*Autore: Rota
*Titolo: Risveglio
*Fandom: Il gioco del gatto e del topo
*Personaggi: Wataru Imagase, Kyoichi Otomo
*Prompt/Sfida COW-T: Ricatto/Seconda settimana
*Genere: Introspettivo, Fluff
*Avvertimenti: Shonen ai, Missing Moment, Flash fic
*Rating: Verde
*Dedica: A mia figlia che conosce e adora questo manga quanto me (L)
*Note autore: Altro flash che mi è soggiunto nella dormiveglia XD Non avevo mai scritto sopra questi due perché considero l'opera di Setona Mizushiro a dir poco perfetta e senza bisogno di aggiunte.
Sono essenzialmente pensieri di Kyoichi.
Questo è niente di ché, ma spero possiate apprezzarlo lo stesso (L)


Com'è iniziato il tutto? Ah sì, con un ricatto. Un vile e sporco ricatto.
Kyoichi ha perso quel bruttissimo vizio di giustificarsi sempre e comunque, scaricando colpe e cause sulle altre persone come se nulla fosse - però con Wataru le cose sono abbastanza diverse, perché se in quel momento Kyo si ritrova a condividere il letto con lui lo deve solo al fatto d'essere stato precedentemente molestato con insistenza dal compagno. Quindi, a conti fatti, Imagase di colpa ne ha parecchia.
Lo sente muoversi un poco più in là, a due centimetri dal suo corpo: la mania di stargli appiccicato come una cozza non lo abbandona neanche quando il letto è grande e ha la certezza di non risvegliarsi da solo la mattina. Imagase lo cerca sempre e benché Kyo si limiti a sorridere della cosa gli fa fin troppo piacere - ogni tanto, anche nel sonno, ricambia il suo abbraccio e ogni sua stretta in maniera naturale e del tutto spontanea. Così si lascia, passivamente, avvolgere dalle sue braccia a livello della vita e ascolta e sente il calore del suo respiro che gli soffia contro la nuca. Qualche mugugno poco razionale e il più giovane riesce persino a biascicare qualcosa di sensato.
-Buongiorno, amore mio...-
Tipico di lui essere tanto smielato e sentimentale - ricordargli ogni singola volta quale sia, con precisione, il sentimento che li lega a tal punto.
Come sono arrivati fin lì? Seguendo il corso naturale delle cose, verrebbe da dire.
Kyoichi se lo chiede non poi così spesso, da quando ha imparato a non stare più sveglio la notte nel tentativo di risolvere stupide questioni esistenziali, anche perché Wataru è molto più bravo di lui a farsi paranoie sul nulla e nella coppia qualcuno che mantiene il sangue freddo anche nelle situazioni più assurde ci deve pur essere. Imagase, nonostante tutto, questo compito non è in grado di svolgerlo.
Kyo gli prende la mano con la propria e gliela stringe con dolcezza, muovendosi a sua volta e avvicinandosi a lui con la schiena. Nudo lo è ancora: passare la notte a fare l'amore ti priva delle forze e della stessa voglia di cercare poi i vestiti con i quali coprirsi; le lenzuola, per svolgere mansioni simili, sono assolutamente perfette. Kyo pensa in maniera lucida che una volta Imagase non avrebbe perso tempo ad approfittare della situazione, seducendolo per qualche coccola in più o per un bacio più profondo. Non è più così, non da quando una certa stabilità si è insinuata nella loro vita di coppia assieme a una casa tutta per loro e due piccoli e discreti anelli - d'oro per Wataru, d'argento per Kyoichi. La lentezza del tempo non pare più un ostacolo né un peso e quella calma che ha reso isterico il più giovane ora lo rende solamente più amorevole, dolce, passionale se possibile.
Gli da un bacio sul palmo aperto quando riesce a portarsi al viso la sua mano e subito dopo quelle dita ancora calde gli prendono il mento e glielo portano di lato, proprio in modo tale che Imagase si deve sporgere giusto un poco in avanti per dargli un bacio sulle labbra. Rimane sempre bello, bellissimo.
Kyo gli sorride con dolcezza.
-Buongiorno, Imagase....-
Wataru lo stringe con energia a sé e affonda il naso tra i suoi capelli - sente, come sempre, buono il suo profumo. Ad alzarsi da quel materasso ci penseranno a breve, tanto non c'è alcuna fretta e tutt'e due lo sanno perfettamente.

Ed è incredibile pensare, ancora, che sia tutto nato da una cosa tanto meschina e bassa. Probabilmente, pensa Kyo prima di abbandonare definitivamente il pensiero, certi aspetti della vita come l'amore non seguono regole precise e logiche.