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Autore: Ciulla    01/02/2012    2 recensioni
Sì, sì, lo so, ho già rotto abbastanza. No, non so perchè sto pubblicando un'altra long, ormai dovrei saperlo che le gestisco male. Ma booh mi piaceva :-) L'idea che uno dei nostri eroi venisse da un altro pianeta, intendo...
"Mi sento come risucchiare verso l’alto, urlo, tento di scappare, ma mi accorgo di star scalciando nel vuoto. Mi sento soffocare, il cuore martella nel petto, sempre di più, sempre più veloce, finché non mi sembra che stia per scoppiare e non mi sento pronto, quasi sollevato, nell’accettare questa fine.
E all’improvviso, tutto finisce. Il cuore rallenta il battito, l’ossigeno mi invade i polmoni, gli occhi si spalancano davanti a una realtà sconosciuta e incompresa.
Mi ritrovo all’interno di una struttura di forma ellittica, piena di luci colorate e di strani esseri verdi e alati che mi osservano con aria soddisfatta e che si stringono la mano complimentandosi vicendevolmente."
Genere: Comico, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Silenzio tutto attorno a me. I grilli fanno sentire il loro flebile verso, l’erba si schiaccia sotto il peso del mio corpo sdraiato, gli alberi ondeggiano minacciosi, scuotendo le loro verdi chiome al vento.
Mai una notte mi è sembrata più scura e inquietante, mai avrei pensato di ritrovarmi in una situazione del genere, solo, confuso e terrorizzato. Mai avrei creduto che tante disgrazie avrebbero potuto addensarsi tutte insieme, seguirsi a ruota fino a farmi desiderare la morte.
Immerso nel verde che mi circonda, mi sembra impossibile che Dio - ma cosa gli ho fatto? - Possa permettere l’esistenza di tali sofferenze.
Eppure tutta la natura che mi circonda è meravigliosa, così in contrasto col mio stato d’animo.
L’erba profuma di fresco nella notte, i fiori chiusi trasmettono un’idea di confortevole protezione e sicurezza. Le stelle brillano indisturbate nel cielo, alcune più luminose, altre meno, alcune che sembrano lampeggiare e altre che sembrano avvicinarsi...
Avvicinarsi. Mi soffermo su questa impressione. Un’impressione così chiara, così evidente. Quella stella si sta ingrandendo, sta diventando sempre più visibile, fino ad assumere una forma ben definita, una forma ellittica...
E mentre rifletto, ecco che la stella - ma è davvero una stella? - si ingrandisce sempre di più, fino a riempire completamente il mio campo visivo. Mi alzo, incerto, inquietato, incuriosito. Guardo quell’enorme costruzione che svetta sopra di me con la bocca spalancata, dimentico di tutto il dolore, che si è offuscato per fare spazio a un immenso, infinito stupore.
E mentre fisso il colosso, incurante della possibilità che possa crollarmi addosso, una luce si accende sopra di me. Mi sento come risucchiare verso l’alto, urlo, tento di scappare, ma mi accorgo di star scalciando nel vuoto. Mi sento soffocare, il cuore martella nel petto, sempre di più, sempre più veloce, finché non mi sembra che stia per scoppiare e non mi sento pronto, quasi sollevato, nell’accettare questa fine.
E all’improvviso, tutto finisce. Il cuore rallenta il battito, l’ossigeno mi invade i polmoni, gli occhi si spalancano davanti a una realtà sconosciuta e incompresa.
Mi ritrovo all’interno di una struttura di forma ellittica, piena di luci colorate e di strani esseri verdi e alati che mi osservano con aria soddisfatta e che si stringono la mano complimentandosi vicendevolmente.
Li guardo un po’ impaurito ma anche molto interrogativo, e uno di loro, presumo sia il capo, si fa avanti con una mano tesa, mano che stringo senza la minima esitazione.
“Salve, Cavense.” Mi dice l’essere con evidente difficoltà di pronuncia.
 “Essere giunti sul tuo pianeta e un grande traguardo per noi, aspettiamo da secoli questo momento, secoli passati a costruire navicelle adatte e ad imparare la vostra lingua grazie alle ricezioni delle nostre antenne ultrasensibili...”
“Alt.” Lo blocco, e rimango sconvolto nel constatare quanto la mia voce risulti rilassata.
Mi trovo all’interno di un probabilissimo UFO, circondato da ipotetici alieni e uno di essi mi sta stringendo la mano, e riesco ad essere tranquillo? Chissà cosa potrebbero farmi!
Oh, ma certo. Al massimo mi potrebbero uccidere. Ed io ho sofferto abbastanza da accogliere con piacere e sollievo l’idea della morte.
“Come mi avete chiamato?”
“Cavense”, risponde semplicemente l’alieno. “Sul nostro pianeta è così che chiamiamo gli abitanti di Cav, il terzo pianeta dal sole.”
“Veramente questo pianeta si chiama Terra...” azzardo timidamente, e il mostro si apre in un immenso sorriso.
“Molto bene. Terrese, posso sapere il tuo nome?”
“Il termine giusto sarebbe terrestre... Comunque io sono Robert...”
“Piacere Robert. Io sono Cole, comandante dell’esercito difensivo di Spuzf, il settimo pianeta dalla stella Arturo. Noi Spuzfiani siamo qui con scopi puramente pacifici per studiare e possibilmente fare amicizia con la vostra razza... Ti andrebbe di aiutarci?”
“Certamente, come posso esservi utile?” Wow. Wow, sto per aiutare un alieno. Un alieno con due meravigliosi occhi viola che spiccano come due diamanti sulla sua pelle verde.
“Prego, accomodati su questo lettino. Ti anestetizzeremo e procederemo allo smembramento e allo studio del tuo corpo...”

NOTE DELL'AUTORE - cioè io!
Se qualcuno di voi segue la mia altra fic, babysitting, sappiate che non la abbandonerò in seguito a questo momento di sclero che mi ha portato alla pubblicazione di questa introduzione. Beh, che dite? Funziona?

   
 
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