava a tamburellare con le dita sul tavolino, agitato.

«Io quello l’ammazzo. Giuro che l’ammazzo.»

«Oh, che parole piene di affetto per un’altra persona.»

Il ragazzo moro si girò nella direzione da cui era arrivata la voce. Non riconobbe subito la donna riccia dalle labbra piene e rosse, che aveva pronunciato quella frase con sarcasmo.

«E' buffo.... Sembrate tutti cosi contenti di fare parte di questo strano mondo, ma io vedo solo sei miliardi di folli che cercano di uscirne il più velocemente possibile. Chi di voi non è pazzo? Guardatevi attorno. Tutti si ubriacano, si drogano, si sparano. Si sparano tra di loro, oppure si sparano alla testa, perché non vogliono più avercela una testa.»*

«Glory!» Urlò Willow, allarmata, riconoscendo la Dea dalla sua aurea potente.

Glorificus li aveva colti decisamente impreparati.

Xander scattò in piedi. «Avverti subito Buffy. Dille di venire qui. Immediatamente!»

La strega si toccò le tempie con le mani e chiuse gli occhi per raggiungere Buffy in una sorta di viaggio astrale e comunicare con lei attraverso il pensiero.

 

Buffy!” Chiamò. Ma la mente della Cacciatrice non era ricettiva. Riuscì solo a percepire il cuore che batteva all’impazzata e dei pensieri confusi. “Spike…” continuava a ripetere.

 

Willow riaprì gli occhi, imbarazzata.

«Dov’è Buffy quando serve, cazzo!» Urlava Xander.

«Riprovo a mettermi in contatto con lei.»

La strega chiuse gli occhi di nuovo e si concentrò maggiormente. Questa volta provò ad entrare nelle menti di entrambi e lo fece con determinazione.

 

Buffy! Spike! Dovete tornare immediatamente al Bronze! E’ un’emergenza!”

I due ragazzi si immobilizzarono e si fissarono, stupiti.

«Hai sentito anche tu?»

«E’ Willow. Ci ha parlato telepaticamente. Dobbiamo andare!»

 

Appena la strega tornò in sé, vide con orrore che Glory aveva preso Tara e le stava immergendo le mani dentro alla testa per succhiarle il cervello.

«Nooooo!!» Urlò.

Con la forza della disperazione le lanciò un incantesimo e riuscì a fermarla, prima che la uccidesse.

Glory lasciò la presa e Tara si accasciò a terra, priva di sensi. La Dea rise e scomparve.

 

Quando Buffy e Spike li raggiunsero, dopo qualche minuto, trovarono Willow in lacrime che stringeva la compagna, in ginocchio.

«E’… E’…» Balbettò Buffy.

«E’ ancora viva.» Disse Willow, in un sussurro.

Tara aprì gli occhi e si guardò intorno. Il suo sguardo era completamente perso.

«Ti guarirò, amore mio… Troverò il modo…» Le sussurrò la strega.

Spike le mise la mano sulla spalla per confortarla.

Willow sobbalzò a quel contatto, diventando viola al ricordo di quello che aveva intravisto nella sua mente.

«Accidenti! Non toccarmi con quella mano con cui… oh, insomma!» Balbettò.

«Che ha fatto con quelle mani, scusa?» Chiese ingenuamente Xander.

«Oh!» Si affrettò a spiegare Buffy «Ha accecato un demone, schiacciandogli gli occhi!»

«Che romantico!» Disse Anya, e tutti si voltarono a guardarla incuriositi.

«Quando ero umana, ai miei tempi era considerato un onore se un ragazzo faceva un atto di coraggio uccidendo un demone davanti alla sua donna! Era la dichiarazione d’amore più ambita!» Spiegò.

«Bleah! Che schifo!!» Gridarono tutti all’unisono.

«Dichiarazione d’amore con occhi schiacciati… ahahah!» Disse Tara debolmente.

Buffy sgranò gli occhi e guardò Willow preoccupata.

«Tara si comporta come una ragazza Down. Dice cose senza senso.» Spiegò «Glory le ha fatto dei danni irreparabili al cervello.»

La rossa continuava ad accarezzare i capelli dell’amata con dolcezza, mentre delle calde lacrime le scendevano sulle guance.

 

 

* Spero che la citazione di Glory sia giusta. L’ho trovata su internet, senza controllare l’originale.

 

 

Capitolo 15

 

 

Buffy varcò la soglia della stanza del campus che Willow e Tara dividevamo all'università.

La camera era di media grandezza e vi si poteva respirare un'aria femminile e accogliente, piacevolmente aromatizzata con un profumo d'ambienti fruttato.

Sembrava la tipica stanza di due adolescenti, tranne per la capiente libreria piena di volumi sulla magia e le scienze occulte. Vi si potevano distinguere due comodi letti, due armadi separati per i vestiti, un piccolo frigo, una scrivania e tanti simpatici poster appesi alle pareti.

Sul comodino pendevano da un vaso di vetro colorato alcuni fiori di campo.

La semplicità e armonia di quel piccolo covo erano la sua bellezza. Così come per quei fiori, colti dalla rossa quella mattina, a cui aveva aggiunto alcune spighe di grano per creare una composizione più costruita e che le ricordavano il colore dei capelli della sua compagna.

Il loro amore era così. Semplice e spontaneo, come era lei. E di una dolcezza infinita.

Ma ora le appariva in tutta la sua fragilità.

Buffy notò i libri ingialliti sparsi sulla moquette e i numerosi fogli scritti a mano sulla spaziosa scrivania in legno.

«Mi dispiace di avervi disturbato ieri.» Disse Willow, continuando a stringere delicatamente la mano della compagna.

La ragazza sollevò il volto verso l’amica e si alzò dal bordo del letto dove riposava Tara.

«Oh…»

«Non avrei dovuto entrare così nelle vostre menti… ma era un’emergenza.»

«Lo so. Noi non dovevamo--»

«No! Certo che dovevate… Cioè, non sto criticando affatto quello che stavate facendo!»

«Volevo dire che non dovevamo allontanarci troppo. Dovevo prevedere che Glory avrebbe fatto una mossa del genere. Mi dispiace di non essere stata con voi al momento opportuno. Che per chiamarmi hai dovuto distrarti e Glory ha potuto colpire Tara.»

Willow le prese le mani tra le sue.

«Figurati Buffy, nessuno pretende che tu sia ovunque! Ed è giusto che ti prendi un po’ di tempo per te stessa!»

«Davvero?»

«Certo! Noi possiamo solo immaginare come ti devi sentire ad avere tutta quella responsabilità sulle spalle. Per questo ti stiamo vicini e cerchiamo di aiutarti.»

«Io… a volte credo di comportarmi da egoista…»

«Ascolta… Tu non potevi sapere che Glory avrebbe colpito in quel momento. E penso che sia giusto che ti ritagli dei momenti da dedicare alla tua vita privata. Altrimenti impazziresti! Capisco benissimo che hai avuto il bisogno di stare da sola per un periodo e ai miei occhi non sei diventata un’egoista per questo! Semmai lo sei stata nel momento in cui hai voluto allontanare tutti dalla tua vita, quando sei scappata dalle tue responsabilità e sei andata a Roseville. Ma quando abbiamo chiesto il tuo aiuto sei tornata subito. Quindi… sei perdonata!»

«Grazie.» Buffy stringeva le mani di Willow e sorrideva confortata.

«E hai bisogno di una persona che ti supporti e che ti dia la forza per affrontare tutte le difficoltà della vita di una Cacciatrice! Soprattutto dopo quello che hai perso di recente. E intendo una persona che sia qualcosa di più di un amico!» La rossa le sorrideva, mostrando tutta la sua ammirazione e approvazione.

«Questa cosa con Spike è… non lo so…» La bionda arrossì.

«Accidenti Buffy! E’ una cosa bellissima!»

«Eh…

«Quando sono entrata nelle vostre menti ho percepito i sentimenti che vi legano! Oh Buffy, sapessi quanto lui ti adora! Ti ama veramente, credimi! E anche tu provi del sentimento per lui! Non capisco perché non me ne hai mai parlato!»

«Io… Beh…»

«Posso dare io la notizia alla gang?!»

«Oh no!! Cosa direbbe Giles! E Xander? Dopo quello che è successo con Anya…»

«Io credo che Giles, Xander e chicchessia siano maturi abbastanza da capire che se due persone si amano veramente, se hanno quell’alchimia, quella passione, se si completano così meravigliosamente a vicenda, non ha davvero senso ostacolare la loro unione! Pensa a me e Tara. Noi stiamo bene insieme e ce ne siamo sempre fregate dell’opinione degli altri!»

«Hai ragione…» Buffy abbassò lo sguardo sulle loro mani intrecciate. Poi guardò l’amica negli occhi e sciolse quell’intreccio, desiderandone uno più profondo. Allargò le braccia in direzione dell’amica e la strinse forte.

«Willow, ti prometto che non scapperò più! Allontanarmi dagli amici e dalle responsabilità mi aveva dato un sollievo temporaneo… ma ho capito che è stare con le persone che mi amano che mi fa stare bene!»

«Buffy!» L’amica ricambiò l’abbraccio e tutto l’affetto sincero che questo sprigionava.

«Vorrei che tornassimo le amiche inseparabili di prima! Vorrei avervi più vicino! Ti va di trasferirti a casa mia con Tara?! E’ così vuota adesso!»

«Oh! Sarebbe stupendo! E, ascolta, non ha davvero senso che tu tenga questo peso dentro di te. Che dobbiate nascondere quello che c’è tra di voi.»

Willow si accorse che Buffy stava singhiozzando sopra la sua spalla e la allontanò da sé per guardarla negli occhi.

«Buffy? Che cosa c’è?»

«C’è anche un’altra cosa che ti ho tenuta nascosta. Non volermene troppo a male…»

«Di che cosa si tratta?»

«Di Dawn

 

***

 

La porta d'ingresso del Magic Box sbattè, richiamando l'attenzione della biondissima cassiera.

Spike cercava maldestramente di levarsi la coperta da sopra la testa, dando vita ad una delle scene più esilaranti che avesse mai visto.

«Non ti conviene spostarti di notte?» Suggerì Anya, tamburellando con una penna sul blocco di carta degli ordini d'acquisto.

«Sto cercando Buffy

«Che novità! Comunque, non è qui. E dovresti finirla di correrle dietro a quel modo. Sei ridicolo e patetico, lasciatelo dire.»

«Per quanto adori la tua schiettezza, ora mi sono offeso.» Spike mise teatralmente il broncio e  puntò le mani sui fianchi.

«Voglio dire, ci sono tanti pesci nel mare. C'è altro di disponibile ora...»

Spike sgranò gli occhi.

«Ecco, perché non parliamo del tuo di comportamento? Ieri sera al Bronze non mi è piaciuto come mi hai usato per litigare con Xander

«Credevo ti fosse piaciuto.» Rispose lei ammiccando.

«Ok, mi dispiace. Ne ho approfittato anche io per attirare l'attenzione di un'altra persona. Ma in quel bacio non c'era niente altro.»

«Per me sì.»

«Gesù, Anya! Sei fidanzata con Xander

«Non più.»

Il ragazzo biondo la guardò interrogativamente.

«Che è successo?» Disse, prendendo posto su una sedia.

«Oh, beh... Era da molto che le cose non andavano. Che non era più come prima.»

La donna parlò sistemando nervosamente le fatture e i quaderni sul tavolo.

«Da molto?» Spike sorrise «Strano che un ex demone millenario parli di qualche anno come “molto”!»

«Ehi, sono una mortale adesso! E davanti alla brevità e alla fragilità di questo corpo, non posso permettermi di perdere tempo con un tontolone che non è sicuro di sposarmi e che ormai mi vede solo come una cameriera!» Sbottò lei con frustrazione.

«Che hai da ridere?» Aggiunse poi, davanti alla fragorosa risata del vampiro.

«Anyanca… Credo che in tutti questi secoli tu abbia visto di tutto e di più… Non mi pare il caso che ti lamenti per la brevità della tua vita! Ed è così spassoso vederti in difficoltà davanti alle questioni amorose! Un ex demone che per quasi un millennio ha realizzato le vendette delle donne sugli uomini con ogni genere di maledizione! Riconoscerai che non capita tutti i giorni!»

La bionda sorrise, finalmente rilassata. Spike era riuscito a metterla a suo agio.

«Oh, se è per questo non capita tutti i giorni di incontrare un vampiro innamorato di una Cacciatrice!»

«Credimi, io e te avremmo potuto formare una bella coppia!»

«Verissimo. E siamo ancora in tempo, sai...»

Il vampiro la guardò con la sua espressione più dolce, continuando a sorriderle.

«Bene… Credo proprio che me ne tornerò alla mia cripta a guardare un po’ di tv… Questi orari sfalsati tra vampiri ed umani sono una scocciatura! A presto.»

La donna rimase affascinata a guardare la camminata felina dell’uomo e lo seguì con lo sguardo mentre raccoglieva la coperta e si preparava ad uscire di nuovo sotto la luce del sole.

Pensò che fosse davvero un peccato che lui fosse così perdutamente innamorato di Buffy.

 

***

 

«E’ sporco. Tutto sporco. E anche io. Sporca. E cattiva.» Diceva Tara, cercando con le mani di strofinare delle macchie invisibili sui pantaloni della tuta.

Willow indossò il giubbino nero con il collo di pelliccia e rivolse uno sguardo carico di apprensione alla compagna di corso che si era gentilmente offerta di prendersi cura della sua fidanzata.

«Non ti preoccupare Will, penso io a lei.» La rassicurò.

Buffy le prese la mano per farle coraggio ed entrambe salutarono le ragazze e uscirono dalla stanza.

Era facile immaginare che Glory, dopo aver succhiato il cervello di Tara e aver saputo della mossa di Lydia, volesse cambiare i suoi piani e anticipare il rito. Dovevano assolutamente scovarla e capire cosa aveva in mente. Speravano anche di trovare un modo per guarire Tara.

Le due ragazze camminarono fianco a fianco per tutta la lunghezza del vialetto del campus, attirando gli sguardi degli altri studenti. Con il passo deciso, lo sguardo fiero e combattivo, erano bellissime da vedere e sembravano proprio due guerriere di altri tempi. I loro potenti poteri di Cacciatrice e di strega, che erano già temibili di per sé, avrebbero lavorato fianco a fianco nella lotta contro Gloryficus.

 

Raggiunsero a piedi la villa nei pressi della quale Buffy aveva fermato e sconfitto il demone serpente. Erano sicure che il covo di Glory si trovasse nei paraggi.

 

 

Capitolo 16

 

 

Come avevano immaginato, Glory abitava in quella lussuosa villa, circondata da tutte le comodità e da una schiera di bassi e disgustosi servitori. Scoprirono anche, con somma disapprovazione, che Lydia faceva nuovamente parte del suo entourage.

Entrarono facendo molta attenzione e si nascosero in un punto dove potevano ascoltare e tenere d’occhio la Dea.

 

«Questa dimensione è piena di schifezze, ma i bagni di schiuma sono grandiosi!»

Gloryficus si alzò dalla vasca e prese l’asciugamano che le porgeva Lydia, avvolgendolo sul suo corpo. Tre piccoli e rugosi servitori stavano in piedi vicino alla vasca con una benda sugli occhi.

Uno di loro teneva in mano una scatola di cioccolatini aperta e un altro un piattino d’argento con sopra un bicchiere con un cocktail fruttato.

Glory si avvicinò alla sedia e prese il vestito rosso senza maniche che aveva preparato in precedenza, indossandolo.

Non appena la Dea diede loro il permesso di togliersi le bende, i servitori la accerchiarono immediatamente.

«Vostra magnificenza, mi permetta.» Disse uno di loro.

La donna si girò di schiena e lasciò che quel piccolo mostro le chiudesse la cerniera del vestito.

«Mia signora.» Disse Lydia «Mi chiedevo se il nostro patto fosse ancora valido.»

«Certo. La ricompensa per i tuoi preziosi servigi è garantita.»

«Mi chiedevo se potevo modificarla. Chiedere qualcosa di diverso.»

«Cercherò di accontentarti. Di che cosa si tratta?»

Gli omuncoli guardavano l’osservatrice con disgusto ed invidia. Perché, con tutto quello che avevano fatto fino ad allora, non erano trattati in egual maniera?

«C’è un uomo che mi interessa e che vorrei per me.»

«Oh. Devo riconoscere che in questo mondo ci sono dei cervelli deliziosi. Anche quello della streghetta bionda lo era. Mi sono sentita così su di giri, dopo averla mangiata!» Disse la Dea, emozionata al ricordo del potere mentale che aveva assaggiato.

«E’ un vampiro.» Rivelò Lydia, facendo una pausa ad effetto.

«Beh, per chi mi hai scambiata? Per una fattucchiera? Io non faccio filtri d’amore!»

Glory prese una collana d’oro dall’astuccio che le porgeva un servitore e lasciò che un altro gliela chiudesse dietro alla nuca. Osservò il risultato davanti allo specchio che le teneva un terzo.

Tutto questo senza nemmeno accorgersi della delusione che si dipingeva sul volto della ragazza.

 

Ad un tratto tutta la casa iniziò a tremare, come se fosse in atto un terremoto.

Alcune statuette etniche di valore caddero dalle mensole, frantumandosi sul pavimento e attirando l’attenzione dei presenti.

La porta del corridoio si spalancò e rivelò una strega con gli occhi neri assetati di sangue.

«Willow! No!» Urlò Buffy, tentando inutilmente di calmarla.

Erano venute là per spiare le mosse della donna e non per affrontarla direttamente. Credeva che non fossero ancora pronte per quello.

«Disintegra.» Ordinò la strega, mandando in frantumi il grande specchio alla parete su cui Glory usava ammirarsi con tanta frequenza.

I pezzi di vetro schizzarono per tutta la stanza e colpirono di striscio anche il corpo della donna riccia.

«Tara non è un bocconcino delizioso per schifose Dee come te!»

La strega lanciò dei fulmini di energia, ma l’unica reazione che provocò fu una risata fragorosa.

«Sai fare solo questo?»

 

Nel frattempo Buffy si era avvicinata all’osservatrice. Il suo sguardo palesava tutto quello che pensava di lei. E, come se ce ne fosse bisogno, lo espresse anche a parole.

«Mi fai schifo. Più ti conosco e più mi schifano le tue azioni e i tuoi pensieri. Come puoi chiedere di forzare i sentimenti di una persona?! Soprattutto quelli dell’uomo che dici di amare! Saresti capace di stare con lui, con il dubbio se ti ami veramente o stia con te solo per un incantesimo?!»

Lydia fece una smorfia e si rivolse sarcastica alla sua avversaria.

«Ma sentitela, Miss perfettina-paletto-facile. Chissà cosa avrebbe chiesto al mio posto. Una nuova balestra? Lei che ha già tutto quello che desidera, persino l'amore della persona che non merita!»

Gli occhi verdi della Cacciatrice divennero una fessura.

«Quello che ho, me lo sono guadagnato. E, sai una cosa? Se avessi la possibilità di esprimere un desiderio, chiederei di non desiderare nulla.»

Lydia la guardò interrogativamente.

«Hai capito bene. Chiederei di non voler desiderare nulla. Di non avere rimpianti. Vorrei poter dire di essere felice della mia vita, invece di lamentarmi continuamente. Tu desideri ardentemente una vita fuori dal comune, piena di avventura e di demoni. Io invece, che ce l’ho, rimpiango di non avere una vita normale. Rimpiango di non essere riuscita a finire l'università. Rimpiango il tempo che avrei potuto passare con mia madre invece di fare le ronde al cimitero. Rimpiango di non essere abbastanza forte da poter affrontare Glory da sola e di aver dovuto sacrificare mia sorella per questo. Rimpiango di non riuscire a tenermi un uomo. Rimpiango di essere stata distante dai miei amici nell'ultimo periodo, credendo di essere l'unica ad avere dei problemi. Non passa giorno che io non pensi al disastro che è la mia vita. Vorrei solo poter essere felice di quello che ho e che ho avuto sin ora. Poter dire che ho già tutto quello di cui ho bisogno e non desiderare nient'altro.»

Le due ragazze si fissarono per un lungo momento in silenzio e furono distratte solo dalle voragine che si creò improvvisamente in mezzo al pavimento e che le costrinse a correre vicino alle pareti, percorse anch’esse da numerosi crepi verticali.

 

In mezzo alla stanza si era formata una specie di tromba d’aria e Willow e Glory combattevano a colpi di magia dentro quella spirale. Numerose scariche elettriche partivano da essa e raggiungevano il pavimento e le pareti della stanza, disintegrandoli un poco alla volta.

Ad un certo punto l’elettricità nell’aria fu talmente alta da far scoppiare tutti i vetri dei serramenti della villa.

La Dea riuscì a colpire la strega con un forte schiaffo, gettandola a terra. La spirale si fermò e la donna si guardò attorno, calcolando velocemente i danni alla struttura.

«Questo posto ormai è inservibile. Andiamocene.» Disse, e si avvicinò a Lydia, afferrandola per una mano.

«Non ho finito con voi.» Aggiunse poi in direzione delle due ragazze, poco prima di lanciarsi contro il muro e spaccarlo con una gomitata, trascinando via Lydia.

 

Buffy raggiunse Willow e la aiutò a rialzarsi.

«E’ tutto ok?» Le chiese in un soffio.

La strega ansimava e teneva gli occhi neri spalancati, ma sorrideva.

«E’ molto potente, ma mi teme!» Riuscì a dire alla fine. «Ci teme, Buffy! Significa che abbiamo qualche speranza di batterla!»

 

 

  
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