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Autore: Myzar195    02/02/2012    2 recensioni
"Trunks non mi preoccupa, lui starà bene ovunque andrà..ma Bra.." lui non incrociò il suo sguardo "Bra ha bisogno di questo. è capace, forte.." "nostra figlia vive in un mondo di fantasia!" la interruppe lui "Come te! Guardati Vegeta, sei un Guerriero che osserva il mondo dall'alto aspettando una nuova battaglia! sei distante, e ostico..ma anche tu provi sentimenti...quando ti renderai conto, che tua figlia è uguale a te?" fece una pausa e il suo sguardo si spostò sulle spalle del compagno, la sua voce si affievolì ancora di più "...ed è per questo che la amo tanto, perchè è esattamente come te"
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Pan, Trunks | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da quando avevo 19 anni rimanevo chiusa in me stessa, liberavo la mente e nei momenti propizi sgattaiolavo a qualche migliaio di kilometri di distanza dalla città dell’ovest e tentavo di superare il limite, quel tabù maledetto che mi impediva di essere felice. avevo pure smesso di avere una vita sociale, amiche, amici.. amori..tutti abbandonati per raggiungere il mio scopo. vivevo di allenamenti, e più il tempo passava più la consapevolezza di quello che mi stava succedendo scivolava lenta come un serpente e si insinuava nei miei pensieri… la vita che mi ero imposta era purtroppo molto rigida, e ciò non rendeva felici i miei, infatti mia madre era triste perché non riuscivo più ad aprirmi con lei, perché quel problema che mi aveva resa così triste e arrabbiata non potevo scaricarlo addosso a lei, avevo un disperato bisogno di parlarne con il mio papà…che però non sembrava volermi ascoltare e invece di facilitare la riuscita del mio desiderio, rendeva il tutto ancora più difficile, e in quanto donna non mi permetteva di allenarmi come avrei voluto… ero costretta a fingere e mentire, per il mio benessere psichico, e l’unico che poteva aiutarmi era Trunks, che mi parava le spalle durante gli allenamenti notturni e io tenevo i suoi segreti. poi ovviamente c’era Goten, sempre con mio fratello, come lo era Pan con me… in particolare lui, con i suoi occhi scuri e ingenui che cercavano sempre il modo di farmi sorridere. Nonostante la mia espressione imbronciata dicesse “non scocciare, mordo” lui sfidava volentieri il pericolo e mi stappava un sorriso, non so ancora come ci riuscisse, non mi spiegavo le mie reazioni, nell’istante esatto in cui ci trovavamo a stare nella stessa stanza insieme; dapprima terribilmente irritata, lui cordialmente mi salutava e io distoglievo lo sguardo, incrociavo le braccia e rispondevo con un sonoro “TSK”. Lui mi sorrideva e io arrossivo. “Oh cavolo ho una cotta per Goten!” pensai “Goten” sussurrai nel buio della mia stanza, fissavo il soffitto oramai ero consapevole di tutto. “OH NO!” urlai e scattai in piedi coprendomi la bocca, tropo tardi, sentii quattro piedi in corsa raggiungere la mia camera e spalancare la porta “Bra! Che diavolo succede?!” chiese mio padre entrando nella stanza, dietro di lui Trunks con lo stesso sguardo arrabbiato e preoccupato. “niente, niente!” dissi cercando di placare l’ira di mio padre, che ringhiò e non so come arrossì, lo vidi chiaramente quel leggero rossore sulle guance e sul naso, poi fissai mio fratello che distolse lo sguardo e lo abbassò a terra, lo spostai anche io sulle lenzuola e… “FUORI DALLA MIA STANZA SCIMMIONI! NON LO VEDETE CHE SONO IN BIANCHERIA?!” mi infilai sotto le coperte e nascosi il viso tra le mani, ecco, potevo considerarmi una scema. “cosa succede Vegeta?” chiese mia madre facendo uno sbadiglio, probabilmente si era svegliata per il trambusto. “Tua figlia si è messa a urlare alle 4 di notte! Siamo venuti controllare che stesse bene, e ti posso assicurare che sta benissimo! Corde vocali sanissime!” disse e aggiungendo un altro ringhio se ne andò velocemente. poi silenzio, eppure Trunks era ancora li, lo percepivo chiaramente. “oddio sotterratemi” pensai. “ci penso io tesoro, torna pure a letto”… “certo mamma, buona notte” poi si rivolse a me” ‘notte Bra” e si avviò nella sua camera. rimaneva solo lei fuori dalla porta, una delle persone a cui volevo più bene al mondo, ma con cui non potevo parlare..non di tutto almeno…
   
 
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