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Autore: Eternal Life    11/09/2006    6 recensioni
Seguendo il consiglio di Xanver... eccomi qui con il seguito di "A tu per tu con un lupo solitario"!!!!! Spero che leggerete questa ff in molti, e non solo quelli che l'hanno già letta e commentata (grazie di cuore, raga! vi voglio bene!!), ma anche chi non sa minimamente cosa sia! Per questo vi consiglio di dare un occhiata ad "A tu per tu con un lupo solitario" per capirne di più! Riguardo a "Two Wolfs, One Heart" (ovvero questa fiction) VI SCONGIURO DI LEGGERLA!! GRAZIE MILLE!!! ***Due cuori solitari. Il destino li ha fatti incontrare. Uno cercava la comprensione, l'altra la sicurezza. Ed entrambi vennero colti dall'amore***
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Quella giornata era più fredda delle altre. Anche se era difficile prestabilire in Russia, quale fossero le giornate più gelide. Già, gelide. Gelido com’era il cuore di quel ragazzo, indaffarato a lucidare con estrema accortezza uno strana trottola.  Lui era identificato da tutti come un essere impassibile, privo di sentimenti, di anima… E chissà, forse era davvero così, finche un giorno…

Due occhi neri come la pece si fecero spazio tra i suoi mille pensieri. Scosse velocemente la testa, mentre cercava di scacciare quell’immagine dalla sua mente. Su, su! Doveva smetterla di pensare a lei così assiduamente, ventiquattro ore su ventiquattro… Una settimana. Una settimana e lei sarebbe ritornata da lui, con i suoi soliti occhi pieni di vita e il sorriso raggiante.

I pensieri di Yuri vennero interrotti dalla brusca entrata nella sua stanza da parte di uno dei suoi compagni di squadra. Stancamente il rosso sospirò, e chiese:

“Cosa c’è, Boris?” anche se sapeva già la risposta da parte del suo amico.

Il ragazza dagli occhi verde smeraldo sbatte una mano sul tavolo dove Yuri stava lucidando il suo Wolborg.

“Cosa c’è?!” esclamò Boris esasperato diventando rosso in viso, per la rabbia.

“Vuoi sapere cosa c’è?! C’è che il ‘principino’ Hiwatari ha scassato!”

Yuri non potè trattenere una lieve risata.

“Cosa fai?! RIDI!?!” continuò il ragazzo dai capelli violacei sempre più indignato.

“Il fatto è…” fece il rosso alzandosi dalla sedia mentre riponeva il suo Beyblade nella tasca dei pantaloni.

“…è…?” lo incitò Boris.

“…è che Hiwatari ha bisogno di essere persuaso” concluse il ragazzo dagli occhi come il ghiaccio, con la sua solita calma.

“Persuaso, Yuri! E secondo te io cosa ho fatto?! Stavo lì ad attendere la sua risposta come un ebete?! Gli ho detto chiaramente che se fosse ritornato alla Borg avrebbe ottenuto enormi vantaggi, dato che ora che Vorkof se ne andato sei tu il Direttore del Monastero! Ma lui niente! E rimasto così!!” concluse infine, imitando la tipica posa di Kay: testa bassa e braccia conserte.

Yuri capì che era il caso di intervenire.

“D’accordo ho capito, ci penso io” concluse soffocando una risata. Il caro vecchio Boris. Lo spietato, il killer. Se non lo avesse visto con i suoi occhi, non lo avrebbe mai creduto capace di adirarsi per una cosa del genere! Ma da quando Vorkof non c’era più molte cose, e persone, erano cambiate. Una strana armonia aleggiava sui Demolition Boys.

Prima che Ivanof potesse uscire dalla stanza, il ragazzo dai capelli viola gli si parò davanti e disse:

“Scusa, Capitano, ma perché abbiamo proprio bisogno di lui! C’è pur sempre Ivan!”

“Hudzenov…”

“Ok, ok! So che Ivan non all’altezza del grande Hiwatari, però… e pur sempre un compagno si squadra!” continuò il russo sempre più agitato.

“Non è solo questo. Secondo te, ora che io, te e Sergey siamo in Giappone, Paese…”

“… odioso” fece Boris in tono freddo. Yuri sospirò.

“…Paese che ci ospita per i Mondiali di quest’anno” proseguì Ivanof  “Chi può occupare del Monastero in Russia?” concluse sarcastico.

Il ragazzo dagli occhi verdi assunse un espressione sorpresa, per poi sussurrare:

“Non ci avevo pensato…”

“Ma non mi dire…” fece il russo dai capelli di fuoco, sorpassando il suo amico “Vedrò di convinrcelo”.

Il capitano della NeoBorg stava per chiudersi la porta alle spalle della sua stanza di albergo, lasciando solo il suo compagno di squadra, quando questo disse:

“Quanto volte hai lucidato Wolborg in attesa del suo arrivo?”.

Yuri era stato colto in fragrante.

“Bè, dovrò pur scaricare la tensione in qualche modo, no?” fece con un sorriso beffardo, e chiuse la porta udendo la frivola risatina di Hudzenov.

 

**

 

“Sei sicura di voler partire prima? In fondo è solo una settimana, puoi aspettare!”

“No, Elena. Si è svuotato un posto per Tokio proprio oggi per le tre. Voglio sfruttare l’occasione!” concluse una ragazza dagli occhi scuri, mentre terminava di preparare la valigia.

“Però sei ore di viaggio sono tante…” fece l’amica sperando di convincerla  a rimanere in Italia.

“Elena, smettila la conosci! Se si mette in testa una cosa, è impossibile smuoverla!” fece una ragazza mora.

“Veramente quella sei tu…” disse la diretta interessata.

Elena ridacchiò e disse: “Bè, mia cara Stefania, non ha tutti torti…”

La ragazza di nome Stefania assunse una finta faccia offesa. Le due risero di gusto.

“Comunque…” continuò la mora “… non vedi l’ora di rivedere il tuo russo, eh?”

La ragazza diretta per il Giappone, sussultò, e arrossì violentemente.

“Oh-oh! Colpita e affondata!” fece Elena divertita. La ragazza dagli occhi neri le tirò in piena faccia una maglietta che stava sistemando nella valigia.

 

“Allora, mi raccomando, se succede qualcosa avvertici! O pure chiama i tuoi! Il cellulare serve anche a questo!” disse come in tono di rimprovero una ragazza pienotta, con dei lunghi capelli neri, liscissimi.

“Eva, lo so…” fece la giovane diretta per Tokio “Ma credo che in tal caso avviserò voi… I miei sono sempre in giro per il mondo…” disse un po’ a malincuore.

Un’altra amica con due grandi occhioni ametista, le diede un’ amichevole pacca sulla spalla e le sorrise con dolcezza.

“Grazie, Maria…” fece la ragazza con la valigia in mano, pronta per la partenza.

“Ecco il tuo aereo!!” esclamò Stefania “Corri, senno lo perdi…!”

“O-ok, ragazze… Grazie… Grazie di tutto… I-io…”

“Tranquilla!” disse Elena facendo l’ occhiolino “Lo sappiamo che ci vuoi bene! Buon viaggio, Giulia…!”.

Con queste parole, l’italiana che più di un mese fa si era diretta in Russia per conoscere di persona Yuri Ivanof, prese l’aereo per il Giappone.

 

**

 

“Posso entrare, Kay?” chiese il bel russo dagli occhi di ghiaccio. Nessuna risposta.

Senza troppe riverenze,  Yuri entrò nella stanza d’albergo del ragazzo possessore dell’Aquila Rossa. Il giovane in questione, era disteso sul letto, e guardava il soffitto con le braccia incrociate dietro la nuca. E in volto la sua solita espressione enigmatica. Il rosso ebbe una fitta al cuore. Quell’epressione… così simile a quella di lei…Anche se la sua, era di gran lunga più radiosa.

“Ti sei impallato, Ivanof?”

Una voce alquanto seccata interruppe i suoi pensieri.

“No, Hiwatari” rispose Yuri con tranquillità, mentre si sedeva su una sedia vicino al letto.

Si schiarì la voce e cominciò il suo discorso:

“Boris mi ha esposto il tuo ennesimo rifiuto riguardo alla proposta di entrare nei Demolition Boys…”.

Il rosso attese qualche istante. Niente. Nessuna reazione. Continuò:

“Otterresti enormi vantaggi ora che…”

“… quel pazzo di Vorkof è andato a farsi fottere e sei tu il Direttore di quello schifo di posto? Wow! Incredibile! Soli sedici anni, e già Direttore della NeoBorg!” disse Kay con odioso sarcasmo e un sorriso di scherno in volto.

Gli occhi di Yuri si fecero più sottili dalla rabbia, e la sua prima reazione fu spaccargli la faccia, ma sapeva benissimo che così avrebbe mandato tutto a monte.

Sempre con estrema calma, si alzò dalla sua postazione e si diresse verso la porta, e con falso dispiacere disse: “Che peccato, essendo IO il Capitano del Borg, ed essendo IO  a prendere le decisioni… Pensavo di farti scontrare contro Takao Kinomya…”.

Un lampo di luce brillò negli occhi di Hiwatari. La rivincita che aspettava da tempo, era a portata di mano. Ivanof aveva fatto centro.

Kay si mise a sedere sul letto, e con un sorrisetto disse:

“Sai che sei davvero un bastardo?”

Yuri aveva già capito la sua risposta, e aprendo la porta della stanza disse, in tono autoritario:

“Domani mattina, alle otto, al Parco Iynohara per l’allenamento. Ci ritroviamo tutti alla reception alle otto meno un quarto. Massima puntualità”

Detto questo si sbatte la porta alle spalle. Il giovane Capitano tirò un sospiro di sollievo. Perfetto. Tutto si era sistemato. Ad un tratto, involontariamente, gli si chiusero le palpebre ed ebbe un capo gito… Dio, era davvero sfinito. E per di più erano quasi due giorni che non dormiva. Sergey aveva ragione quando diceva che badava troppo poco alla sua salute, ma mai lo avrebbe ammesso. Aveva pur sempre l’orgoglio di un lupo.

Cercando di camminare con il suo solito portamento fiero, si diresse nella sua stanza, miracolosamente senza addormentarsi per il corridoio dell’albergo.

Una volta in camera si lasciò andare sul soffice letto, pensando ancora a quel volto. Ormai era diventata un’ossessione! Senza neanche accorgersene, chiuse i suoi stupendi occhi ed entrò nel mondo dei sogni.

 

“Ehm… Yuri?” fece una voce che Ivanof riconobbe a stento come quella di Sergey.

A fatica, il giovane russo aprì gli occhi e si trovò davanti quelli del suo compagno di squadra che lo guardavano con aria preoccupata. Oh-oh! Guai in vista… 

“Dimmi? E’ successo qualcosa?” chiese tutto d’un tratto, abbastanza allarmato. Quando Sergey usava quel tono di voce, c’era qualcosa che non andava…

“Bè, si… effettivamente qualcosa è successo…” continuò il biondo.

Yuri assunse una strana espressione in viso e si alzò dal letto.

“E’ successo qualcosa a Boris…? A Ivan…?! In Russia tutto bene…?!” il tono del Capitano era sempre più agitato e confuso.

“Calma, Yuri, calma. Niente di tutto ciò… C’ è una persona alla recepition che ti vuole vedere…”

Ad una velocità fulminea, il Capitano uscì dalla camera e si diresse alla reception.

Chi diamine poteva essere?! Non le veniva in mente nessuno… Forse… Il Presidente Dajtengi? E se fosse stato lui, per cosa? Forse per riferirgli che lui e la sua squadra erano fuori dal Campionato? No! Non era possibile! Bè… Era vero che Boris, due anni fa, aveva quasi ucciso uno dei suoi pupilli, Rei Kon. Però…

Con questi pensieri Yuri preferì prendere le scale, anziché l’ascensore, e in men che non si dica, era all’ingresso dell’hotel. Frettolosamente su guardò attorno, alla ricerca di sua conoscenza.

“Ehi, Ivanov!”

Un sussultò. Il Re dei ghiacci sbarrò gli occhi. Quella voce… E il suo cognome pronunciato in quella maniera solo da lei…

Si voltò, e un attimo dopo due iridi nere come la notte avvolsero il suo cuore.

“Giulia…”

 

Continua…

 

**Note**

Ciaoooooooooooooooooo!!!!! Come state!!!?? Spero bene!! Ed eccomi ritornata con il sequel di “A tu per tu con un lupo solitario”, sotto consiglio di Xanver! Grazie mille, cara!! Spero di cuore che leggerai questa storia!

Bè che altro dire, cari lettori? (sempre se qualcuno leggerà sta storia…ndme) Come ho già detto, questa ff è il seguito di un’altra mia ff (sopra citata!) e quindi contiene dei spoiler di essa!! Quindi, sempre se volete saperne di più o siete curiosi, vi consiglio di leggere “A tu per tu con un lupo solitario”! So che è una one shot un po’ lunga… Però abbiate pazienza! Comunque se non vorrete leggerla non fa nulla!! ^_^ So che questo primo chappy non è il massimo… Ma datemi il tempo di entrare nel vivo della storia… XD

Mi raccomando… COMMENTATEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!! CI CONTO!!!!!!!!! PLEASE PLEASE!! ç_ç

Attendo i vostri giudizi!! Ciao!!! kissoni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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