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Autore: Chaike    01/02/2012    1 recensioni
Stavo riascoltando questa canzone di Minutes to Midnight e boh, mi è venuta voglia di farci una fanfiction :3
Ecco come è nata Leave Out All the Rest ...
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chester Bennington, Mike Shinoda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Hybrid Theory, un nome, un capolavoro. Sì, questo è il mio primo album con i Linkin Park.
Trenta cinque mila e passa copie vendute, disco di platino, primi nelle top ten, un successone.
Il mio album è il migliore.
Modesto? No, realista!
Il nostro è un genere unico, non siamo dei fottuti poser, commerciali e come cazzo volete voi!
Il mio album è un capolavoro, avete qualcosa da ridire?! » dico sbattendo la mano chiusa sul tavolo davanti agli intervistatori e a noi che ci siamo seduti dietro, sporgendomi  in avanti. Mi guardano spaventati, come se li stessi minacciando on una pistola ed io sono uno psicopatico in crisi esistenziale.
La mia pistola è la mia rabbia, il mio proiettile è la mia voce.
« S-Signor Bennington? » chiede l’attenzione un giornalista intimidito dalla mia reazione, e mi piace … « Adesso che è finito il tuor comincerete subito la realizzazione di un vostro secondo album o smetterete? »
Smetteremo? SMETTEREMO?? Cazzo a questo gli salto addosso e gli spacco la faccia! Per cosa cazzo mi ha preso, per una fottuta meteora, che dopo il primo album sparisce dalla circolazione come un coglione?
Non so che espressione abbia io in questo momento, so solo che sta esprimendo rabbia e voglia di uccidere. Sto per saltare il tavolo e strangolarlo …
« Prima i riposeremo » interviene Mike, che mi spinge verso la sedia. Mi guarda male, ma chi se ne frega! Ho ragione ad incazzarmi così …
« Prima avviamo bisogno di staccare la spina, il tuor non è stato certo una passeggiata. Dopo un breve periodo di qualche mese ci riorganizzeremo. » continua Brad.
Sbuffo e mi strofino la faccia. La rabbia mi è saltata addosso in pochi secondi, senza che qualcuno dicesse qualcosa …
Ho parlato solo io e mi sono pure incazzato!
Devo uscire da qui e andarmi a fare una canna … Tra quanto finisce questa maledetta intervista??
Joe sta parlando di non so che cosa, non lo sto ascoltando.
Guardo a destra: c’è un bodyguard che blocca l’uscita.
Guardo a sinistra: non c’è nemmeno l’uscita.
Guardo gl’intervistatori: tutti attenti che prendono appunti, come se Joe fosse il loro insegnate e loro gli alunni. Alcuni con braccia tese verso di lui con registratori in mano, alcuni con telecamere o con macchine fotografiche.
La gamba comincia a fare su e giù nervosamente, tremo. Sono in astinenza da droga, cazzo!
Joe finisce di parlare. Ci guardiamo, chiedendoci di cosa potremmo parlare.
Non ce la faccio più. Ne ho bisogno, ora!
« L’intervista è terminata » dico alzandomi in piedi e avviandomi verso l’uscita bloccata dal bodyguard, che al mio passaggio si sposta.
Lascio tutti lì, senza dire nient’altro.
Gli altri si guardano e alzano le spalle. Ormai che c’era di altro da dire? Così escono pure loro.
Escono che io sono già fuori ad accendere una canna. Dio quanto mi è mancata, anche se non me ne faccio una solo da ‘sta mattina.
Rob e Dave mi raggiungo ed in tre secondi sono con una canna in bocca.
Mike si avvicina e mi fissa schifato.
« Che vuoi? » sbotto.
« Che voglio? Che cosa ti piglia Chester? »
Che cazzo vuol dire?
Lo guardo perplesso, allora continua « Come diamine ti è saltato in mente di rispondere in quel modo all’intervistatore? Gli stavi per andare addosso per staccargli poi la testa a morsi! E questo tuo egocentrismo? Da dove salta fuori?? Poi interrompere così l’intervista dicendo che era finita? Tutto solo per questa stupida canna? »
« Non avevamo un cazzo da dire! » alle altre sue osservazioni non so rispondere …
« E allora? Se gl’intervistatori avevano altro da chiedere? E poi, scusa, ma cerca di controllare il tuo cazzo ego! »
Sbuffo. Non so cosa rispondergli, ma so che non ho più voglia di vedere quella sua faccia di cazzo. « Fottiti » butto la canna per terra senza nemmeno spegnerla e me ne vado.
« Fottiti tu Chester! Impara a stare al tuo posto! … E tra mezz’ora nemmeno ritorna, che dobbiamo ripartire! Non voglio arrivare tardi per colpa tua! »
Ma vaffanculo!
Ma dove vado adesso? Non siamo a Los Angeles, ma a San Francisco col nostro pullman.
Giro per la città senza meta. La gente che mi circonda mi riconosce e mi indica. Dio, spero solo che non mi chiedano autografi o foto …
Passo davanti ad un negozio di televisori, e vorrei dargli fuoco. Una è sintonizzata su MTV e c’è uno specie di TG dedicato alla musica « Adesso passiamo la linea a Carol Williams che si trova a San Francisco, dove si è tenuta l’ultima intervista del gruppo più ascoltato in questo ultimo anno, i Linkin Park. A te Carol.
Grazie George, l’intervista è finita cinque minuti fa. Il gruppo ha dichiarato che prima di incominciare il secondo album si prenderanno un periodo di riposo. Ha colpito molto il comportamento del giovane cantante Chester Bennington – cominciano a mostrare immagini dell’intervista – il quale ha sorpreso gli spettatori con un discorso, finito con una reazione che ha lasciato tutti a bocca aperta – parte il filmato della famosa scenata – ».
Mi sento sprofondare dalla vergogna.
« … Il mio album è un capolavoro, avete qualcosa da ridire?! » e l’intervistatrice ripassa la linea al collega.
Che mi è preso? Perché ho detto quelle cose? Cosa cazzo mi è passato per la mente? Dio fulminami, adesso! Carbonizzami, perché non sono adatto a vivere in questo fottuto mondo!
Chiudo gli occhi e respiro profondamente. Li riapro e mi riavvio verso il punto in cui ho lasciato gli altri, più che camminare sto strisciando e ho pure la coda fra le gambe.
Sarà passata una mezz’oretta o poco più, cammino piano, vorrei tanto che questo percorso non finisca mai. Vorrei tanto non dover rivedere i compagni, soprattutto Mike che sarà infuriato con me perché sto facendo tardi e che vorrà riprendere il discorso di
prima … Dio uccidimi.
« ATTENZIONE!!! » urla un uomo mentre suona il clacson; sterza a sinistra il camion che si avvicina sempre verso di me; le gomme sull’asfalto fanno rumore assordante e lasciano le scie nere; io rimango pietrificato in mezzo alla strada e non mi muovo di un millimetro, non so cosa fare; il camion grigio adesso è di fronte a me e continua a muoversi. No Dio, ti prego, no …
Buio.                     
Dove sono? Perché non vedo più niente? Cos’è successo? Dove sono tutti? Dove sono io? Dove cazzo è il mondo e la mia vita??
Non c’è la luce bianca, non sono in paradiso. Cazzo lo sapevo che mi sbattevano all’inferno! Ma perché non vedo fiamme o Satana? C’è sempre buio qui … Magari Dio e Lucifero si staranno giocando la mia sorte a dadi.
Io sono morto … No, non ci credo, non posso essere morto!
Dopo che avevo tutto, che me lo sono guadagnato con tutta quella fatica che ho fatto: una moglie, una famiglia, fama, soldi, amici … Amici … Ne ho perso pure uno prima di morire, l’unico che mi stava più a cuore: Mike.
E l’ho perso nel modo più stupido ch’esista! Litigando per colpa mia, perché sono uno stupido egocentrico del cazzo!
Ho sbagliato a comportarmi così, cazzo! Accidenti a me, non valgo niente, la mia vita non vale niente! Ha fatto bene il camionista a mettermi sotto cazzo … Però adesso Mike non saprà che mi sono pentito, che aveva ragione ad arrabbiarsi e io avevo torto …
Dio ti supplico, lasciamelo rivedere un ultima volta, solo per chiedergli scusa, per togliermi questo peso. Ti prego …
« Chester? … Chester … »
Dio sei tu? Perché hai una voce così familiare?
« Uff … Mi dispiace per quello che è successo … Scusami se mi sono arrabbiato con te » ma questa voce, ma lui è … Mike … « Lo so, la mia reazione è stata esagerata, non dovevo … ». Lo vedo … E’ affianco a me, seduto su uno sgabello ed io sdraiato su un lettino, con un lenzuolo bianco che mi copre dal collo alla punta dei piedi.
Sospira. No Mike, non è colpa tua … « Scusami, se solo potessi tornare indietro … » no non piangere ti prego! No, non mi piace sentirti così, smettila! E’ una tortura sentirti singhiozzare, ti supplico! Sapere che fai la parte di quello che ha torto già mi è difficile, in più sentirti stare così male mi fa star peggio!
« Oh Chazy … Mi dispiace … » la sua mano tremante afferra la mia, la sento. E’ calda e umida, probabilmente si sarà asciugato delle lacrime con essa.
Dispiace più a me che a te Mike.
« Dai Mike, andiamo » di chi è questa voce? E’ un po’ nasale e acuta, ma è sempre maschile … Cacchio è Brad!
« Ti prego, ancora un attimo! » ha chiesto. Sì ti supplico Brad, lasciamelo ancora qui, voglio avercelo vicino, sentire il mio migliore amico fino alla fine, fino all’apice della mia vita.
« Ma non è niente di grave! » gli risponde. Braddy fatti i cazzi tuoi!
« Per me lo è! » la tua voce piena di disperazione e soffocata dalle lacrime mi sta uccidendo più di quanto non sia già morto.
« E va bene, ancora dieci minuti … » e lo sento uscire chiudendo la porta.
Sento ancora la mano di Mike che stringe la mia, vorrei che non la lasciasse mai.
C’è silenzio, ma l’elettrocardiogramma lo rompe con il suo “bip bip” che va a ritmo del mio cuore.
Lo sento sospirare. Vorrei poterti dare quella calma che ti serve per stare tranquillo in questo momento. Vorrei poterti dire che sono io quello colpevole fra noi due, che eri tu quello ad avere ragione, che la tua reazione è stata coerente, che io sono solo una testa di cazzo!
« Chester, ti prego » le parole sono trascinate fuori dalla sua bocca a forza « Riprenditi il prima possibile, non posso vederti in questo stato. » l’altra sua mano mi accarezza la guancia. Anche questa è calda, ma non è umida. Vorrei poterla prendere e baciare … Ma che cosa sto dicendo?
« Chester ti prego … Non mollare … Non morire, non ci riesco a stare senza di te » ma che sta dicendo??
« Io » no ti supplico non dirlo!
« ti … » NO TI PREGO!
« Ti amo »
No brutto stronzo non dovevi dirmelo! Adesso come posso morire in pace sapendo che sto lasciando da sole non una, ma ben due persone che mi amano, contando mia moglie? Come posso, dato che le amo pure io??
Aspetta … Lo amo pure io?
L’elettrocardiogramma sta impazzendo! Il bip del cazzo sta rallentando in maniera impressionante! NO CAZZO!
« Chester? No Chester! Ti prego no! AIUTO! DOVE CAZZO E’ IL MEDICO?? » no Mike ti prego non mi abbandonare! Non voglio andarmene, non voglio morire!
Non ho concluso nulla in questa mia vita di merda, nulla! Non sono nemmeno riuscito a darti una minima soddisfazione, a chiederti scusa, a darti quello che tu volevi da me e viceversa: amore! Non sono riuscito a dartelo, l’unica cosa che avrei dovuto donarti.
Non posso stare senza di te, sembro forte, ma se non ci sei tu non sono niente! Sono debole come un fottuto fiore!
« AIUTO, FATE QUALCOSA! »
Aiuto Mike, salvami! Salvami dalla morte, in modo che io possa poi salvarmi da me stesso!
Ti prego Mike, aiutami! Ho bisogno di continuare a vivere e migliorarmi, perché non sono perfetto! Ma adesso ho capito cosa devo fare: devo darti tutto il mio amore, non devo farti soffrire come ho fatto fin’ora! Come invece tu non hai fatto con me … Ma io non sono come te …
Mi sento risucchiare via l’anima, che brutta sensazione!
Sento la sua voce ormai così distante, ancora disperata che cerca aiuto, ma nessuno lo ascolta!
Mike mi mancherai, ti prego non mi dimenticare, ricordati sempre di me quando ti sentirai triste. Ti amo!
 
« Mike! » urlo tirandomi su di scatto. Ho il fiatone, mi sa che sto sudando freddo. Le coperte scivolano giù dal mio petto e mi ritrovo completamente nudo.
« Che c’è? » mi risponde scorbutico, non ha fatto nemmeno caso al mio tono pieno di dolore e frustrazione ‘sto bastardo!
« N-Niente solo che … Perché sei arrabbiato? »
Si tira su di scatto incazzato nero « E me lo chiedi pure?? Certo che hai una bella faccia tosta eh! » non capisco … « Ti sei addormentato un’altra volta mentre lo stavamo facendo! Ma che cacchio ti piglia, me lo spieghi?? Dimmi com’è possibile una roba del genere! »
Ooh, adesso capisco perché è così arrabbiato … « S-Scusami, solo che in questo periodo ci sto dando dentro con Talinda e allora … »
« Ah grazie, vienimelo pure a dire! Già che si sei dimmi anche quante volte in un giorno! »
« Tre » dico e ne sono soddisfatto.
« … … Era ironico … Comunque grazie dell’informazione ... » e scuote la testa.
« Che diamine è mia moglie, è normale! » alzo le spalle e braccia.
« Lasciamo stare va … Piuttosto, perché ti sei svegliato di colpo urlando il mio nome? » si sdraia di lato, dandomi le spalle.
« Ho fatto un incubo … » mi sdraio e lo abbraccio, aderendo interamente il mio corpo al suo, curva per curva.
Ride « Come i bambini? »
« Ehi si possono sempre fare … Comunque mi stava per far piangere … »
« Pure? Se hai voglia racconta, tanto adesso di certo non mi riaddormento »
« Eravamo ancora al tempo di Hybrid Theory, avevamo fatto un’intervista a San Francisco ed io mi sono comportato da cani … Tu mi hai sgridato ed io me ne sono andato, mandandoti a quel paese. Quando stavo ritornando da voi mi hanno investito e sono entrato, penso, in coma. Avevo tutti i sensi, tranne la vista per un primo momento … Vedevo tutto nero. Pensavo di essere morto e mi ero pentito di come mi ero comportato con te e volevo a tutti i costi vederti e dirti che mi dispiaceva. Poi ho cominciato a sentire la tua voce, poi ho cominciato a vederti, mi parlavi: mi dicevi che ti dispiaceva, che era colpa tua, che eri stato troppo severo con me e ti sei messo pure a piangere. Poi mi avevi detto che mi amavi e, e io … Sono morto … »
Mike mi prende il polso e lo porta fino alla bocca e mi bacia la mano, sento la sua barba ruvida e un sorriso « E ti sei spaventato perché sei morto? »
« No … Mi sono spaventato perché tu eri così … Triste. Piangevi, chiedevi aiuto, ma nessuno ti ascoltava. Ed io morivo, così, davanti a te che eri impotente … Volevo urlare che ti amavo … Uff … Mike? »
« Sì? » la sua voce è così calda che mi scioglie ogni volta che la sento.
« Mi prometti una cosa sola? » penso di sembrare un bambino a fare questa richiesta.
« Anche due »
« Non mi dimenticare mai » l’ho detto, e l’ho detto con voce strozzata. Merda mi sto mettendo a piangere davvero come un bambino …
Lui sorride e si gira verso di me.
E’ più piccolo di me di un anno, eppure in questo momento sembro io quello più indifeso e bisognoso di attenzione per la mia fragilità.
Mi prende il viso fra le mani, penso mi stia fissando negli occhi, ma non possiamo vedere dato che è buio.
« Io non ti dimenticherò mai » mi asciuga una lacrima, lurida bastarda, che mi è uscita dall’occhio senza che glielo chiedessi.
« Me lo prometti? » mi fiondo sul suo petto e mi ci stringo e premo contro, cercando quello scudo da tutti i mali e dolori della vita che solo lui sa darmi.
« Te lo prometto » fa lui con tono soddisfatto. Stronzo, ti piace sentire che sono io il più fragile, vero?
« E che mi amerai per sempre, anche quando non ci sarò più? »
« Sì, te lo prometto » e mi accarezza la nuca, quasi sfiorandomela soltanto.
« Mike? »
« Sì? »
« Sei tutta la mia vita. »
« Pure tu Chester. »
   
 
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