Disclaimer: I personaggi di
Hetalia: Axis Powers non mi appartengono,
ma sono di proprietà di Hidekaz Himaruya ©
Se fosse il contrario, a quest’ora sarei ad Atene
Circondata da gattini, a mangiare moussaka
In compagnia di Herakles.
A Silentsky
..: Eclissi
:..
Le criniere dorate del carro d’Apollo
sfumarono nella nebbia dell’orizzonte.
Hellas chiuse gli occhi, le
orecchie tese ad ascoltare il respiro pesante di Colui che Scruta i Cieli, un
soffio divino nel ventre della terra.
Il Dio le sussurrò all’orecchio e
le cime degli scricchiolarono, come corde di cetra pizzicate da dite celesti: qualcuno
stava arrivando.
Madre Grecia sollevò lo sguardo
dal paesaggio delfico immerso nella bruma perlacea, e si voltò. Non si stupì di
vedere Atene venire nella sua direzione, affiancato un uomo il cui volto aveva
scorto, tremolante, tante volte tra i fumi oracolari del Santuario.
-Madre!- esclamò Atene,
prendendola per le spalle –Sii felice per me, in questo giorno!-
C’era un entusiasmo come non ne
vedeva da troppo tempo nei tratti induriti dalla guerra e scuriti dal sangue,
ma tutta quella foga non fece che appesantire ancora di più il cuore di Madre
Grecia.
-Gioirò solo quando dalle tue
labbra si effonderanno parole di pace e non di guerra- rispose Hellas, senza
nascondere la freddezza della voce –Poiché nel mio animo non vi potrà essere
gioia fino a quando i miei figli, nati da un’unica stirpe, generati nel volgere
di un giorno lungo quanto un’era da Deucalione e da Pirra, si stermineranno fra
loro- scosse il capo –Cessate entrambi questa follia e fate sì che a bagnare le
mie sponde sia di nuovo il mare e non il vostro stesso sangue-
Atene si morse le labbra e chinò
il capo; l’uomo, dietro di lui, indietreggiò di un passo, la fronte aggrottata
e lo sguardo confuso.
-A cosa devo tale diffidenza,
figlio del Laurion?- gli chiese
Hellas, sollevando le labbra in un tiepido sorriso di scherno –Forse che mi
giudichi impudica a non tessere trame di fili e di storie all’ombra di un gineceo?
Forse che mi giudichi sfrontata a redarguire in tale modo un guerriero al pari
suo? Mio figlio non ti ha detto, forse..-
-Lui sa, Madre- la interruppe
Atene, con veemenza -E’ solo stupito dalla tua reazione: non si aspettava
parole tanto dure, lui che è voce del demos
che vuole finalmente la pace!-
Questa volta Madre Grecia si
concesse un lieve moto di stupore, inarcando appena un sopracciglio. Un seme di speranza germogliò nel suo cuore
infiacchito dal dolore e dalle battaglie perenni.
Osservò lo straniero, gli occhi
venati d’argento, lo sguardo liquido di mare, le labbra dalla piega sofferente,
il corpo inclinato a mitigare un dolore perpetuo; lasciò scorrere lo sguardo sui
capelli incrostati di salino, sulla bocca da cui esplodeva con forza la voce
del popolo, stanco di una guerra che nulla avrebbe portato se non distruzione e
dolore.
Hellas reclinò il capo all’indietro
e languide le parole di Apollo le scivolarono sulle pelle, si sciolsero nel
petto e si mescolarono al sangue, in un turbinio di immagini fumose che dalla
mente le arrivarono alla lingua, sentenza esatta di un destino ineluttabile.
-La notte che inghiotte la luna
sarà la tua disfatta- esalò, roca, ebbra dei dardi del Dio conficcati nel
cuore, incatenando lo sguardo dell’uomo al proprio; poi si voltò verso il figlio, fissandolo con
tale intensità da costringere Atene a trattenere il fiato -E la polis piangerà doppie lacrime, infrante
tra onde insanguinate ed evaporate tra rocce bollenti-
-Che cosa intendeva la Madre
con tali parole di disgrazia?-
-Non lo so, Nicia. Non lo so davvero-
Note
Storiche:
L’ambientazione è quella della Guerra Archidamica (431 a.C. – 421 a.C.), prima fase della Guerra
del Peloponneso che vedeva contrapposte Sparta e Atene.
-“Colui
che Scruta i Cieli”, Coelispex,
epiteto di Apollo come Divinità Oracolare.
-“Generati
da Deucalione e da Pirra”, mito greco del Diluvio: l’umanità sarebbe stata di nuovo generata grazie a
Deucalione e Pirra che avrebbero gettato delle pietre (le ossa della Madre)
dietro di sé. Da ognuna di essere sarebbe nato un uomo/ una donna.
-“Figlio
del Laurion” Il Laurion era l’unica vena d’argento della Grecia, su cui la
famiglia di Nicia aveva diritti di sfruttamento.
-“ E’ solo stupito dalla tua reazione: non si aspettava parole tanto, lui
che è voce del demos che vuole finalmente la pace”, la Pace di Nicia (421
a.C.) che mise fine alla Guerra Archidamica, venne siglata grazie all’intervento
di Nicia stesso, portavoce di quella parte di Ateniesi che voleva la fine del
conflitto.
-“Gli
occhi venati d’argento”, vedi Laurion.
-“Lo
sguardo liquido di mare”, a prefigurare la successiva spedizione in Sicilia.
-“Le
labbra dalla piega sofferente, il corpo inclinato a mitigare un dolore perpetuo”, Nicia pareva
soffrisse di calcolosi renale.
-“-La
notte che inghiotte la luna sarà la tua disfatta-“, “E la polis piangerà doppie lacrime, infrante tra onde
ruggenti ed evaporate tra rocce bollenti”
“[Demostene] cercò di dare l’assalto
alla città [Siracusa], ma fallì nel suo intento. Ormai non restava altro che
reimbarcare le truppe ateniesi. Fu allora che Nicia rifiutò di seguire il
parere di Demostene, ritardando la partenza col pretesto di un eclissi di luna,
considerata di cattivo auspicio. I Siracusani attaccarono allora la flotta
ateniese, distruggendo una parte delle navi e tagliando agli Ateniesi ogni via
di fuga attraverso il mare. Questi ultimi furono costretti a ripiegare verso la
parte meridionale dell’isola, in una ritirata conclusasi disastrosamente sul
fiume Assinaro, dove la maggior parte dei 40000 Ateniesi e dei loro alleati
vennero massacrati, mentre i superstiti furono venduto come schiavi o rinchiusi
nelle Latomie, dove morirono di sete. Quando ai due strateghi [Nicia e
Demostene], vennero giustiziati.” (Storia
dei Greci, Mossé)
Note
che non interessano a nessuno.
Avevo cinque minti liberi dallo
studio.
…Sto decisamente studiando troppo.