E sopra di
noi un cielo di stelle
Perché
sono venuta? Perché non mi sono rifiutata? E al diavolo tutto quanto…
Sarei
dovuta restare a casa. O fuggire. Non importa dove. Soltanto fuggire.
Fuggire
da ogni cosa, soprattutto da questo straziante dolore.
Perché
la morte ha dovuto strapparti dalle mie braccia? Eri solo all’inizio
della tua
vita. E noi due eravamo appena all’inizio della nostra storia.
Ora la
tua vita è spezzata per sempre. E la mia ha perso di significato.
Perché
questa dannata guerra? Questa guerra che non ha un senso, come tutte le
guerre,
del resto. Perché questa violenza ingiustificata? Possibile che l’Uomo
non
possa sopravvivere senza odiare?
Qual è
il motivo di tante vite distrutte? Qual è il perché tanti amori sfumati?
E come
mai, con tutti i posti in cui sarei potuta essere, dovevo trovarmi
proprio qui?
Guardo
il cielo e t’immagino lassù, ma non come sei ora, spirito
irraggiungibile. Ti
immagino sul tuo aereo, felice e libero di volare tra le nuvole…
La tua
passione mi ha sempre affascinata, anche se è stata quella a portati
via. L’ho
amata, così come ho amato te. E ora la odio, allo stesso modo in cui
odio te, perché
mi hai lasciato sola.
Sola
quaggiù, su una Terra dove non ha più senso vivere se tu non ci sei.
Guardo
il mare e vorrei tuffarmi dentro. Lasciarmi andare… E invece devo stare
qui, ad
ascoltarlo parlarmi di cose che non mi interessano.
Ma chi
è quest’uomo? Che cosa vuole da me? Perché non mi lascia in pace?
Perché
non mi ha lascia sola, con il mio dolore?
Stavo
per gettarmi in acqua e nessuno mi avrebbe salvata. Invece è arrivato
lui… E ha
incominciato a parlare…
Parla,
parla… Parla in continuazione. Dei suoi compagni dispersi. Di campi di
prigionia. Di sua moglie. E di suo figlio.
Che m’importa
di lui, della sua famiglia, dei suoi compagni?
Io
voglio te. Voglio pensare a te.
Voglio
morire… Voglio raggiungerti, David.
Volevo
dei figli da te e il destino non me lo ha concesso. Perché ora mi
impone di
stare ad ascoltare quest’uomo, un pilota , come lo eri tu, che mi
racconta di
suo figlio?
E’ un
brav’uomo, non lo metto in dubbio. Lo si capisce subito. Ed è anche
bello,
molto bello. Intrigante, molto alto e persino simpatico.
Ma non
è te. Io voglio che ci sia tu qui, accanto a me. Invece c’è lui.
Che
continua a parlare e che ha deciso di non lasciarmi sola. Deve aver
capito
cos’avevo in mente. Gli ho promesso che non lo avrei fatto, ma ha detto
che era
lui ad aver bisogno di sfogarsi: un suo compagno non è rientrato dalla
missione.
Pessima
notizia, un’altra fra le tante.
A che serve venire a cantare per risollevare il morale a uomini che non
sappiamo neppure se
domani vedranno il sorgere del sole?
Lui
vuole parlare… A me sembra uno spreco di tempo, tanto a che serve?
Eppure
lui continua.
La sua
voce è profonda. E’ quasi sensuale ad ascoltarla qui, al buio, su
questo ponte.
Ci
siamo solo noi due.
Sotto
di noi l’immensità del mare e sopra di noi soltanto un cielo di stelle.
Si è
seduto e mi sta raccontando delle cassette che suo figlio incide per
lui e che
risente fino alla nausea. E di quelle che lui manda ai suoi familiari.
Lettere-cassette.
Non lo ha detto, ma credo che lo faccia perché suo figlio, che ha solo
pochi
anni, possa un giorno riascoltare la voce di suo padre, in caso non
tornasse.
Tra
poche ore sarà Natale.
Un
Natale di odio e di violenza. Che senso ha festeggiarlo? Eppure siamo
qui proprio
per questo, per aiutare i nostri soldati a trascorrere un Natale con
l’illusione di essere lontani dalla guerra.
Un
Natale senza di te. Il primo di tanti, troppi Natali senza di te.
Quanto
mi manchi, David…
Mi
siedo anch’io, accanto a quest’uomo, che sta ancora parlando.
Mi
chiede di te. Ha saputo. Qualcuno deve averglielo detto.
Rispondo
a monosillabi… Non ce la faccio. Mi manchi troppo. Il cuore mi si
devasta ogni
volta che penso a te, alla vita che speravo per noi due.
Ai
nostri figli che non nasceranno mai.
Gli
occhi mi si riempiono di lacrime e scoppio in un pianto dirotto. Almeno
quello,
finalmente, riesco a farlo.
E lui
mi stringe a sé.
Piango
per te tra le braccia di uno sconosciuto. Di un uomo che conosco da
meno di dodici
ore… Eppure piango, piango disperata, mentre lui mi abbraccia e tenta
piuttosto
goffamente di consolarmi.
Voi
uomini non sopportate proprio di vedere una donna piangere!
Ma lui
è dolce e tenero. E’ confortante. Il suo abbraccio è forte e deciso. Fa
parte
di lui, è come lui. Non serve conoscerlo a fondo per capire che è un
uomo forte
e deciso. Ogni pilota lo deve essere… lo eri anche tu.
Sollevo
la testa dalla sua spalla e lo guardo negli occhi, i miei colmi ancora
di
lacrime per te.
Tra
noi un silenzio immobile… e i suoi occhi che sfiorano appena le mie
labbra…
E’
stato lui ad avvicinarsi? O sono stata io?
Ci
baciamo…
E’ un
bacio disperato, tra due anime disperate.
Che ci
facciamo qui, l’una tra le braccia dell’altro? Eppure, con le sue
labbra sulle
mie, non vorrei essere in nessun altro posto, in questo momento.
Dura
un attimo ed è intenso, più dolce del miele. Avvolto in un silenzio che
promette
il mondo intero, anche se so che lui non potrà mai darmelo. Eppure lo
vorrei,
proprio ora, qui, immediatamente.
Solleva
il capo, e mi scruta con attenzione. Alla luce della luna i suoi occhi
sembrano
ancora più grandi. Ha occhi bellissimi, labbra morbide e un sorriso
seducente.
“Baciavi lui?”
E’
l’unica cosa che dice. Prima sembrava non volesse più smettere di
parlare. Ora
sa chiedermi soltanto questo. E’ quasi buffo… tra tutte le cose che
poteva
dirmi o domandarmi, gli interessa solo sapere se stavo baciando te.
Che cosa
posso rispondergli? Non lo so neppure io.
Tu non
ci sei più, come faccio a baciarti?
Eppure
ha capito che nel nostro bacio ho anche sperato di ritrovarti.
Per
certi versi lui mi ricorda te. Ecco perché mi dava tanto sui nervi! Lui
è vivo
e tu non lo sei più…
Ma io
non stavo baciando solo te. Baciavo anche lui.
Baciavo
il suo profumo di uomo, che la sua pelle rilascia intenso; baciavo il
suo
sapore e la dolcezza delle sue labbra… baciavo il suo calore e la sua
forza,
segni che in lui scorre ancora la vita…
No,
non baciavo soltanto te.
“E tu chi
baciavi?”
Rispondo
così alla sua domanda e mi rendo conto che vorrei saperlo davvero. Ma come ho fatto io, anche
lui non risponde.
In
certi momenti, determinate domande non andrebbero mai fatte.
Non
risponde con le parole, ma lo fanno le sue labbra per lui: si china
sulle mie e
mi bacia ancora, di nuovo… e le mie lacrime si mescolano al sapore
della sua
bocca, mentre assecondo nuovamente il suo bacio, stringendomi a lui.
Il suo
abbraccio, fino a questo momento tenero e controllato, diventa
esigente: io mi
aggrappo alle sue spalle e mi abbandono, lasciandomi rinchiudere nella
forza di
questa stretta disperata.
Il
mondo non esiste più.
Quest’uomo
ha il potere di far magicamente scomparire tutto quanto: il dolore,
l’angoscia,
il senso di vuoto, il desiderio di morire.
Tutto.
Ogni
pensiero svanisce racchiusa nelle sue braccia. Com’è possibile?
La sua
bocca è sulla mia, insistente e dolce al tempo stesso. Una languida
tortura che
annebbia i sensi.
Poi
sono le sue mani a sconvolgermi, mentre lentamente mi cerca, sollevando
i
vestiti.
Mi
vuole. E lo voglio anch’io.
Non m’importa
dove, quando e perché. Tu non ci sei più, David e io voglio lui.
Perché
mi sta baciando con dolcezza e desiderio, perché mi fa sentire
improvvisamente
di nuovo viva. Perché sento nella sua passione che anche lui anela di
sentirsi ancora
uomo tra le braccia di una donna.
E
tutto questo mi fa impazzire.
Lo voglio…
Lo desidero.
Gli
sfioro il collo, poi slaccio qualche bottone della tuta che indossa,
lasciando scivolare
la mia mano all’interno, ad accarezzargli la pelle calda e morbida. E’
un
contatto che mi eccita; è un’incredibile sensazione di dolcezza che mi
sorprende, perché non immaginavo di provarla toccando un uomo,
soprattutto un
uomo come lui, sicuro di sé, forte e volitivo.
Le sue
mani abili fanno altrettanto con me e mi sfiora il seno, lentamente.
Accarezza
l’addome. Una risale a toccarmi i fianchi e la schiena…
Un
brivido di anticipazione mi percorre tutta: la strada è tracciata,
ormai.
Non
torneremo più indietro. Nessuno dei due lo vuole, anche se sappiamo che
sarà
solo per questa volta. Che non ci sarà futuro.
Ma in
questo momento non esiste neppure il passato.
Ci
siamo solo noi e la brezza del mare che accarezza i nostri corpi. La
luce della
luna che li illumina. L’odore della notte che acuisce i sensi e
contribuisce a
farci perdere il controllo.
Ci allunghiamo
a terra, incuranti della scomodità. L’unico desiderio è assaporare il
momento,
cogliere l’attimo prima che svanisca. Nulla è importante, tranne le
sensazioni
che ci attraversano, intense e violente.
Nient’altro.
Soltanto
il calore che ci unisce e la dolcezza che la nostra unione ci regala.
Nulla
importa in questo istante all’infuori del piacere che ci fa sentire
meno soli e
che ci ricorda che siamo entrambi ancora vivi.
Chissà
se domani respireremo ancora?
Chissà
se fra dieci anni abiteremo ancora questo mondo?
In
ogni caso domani ricorderemo tutto questo. E fra dieci anni sapremo che
saremo
ancora vivi grazie anche a questo momento.
Siamo
due anime sperdute che si sono incontrate per poche ore d’amore. Soli,
sul
ponte di una nave in mezzo all’oceano, nel pieno di una guerra assurda.
Solamente
noi due.
Il
mare tutto intorno.
E sopra di noi un cielo di stelle.