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Autore: Erica_e_Laura97    04/02/2012    3 recensioni
Laura entrò nello studio di Vance molto intimorita. Cosa poteva volere da lei quello scorbutico?
esordì il direttore.
“Per pensare bisogna essere dotati di cervello, cosa che tu non hai, mio caro!”
Vance si avvicinò alla scrivania e prese un pacco di fogli
Laura abbassò lo sguardo, colpevole.
“Oh, no! Mi licenzierà! Mi sbatterà fuori di qui! Non può farlo!... be’, ok, tecnicamente può, essendo il direttore, ma se non vuole una pallottola conficcata nella testa, allora non può!”
“No, no! Mi manderà fuori dall’NCIS! Non avrò mai più paura di sedermi alla mia scrivania pensando che Tony ha messo la colla sulla sedia,
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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 Salve lettori! E' la prima one-shot molto comica che postiamo è speriamo che non sia l'ultima xD.
 Per essere originali abbiamo introdotto anche due personaggi ke non appartengono al telefilm (cioè le stesse autrici)
 E' un pò buffo no!? ma ke diciamo un pò tantissimissimo!! Non resta altro ke leggerla.


 Non puoi farlo!
 E chi lo dice?
 Io! E l’allarme anti-intrusi che McGee mi ha installato sul computer!
 Andiamo, Ziva, perché non posso leggere le tue mail? Che c’è di male, tra amici?
 Siamo amici?
 Credevo di sì!
 Be’, se continui a tentare di entrare nella mia casella di posta non lo saremo più!
 Tony e Ziva stavano, come al solito, litigando, e Laura li osservava sorridente dalla sua scrivania: erano pazzi l’uno dell’altra, e si vedeva. Avevano appena concluso un caso, dopo una notte passata al lavoro, e pensando a quanti soldi avesse guadagnato facendo gli straordinari, Laura stava preparandosi la borsa, quando si sentì chiamare.
 Bartiromo? chiamò Vance dall’alto. Si girarono tutti. Il Direttore era affacciato dall’altro della scalinata, e sembrava un re che guardava condiscendente il suo popolo faticare al posto suo. Nel mio ufficio, subito. E, senza attendere risposta, se ne andò.
 I membri della squadra si riunirono attorno all’amica, preoccupati.
 Che cosa vorrà da te? chiese Ziva?
 Capita a tutti, prima o poi intervenne Tony Non preoccuparti, siamo con te!
 McGee, poi, riuscì a pronunciare le parole più consolanti in assoluto: Andiamo, Laura, non preoccuparti sarà sicuramente una sciocchezza. È successo anche a me una volta. Potrai prendere una cazziata, potrai essere sospesa, o al massimo trasferita, e forse forse anche licenziata, ma oltre questo non succederà nulla!
 Mentre Laura si avviava depressa verso lo studio di Vance, Tony gli tirò uno scappellotto.

 ***
 Laura entrò nello studio di Vance molto intimorita. Cosa poteva volere da lei quello scorbutico?
 Laura, ci ho pensato molto>> esordì il direttore.
 “Per pensare bisogna essere dotati di cervello, cosa che tu non hai, mio caro!”
 Vance si avvicinò alla scrivania e prese un pacco di fogli.Un sacco di assenze ingiustificate, troppe dire. Vediamo; lunedì: accompagno Erica a prendere la ricetta per sua madre… mercoledì: devo studiare per il compito di matematica… giovedì: vado al cinema… sabato: al cinema, di nuovo… mercoledì: mi spiace, devo accompagnare mia sorella da un’amica… domenica: ieri sono andata in discoteca e non ho dormito, oggi devo recuperare il sonno perduto… devo continuare?
 Laura abbassò lo sguardo, colpevole.
 Insomma Laura, credo che tu, più di chiunque altro, te lo meriti. Davvero.
 “Oh, no! Mi licenzierà! Mi sbatterà fuori di qui! Non può farlo!... be’, ok, tecnicamente può, essendo il direttore, ma se non vuole una pallottola conficcata nella testa, allora non può!”
 Siediti, Laura. È una notizia forte quella che sto per darti. Ma te lo meriti…
 “No, no! Mi manderà fuori dall’NCIS! Non avrò mai più paura di sedermi alla mia scrivania pensando che Tony ha messo la colla sulla sedia, non avrò più scappellotti da Gibbs, non farò più lo sgambetto a McGee perché cada tra le braccia di Abby,non avrò più il mio amato lavoro! Oh, no!”
 Laura… mia cara, complimenti! Hai vinto la coppa per il maggior numero di assenze ingiustificate! Complimenti, mia cara, complimenti e congratulazioni vivissime!
 Laura, incredula, alzò gli occhi già pieni di lacrime per il mancato licenziamento. Prese la coppa in mano. Era grandicella, dorata, e con il suo nome impresso su una targhetta. La guardò commossa, la strinse al petto e scoppiò a ridere: chissà cosa avrebbero detto i suoi amici una volta che avrebbe comunicato loro la lieta notizia!
 
 ***
 

 Laura era tanto buona e simpatica, ma non poteva resistere: doveva farlo. Si stropicciò gli occhi pieni di lacrime di felicità e, incurante del mascara, nascose la coppa nella borsa e si precipitò dai suoi amici in lacrime, con una faccia da funerale. I suoi compagni, vedendola arrivare in lacrime, impallidirono.
 Oddio, cos’è successo? chiese Abby preoccupata.
 Laura l’abbracciò stretta e finse di singhiozzare, nascondendo il viso tra le braccia dell’amica per non far notare agli altri che stava ridendo come una pazza.
 Oh merda, Laura, si può sapere che è successo?! Vance non ti avrà…?
 Sì! Come ha potuto?! Dice che è stato per tutte quelle assenze ingiustificate…
 Ti ha… licenziata? fece Tony, sbigottito.
 Sì! Laura rideva così forte che la sua risata venne scambiata per un pianto disperato.
 McGee cadde a sedere, disperato. E adesso?
 E adesso… adesso si organizza un festino!
 Come sarebbe a dire?
 Laura aveva capito che non avrebbe potuto trattenere ancora a lungo le risate, e perciò scoppiò a ridere senza più preoccuparsi dello scherzo.
 Sarebbe a dire che ho vinto la coppa per il maggior numero di assenze ingiustificate, gente! Ahahahahahah, ci siete cascati davvero!
 Quando Ziva le tirò uno schiaffone, non la biasimò affatto.
 
 ***
 

 Si era deciso di andare alla villa di Tony.
 DiNozzo Senior aveva ereditato la villa da suo padre, ed a sua volta l’aveva regalata a Tony; si diceva che fosse un capolavoro architettonico, e tutti erano impazienti di vedere la spettacolare “Villa DiNozzo”.
 La villa di Tony non era tanto bella come si diceva: di più!
 A due piani, piena di colonne e statue di personaggi famosi e di Tony ed il padre stessi, c’erano ritratti di famiglia ovunque e persino una statua del team al completo giusto al centro del giardino. Era una bellissima villa, a parte il fatto che di tanto in tanto s’intravedeva il tocco di DiNozzo Senior, come ad esempio l’angioletto nudo dai cui genitali usciva l’acqua per irrigare il giardino ed un paio di statue di sé stesso con in braccio ragazze da sogno o abbracciato a qualche modella. Tony spiegò che quelle statue erano il ricordo di tutte le donne che era riuscito a portarsi a letto, ed erano davvero tante per un uomo di quell’età!
 Ad ogni modo, la festa era davvero incredibile. La prima cosa che notarono, all’interno, fu il gigantesco televisore degno di un cinema, ed un’adeguata collezione di DVD.
 Giochiamo alla WII? propose qualcuno, e si precipitarono tutti al divano enorme.
 Dopo una disputa durata circa mezz’ora perché Abby voleva il telecomando nero, iniziò un’entusiasmante partita in cui McGee, incapace di giocare, faceva la telecronaca.
 Tony stava inveendo contro l’arbitro - Fallo? Andiamo, FALLO?! Ma ci vedi! Gli ho solo tagliato la strada, che sarà mai… non può vincere lei di nuovo, andiamo… no, no! Cazzo, no, dai, non ho fatto nulla di male, non potevo farle fare di nuovo goal… quel cartellino te lo ficcherei su per il…>> -
 Grazie a dio non sapremo mai dove Tony voleva ficcare il cartellino dell’arbitro, perché in quel momento arrivò suo padre, con grande disappunto di Ziva che tentò la fuga, senza purtroppo riuscire nel suo intento.
 Ziva, carissima! Sono lusingato dalla tua presenza,! Come stai, gioiello mio? le fece il baciamano.
 Ehm, perché non andiamo tutti assieme in piscina? Che ne dite, vi va un bagno? s’intromise Laura per evitare all’amica una pessima figura. Ziva la ringraziò silenziosamente, mentre tutti si avviavano fuori allegramente.
 

 ***


 Ahahahahahah non è incredibile?... Scusate, il cellulare Laura stava raccontando agli amici una delle sue avventure, e tutti stavano ridendo quando squillò il suo telefono. E, sorpresa delle sorprese, era proprio il direttore! Il quale, con sua grande sorpresa, l’invitava tutti lì da lui, a festeggiare il lieto evento.
 E adesso? Che gli avrebbe detto?
 Oh, direttore, è davvero gentile da parte sua organizzare una festa in mio onore, ma purtroppo non posso venire… sono in partenza per l’Italia, voglio far vedere il trofeo alla mia famiglia, ai miei, ma soprattutto a mia sorella>> si scusò, e riuscì ad evitare un orrido festino da Vance, in cui si sarebbe dovuta subire la storia della famiglia del capo e i complimenti che il direttore, tristemente, si faceva da solo. Non sapeva, poveretta, che Vance teneva molto a lei. Essendo sfaccendato, decise di farle una sorpresa: avrebbe raggiunto Laura e avrebbero brindato assieme. Ma c’era un problemino, non sapeva dov’era la collega. Così, rintracciò il GPS di Laura e si accorse che non era a casa sua, né all’aeroporto, bensì in un posto sperduto dal padreterno. “È stata rapita!” si disse terrorizzato. Senza pensarci due volte, prese la macchina, inserì le coordinate del GPS nel suo navigatore satellitare e si avviò: avrebbe fatto qualunque cosa pur di salvarla!
 
 ***
 
 Vado io! gridò il padre di Tony, quando sentì il campanello. Nessuno lo pensò più di tanto, tranne Ziva che sospirò sollevata, perché davvero non ce la faceva più a sentire tutti i complimenti che quell’uomo le faceva. Perché non li lasciava un po’ da soli? Non capiva che lei era innamorata di Tony, e non di lui? Bah… Ma adesso forse quel tizio si sarebbe finalmente levato dai piedi; magari c’era una delle sue amanti, alla porta, e lei avrebbe potuto stare un po’ in compagnia del suo amore. Allacciò le braccia attorno al collo di Tony, ma stranamente lui neppure la guardò.
 Che succede? chiese, notando l’espressione stranita di Tony. Strano, in genere lui amava in contatto fisico, anche troppo a dire il vero!
 Scusa un secondo fu la risposta evasiva di lui, che subito sciolse l’abbraccio.
 Tony corse dal padre; aveva intravisto il profilo di Vance, e pregava con tutto il suo cuore di essersi sbagliato. Purtroppo, non era così.
 Sì, oh, così lei è Vance, il direttore di mio figlio… Tony mi parla molto spesso di lei, sa? Non sempre in maniera positiva, ovvio, anzi ad essere sinceri proprio l’altro giorno stava dicendo che quando c’è lei ai festini vorrebbero tutti quanti…>>
 “Merda, papà! Ma che stai facendo?!”
 … non andare mai via! Già, proprio così! s’intromise, spingendo da parte DiNozzo Senior.
 Veramente, figliolo, avevi detto che erano da suicidio, e…
 Sì, certo, ci divertiamo tanto con lui che persino buttarsi giù sarebbe divertente! Ehm, direttore, a cosa dobbiamo l’onore della sua visita?
 Cercavo Laura spiegò quest’ultimo. Doveva andare in Italia per mostrare il trofeo ai suoi, ma volevo farle una sorpresa e brindare assieme all’aeroporto. Bella idea, vero? Degna della mia geniale mente! Ad ogni modo, mi risulta che il suo GPS sia qui, ma non credo che lei sia qui, voglio dire, doveva partire…>>
 Ricordando la balla colossale che la collega aveva rifilato a Vance, decise che reggerle il gioco sarebbe stato meglio e, perché no, forse anche divertente!
 Già, ha ragione, è quello che ha detto anche a me poco fa, quando è passata per un saluto veloce. Temo che abbia scordato il cellulare qui… ecco perché il GPS risulta essere qui! Mi spiace, direttore, ma credo che rimanderemo i festeggiamenti al suo ritorno. Sempre che non si schianti l’aereo!>> Tony si chiese divertito se Laura sarebbe stata disposta a fingere la propria morte, pur di non dover più vedere Vance.
 Oh, cielo, speriamo di no…
 Scherzavo, direttore, scherzavo!
 Certo, certo. E dimmi, DiNozzo, come… Ziva, che sorpresa! Ma sei tutta bagnata! E, ora che ci faccio caso, anche voi siete in costume.
 Oh, sì, certo direttore, è che Tony aveva, ehm, aveva detto che… cioè, sono passata a salutarlo, sa, sono stata invitata per vedere la nuova piscina e…
 Ed invece IO non sono stato invitato?!
 Tony Senior si stava divertendo davvero da morire. Sapeva bene qual’era la storia, e mettere in imbarazzo il figlio in quel modo, prima, era stato davvero figo, ma adesso iniziava a sentirsi un po’ in colpa. Inoltre, non voleva che Ziva, la sua adorata Ziva, risentisse in qualche modo del suo comportamento, e così decise di tirarla fuori dai guai.
 L’ho invitata io. s’intromise. La ragazza tirò un sospiro di sollievo. È adorabile, l’adoro, e ho pensato che la piscina fosse un’ottima scusa per farla spogliare
 Papà!
 Scusa, figliolo, scusa… eh, vede, lui non ha bisogno di patetiche scuse per far spogliare le ragazze, lui è giovane e bello, e gli basta schioccare le dita per avere ciò che ogni uomo desidererebbe. Proprio come me alla sua età, non è magnifico? Mi ha fatto venire in mente quella volta che…>> e, come aveva visto fare tante volte a Ducky, s’immerse nei ricordi e trascinò il direttore nella sua più focosa storia d’amore, in cui erano coinvolte anche una svizzera ed Angelina Jolie, risalente a quando era ancora un giovane ricco, bello ed aitante.
 
 ***
 
 Ragazzi, via, via via! È arrivato. È qui, è lui! Correte, scappate, salvatevi finché potete!
 Ducky stava raccontando a un già sbronzato Gibbs di quando, ai tempi della guerra, erano gli uomini a dare l’allarme, e quando l’uomo sentì le urla di Ziva sobbalzò e si nascose sotto il tavolino delle bibite, temendo che da un momento all’altro una bomba precipitasse dal cielo e lo colpisse in pieno.
 “Ma come ha fatto ad arrivare fin qui? Cos’è, mi segue, mi fa spiare o cosa? O magari ha rintracciato… ma certo, il cellulare! Stupido coso!” pensò Laura arrabbiata. Possibile che quell’uomo dovesse sempre rovinare tutto? Aveva una capacità incredibile di maciullare le feste, incredibile, ci sarebbe voluto un premio. Si sentì prendere per mano e si accorse che Ducky la stava conducendo verso il gigantesco labirinto.
 So tutto dei labirinti, mi addentrai in uno di essi più di una volta. Conosci la leggenda del Minotauro?>> lo sentì dire. Era abbastanza interessata alla storia del Minotauro, ed ascoltò più del previsto mentre si addentravano nel labirinto di siepi e fiori rari, fin quando il dottore iniziò a parlare di Arianna, di come fosse bella e affascinante. A quel punto, s’infilò le cuffiette nelle orecchie e lui, immerso com’era nei ricordi, neppure se ne accorse.

 ***
 
 Nel frattempo,il team correva avanti e dietro in cerca di riparo, ma nessuno sembrava trovare un nascondiglio adeguato. Abby e McGee presero l’ascensore ed arrivarono all’ultimo piano. Più volte rischiarono di perdersi tra i meandri ed i corridoi, e riuscirono ad orientarsi solo grazie ai dipinti appesi ai muri.
 Quella donna bionda in braccio a DiNozzo l’abbiamo già vista prima ansimò McGee, dopo dieci minuti che correvano in cerca di un riparo adeguato.
 Siamo di nuovo al punto di partenza, guarda, lì c’è la mora vestita di rosso, anche quella l’abbiamo già vista all’inizio…
 Ah, e così tu guardi i ritratti delle ragazze, eh? E poi non vuoi infilarti nella stanza da letto con me! Dì la verità, al mio posto preferiresti la biondona, non è vero? Tutta rifatta, poi, si vedeva, guarda il labbro di sotto, è tutto gonfio! O forse vorresti la mora? Quella vestita di rosso, mh? Quella sì che ti piaceva! Solo perché è brasiliana ed ha un bel fisico, non significa che sia per forza la ragazza più bella del mondo!>> Abby era partita in quarta. Sapeva che quella gonna nuova non sarebbe piaciuta a McGee, se lo sentiva, eppure credeva di piacergli lo stesso! Ma poi lui si era rifiutato di entrare nella camera da letto e la cosa l’aveva infastidita parecchio. E adesso guardava le donne di DiNozzo Senior, ma che bravo!
 Abby, io stavo solo dicendo che…
 No, IO stavo dicendo che mi fai schifo, capisci? SCHIFO! Dici che mi ami, che ti piaccio, e poi?! E poi guardi quelle zoccolette lì appese ai muri? Ma io non credo proprio! Se preferisci una di loro a me, vai sulla Domiziana e…quella è Angelina Jolie?>>
 Timmy approfittò del momento di distrazione per interrompere quel monologo. La prese per le spalle e la costrinse a guardarlo negli occhi. Abigail Sciuto scandì bene le parole. Tu sei la donna più meravigliosa, più fantastica, più incredibile che io abbia mai visto. Sei intelligente, spigliata, spiritosa, sei completamente fuori di testa! Sei in assoluto la più pazza, la più stravolgente, sei la persona che mi ha cambiato la vita, che ha sconvolto il mio Universo. Sei perfetta, sei bellissima, sei l’unica persona che sia mai riuscita ad entrare nel sistema della NASA prima di me. Sei tu, Abby. E sei mia. “Wow, certo che sono bravo con le parole, non me l’aspettavo mica!” si sorprese di sé stesso.
 Oh, Tim! esclamò Abby, commossa, abbracciandolo. Stava per baciarla quando sentirono dei passi avvicinarsi.
 Di qua, presto! temendo che fosse Vance, si gettarono nella prima porta che trovarono davanti a sé. Si aspettavano di trovare l’ennesima camera per gli ospiti, ma invece si ritrovarono nello studio di DiNozzo padre, straordinariamente serio. Dal corridoio, adesso si sentivano chiaramente i passi avvicinarsi, e riuscirono a sentire Tony dire nervosamente:E questo è lo studio. e così, stava intrattenendo Vance con un giro turistico della casa. Che furbacchione! Ma c’era un problemino: nello studio c’erano loro! E adesso? I due si guardarono, in preda al panico, ed ebbero la stessa identica idea: corsero alla megagalattica scrivania e vi si nascosero sotto. Era molto grande, ma finirono comunque schiacciati l’uno all’altro, e McGee fece un grande sforzo per non schiacciare la povera piccola Abby, sotto di lui. La porta si aprì, e un fascio di luce illuminò la stanza, colpendo proprio la scrivania. Grazie a dio, Vance sembrò non accorgersi di nulla. Girò per la stanza, fece un paio di commenti sulle sculture,  e poi il suo sguardo, inevitabilmente, si posò sulla poltrona della scrivania. Grande, dall’aria soffice e comoda, era persino più bella della sua. Il direttore non resistette alla tentazione: doveva assolutamente provarla! Si avvicinò, ne sfiorò i bordi con attenzione e cura, con lo sguardo di un fanatico religioso che scopre una sacra reliquia. Poi, con molta cautela, si sedette, ed i suoi piedi urtarono contro qualcosa… o meglio, qualcuno!
 Ahi! Quello era il mio piede! protestò Abby.
 E voi cosa ci fate qui? Cosa ci fate lì sotto? sbraitò il direttore, temendo che i membri della sua squadra avessero una storia. Era vietato dalle regole, e Gibbs si sarebbe incazzato come una belva.
 Prevenzione! esclamò la ragazza, alzandosi e scrollandosi di dosso la polvere. Accidenti, McGee, ma quanto pesi? Sembri tanto leggero, ma stavo soffocando!
 Prevenzione? la riportò alla realtà Vance E che cavolo vuol dire?
 Be’, vede, io e McGee stavamo pensando…
 McGee, con un sospiro, si chiese perché lui finiva sempre e comunque in mezzo.
 Stavamo pensando che, magari, un giorno potrebbe venire un terremoto. Voglio dire, tutto può succedere, no? Così ci siamo detti, e se un giorno Tony ci invitasse da lui e venisse un terremoto, cosa potremmo fare? Non è una cosa sicura, giusto? Potremmo morire! E Vance perderebbe due ottimi elementi. Pensiamo sempre a lei, direttore, visto? Ad ogni modo, abbiamo pensato di vedere se c’erano nascondigli e ripari adatti, e questo qui ci è sembrato perfetto! Poi ci siamo chiesti: chissà se c’entriamo tutti e due qui sotto? E, incredibilmente, c’entriamo! Ed ora, scusate, ma dobbiamo proprio andare, vero Tim? Saluta!
 Ehm, arrivederci Direttore… Tony… McGee non ricordava di essere mai stato più imbarazzato in vita sua. Rosso come se non più delle tende appese al balcone dello studio, si dileguò seguito da Abby, pentendosi amaramente di non essere entrato nella prima camera da letto che avevano trovato.
 
 ***
 
 Mentre Gibbs pensava a cose del tipo “qui sotto non mi prenderanno mai, questo rifugio antiaereo è imbattibile, sono certo che non morirò così come sono certo che odio le rosse… oh merda, aspetta, io amo le rosse quindi significa che morirò presto! Noo! Stupido rifugio antiaereo. To’, guarda, questo rifugio sopra ha delle bibite, ora ne prendo una… oh, ne ho fatte cadere altre cinque, ma non fa niente, almeno spero”, Palmer era in preda ad una vera e propria crisi di panico. Il povero Jimmi fin’ora non si era mai dovuto nascondere, ma adesso ce n’era davvero un gran bisogno! Non sapendo cosa fare, rimase in acqua, a mollo nella piscina, e guardò tutti i suoi amici scappare via ad uno ad uno, pietrificato, pensando che se Vance l’avesse trovato lì l’avrebbe licenziato. E Brina era incinta, cazzo! Se l’avessero licenziato, come avrebbe potuto pagare tutte le spese che comporta un bambino? Il suo piccolo e la sua ragazza sarebbero morti di fame, ne era certo. Tanto valeva sedersi sul fondo della piscina ed aspe ttare di morire. Stava seriamente prendendo in considerazione l’idea di correre da Vance, chiedergli scusa e confessare tutto, quando qualcosa cadde nella piscina, proprio accanto a lui. Erano tre dei cinque drink che il suo capo aveva fatto cadere involontariamente. Guardò le cannucce galleggiare pigre e gli ombrellini affondare lenti, vide una ciliegina sparire tra le bolle dell’idromassaggio e… ma certo, le cannucce! Sedersi sul fondo della piscina era un’ottima idea, ma usando le cannucce poteva respirare! Forse Brina e suo figlio avevano ancora qualche speranza! Agguantò le tre cannucce, le infilò l’una dentro l’altra e si sedette sul fondo della piscina. Grazie alle cannucce, respirava. A fatica, ma almeno respirava. E, senza pensare che l’acqua era trasparente e che era visibilissimo, e che se anche l’acqua fosse stata scura una cannuccia verde e rosa che spunta fuori da una piscina è un po’ sospetta, Palmer si rilassò e cominciò a pensare a come chiamare il nuovo arrivato.

 
 ***
 
 “Bastaaaaaaa, non una parola di più! Basta, vi prego, non ce la faccio, no!” Laura era sull’orlo di una crisi di nervi. All’inizio era pure interessante, ma adesso Ducky si era messo a blaterare a voce alta tutti i difetti di Arianna, lamentandosi di questo e di quello, ed aggiungendo vari aneddoti qui e là. Come se non bastasse, il suo cellulare si era scaricato, e non poteva più arginare il fiume in piena di parole che il suo logorroico collega le riversava contro. Esasperata, pensò che non c’era altro da fare che tagliare la corda. Aveva freddo, fame, ed era incazzata nera perché Vance aveva di nuovo rovinato tutto. Era tutta bagnata e nel labirinto tirava vento. Se continuava a stare lì, la prossima coppa sarebbe stata “per il maggior numero di assenze dovute a broncopolmonite acuta”, e non era proprio il massimo.
 Blaterò un paio di scuse e scappò via.
 
 Arrivata in casa, Laura non sapeva dove andare, e temeva che Vance spuntasse fuori da un momento all’altro. Stava cercando un posto dove nascondersi; completamente bagnata, in costume, si rese conto che se lui l’avesse trovata di certo non sarebbe riuscita ad inventarsi una storia decente. Così, si diresse verso il bagno per prendere in prestito un asciugamano, se non addirittura un accappatoio. Riuscì ad arrivarci senza che nessuno la notasse.
 Chiuse la porta dietro di sé e si accinse a cercare qualcosa che potesse coprirla, perché stava davvero morendo di freddo, ma a quel punto, come uscito dai suoi incubi, sentì Vance dire: Scusa se ti interrompo, Tony, la trama mi interessa davvero molto, ma devo andare un attimo al bagno
 Noo! Ma si poteva essere più sfigati di così? Pregando con tutto il suo cuore che il direttore dicesse così solo per sfuggire a Tony, siccome non ci teneva a vedere il suo capo al bagno, Laura si nascose nella doccia-vasta da bagno, chiudendo la tenda. S’intravedeva la sua ombra, ma sperava che nessuno la notasse. Vane speranze. Vance sussultò entrando nel bagno, urlando che c’era qualcuno. Stava già puntando la pistola, quando la ragazza pensò che se non voleva lasciarci le penne sarebbe stato meglio rivelare la sua identità.
 Non sparare, sono io, Laura! supplicò.
 <  Laura si coprì con l’accappatoio, piacevolmente caldo, e diede sfogo a tutta la sua fantasia per dare vita ad una scusa davvero patetica. E-ero venuta per cercare il mio telefono, ma poi Tony mi ha detto che mi aveva comprato un costume per festeggiare, e me lo sono provato>>
 Un costume in pieno inverno? Vance alzò un sopracciglio, scettico.
 Be’, è incantevole! Tony le resse il gioco.
 Stavo dicendo, l’ho provato, sono andata in piscina per farlo vedere a lui e Ziva, perché mi sta davvero bene. In effetti, tutto mi sta bene, col fisico che ho! Che ne dice, potrei fare la modella, dopo l’NCIS? Comunque, scusi, sto divagando, sono andata a bordo piscina ma sono scivolata e caduta in acqua, così sono venuta qui a prendere un asciugamano o qualcosa del genere. E poi è arrivato lei e mi sono nascosta credendo che fossero i ladri.>> Wow, aveva davvero una gran fantasia, la ragazza! Era una storia abbastanza plausibile, sicuramente migliore di quella inventata da Abby, e Laura si sentì piuttosto orgogliosa di se stessa. Uscirono tutti fuori. Palmer, sott’acqua, stava per soffocare, ma resisteva, pensando che non voleva essere licenziato. Quanto a Gibbs, non appena li vide urlò <  Sì, be’, era ubriaco>> lo giustificò DiNozzo Senior. È venuto qui perché non riusciva a guidare fino a casa sua, ed anche il signor Palmer non è nel pieno delle sue facoltà mentali: è convinto che lei la licenzierà e si è nascosto.
 Una volta convinto Palmer ad uscire da lì, tentarono di far capire anche a Gibbs che non c’era nulla di cui preoccuparsi e che non erano in guerra, ma lui non ne volle sapere. Per tutta risposta, agguantò un drink e se lo scolò tutto d’un fiato, litigando con la ciliegina perché “non voleva salire su per la cannuccia!” come disse lui.
 Lo lasciarono ad insultare la ciliegina, che secondo lui era un mini mostro marino inventato nei laboratori segreti dei nemici, che da un momento all’altro avrebbe rivelato la sua vera natura divorandoli tutti, ed accompagnarono tutti assieme appassionatamente Vance al cancello. Praticamente lo stavano buttando fuori a calci, ma lui non se ne accorse, preso com’era a dire che ci voleva un suo ritratto nella villa <  Non esiste il marmo marrone, direttore, e farlo diventare bianco ci sembrava un insulto alla sua razza si giustificò Ziva.
 Sì, sì, ma un ritratto però ci vuole, eh! Mi raccomando!
 Certo, provvederemo. E adesso vada, prima che cada in piscina come Laura, su, che abbiamo da fare, dobbiamo ancora cercare il suo telefonino!
 “O, per meglio dire, vada via prima che conficchi un centinaio di pallottole in quel capoccione orrido” pensò Laura. Vance stava finalmente per andarsene, quando, con grande imbarazzo di tutti, il cellulare squillò. Laura voleva morire. La musica orientale, degna del deserto del Sahara, riempiva l’aria e si sentiva distintamente; proveniva dalla sua borsa ed il volume era così alto che sembrava di essere in una discoteca. Eppure credeva che si fosse scaricato, prima si era spento.
 Calò un minuto di silenzio imbarazzato; nessuno sapeva cosa dire. Quando il cellulare smise di squillare, Ducky sbucò dal labirinto.
 Anche tu qui?! Vance non credeva ai propri occhi. C’erano proprio tutti!
 Mi dispiace, Laura, il tuo telefonino non era scarico, l’ho spento io senza che tu te ne accorgessi, perché mi sono reso conto che non mi ascoltavi! Poi te l’ho riacceso, ma non credevo che sarebbe squillato! Sono spiacente, davvero! Voi credete che io non mi accorga di nulla, ma io so sempre tutto. … Sì, Tony, so anche che hai preso il DVD da casa mia!
 Tony trasalì.
 Ma di che cosa state…? Vance era sempre più confuso.
 Di niente, direttore, ora vada a casa e si rilassi, ok?! Festeggeremo domani. Au revoire! Tony lo spinse via.
 Il cellulare ricominciò a squillare. Sai cosa mi ricorda questa musica? Il deserto del Sahara. Strano, no?! Balliamo? chiese a Ziva, e senza aspettare una risposta la prese per mano e la trascinò nel più bizzarro dei balli. Laura ed Abby si unirono a loro, mentre Ducky correva nel salotto a recuperare il suo prezioso disco.
 Ma siete matti? urlava intanto Gibbs Morirete tutti! C’è spazio anche per voi, qui sotto, sapete? Ci staremo comodi. Se rimanete lì a ballare vi uccideranno! Correte nel rifugio, avanti! … Perché nessuno mi pensa? Perché nessuno mi vuole? Perché nessuno mi ama? Ho bisogno di una rossa… adesso!
 Purtroppo per lui, nessuno lo ascoltò più di tanto. McGee osservò la scena stranito. Laura ed Abby ballavano sensuali in piedi sul tavolino, Tony stava facendo scivolare lentamente la mano verso il basso, cercando il didietro di Ziva che ondeggiava avvinghiata a lui. Ducky mormorava maledizioni conto quel “giovinastro stupido, infantile, ladro e maleducato” come lo definiva lui, perché gli aveva rubato il DVD. Tim fece un passo indietro, come se volesse distaccarsi da quell’assurdità, poi scoppiò a ridere.
 Che banda di pazzi! esclamò, e si unì alle danze.
 FINE

Vi è piaciuta? se si perchè non recensite un pò!?
un saluto da Laura e Erica le vostre appassionate autrici <3 

  
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