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Autore: Honest    01/02/2012    8 recensioni
L'amore vince ogni ostacolo e, a volte, ci fa vivere delle avventure che mai ci saremmo aspettati.
Fra matrimoni, viaggi in auto, litigi, musicisti e addii al celibato, Love Me Always ritorna ad essere aggiornata.
Estratto Dal Capitolo 35 - "Heart Attacks and Related Diseases":
- Sei davvero sicuro, Trent? Vuoi davvero sposarmi? Perché tutto quello che hai fatto finora dice il contrario. - commentò caustica, liberandosi dalla sua presa e uscendo dall’ospedale.
[Duncan/Courtney - Trent/Gwen]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: B, Bridgette, Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Justin, Nuovo Personaggio | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Sono tornata ancora una volta.
Prima di tutto mi sento obbligata a dirvi che questo è un capitolo Gwent, la Duncney in questo caso è passata in secondo piano per ovvi motivi.
Poi ho un bel po' di novità :
- L'Ortensia's Corner sarà sospeso per alcuni giorni dato che la cara maialina si sta occupando dei suoi piccoli, due adorabili gemelli a macchie grige.
- Ho modificato i miei pulsanti social network ! Per comodità ho inserito una pagina facebook, dove pubblicherò spoiler/aggiornamenti/sondaggi su tutte le mie storie compresa L.M.A. Inoltre ci saranno delle fan art di Mokona, una ragazza splendida che ha deciso di disegnare ispirandosi alle mie fan fiction. C'è anche il link per il mio Live Journal dove nelle prossime settimane pubblicherò tutti i capitoli dal primo al ventisettesimo, se posso con le annesse illustrazioni della mia disegnatrice *.*
- Grande ritorno degli scleri di Justin, questa volta con una guest star.
Spero davvero che il capitolo vi piaccia, mi serve una ricarica di autostima ...
Buona Lettura
HONEST

 



 

 

 

 

A Fire ! Oh No, Just a Wedding

 

 

Gwen strinse con maggiore violenza la matita, tentando di adattarla alle dita esili e bianche. Fece aderire lo strumento a tal punto da farsi male, ma ignorando la scomoda pressione che sentiva sulla pelle, continuò ad imprimere segni spessi sul foglio di carta bianca. Alzò la testa per l'ennesima volta e socchiuse gli occhi, intenta a cogliere ogni particolare del piccolo burattino di legno che le serviva per esercitarsi di tanto in tanto.
Sospirò sfinita dopo pochi minuti, aveva passato diversi giorni estraniata da tutti, persino da Trent. Si era rifugiata nella sua stanza durante quei giorni gelidi che la sua famiglia trascorreva al lago e si era imposta di realizzare un vero capolavoro da presentare al professore del suo corso d'arte, ma più tempo passava meno ispirazione riusciva a trovare.
La ragazza si alzò dalla sedia della sua scrivania rassegnata e spostando lo sguardo fuori dalla finestra le parve di riconoscere l'auto di Duncan, parcheggiata fuori dal suo vialetto.
In un primo momento non capì cosa stesse facendo il ragazzo ma notò subito che aveva l'aria di aspettare qualcuno. Fu tentata di scendere e chiedergli cosa volesse ma ripensandoci si rimise seduta a braccia conserte in attesa che qualcosa, non necessariamente l'ispirazione, la travolgesse. Aveva improvvisamente colto una strana tensione quasi febbrile che caratterizzava quella serata tranquilla.

Ed era per questo che non aveva la minima intenzione di rovinare il suo karma, andando a bussare contro uno dei finestrini del punk.
Eppure la giornata era trascorsa serena, se non per il fatto che si era spontaneamente segregata in casa. Nessuna telefonata, nessuna e-mail, nessun messaggio dolce da parte del suo ragazzo o dei suoi amici. Era convinta che nessuno l'avrebbe più cercata se non per avvisarla di un eventuale catastrofe, così si era rassegnata a dover concludere una delle sue opere, forse la più difficile. Il suo insegnante era stato molto categorico quando aveva avvisato gli studenti di un esame importante, in cui avrebbero dovuto spiegare con una sola opera cosa significasse per loro essere amati*. Il primo pensiero di Gwen era stato indubbiamente rivolto al chitarrista ma non avendo la più pallida idea di cosa potesse esprimere ciò che provava, aveva sperimentato una decina di nuove tecniche per comporre quello che sarebbe dovuto essere il suo capolavoro. Alla fine della settimana, precisamente quella sera stessa era tornata al buon vecchio uso dei pastelli e frugando fra i cassetti aveva trovato uno dei suoi primi schizzi sul ragazzo dagli occhi verdi. La prima idea era stata quella di ridisegnarlo ma il tutto si era trasformato in qualcosa di difficile, così servendosi del suo manichino aveva cercato di emulare una delle sue espressioni assorte, senza grandi risultati purtroppo. Ora che aveva lasciato cadere la matita a terra e aveva appoggiato i piedi sul tavolo scuro, continuava a fissare la macchina parcheggiata e con i fari spenti, aspettando chissà quale illuminazione.
Fu distratta dal suono del campanello al piano di sotto e scattando in piedi si diresse ad aprire, pronta per tempestare il punk con una scarica di domande sconvenienti, come ad esempio "Non è che Courtney era in macchina con te e stava facendo qualcosa che richiedeva il doversi piegare ?". Sorrise al solo pensiero mentre saltava i gradini delle scale.

Aprì dopo diversi squilli e rimase sorpresa nel trovarsi davanti un Trent tremolante e visibilmente nervoso. Lo guardò per qualche istante prima di baciarlo con trasporto e ricordarsi quanto il suo dopobarba fosse buono. Il ragazzo entrò titubante e dopo aver risposto a qualche altra effusione si schiarì la voce, con fare importante.
- Gwen ... - cominciò determinato.
- Ti va una cioccolata calda ? - lo interruppe lei distrattamente.
Trent deglutì a disagio ed annuì seguendola in cucina, la osservò mentre preparava il latte e lo metteva sul fuoco con il cacao in polvere e immaginò, dando ancora sfogo alla sua fantasia, la Gwen dei suoi sogni che preparava quella stessa bevanda ai loro bambini.
Il ragazzo senza accorgersene sfoggiò di nuovo la sua espressione assente e imbambolata. La gotica smettendo di mescolare il composto e appoggiando il cucchiaio sul ripiano più vicino, gli si avvicinò con una luce brillante negli occhi. Lasciò svilora le dita sottili lungo i suoi fianchi, ma lui fu costretto a spostarsi per paura che si accorgesse della scatolina di velluto in una delle tasche della giacca.
- C'è qualcosa che non va ? Sei silenzioso ... - disse la ragazza, tornando a guardare il cucchiaio.
- No, è che devo fare una cosa e .. -
- Che genere di cosa ? - domandò infilando l'indice nella cioccolata liquida per assaggiarla.
- Sai .. - provò a dire il ragazzo, che però si bloccò improvvisamente, rendendosi conto di non ricordare le precise parole che aveva ripetuto prima a Courtney e poi a Duncan.
Gwen lo guardò, aspettando qualche momento, poi vedendo che non era certo di voler continuare cambiò discorso con naturalezza, domandando perchè Duncan fosse lì.
Trent spiegò che lo aveva accompagnato per via di ciò che era venuto a fare e la gotica forse spazientita gli chiese se stavano giocando al gioco dei mimi o a tabù.
- Senti .. - iniziò il ragazzo, prendendole le mani e stringendola a sè. - Io ti amo. -
Lei piegò la testa di lato divertita. - Lo so. -
- Sì ma .. - provò ancora una volta.
- Ma ? - lo incalzò lei.
- Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove. -
- Non ricomincerai vero ? - chiese Gwen incredula di fronte a quella conversazione così sconnessa.
- Vorrei ricominciare ma vorrei farlo con te. -
La ragazza rimase muta, iniziando anche solo vagamente a capire dove voleva andare a parare. Trent soddisfatto del suo silenzio allentò la presa e indietreggiò di qualche passo.

Si inginocchiò con un sorriso impresso sul volto e portò la mano alla tasca dove conteneva la piccola custodia dell'anello. Gwen rimasta immobile, dischiuse leggermente le labbra in attesa di qualcosa che era molto meglio dell'ispirazione.
- Gwen io ho bisogno di stare con te, così come ho bisogno della mia musica. Tutti continuano a ripetermi che sto realizzando il mio sogno ma .. il mio unico sogno è sempre stato poter essere felice con te. Mi vuoi .. -
Non riuscì a terminare la frase, dal momento che un suono stridulo ed acuto si sovrappose alle sue ultime parole. Il ragazzo si ritrovò sotto una pioggia d'acqua, causata dall'allarme anti incendio, scattato nel momento in cui il fumo della cioccolata sul fuoco, ormai ridotta a cenere, aveva raggiunto il soffitto. I due si guardarono per degli istanti interminabili, mentre le gocce d'acqua li ricoprivano come pioggia scendendo inesorabili dal soffitto.
Trent ancora in ginocchio tentò di rialsarsi cadendo goffamente, dopo aver scivolato sulla discreta pozzanghera che aveva invaso la cucina. Gwen si ridestò e spense la cioccolata sul fuoco. Gli tese una mano, con un'espressione indecifrabile sul volto. Il maglione color panna che indossava lasciava trsparire l'intimo semplice, di un nero fitto e impenetrabile. Il ragazzo si ordinò di non spostare lo sguardo dal suo volto, anche se la tentazione di osservare ciò che conosceva fin troppo bene lo spinse a lasciare che anche lei scivolasse sul pavimento bagnato.

Si ritrovarono tutti e due a terra, e Gwen si lasciò andare a una risata liberatoria e sincera, seguita dal chitarrista che le spostò un paio di ciocche bagnate, appena sopra la spalla.
Si osservarono come se non si fossero mai visti prima di quel momento e le loro bocche si inseguirono sugellando un accordo silenzioso. Trent si impose di fermarsi e separatosi da lei riprese fiato, il fiato necessario per fare quello che avrebbe dovuto fare da sempre. Quel qualcosa che lo avrebbe reso completo, quella proposta che si era insinuata in lui sin dalla festa da Geoff, sin dal bacio che aveva racchiuso promesse, speranze e cose non dette. Si inginocchiò ancora una volta, mentre lei sgranando gli occhi neri, ammutoliva di nuovo.

Il ragazzo estrasse dalla tasca la custodia dell'anello e sussurrò abbastanza forte perchè lei lo sentisse.
- Gwen ... -
- Sì. - disse lei, mentre annuiva, rispondendo a una domanda che non le era stata posta.
Lui scuotè la testa, senza neanche rendersi conto di quello che aveva appena sentito e riprovò : - Gwen mi vuoi .. -
- Sì. - ripetè lei più forte, attirandolo a sè con una passione incontrollata.
Lui si staccò a fatica esclamando : - Non ho ancora fatto la domanda ! -
La ragazza rise alzando gli occhi al cielo e gli fece cenno di continuare.
- Gwen vuoi sposarmi ? -
La risposta non arrivò subito, lei arricciò il naso fingendo di pensarci.
- Non ho niente di cui lamentarmi in questo periodo perciò .. - bisbigliò a pochi centrimetri dalla sua bocca. - Potrei anche farlo. - concluse baciandolo e schiudendo le labbra, per assaporare quel paradiso che avrebbe toccato ogni giorno per il resto della sua vita.
Questa volta non riuscirono ad allontanarsi e nonostante le loro bocche fossero ancora incollate, Trent le infilò il prezioso diamante nero al dito.
Pochi minuti e i vestiti bagnati vennero gettati via e il pavimento asciugato con i loro corpi uniti. Sembrava esserci tutto il tempo del mondo e Gwen sembrò anche trovare l'ispirazione che le serviva. Era lui la sua fonte d'ispirazione, era per lui che disegnava ed era di lui che aveva bisogno.

Fra un bacio e l'altro alcuni pensieri confusi le si ammassarono in testa prepotentemente, tutti gli scrupoli che aveva evitato in precedenza dopo il sì che aveva pronunciato, confluirono in un unica forte emozione di smarrimento.
Mentre Trent la sovrastava impetuoso più del solito e così felice da poter gridare, Gwen cercò i suoi occhi verdi come per chiedergli un ultima volta una conferma. Il ragazzo capì quell'esitazione e poggiò il viso contro la sua spalla nuda, quasi in attesa di uno sfogo o di un ripensamento, corrugò la fronte esitante. Indeciso fra il continuare o lo smettere.
- Sei sicuro ? - sussurrò in modo impercettibile la ragazza, facendolo solo sorridere.
- Non dovrei ? - le rispose con un altro quesito più difficile del precedente.

La ragazza esitò ancora una volta e senza muoversi si godè la sensazione di sicurezza che le dava la presenza forte e amorevole di Trent sopra di lei.
- Ti ho fatto del male. - concluse sentendo il ragazzo allontanarsi da lei, incerta se fosse una sua fantasia o ciò che stava realmente accadendo.
Il chitarrista le prese la mano e intrecciò le loro dita, quel gesto consueto per entrambi pareva ogni volta nuovo.
- Gwen non voglio passare il resto della vita ad odiarti per quello che è successo. La verità è che ti amo troppo per starti lontano .. ma non voglio che quell'anello sia un peso per .. -
Venne interrotto abbastanza in fretta da non capirlo all'istante, le labbra della gotica premute contro le sue in un bacio che rispondeva a tante domande.
I dubbi, i pensieri e i problemi che le avevano attraversato la mente erano spariti grazie a quelle parole che avrebbe voluto sentirsi ripetere ogni giorno. Sentiva la stessa cosa nei suoi confronti ed era abbastanza adulta per quella scelta. Lei voleva con tutta se stessa essere felice, da quando era stata abbandonata o allontanata dalle persone aveva solo cercato qualcosa che la rendesse libera. La libertà che cercava la vedeva negli occhi di Trent, gli occhi che avevano saputo perdonarla e gli occhi che la facevano rabbrividare ad ogni sguardo. Continuarono o ripresero, neanche loro lo sapevano con certezza, e per una volta la felicità che provavano era talmente tangibile da averli trascinati in qualcosa di fin troppo reale.

^^^^^^^^^

Le primi luci del mattino illuminarono i corpi distesi sul divano del salotto. Gwen fu la prima a schiudere gli occhi, quasi sicura che quello fosse stato soltanto un sogno. Vide il ragazzo disteso accanto a lei e una scia di vestiti che si spostava dalla cucina per arrivare a dove si trovava il quel momento. Guardò la luce illuminare i capelli di lui e accarezzandogli qualche ciocca una strana idea le balenò in testa.

Salì indossando la giacca di Trent e in punta di piedi aprì la porta della sua stanza. Afferrò il suo block notes e cancellò gli ultimi schizzi, scese in cucina e ritrasse il volto del ragazzo semi addormentato, senza farsi notare. Una volta tornata in camera prese una delle sue tavole per i dipinti e fissò il disegno appena realizzato al centro. Poi prese uno dei suoi primi lavori a Wawanakwa che raffiguravano il ragazzo e inserì anche quello. Dipinse attorno al quadro una cornice di parole, frasi di canzoni e immagini, le loro mani che si sfioravano e in ultimo una delle loro prime foto.
L'impressione generale che ne ricavò non fu pessima così decise di scendere per mostrarglielo, stava per sollevarlo quando si sentì sfiorare i fianchi dalle mani di lui.
Si voltò per baciarlo e rabbrividendo capì di trovarsi di fronte a suo marito.

Trent notò quell'emozione tanto spontanea e riflettè sul legame che li univa. Questo aveva sopravvissuto a tante cose, ciò che li aspettava ora era il paradiso che avevano solo rimirato da lontano, con i loro lunghi baci al rossetto nero e caffè amaro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* Volete sapere cosa significa per Scott ?
Leggete e Recensite "What it Means Love Someone" (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=932942&i=1)

 

 

 

 

 

 

Ecco il momento atteso da tutti .. *squillano le trombe* "I preferiti di Honest" !
*fruga in una montagna di foglie secche* il vincitore è ...

_Eileen per la sua stupenda recensione e la sua azzeccatissima citazione di "I Love Radio Rock" !

 

 

 

 

La vita da super star è davvero dura a volte ...
Hey ! Ti hanno mai detto che sei Shaba Sexy ?
Lo so, lo so.
*si avvicina ondulando i fianchi*
No senti ... sono appena uscito da una storia difficile e *alza le mani*
Lasciati Shabandare ..
Justin ! Lightining ! Che sta succedendo ?
Un'aggressione alla mia bellezza !
Ah .. allora vi lascio soli.
NO !
Shaba Hot !

   
 
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