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Autore: SummerBelieve    04/02/2012    0 recensioni
"Sono qui seduta ad aspettare un aereo che probabilmente non arriverà mai..."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Me, Myself and Time - Chapter 1

E mi ritrovo qui, seduta su una stupida sedia in ferro che sembra quella degli ospedali, sola, senza nessuno su cui fare affidamento.
Sono qui seduta ad aspettare un aereo che probabilmente non arriverà mai. Forse in fondo nemmeno il destino vuole che ciò accada, che la mia vita prenda una piega così drastica, ma tutto e tutti se ne fregano di ciò che penso e di ciò che provo. D'altronde la gente è egoista e pensa solo a se stessa.
Sono qui seduta con la musica nelle orecchie pensando a come sarebbe potuta diventare la mia vita da ora in poi.
La musica, l'unica cosa che riesce a farmi sentire libera, utile, vera.
Sono qui seduta quasi in lacrime ad aspettare un dannatissimo aereo diretto in America pensando a quello che lascerò qui in Italia.
Qui mi sentivo al sicuro nel mio piccolo, cosa che sicuramente non accadrà in America...
Mi mancheranno le mie amiche, mia sorella, mia madre, la mia scuola...Eh sì, anche la scuola...Chi avrebbe mai pensato che sarei stata triste quando sarebbe arrivato il momento di lasciare la mia vecchia scuola?
E poi c'è David, il mio ragazzo, quello che ho sempre desiderato e che proprio nel momento in cui l'ho avuto mi è stato tolto dalle mani bruscamente, come ad un bambino viene tolto l'affetto di cui ha bisogno per crescere tranquillo.

"Ma perchè sta partendo?" vi starete chiedendo voi. Bhè sto partendo perchè i miei hanno deciso così.
Da circa sei mesi mio padre si è trasferito in America per lavoro e dato che ha trovato abbastanza soldi per trovare casa mia madre, mia sorella ed io ci saremmo dovute trasferire là.
Poi un mese fa mia madre è andata a stare in America per tre settimane per vedere come fosse la situazione ed io sono rimasta qui con mia sorella in attesa di risposta.
Diciamo che da quando mia madre è andata a stare in America è tornata che non è più la stessa: se la prende sempre con papà anche se lui non c'è, parla come una vecchia scorbutica e non vuole più andare in America. Ma la cosa che mi preoccupa è che non è la stessa con papà...Io a volte temo il peggio, ma mi dico che devo andare avanti per Alessia, mia sorella.
Quindi a mia madre non va molto a genio l'idea di trasferirsi, così lei e mio padre hanno pensato bene di mandare me in America.
-È una bella idea no? Hai sempre desiderato andare a vivere in America ed ora non cogli l'occasione?- hanno detto loro entusiasti.
Sì certo, ho sempre voluto andare a viverci, ma ora che finalmente stavo bene dove stavo sono venuti a distruggere quello che avevo raggiunto. Finalmente avevo il ragazzo che desideravo, avevo le mie amiche al mio fianco, mi piaceva la scuola che frequentavo e finalmente avevo 'accettato' il fatto di vivere in Italia, ma a quanto pare questo a loro non interessa.

Ripensai agli ultimi momenti passati con le mie amiche.
-Piccola non voglio che tu te ne vada...- mi disse Sara mentre mi abbracciava forte quel triste pomeriggio.
-Sì non lo vuole nessuno. È proprio necessario?- continuò Alice sempre piangendo.
-Ragazze non lo voglio nemmeno io, ma a quanto pare non ho scelta...- risposi più triste di loro.
-Per favore non te ne andare. Come farò senza di te?- mi disse Zoe tristissima.
Lusy se ne stava in un angolo tristissima ed in lacrime. Per tutto il giorno non aveva detto una parola.
Poi d'un tratto si girò e mi corse in contro abbracciandomi con gli occhi gonfi di lacrime.
-Non voglio che te ne vai! Per favore resta con me!
Eravamo tutte in lacrime, disperate, come se stessi per andare in guerra.
Ci abbracciammo forte, nel nostro ultimo abbraccio.

Ripensando a quei momenti mi scese una lacrima, poi un'altra ed un'altra ancora.
Pian piano quelle lacrime divennero sempre più numerose, finchè non mi ritrovai sommersa dalle lacrime e dai singhiozzi.
Ad un tratto mi sembrò di sentire la voce di Sara così mi girai, ma non vidi nessuno. Ora mi sentivo peggio di prima.
-I passeggeri del volo diretto a Los Angeles sono pregati di dirigersi all'imbarco numero 24- disse una voce dall'altoparlante.
«Era ora» pensai fra me.
Gardai l'orologio: erano le undici di sera.
-Magnifico- dissi -L'aereo ha ritardato di due ore. Cominciamo bene...
Presi la borsa, la valigia e mi incamminai verso l'imbarco dove mi misi in fila.

L'aeroporto era rimasto deserto: c'eravamo solo noi, i passeggeri dle volo numero LA70892 diretto a Los Angeles, Stati Uniti, America.
-Bene!
Sentii una voce che mi chiamava urlando. Chi poteva essere? Mi girai.
Ma quelle erano...
-Non è possibile!- dissi urlando -E voi che ci fate qui?!
  
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