Dalla prima volta che lo vide al Grande Tempio, Camus entrò nei pensieri di Milo, e per qualche strano motivo non riuscì più ad uscirne. Probabilmente Milo era uno dei pochi amici dell’introverso Acquario, forse l’unico vero amico che avesse, forse perché anche lui cercò di avvicinarsi il più possibile a quel greco dai capelli dorati o forse perché Milo voleva a tutti i costi conquistarsi la sua fiducia. Al primo sguardo entrambi capirono che non potevano stare lontano l’uno dall’altro e così non opposero resistenza a quella amicizia voluta dalle stelle. Naturalmente a fare il primo passo fu Milo, che era conosciuto per stringere amicizia anche con i sassi. Ma riuscire a penetrare quel cuore di ghiaccio si dimostrò più difficile del previsto: sicuramente pensava fosse molto meno introverso; ma Milo amava le sfide, soprattutto quelle che si dimostravano impossibili, così alla fine riuscì a conquistare la fiducia di Camus, che si dimostrò molto più dolce e amichevole di quello che sembrava. Dall’altra parte, Camus, preferiva rimanere solo per paura di soffrire e quindi riuscire ad avere la sua fiducia era difficile, ma Milo ci riuscì e così diventarono veramente inseparabili. Con il passare del tempo entrambi si accorsero che la loro era più di un’amicizia qualunque. Milo, come al suo solito, fece il primo passo, perché sapeva che dal suo timido amico non se lo poteva aspettare; così, qualche settimana prima dell’investitura a cavaliere, chiamò Camus dicendo di dovergli rivelare una cosa importante e che non poteva sapere prima di quella sera. Camus quella sera arrivò alla casa dello Scorpione non avendo la minima idea di quello che voleva dirgli Milo. Appena lo vide arrivare Milo gli andò in contro e, dopo essersi assicurato che non li avesse seguiti nessuno, fece entrare Camus. Con aria molto seria, così strana per Milo, il futuro cavaliere dello Scorpione gli rivelò il suo amore. L’Acquario, dopo aver sentito le parole di Milo, decise che era meglio confidarli a sua volta il suo amore. Al seguito di quel giorno ne vennero molti altri, diventarono cavalieri, combatterono molte battaglie nel nome della giustizia, nel nome d’Atena; ma loro continuarono ad amarsi e a sostenersi a vicenda, ma non sapevano che questo sarebbe finito presto. Al Santuario giunsero cinque cavalieri di bronzo a disturbare la pacata quiete della città di Atene. Alcuni cavalieri d’oro morirono. Tra questi c'era anche Camus, morto per mano del suo adorato allievo Hyoga. Da quel giorno Milo si fece spesso la stessa domanda piangendo “Che senso avrebbe avuto una vita intera davanti, senza di Camus? Anche se fosse stata una vita lunga, sarebbe stata senza senso, senza uno scopo preciso”. Spesso si chiedeva anche cosa avesse fatto di male per rimanere senza il suo amore. In quei giorni piangeva spesso, perché a cosa sarebbe servita ormai la sua vita se non a piangere la morte di Camus? ______________________________________________________________________________________________________________ Salve a tutti. Spero vi piaccia la storia, è un po' triste, lo so ma credo sia caruccia. Vi prego di darmi la vostra impressione nelle recensioni. Questa é la prima volta che scrivo una fanfiction su Saint Seiya e ho pensato che non potevo non iniziare con Camus e Milo.