Videogiochi > Kingdom Hearts
Ricorda la storia  |      
Autore: bittersweet Mel    01/02/2012    5 recensioni
«Sai Roxas, è da un po’ che ci penso … » iniziò a parlare Olette, arricciando le labbra e puntando il suo sguardo incuriosito sul biondo. «Ecco, mi chiedevo se, per caso … Fossi gay.»
Ed ecco come ghiacciare l’atmosfera con poche semplici parole.
Roxas quasi si pietrificò sul posto, mentre gli occhi si allargarono leggermente dalla sorpresa e la bocca si aprì pronta a controbattere.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un uccellino mi ha detto …

 

Quella mattina tutto stava andando bene. Roxas si era svegliato di buon ora, aveva fatto colazione al bar, si era diretto a scuola e adesso stava parlando tranquillamente con qualche compagno di classe.
Hayner se ne stava di fronte a lui con il solito ghigno in faccia, Pance era seduto sopra al banco e mangiucchiava un pezzo di brioches e Olette sorrideva come suo solito mentre si passava una mano tra i capelli, attorcigliando qualche ciocca tra le sue dita.
Tutto era normale e perfetto, proprio come Roxas voleva la sua mattinata.
Con la schiena appoggiata contro al muro e le voci dei suoi amici nelle orecchie avrebbe potuto rimanere così anche per sempre. Oh, no … “ Per sempre” era un po’ troppo forse, ma si sarebbe accontentato anche delle sei ore scolastiche.
«Sai Roxas, è da un po’ che ci penso … » iniziò a parlare Olette, arricciando le labbra e puntando il suo sguardo incuriosito sul biondo. «Ecco, mi chiedevo se, per caso … Fossi gay.»
Ed ecco come ghiacciare l’atmosfera con poche semplici parole.
Roxas quasi si pietrificò sul posto, mentre gli occhi si allargarono leggermente dalla sorpresa e la bocca si aprì pronta a controbattere.
Perché, perché diavolo i suoi amici se ne uscivano ogni giorno con qualche cavolata? Ma, soprattutto, perché riguardavano quasi sempre lui?
In ogni caso Roxas sapeva bene come risolvere la questione: un pugno in faccia. Oppure un calcio, avrebbe visto al momento.
«Aspetta!» esclamò però la bruna prima che potesse rispondere, sollevando una mano e allungandogliela davanti al volto. «Prima che tu ti arrabbi come sempre prendi un profondo respiro e conta fino a dieci.»
Roxas le scoccò un’occhiataccia degna da premio nobel ma fece come consigliato: inspirò ed espirò un paio di volte,  socchiuse gli occhi e iniziò a contare.
« Uno, due, tre …»
Hayner e Pance avevano iniziato a ridacchiare, lanciandosi sguardi divertiti.
« Quattro, cinque, sei …»
Olette indietreggiò un po’, ricordandosi delle reazioni solitamente esagerate che aveva il biondo. Una volta in preda alla rabbia aveva fracassato un computer e la cosa i suoi amici se la ricordavano bene, fin troppo bene.
« Sette, otto, nove …»
 Hayner diede una gomitata a Pance, facendogli cenno col capo di smetterla di ridere e di prepararsi alla sfuriata.
«Dieci.»
Riaprì gli occhi e gli puntò nuovamente sull’amica, ringhiando qualche parola tutt’altro che educata.
Scosse la testa e staccò la schiena dal muro, iniziando a camminare verso di lei.
«Vuoi sapere la mia risposta, Olette?»
La brunetta annuì; intanto nella sua mente si chiedeva come diamine faceva Roxas a far sembrare una minaccia ogni singola parola. Forse era il sorriso sbieco, gli occhi assottigliati e le mani strette a pugno.
Sì, pensò la giovane, probabilmente era proprio quello a rendere minacciosa ogni parola.
«Bene, perché la risposta è N-»
«Roooooooooooooooooooooooooooooooooxas»
Una matassa di capelli rossi entrò dentro la classe, aprendo la porta con un colpo secco e precipitandosi verso il biondo.
Subito gli si fiondò addosso, abbracciandolo e strofinando la guancia contro quella del più piccolo.
Roxas sbuffò dal naso, scuotendo la testa e cercando di scacciare via quella stupida presenza con l’aiuto delle mani. Si divincolò nella sua presa ma, nemmeno quello avesse dei tentacoli al posto delle braccia, non riuscì a liberarsi.
«Oh, avanti Axel! Smettila di fare l’idiota e lasciami!» urlò poco dopo, mentre continuava imperterrito a muovere le braccia per liberarsi.
Il fulvo sorrise sadicamente di rimando e scosse la testa, continuando a strofinarsi sopra la guancia di Roxas.
«Se non mi lasci giuro che ti do fuoco ai capelli!» adesso il biondo passò alle minacce, scrocchiandosi le dita delle mani e adocchiando l’accendino dentro la tasca dei pantaloni di Axel.
Il maggiore continuò a sorridere imperterrito, accarezzando la testa di Roxas nemmeno fosse il suo animaletto domestico.
E se c’era una cosa che dava fastidio al biondo era proprio essere trattato come un oggettino piccolo, carino e docile.
Lui era tutto il contrario. Ok, era piccolo e carino, ma docile proprio no. Se Axel avesse anche solo osato avvicinare una mano troppo vicino al suo viso probabilmente gliela avrebbe sbranata.
«Ti mollo solo se vieni con me fuori dalla classe a parlare prima delle lezioni.»
Oh stupendo, pensò Roxas, adesso anche Axel si metteva a fare i ricatti!
Il ragazzo sospirò, racchiuso tra le braccia dell’altro, e annuì. Poi borbottò due o tre insulti e tirò un pizzicotto sopra la pancia del rosso, sperando di prendersi una piccola rivincita.
Ma proprio lui doveva avere un migliore amico così stupido?
«Evvai! Solo io so come trattare con te» esultò il maggiore sollevando entrambe le mani in aria dalla felicità e lasciando libero Roxas.
«Se, come vuoi te …» il biondino scosse la testa con un sorriso e si voltò verso i suoi tre amici, scoccandogli un’occhiata ancora più gelida di quella di prima. «Quando torno la pagherete cara, sappiatelo»
Hayner e Pance sollevarono le mani e negarono con la testa, mormorando delle scuse.
«Ma noi non abbiamo detto niente, amico.  E’ stata lei!» ululò in risposta Hayner, indicando con il dito teso la figura di Olette che cercava di farsi piccola piccola.
Roxas scosse la testa, il sorriso glaciale sulle labbra, e ridacchiò un po’.
«Problemi vostri. Dopo la pagherete anche voi.»
Gli diede le spalle con un movimento fulmineo e guardò Axel al suo fianco, che invece sorrideva soddisfatto.
«Beh? Non sorridere così. Sembra che tu abbia appena vinto chissà che cosa»
Il rosso fece spallucce, passandogli un braccio sopra le spalle e scuotendo la testa con ovvietà.
«Ho vinto la tua compagnia, no?»
Roxas roteò gli occhi al cielo e poi si lasciò scappare una risata, mormorando a fior di labbra un “ eh già “.
I due iniziarono ad incamminarsi fuori dalla porta della classe, uno cercando di liberarsi dalla presa dell’altro e uno che cercava di rimanere in piedi nonostante i vari spintoni.

 

«Hey Olette … » mormorò Hayner, avvicinando alla brunetta e osservandola interessato. «Come mai hai chiesto a Roxas una cosa del genere? Per caso ci tieni così poco alla tua vita?»
Pance, al fianco dell’amico, annuì convinto.
La ragazza sospirò e poi sorrise amabilmente, passandosi una mano tra i capelli.
«Un uccellino mi ha detto di chiederglielo … »
«Ehm, Olette … Non per darti questa notizia, ma gli uccelli non parlano» disse Hayner con un sussurro, posandole una mano sulla spalla.
Lei gli scoccò un’occhiata degne di quelle di Roxas e scosse la testa, stupita come sempre della stupidità dell’amico.
«Quello lo so anche io, grazie tante. E’ un modo di dire, un modo di dire!»
«Ah»
Pance aveva ripreso a ridere, tenendosi persino la pancia per il male.
Hayner si imbronciò, portandosi entrambe le mani al petto per sembrare ancora più offeso e arrivando addirittura a voltare il capo dalla parte opposta a quello degli amici.
Entrambi scoppiarono a ridere a quella mossa e gli si avvicinarono.
«Piuttosto, nanerottola! Chi è questo famigerato “ uccellino” ?» gli domandò subito il biondo, usando il suo tipico sguardo da inquisitore che non sempre aveva l’effetto desiderato.
Infatti la maggior parte delle volte non scopriva un bel niente; non era nemmeno riuscito a capire quali erano i veri sette misteri scolastici e quelli che gli aveva detto Roxas solo per prenderlo in giro.
La mora allargò ancora di più il suo sorriso e guardò verso la porta della classe, ridacchiando.
«Oh, non posso dirvelo. So solo che aveva un colore davvero particolare; se non sbaglio aveva un piumaggio rosso fuoco e degli occhi verdi. Ma potrei sempre essermi sbagliata eh?»
Entrambi i ragazzi si guardarono confusi, per poi guardare fuori dalla classe per trovare la risposta.
Axel e Roxas, poco fuori dalla porta, si tenevano per mano e parlavano tranquillamente.
E, destino vuole, che proprio in quel momento nel corridoio della scuola risuonavano tante campanellini che assomigliavano tanto ad un cinguettio.
 









-









Mel parla-
Questa storia non è nulla di che ma .... Hey, è un modo per dire che sono ancora viva e che adoro sempre e comunque l'AkuRoku.
Ultimamente non trovavo la minima ispirazione *nemmeno adesso* però questa storia volevo scriverla. E' una cosa così, tanto piccina e scritta per fare una slice of life leggera da leggere.
Spero vi sia piaciuta =w=

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: bittersweet Mel