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Autore: TonyCocchi    01/02/2012    5 recensioni
Inghilterra e Francia sono in missione diplomatica a Roma, per incontrare per la prima volta questo “Duce” che vuol cambiare l’Italia e farla diventare produttiva, ricca e potente. C’è da preoccuparsi per i soliti Veneziano e Romano allora?
Genere: Comico, Demenziale, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hetalia - Mussolini e Italia

Ciao a tutti! Stavolta premetto solo che questa piccola fic è una pura e semplice cavolata che mi è venuta mentre studiavo microbiologia dopo aver visto alcuni capi di stato in versione Hetalia su Deviantart… Quel sito è una miniera di ispirazioni, ma speriamo non siano tutte sceme come questa…

Non anticipo nulla, godetevela!

 

PS: GERMANIA X ITALIA ORA E SEMPRE!

 

 

 

Non appena scesero dall’automobile che li aveva scortati lì dall’aeroporto, un ufficiale con il fez in testa li salutò battendo il tacco e sollevando la mano nel saluto “tipico”…

“I signori Arthur Kirkland e Francis Bonnefoy?”

“Si.” rispose Arthur per entrambi.

“Vogliate seguirmi: il Duce d’Italia, Benito Mussolini, vi attende.”

“Tres bien, direi.” annuì Francis guardando il compagno di viaggio.

Con l’ufficiale che faceva loro strada, testa alta e petto in fuori, come si trovasse a una qualche parata militare, Inghilterra e Francia entrarono così a Palazzo Venezia, approfittandone dapprima per rifarsi gli occhi con la bellezza architettonica del posto, e poi per scambiarsi due paroline sottovoce.

“Certo che questo “fascismo” ha proprio preso gli italiani.” –esordì Francis con un’occhiatina al tipo davanti a loro- “Hai notato dall’auto tutta quella gente nei campi sportivi? E hai sentito del progetto di bonifica delle Paludi Pontine? Indubbiamente questo nuovo capo ha delle idee e le mette in pratica.”
“Io ho sentito piuttosto delle limitazioni alla libertà di stampa e di espressione, e degli oppositori malmenati e purgati; è di quello che mi preoccupo.”

“Si, non è esattamente il massimo come democrazia…”
“Non è per niente democrazia!” lo rimbeccò, ma badando di non farsi sentire.

“Però il tuo campo sembra apprezzare davvero questo tipo, Mussolini.”

“Già…”
“E c’è da dire che l’Italia è molto più efficiente dall’ultima volta che ci siamo passati.”
“Per questo siamo qui: se l’Italia continua su questa strada potrebbe diventare un alleato economico e militare molto importante per noi.”

Francis sospirò: “Sarà… Io però ho un po’ paura…”
“Paura di cosa?”

“Che poi Italia, cioè, i fratelli Italia, cambino! Sono così dolci, ingenui, simpatici… Te li immagini ora con il nuovo capo? Severo com’è potrebbe aver vietato loro di dormire sul lavoro! Magari anche di mangiare la pasta! Oh, cielo, sarebbe orribile!”

“Ah, è di questo che ti preoccupi tu…”
“Puoi scommetterci!” –esclamò Francia con una mano stretta sul cuore- “Non sopporterei di vedere Veneziano cambiato in un tronfio soldatino attaccabrighe… e gran lavoratore! Urgh! Ma te lo immagini?”

 

Mente di Francia…

Veneziano che fa il saluto fascista: “Guardami Francia! Ora sono un paese grande, forte e popoloso! Forse un giorno diventerò anche più grande, forte e popoloso di te!”

Romano che fa il saluto fascista: “E tra parentesi, la cucina italiana alla tua non se la vede proprio!”

E poi i loro saluti fascisti che si trasformano in un sentito “TIÉ!”

 

“Oh, noooooo! Ditemi che non sarà così!”
“Non so se sei scemo o cosa…”
“Andiamo, Inghilterra! Non dire che non ti stiano simpatici!”
“Beh, se intendi che ravvivano l’atmosfera…”
“Appunto! E se anche loro venissero contagiati dal nuovo capo e questa sua sbobba nazionalista? Non li riconosceremo più! Sigh!”
Inghilterra pensò che in effetti, al di là dei vantaggi di avere dalla propria parte Veneziano e Romano in versione “seria” (e cattivella…), l’allegria alle riunioni della Società delle Nazioni ne avrebbe certamente risentito.

“Oh, il mio povero Veneziano (e anche quell’altro lì…)!” continuava a sospirare preoccupato Francia accanto a lui!

Poco dopo, l’ufficiale prese parola: “Signori, siamo arrivati: il Duce vi attende nel suo studio, oltre questa porta.”

“Molto bene. Francia, ricomponiti!”

“Eh? Ah, si…”

Riguadagnato il proprio contegno (erano comunque lì per lavoro, non per una scampagnata), Francia si preparò a fare la conoscenza dell’uomo che, a quanto pareva, voleva cambiare da così a così il suo tanto tenero vicino di casa.

“Sigh, andiamo a vedere un po’ come ce li ha ridotti questo nuovo capo!”

L’ufficiale aprì e i due ambasciatori fecero con lui un passo nella stanza.

Fece il saluto: “Mio Duce! Sono giunti i…”

 

Ad accogliere i tre, prima di ogni altra cosa, fu la musica di un grammofono…

 

http://www.youtube.com/watch?v=srn_ruaXYj4

 

Jammo, jammo,
'ncoppa jammo ja'...
Jammo, jammo,
'ncoppa jammo ja'...

 

“???”

“!!!”

“?!?!?!”

La scena era la seguente...

La scrivania era stata trasformata in tavolo da pranzo con una tovaglia bianca, e a questo stavano seduti, al centro in poltrona, il Duce, alla sua sinistra Romano, e alla sua destra Veneziano.

I tre, sentita aprire la porta si erano bloccati con gli occhi spalancati verso di essa, colti sul fatto, in canottiera bianca e pantaloni, o a succhiare spaghetti al sugo o col bicchiere di vino rosso alla bocca!

 

Funiculí - funiculá,
funiculí - funiculá...
'Ncoppa jammo ja',
funiculí – funiculá!

 

Al che scattarono come ladri in fuga!

Il duce succhiò quanto restava della forchettata, afferrò il proprio piatto e lo nascose in uno dei cassetti della scrivania, poi presa l’uniforme dallo schienale della poltrona iniziò ad abbottonarsela freneticamente!

Romano finì il bicchiere, agguantò il fiaschetto di rosso e, acchiappati i lembi della tovaglia, fece della tavola imbandita un grosso fagotto macchiato di sugo che faceva un chiaro rumore di stoviglie!

Mentre il fratello andava a nascondere dietro una pianta in vaso il fagotto, Veneziano nascose anche lui il proprio piatto sotto il tavolo, afferrò la propria divisa e corse a togliere la puntina al grammofono!

 

Se n'è sagliuta, oje né', se n'è sagliu… (---)

 

Mentre i due ambasciatori e l’ufficiale (paralizzato nella posa del saluto romano) parevano aspettarli (troppo sgomenti per reagire), il due fratelli tornarono subito ai due lati del loro Duce, il quale cercava, con la pelata lucida di sudore, il proprio cappello, scoprendo poi che se l’era messo in testa Veneziano: gli mollò uno scozzetto sul collo e si coprì la testa mentre il ragazzo si massaggiava il collo!

Messosi abbastanza in ordine, il dittatore d’Italia ricambiò il saluto dell’ufficiale.

Romano lo vide e salutò, non mancando di battere il tacco mettendosi sull’attenti.

Veneziano invece si era messo a fare “ciao” con la manina, quindi Romano gli mollò un secondo scozzetto dietro il collo, e il poverino, si decise a salutare come si deve!

Poi siccome si era messo a fare l’imitazione del Duce sollevando il labbro inferiore per far risaltare il mento, quest’ultimo provvide alla terza razione di sberle per farlo smettere!

“……”

Il successivo silenzio imbarazzante fu rotto dall’altisonante (e dialettale) voce del duce!

(NDA: Dialetto emiliano!): “Oé, Italo! E alora? Cos’è, non si usa più bussare?”

“M-mi perdoni, mio Duce!”

“Va che t’aggiusto io! Vié un po’ qui te, vié!”

Il soldato deglutì, aspettandosi chissà quale punizione… Magari sarebbe stato degradato!

Invece, il Duce aprì il cassetto della scrivania e gli consegnò il suo piatto di spaghetti con la forchetta infilzata dentro!

“Tò! Vammeli a mettere in caldo! E t’avviso, ne! Se ci dai anche solo un assaggino ti mando al confino, eh? Và, patacca, muovete!”

“Si, mio duce!” salutò battendo il tacco, e corse via col piatto in mano.

“……”

“…… Comodi ragazzi…” fece il duce alle due Italie che, nel dubbio, stavano continuando a tenere il braccio alzato nel saluto. Veneziano, per sicurezza, lasciava una mano a proteggersi il rossissimo collo…

“Alora, signori… Accomodatevi!” fece il duce ai due diplomatici, sperando non notassero la pagnotta lì per terra che cercava di spingere via col piede!

 

“Che dicevi su Italia che poteva essere contagiato?”
“Niente…”

 

 

 

Spero non vogliate uccidermi per questo! XD

Malgrado abbia, tramite Francis, espresso come dei “punti a favore” del ventennio, non giustifico affatto il fascismo, anzi; in quanto storico semplicemente cerco di essere obiettivo, evidenziando anche gli aspetti che già allora erano considerati “positivi” della dittatura (Churchill, il capo di Inghilterra allora, stimava realmente l’operato dei fascisti in Italia).

Si, ho messo Veneziano e Romano a tu per tu con Mussolini, e si, il mio Mussolini parla con evidente accento emiliano ed è alquanto OOC! XD

Ma chissà, era un dittatore ma anche un uomo, e un uomo italiano: forse in fondo era realmente così!

Mi piace averlo reso così umano, è stato divertente e a suo modo satirico.

Alla fine l’Italia, che doveva essere cambiata dal fascismo, ha “italianizzato” lo stesso Duce! Spero che la trovata vi sia risultata spiritosa e non abbia indispettito nessuno.

Alla prossima!

PS: GERMANIA X ITALIA ORA E SEMPRE!

 

PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
  
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