Nas nie dagoniat.*

Heeei! Sono tornata con uno dei miei pastrocchi improponibili! Nel caso ve lo stesse chiedendo, SI, non sono in grado di trattare una coppia etero. Ho scelto Gale e Finnick perchè sono i miei personaggi preferiti **
Devo l'ispirazione per questa fic soprattutto ad Elisa, compagna delle mie follie mattutine su THG ♥
I personaggi e i luoghi citati non mi appartengono, ma sono di proprietà della divina Suzanne. Pertanto ciò che scrivo non è a scopo di lucro ma per puro piacere personale!

-1; Malchick Gay**

Raffiche di pioggia gelida sferzavano Capitol City.

Finnick trovò divertente il fatto che nonostante vivesse in una città del genere, dove tutto è controllato al dettaglio, non si potesse fare niente per le pioggie stagionali che si abbattono su tutta Panem nei primi mesi primaverili.

Sbuffò, scostando con un gesto stizzito un ciuffo di capelli che da vari minuti gli scivolava su gli occhi, reso ribelle dall'umidità presente nell'aria, mentre si riparava alla meno peggio all'ombra di un cornicione del palazzo alle sue spalle.

Fu allora che lo vide. Dopo una giornata di stressante attesa, lo vide.

Lo osservava da un pò: sull'altro lato della strada, in direzione del Palazzo di Giustizia. Le spalle larghe e i fianchi stretti, il fisico tipico di chi sta bene economicamente. I capelli castani, di lunghezza media e dal taglio ordinario, creano un leggero e piacevole contrasto con il tono dorato della pelle.

Ma ciò che Finnick aveva sempre potuto scorgere, anche dall'altro lato della strada, erano gli occhi. I suoi occhi. Così ordinari, nelle iridi dai colori stravaganti che infestavano Capitol da risultare appunto straordinari. E quelle iridi color cenere, le potevi baciare. Anche solo con uno sguardo.

Almeno, questo è quello che pensava il ragazzo.

Era riuscito a scoprirne il nome, da una donna che era solita intrattenersi con entrambi: Gale Hawthorne.

Sei mesi. Sei mesi che ogni sera, al termine di quella che era solito definire "giornata lavorativa" lo aspettava, che cercava di attardarsi il più possibile prima di tornare a casa da Noah, il suo piccolo fratellino.

Voleva (e in un certo senso doveva) vederlo. In qualche modo non poteva farne a meno: se non lo vedeva per un giorno, se una sera Gale saltava quel tacito e non concordato appuntamento diventava irascibile, scontroso e quasi depresso.

Non ne sapeva il motivo.

Quando gli occhi del moro incontrarono i suoi potè distintamente sentire un brivido di elettricità trapassargli la schiena, mentre le mani cercavano affannose le tasche e il sopracciglio si alzava in una smorfia quasi strafottente, per dissimulare il rossore che sentiva salirgli alle guance.

Si fissarono per divesi minuti, pugni stretti in tasca uno, mordicchiandosi il labbro l'altro.

Finnick avrebbe dato qualsiasi cosa per estendere quei pochi minuti all'infinito.

Ma il punto era: cosa pensava lui? Non poteva saperlo. Avrebbe voluto, ma non poteva.

Una donna vestita in modo appariscente gli si avvicinò, parlandogli con un'espressione in viso che lascia ben poco all'immaginazione.

La mascella di Finnick si contrasse, in un moto di qualcosa di molto simile alla gelosia. Tenne gli occhi piantati su di lui ancora per qualche istante, mentre si allontanava sottobraccio a quella sconosciuta.

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Here we are!  Lo so, è qualcosa di osceno ma va bene, siate clementi cwc
* e **: Canzoni delle t.A.T.u. (Molte delle loro canzoni saranno la "colonna sonora" della fic!)
Al prossimo obrobrio! :D
Ash