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Autore: F l a n    03/02/2012    5 recensioni
È una normalissima notte quella in cui Blaine trova una sorta di strano umanoide accasciato per terra, nel parco. Blaine ha sempre creduto nelle forme di vita extraterrestri, ma presto dovrà rendersi conto che Kurt Hummel non è semplicemente quello che lui crede "un Alieno" dalle sembianze umane.
Come farà Kurt Hummel a tornare da dov'è venuto?
E, precisamente, da dove proviene?
Un alternate Universe tendente allo sci-fi.
***
Estratto dal capitolo 2:
"Il ragazzo, o quello che era, si scostò velocemente da lui, per poi cadere nuovamente sulle ginocchia, evidentemente troppo debole per qualunque movimento.
“Chi sei?” chiese Blaine, avvicinandosi ancora a lui, ricevendo solo uno sguardo diffidente, contrariato. I suoi occhi blu brillarono.
Blaine tese una mano in avanti, ma l’altro si scostò ancora, camminando sulle ginocchia. Stranamente la sua tuta, pur essendo bianchissima, non era né sporca di terra né di erba. Blaine ne concluse che quello che stava indossando doveva essere un tessuto particolarmente speciale.
“Sei umano?” chiese ancora, accucciandosi su di lui, fino ad essere al pari del suo viso, “non voglio farti del male."
[Klaine scritta per il BigBangItalia]
Genere: Romantico, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note di inizio capitolo: Fluff ed angst sono gli ingredienti di questo capitolo! Spero vi piaccia. Il rapporto di Kurt e Blaine ormai si sta sempre più approfondendo ma anche la realtà di Kurt si fa sempre più vicina. Capirete leggendo.
Intanto voglio ringraziare tutte le persone che hanno messo la storia tra le seguite, ricordate e preferite. Per me è molto importante! Se poi vi va di farmi sapere cosa ne pensate, sono sempre molto aperta al dialogo ed alle critiche costruttive se ce ne fosse di bisogno :)

Ci vediamo a fine capitolo!


11. “Turning Point.”

“Come faccio a separarmi da te adesso che ti ho trovato?” era la frase che assillava la mente di entrambi ma che nessuno dei due aveva il coraggio di pronunciare.
Dopo quel bacio, Blaine e Kurt avevano passato la giornata a parlare; parlare di cose più o meno importanti, parlare di ciò che avevano vissuto, delle loro poche e brevi storie, del loro essere così diversi dagli altri.
Blaine non aveva mai incontrato uno come lui; uno col suo sorriso, col suo sguardo, ma anche con il suo potenziale seduttivo. Sembrava che in Kurt ci fosse ogni cosa che stava cercando da una vita.
Alla fine, si erano ritrovati accoccolati sul letto di Blaine, vicini, quasi come per paura che qualcuno li potesse dividere, ma nessuno li avrebbe divisi, almeno non in quel momento.

I giorni seguenti li passarono normalmente, esattamente come tutti gli altri; Blaine andò alla Dalton per studiare e poi alle prove dei Warblers con Kurt – le provinciali si stavano pericolosamente avvicinando.
Per due giorni il bracciale di Kurt non aveva dato alcun segnale, per cui i due ragazzi decisero di passar sopra quell’evento, specialmente perché, in fondo in fondo, Kurt non ci teneva troppo a ritornare indietro, non adesso che aveva trovato Blaine.
Ma la realtà tornò presto a farsi sentire.
La terza volta in cui il bracciale brillò, Kurt e Blaine erano a tavola con i genitori di quest’ultimo, a cena. Kurt rivolse un’occhiata silenziosa al compagno che era al suo fianco e che aveva sicuramente visto il suo bracciale brillare da sotto la manica larga del maglione che stava indossando. Il bagliore era stato più forte e si era ripetuto tre volte accompagnato da un piccolo fischio acustico che solo Kurt riuscì a sentire grazie all’udito un poco più sviluppato rispetto a quello degli altri presenti nella sala.
“I-io credo di dover andare un attimo in bagno!” esclamò, fuggendo dalla tavola e rifugiandosi dentro il bagno, controllando il bracciale. Una spia sul lato si era illuminata e lampeggiava incessantemente, Kurt non riusciva a spiegarsi cosa fosse; era un segnale, lo era di certo, ma non sapeva né come funzionasse né cosa dovesse fare. Guardò l’orologio-bracciale con attenzione ma non vi vide alcun pulsante, alcuna funzione utile per poter rimandare una chiamata o per identificare che genere di segnale fosse. Fissò l’orologio piuttosto scoraggiato.
Qualcuno bussò alla porta e poi aprì, e Kurt vide Blaine avanzare verso di lui e chiudersi la porta alle spalle con sguardo preoccupato.
“Qualcosa non va? È arrivata una nuova chiamata, vero?” chiese, passandogli una mano sul braccio.
“Già, ma non so… non so come rintracciarli, non so come abbiano attivato questo segnale, io… non so niente e la cosa sta cominciando a frustrarmi. Sai, sto bene qui, non mi sento a disagio e mi ero appena abituato a tutto… l’idea che ora questo possa cambiare, in parte, mi sconvolge e mi fa sentire un po’ male dentro.”
Blaine lo trasse a sé e lo strinse, dandogli un abbraccio forte ed un piccolo bacio sulla guancia.
“Andrà tutto bene… davvero. Andrà tutto bene.”
Kurt lo guardò con i suoi immensi occhi azzurri, così grandi, così belli e puri. Il cuore di Blaine si scaldò, ricolmo di amore per lui; come potevano stare divisi? Era impossibile e soprattutto gli era impossibile pensarlo. Non si era mai trovato così in sintonia con qualcuno come con lui.
“Me lo auguro…”
Blaine spostò le labbra dalla guancia a quelle di Kurt e gli diede un bacio profondo, sentendo nel proprio stomaco smuoversi qualcosa, una sensazione piacevole, una specie di sfarfallio che sentiva solo quando lo baciava.
E lui sapeva anche perché.

*


“I Warblers daranno una festa domani sera!” esclamò Blaine, con il cellulare in mano ed un messaggio di Nick sullo schermo del telefono, “ti va di venire? Ci divertiremo!”
Kurt lo guardò un po’ scettico; non amava le feste, neanche nel suo mondo, anzi, specialmente nel suo mondo. Ma a lui del resto non piacevano neanche quelle diavolerie alcoliche con ventimila gusti che gli pizzicavano la gola, ed alle feste di solito ce n’erano molte.
Si strinse nelle spalle, un po’ titubante.
“Non lo so Blaine…”
“Oh andiamo! Possiamo stare un po’ assieme, divertirci, ed ormai i miei amici ti adorano, avrebbero davvero a cuore la tua presenza!”
Kurt premette le labbra assieme e guardò il suo bracciale, titubante. Quella forse era una delle ultime occasioni che aveva per stare con Blaine e non poteva sprecarla.
“D’accordo, verrò.” Annuì infine, lasciandosi andare ad un sorriso rilassato e sincero quando vide Blaine tramutare la sua espressione da preoccupata a felice. In realtà, Kurt sapeva che il suo compagno era preoccupato tanto quanto lui all’idea di doversi separare. Certo, era vero che il bracciale ormai si illuminava da diversi giorni e che non era ancora arrivato nessuno, ma sicuramente qualcosa era in corso e lui sapeva che non poteva essere solo una casualità.

*

Alla fine, Kurt si era ritrovato in camera con Blaine a scegliere i vestiti per la festa. Se c’era una cosa che Kurt Hummel aveva capito, era la sua passione per la moda; anche nel suo tempo era sempre stato affascinato dalle tendenze, dagli abiti strani, ma quello che era riuscito a comprendere solo dopo qualche tempo vivendo con Blaine, era che nel “passato” gli umani avessero molto più stile e molti più abbinamenti da poter fare.
Inoltre, grazie a qualche sviluppo immunitario – forse grazie al cibo, - Kurt si stava progressivamente abituando alla temperatura e poteva cominciare a togliersi la sua tuta, di tanto in tanto, quando non era troppo freddo. I tessuti a volte sembravano tutti troppo ruvidi o troppo pesanti, ma una volta che vi fece l’abitudine, Kurt sarebbe vissuto solo di shopping ed abiti, e questo la carta di credito di Blaine lo aveva capito più che bene.
“Credo che questo ti starebbe meglio Blaine! Provalo, provalo!” esclamò Kurt tutto soddisfatto, che ormai aveva preso gusto nel decidere gli abiti e quindi si era offerto di dar consiglio anche al compagno che non era per niente dispiaciuto della cosa.
“Mhmh, d’accordo, tenterò di fidarmi…” rispose con un sorrisino, indossando il maglioncino che l’altro gli aveva consigliato e che stava effettivamente molto bene con i pantaloni e la camicia. “È perfetto.”
“Beh lo so, sono bravo. È assurdo che io sia più bravo di te… sai? Questi non sono neanche i miei indumenti usuali, o io imparo in fretta oppure tu sei estremamente arretrato nei modi di vestire. Oggi quando eravamo in centro ho visto tante cose carine che avrei voluto tanto comprare e-“ Kurt bloccò il fiume di parole che stava uscendo dalle sue labbra solo quando l’altro gli si avvicinò per l’ennesima volta e lo guardò con evidente desiderio.
“Perché mi guardi così?” chiese, cercando di passare per ingenuo.
“Mh, forse perché sei l’essere più bello che abbia mai avuto al mio fianco ma anche il più vanitoso?”
Kurt rise, abbassando lo sguardo e poi rialzandolo verso Blaine, gettandogli le braccia al collo ed avvicinandosi per baciarlo.
I due non avevano mai stabilito se la loro fosse una sorta di relazione o un’amicizia molto intima, ma qualunque cosa fosse, era dannatamente piacevole e loro si stavano scoprendo complici ogni giorno di più.
Ed anche le loro mani, seppur lentamente, stavano cominciando a farsi più audaci; dal collo alle spalle, dalle spalle alle braccia, dalle braccia ai fianchi e solo ogni tanto sotto la maglietta.
Per entrambi era una sensazione sconosciuta e tremendamente piacevole.
Niente a che vedere con Sean, per quanto riguardava Blaine.

*

Arrivarono a casa di Nick verso le ventuno proprio come quest’ultimo aveva dichiarato nell’invito.
Blaine parcheggiò la macchina di fronte alla casa, nel piccolo parcheggio riservato ai residenti. Kurt la osservò dalla macchina e pensò che la casa di Nick fosse a dir poco enorme e davvero, davvero bella.

“Blaine, Kurt, che piacere avervi qui!” disse il ragazzo, abbracciando entrambi ed invitandoli a mettere il cappotto nella camera per gli ospiti.
C’erano tavoli imbanditi di ogni pietanza e bibita, musica, luci colorate, ed a Kurt sembrò tutto così magico e particolare. Non era niente di eccessivo, le persone parlavano tra di loro e l’atmosfera era piuttosto allegra ma anche calma, e questo fece sentire Kurt a casa, in un certo senso.
Era quasi terribile rendersi conto di sentirsi a casa in un luogo che non gli apparteneva e lui lo sapeva bene, ma quando Blaine gli prese la mano e la strinse nella propria per farlo ballare, Kurt fu davvero certo che sì, quella poteva essere la sua casa.

Blaine era sicuro di aver mandato giù almeno due bicchierini di alcolici vari quella sera, ma aveva cercato di mantenersi il più lucido possibile, esattamente come Kurt che, invece, non aveva assolutamente toccato una goccia di alcool e sembrava ripudiarlo con ogni fibra del suo essere.
“Non ti farò bere un altro bicchierino di quella roba!” esclamò Kurt, afferrandolo per un braccio per non fargli prendere l’ennesimo bicchiere di spumante.
“Odi così tanto gli alcolici?”
“Non immagini quanto.”
Blaine decise di rimandare la sua bevuta e si strinse nelle spalle con un sorriso stirato.
“Penso che lo farò solo perché sei tu a chiedermelo, ma non è mia abitudine rifiutare una bevutina.”
Kurt lo fulminò.
“Non mi sembra tu beva abitualmente.”
“In effetti no, non ci tengo… stavo scherzando. È bene che mi fermi, in ogni caso, diciamo che non reggo benissimo l’alcool e non voglio fare la figura del rincoglionito davanti a te,” gli disse, carinamente, dandogli un bacetto sulla guancia. Quel gesto fece arrossire quasi totalmente Kurt, specialmente perché fatto in pubblico e non si erano mai scambiati effusioni in pubblico.
“Lo sanno, sai…” cominciò Blaine, sedendosi su una sedia libera.
“Mh?”
“Gli altri, hanno capito che c’è del tenero tra noi. Non devi vergognartene, loro sono felici e credo che loro sappiano da prima di noi cosa provavamo l’un altro.”
“È curioso che siano sempre gli altri ad accorgersi delle cose prima di te, non trovi?”
Blaine gli concesse un sorriso ed annuì. Stava davvero bene con lui, ed anche quando Jeff gli rivolse un occhiolino capì che la sua vita non poteva esser pensata in modo diverso da quello.

*

“È stata una bella serata…” mugugnò Blaine, aggrappandosi a Kurt e ringraziando Nick.
“Oh, immagino lo sia stata. Hai passato metà serata a pomiciarti il povero Kurt sul divano!”
“M-ma…” Kurt arrossì di colpo; era vero, avevano passato metà serata a strusciarsi sul divano come non avevano mai fatto perché l’alcool dava a Blaine quel coraggio che non aveva mai, gli toglieva quell’essere continuamente elegante e raffinato, lo rendeva più sfacciato e sensuale e Kurt non era riuscito a resistergli.
“Su, su, non devi vergognartene. Ed a parte tutto, è stato un piacere ragazzi, quando volete tornare la porta è sempre aperta.”
“Grazie Nick.” Risposero entrambi, all’unisono, finché la porta non si chiuse e loro non andarono verso la macchina, anche se Kurt dovette trascinare Blaine fino a farlo stendere sul sedile posteriore.
E menomale che Kurt sapeva guidare – Blaine glielo aveva insegnato giusto qualche tempo prima, dovevano solo sperare di non trovare alcun tipo di controllo stradale.

*

“Non so cosa farei se domani mattina mi risvegliassi e non ti ritrovassi al mio fianco…” mugugnò Blaine, con la voce strascicata e la faccia spiaccicata al cuscino. Kurt aveva decisamente convenuto che l’alcool non faceva bene a Blaine, lo rendeva più stupido, o troppo felice, o troppo sessualmente attivo o, addirittura, troppo pessimista. Però, nella frase del compagno Kurt sapeva che poteva esserci qualcosa di vero e lo sapeva essenzialmente perché il suo bracciale si era illuminato proprio dal momento in cui aveva pronunciato quella frase e da lì non si era più spento. Non era il solito lampeggio, non era un bagliore casuale, era una luce fissa, una specie di piccola spia collocata sul cintolo dell’orologio.
“Non dire così… non possiamo sapere cosa succederà domani, ma io confido di essere ancora qua.”
“Non vuoi più andare via?”
Kurt sorrise e gli passò una mano tra i capelli scompigliati.
“No, forse… forse no.”
“Mmh…” Blaine si aggrappò alla gamba di Kurt e vi strusciò il volto contro, visto che a differenza dell’ospite, lui era sdraiato e mezzo dormiente. “Mmmh, e poi non puoi andartene sai… perché io ti amo tanto…” mugolò ancora, non propriamente conscio di ciò che aveva detto, anzi, forse non lo era per niente, ma il cuore di Kurt sprofondò.
E per la prima volta in vita sua, Kurt sentì un sentimento forte prendergli sullo stomaco e stringerlo tanto forte da fargli male, una sorta di sensazione da soffocamento, qualcosa che lo fece impallidire all’idea di essere lontano anni luce – in tutti i sensi, - da lui, perlomeno fisicamente.
Avrebbe tanto voluto rispondere con un anch’io, ma la gola gli bloccò la voce.
Era giunto al suo punto di svolta.


Note di fine capitolo: Eccoci qua, che ve ne pare? Il prossimo capitolo sarà un punto MOLTO decisivo della storia per cui questo era un po' di transizione ma ho cercato d'incentrarlo sui sentimenti.
Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate! :)

Intanto, mi dedico un pochino allo spam pubblicizzandomi la nuova storia che ho cominciato: *LOVE GAME* con Cheerio!Kurt/Nerd!Blaine decisamente differente da questa. Più smut, più fluff, meno fantascienza.
Ed in più se volete tenervi in contatto con me, potete anche aggiungermi alla mia pagina FB: *QUI* E questo è quanto! Alla prossima, Flan
   
 
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