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Autore: Celestellina    03/02/2012    1 recensioni
FANFICTION SU RAIN, KIM HYUN JOONG, YESUNG, SIWON, EUNHYUK, DONGHAE, SEUNGHO (MBLAQ), JUNHO (2PM), L, WOOHYUN (INFINITE), ALTRI PERSONAGGI. Sono passati trent’anni da quando siamo sposati, e ci amiamo ancora come il primo giorno. Io per lui ho lasciato il mio mondo e la mia patria, lui per me ha cambiato la sua vita in mille piccoli modi. Il nostro amore non ci ha reso la vita semplice e bella, anzi ci ha complicato tante, troppe cose. Ma grazie all’amore siamo stati in grado di arrivare qui dove siamo. La fotografia della nostra famiglia mi sorride da sopra il camino, e siamo belli, siamo tanti. Ognuno di noi ha la propria storia racchiusa in cuore, e in ognuno di noi c’è un po’ della storia degli altri, perché nella nostra famiglia è così. Le gioie di uno sono le gioie di tutti e i dolori di uno sono i dolori di tutti. Ma il tempo, nel suo corso infinito di mesi, anni e stagioni, ci ha fatto un grande regalo: ci ha permesso di essere presenti ognuno nella storia dell’altro. Perché voglio raccontarvi questa storia? Perché è la storia della nostra vita. E questa vita che non mi aspettavo così… è ogni giorno un regalo.
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il regalo del tempo capitolo 1

IL REGALO DEL TEMPO

- SEI UN CRETINO! – mi svegliai di soprassalto e mi guardai attorno cercando di capire se avevo sognato o qualcuno aveva gridato davvero.

In soggiorno non c’era nessuno eppure… ero convinta di aver sentito la sua voce…
Ripresi in mano il libro che mi era scivolato sulle gambe, lo chiusi e lo poggiai sul tavolino davanti a me. 
E a un tratto sentii qualcuno che piangeva a dirotto e una specie di terremoto che mi arrivava addosso. 
– Piano, piano! - 
- Nonnaaaaaaaa, ho bisogno di coccoleeeeee!! – e mia nipote mi si gettò addosso con tutta la giovane irruenza dei suoi diciassette anni. 
– Che è successo stavolta? – le chiesi mentre carezzavo i suoi capelli chiari, immaginando già di cosa poteva trattarsi. 
– C’è che i maschi sono tutti cretini! Stanno sempre a cercare dove non dovrebbero e non si accorgono di quello che si perdono! - 
- E chi sarebbe questo sfortunato che ha perso questo qualcosa? O forse questo qualcuno? - 
- Eh… chi sarebbe… Tutti! Non ce n’è uno che ci provi a cercare bene! - 
- Calmati, come può essere facile trovare la persona più importante della tua vita? È una ricerca lunga, ci vuole tempo! - 
- Ma io non voglio la più importante della mia vita, mi va bene anche una che sia importante solo un po’ – si era calmata e mi alzò in faccia i suoi occhi verdi che grazie alle lacrime appena accennate brillavano più del solito. 
Ci guardammo e scoppiammo a ridere insieme, ancora abbracciate.

- Hyobo!* [tesoro] – al suono di quella voce ci staccammo e mia nipote si sedette accanto a me sul sofà.
– Hyobo! Cos’erano quelle voci? – un uomo alto e con i capelli brizzolati entrò nella stanza e ci guardò. 
Gli bastò un attimo per capire cos’era successo, scosse la testa e… 
- TTo?* [ancora] Tto? Sempre a confabulare voi due! Lo sapevo io che non dovevo permetterti di insegnarle l’italiano! Non lo sopporto quando parlate e non vi capisco! Che ci fai tu a casa a quest’ora? Non dovresti essere a scuola? Lo sai che nella vita bisogna impegnarsi al massimo se si vuole ottenere qualcosa! - 
-Deee, harabeoji… * [Sì, nonno]
- Emi appa!* [Padre di Emi, modo per rivolgersi indirettamente a una persona] – gli feci uno sguardo che nel nostro codice significava “ancora a fare il rompiscatole perfettino?”. 
Nostra nipote si alzò per andare in camera e lui con sguardo interrogativo mi disse – Che c’è? Ho esagerato?
Io feci spallucce e dissi – Vedi un po’ tu! – 
Mio marito si affacciò ai piedi della scala, che una Francesca a metà tra il contrito e il divertito saliva trascinando i piedi e appoggiandosi al corrimano. 
– Lo vuoi un gelato? – le urlò.
– No, harabeoji! –

Per mio marito essere gentile con qualcuno consisteva come al solito nel permettere di mangiare qualcosa contenente grassi e carboidrati.
Se solo mi avesse conosciuta un anno prima del nostro primo incontro credo che non sarei qui adesso.
Lo guardai tutto contento che sua nipote avesse rifiutato un gelato, scossi la testa e mi alzai. 
– Dove vai? - 
- Hai dimenticato che oggi è il compleanno di tua nipote? - 
- Chi? Susy? - 
-No, Rita - 
- Davvero? E dove sono tutti?  In questa casa non c’è mai nessuno ora che posso stare con loro! Prima, quando ero sempre pieno di impegni e non c’ero mai, erano sempre tutti qui – mi avvicinai alle sue spalle e lo abbracciai, carezzandogli il torace e stringendomi al suo corpo alto, forte e muscoloso.
– Ci sono io, non ti basto? – mi scostò le mani solo per girarsi e stringermi a sé a sua volta. 
Inspirai a fondo il suo odore e il mio corpo istintivamente ritrovò la sua posizione naturale tra le sue braccia. 
La sua bocca scese a cercare il mio collo e poi lenta risalì verso il viso. 
Un bacio leggero sulle labbra e poi sussurrò – Lo sai che di te non ne ho mai abbastanza… - le nostre labbra si riavvicinarono e il contatto si fece più profondo e intimo…

- Eomma! Appa!* [Mamma! Papà!] Per favore! – al sentire quella voce ci allontanammo istintivamente il più possibile senza nemmeno guardarci in faccia, io improvvisamente interessata alle cadute delle tende, lui al libro che io avevo lasciato sul tavolo poco prima. 
– Dov’è Franci? Non è ancora tornata? – 
Senza osare girarmi le dissi – È di sopra in camera sua… - 
Sentii ridacchiare da dietro le mie spalle e la sua voce che si allontanava dicendo – Potete continuare! Tolgo il disturbo! - 
- MaeRi! – le gridammo dietro all’unisono io e suo padre.
Lei alzò la mano agitandola come per dire “niente ringraziamenti, gente” e andò dritta verso le scale. 
Contemporaneamente la porta d’ingresso si aprì e nostro figlio entrò con dei libri in mano e il giubbotto, palesemente trafelato. 
– Ajumma! Ajumma! * [Signora! - termine rispettoso con il quale ci si rivolge a donne di una certa età]– 
- Emi, è andata a fare la spesa! Che è successo? – 
- Oh, eomma! Devo andare a prendere Susy all’università, torno presto! - 
- Ma scusa, perché non mandi… - ma la frase mi restò a metà perché Emi era già fuori di casa. 
Mio marito fece spallucce e mi disse – Lo sai che sua figlia non la lascia a nessuno, è così da quando è nata e non cambierà di certo ora. – 
Sospirai. 
– Quando quella ragazza si innamorerà saranno guai. Come se in questa casa non avessimo già avuto abbastanza problemi di cuore - 
- Tranquilla hyobo, le vuole bene e capirà quando sarà il momento di lasciarla andare – mi si riavvicinò per battermi la mano sulla spalla, con quel suo solito sorriso largo in quella faccia da schiaffi. 
Mi venne da ridere perché da ragazza avevo una sua gif che aveva proprio quella stessa espressione, ma ovviamente molte cose del mio essere sua fan da ragazza mio marito non le sa, e credo che riuscirà a vivere bene anche senza saperle.
Soddisfatto per avermi fatta ridere, comunque, si allontanò anche lui verso le scale. 
– Vado a prepararmi! - 
- Arassò – 
Presi il libro che era rimasto in giro, sistemai il segnalibro e stavo per riporlo nella libreria giù in soggiorno quando sentii i suoi passi che si fermavano 
– Hyobo… è finito il magic stick! – 
Con gli occhi sgranati mi girai a guardarlo 
– Cosa?! - 
- Il deodorante! – e se ne andò su per le scale fischiettando la canzone dei tre orsi. 
– Hyoboyaaaa, saranghaeee!* [Tesoro, ti amo!] – gli gridai dietro ridendo.

Sono passati trent’anni da quando siamo sposati, e ci amiamo ancora come il primo giorno.
Io per lui ho lasciato il mio mondo e la mia patria, lui per me ha cambiato la sua vita in mille piccoli modi. 
Il nostro amore non ci ha reso la vita semplice e bella, anzi ci ha complicato tante, troppe cose. 
Ma grazie all’amore siamo stati in grado di arrivare qui dove siamo.
La fotografia della nostra famiglia mi sorride da sopra il camino, e siamo belli, siamo tanti. 
Ognuno di noi ha la propria storia racchiusa in cuore, e in ognuno di noi c’è un po’ della storia degli altri, perché nella nostra famiglia è così. 
Le gioie di uno sono le gioie di tutti e i dolori di uno sono i dolori di tutti. 
Ma il tempo, nel suo corso infinito di mesi, anni e stagioni, ci ha fatto un grande regalo: ci ha permesso di essere presenti ognuno nella storia dell’altro. 
Perché voglio raccontarvi questa storia? Perché è la storia della nostra vita. 
E questa vita che non mi aspettavo così… è ogni giorno un regalo.



Chi sarà mai questo marito? Booooooooh chissà! Nel frattempo ringrazio le mie consulenti private miss tumblr e miss pomponi (per colpa di Praivasi e un po' anche di Emilio le chiamiamo così)
   
 
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