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Autore: Fra The Duchess    04/02/2012    0 recensioni
L'unione segreta e difficile di due mondi diversi divisi da troppo tempo. Selena e Johann non erano nati per potersi amare liberamente. Eppure continuavano.
Fino a dove si può spingere l'amore? Vale la pena di lasciare tutta la tua vita, i tuoi amici, i tuoi familiari pur di seguire il tuo cuore?
"-Perché piangi?- gli domandò Selena accarezzandogli le guance gonfie per i tanti schiaffi, nonostante sapesse già la risposta.
-Non lo so- balbettò guardandola con occhi colmi di tristezza. -Perché sei venuta, tuo padre ti farà del male, è l’ultima cosa che desidero… E così non potrò rivederti mai più… È così difficile comprendere che per te morirei e che ti darei la mia anima se solo potessi? Che se solo riuscissi diventerei quello schifoso tritone che tuo padre desidera che io sia?-"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno l’acqua era particolarmente fredda e tumultuosa, Selena nuotava velocemente a non troppa distanza dalla superficie, guardando ardentemente verso l’alto sperando ancora una volta di vedere il cielo. Il cielo…solo una volta le era capitato di poterlo scorgere, turchese con una vaga ombreggiatura color fuoco, sempre a dovuta distanza. Avrebbe pagato oro per poterlo scorgere da più vicino, ma ogni qualvolta che stava per avvicinarsi abbastanza, le riecheggiavano nelle orecchie gli avvertimenti che suo padre le aveva ripetuto infinite volte per tutta la vita, che era proibito dalle loro leggi, che il mondo al di fuori dell’acqua era pericoloso e pieno di creature malvagie capaci di inaudite cattiverie. Sospirò e si rassegnò alla sua vita acquatica da sirena. Non era brutta, al contrario, era considerata carina dalla maggior parte dei suoi conoscenti, i lunghi e lisci capelli castano scuro che le incorniciavano il volto piccolo e ovale, gli occhi smeraldo brillanti e vivaci, le labbra sottili e la carnagione tenera verde pallido e la sinuosa e scintillante coda di pesce di cui andava particolarmente orgogliosa.

Si sistemò la camicetta azzurra senza maniche che fluttuava dolcemente mossa dalle correnti marine. Ad un tratto ad una trentina di metri da lei qualcosa cadde pesantemente in mare e spaventata notò che la cosa era viva e si dimenava, immergendosi sempre più, e nonostante il timore, si avvicinò per esaminarla meglio. Solitamente da quelle parti vicino alla scogliera cadevano rare volte pezzi di roccia nera che dovevano precipitare da un’altezza elevata, quindi la sua perplessità era del tutto ammissibile davanti al fatto di vedere qualcosa di animato lì. Si fermò a poca distanza osservandolo intimorita, non avendo in vita sua conosciuto i famigerati mostri terrestri, quando ad un tratto intuì che la creatura si immergeva perché non sapeva nuotare e che stava annegando.

-Ti salvo io, bestia!- gridò piombando a capofitto su di lui afferrandolo per un braccio, lo trascinò verso la superficie, la mente troppo impegnata nel pensare a salvarlo. Appena a contatto con l’aria cercò con gli occhi uno scoglio su cui potesse depositarlo e vedendone uno a pochi metri da lei, nuotò velocemente verso la sua direzione e vi scaraventò sopra la creatura senza troppa cortesia. Quello cominciò a sputare acqua salata e a boccheggiare affannato, tenendo gli occhi chiusi ed il volto contratto in una smorfia di paura. Aveva le orecchie appuntite e ricoperte di morbido pelo bruno, i capelli castano chiaro folti e riccioluti con la barbetta sul mento, il naso grande ma non adunco, la faccia da bambino, ed era inoltre a petto nudo, il torace muscoloso ricoperto di pelame rossiccio, evidente solo se visto da vicino, e, stranamente, le gambe di capra, infine sul capo troneggiavano infine due piccoli cornetti.

-Ma cosa diavolo sarai mai tu?- sussurrò Selena rapita, dimenticandosi che l’altro la poteva benissimo sentire. Infatti alle sue parole, spalancò i grandi occhi azzurro intenso e diede un piccolo grido di spavento imitato dalla sirena che si voltò per rituffarsi tra le acque tumultuose.

-No, aspetta!- la pregò riprendendosi di immediato con voce dolce e supplichevole.

Lo guardò dritto in faccia provando uno strano brivido lungo la schiena e così rimasero per vari attimi finché lei prendendo il coraggio a piene mani disse scandendo bene le parole :-Sono sirena. Chiamare Selena.-

-Johann, incantato- le mormorò con un sorriso.

Le sue parole la lasciarono stupita. -Questo vuol dire che sai parlare?-

-Non so proprio cosa intendi dire con ciò- confessò lui leggermente divertito.

-Ma i terrestri non erano tutti stupidi e selvaggi?- domandò incredula.

-Credevo la stessa cosa del popolo del mare.-

Selena rimase di sasso fulminata dall’agghiacciante verità che le era balenata in testa. -Io non dovrei essere qui, tantomeno con te- gemette sconsolata. -È stato un piacere conoscerti, peccato che non potrò mai più rivederti.-

-Mai più? E perché?- domandò l’altro sbigottito.

-La mia legge mi proibisce di andare in superficie ed avere un qualsiasi contatto con coloro che la popolano.-

-No, aspetta!- la supplicò Johann tendendole la mano mentre lei si rituffava tra le onde del mare tumultuoso.

Nonostante il suo buonsenso le dicesse di allontanarsi da lì il più veloce possibile, i suoi istinti la costrinsero a riemergere.

-P-potremmo rivederci un’altra volta, tanto ormai la legge l’hai già trasgredita- le balbettò Johann con aria tremendamente confusa.

-Devo dire che mi interesserebbe sapere sul tuo mondo- ammise a voce bassissima.

-Allora…non saprei, do-domani magari…-

-Fra tre giorni qui, alla stessa ora- completò lei con fare sbrigativo.

- Selena!-

Si voltò per la seconda volta interrotta nell’atto di tuffarsi. -Mi hai salvato tu?-

-Sì, sono stata io- rispose nel tono di voce più neutrale che avesse.

-Grazie- le mormorò.

Tornò di immediato in acqua, non voleva certo mostrargli quanto si fosse sentita spaesata e confusa davanti allo sguardo dolce che le aveva rivolto.

Quei tre giorni parvero non voler passare mai, sembrava quasi che il tempo lo avesse fatto apposta, e suo padre parve notare la sua impazienza.

-Vedo che sei distratta- le disse sorprendendola a guardare fuori dalla finestra con sguardo assorto.

-Eh?...Oh, solo un po’- rispose con un sorriso mentre suo padre le dava un’amichevole buffetto sul mento.

- Selena è innamorata!- cantilenò Lilian impigliandole una collanina tra i capelli.

-Zitta, Lily, non dar fastidio a tua sorella- le intimò la madre posando sul tavolo una tovaglia appena piegata.

-E poi non è vero!- ribatté Selena con rabbia scagliando l’oggetto lontano da se dopo averlo districato dalla testa.

-Non c’è bisogno di prendersela tanto- si lagnò Lilian nascondendosi dietro la massa imponente del padre.

-Vuoi dirmi cosa c’è che ti turba?- le domandò nuovamente con una leggera nota di impazienza nella voce.

-Nulla, non è nulla.- Non poteva certo dirgli che stesse pensando ad una creatura con dei dolcissimi occhi azzurri.

-Vado a fare una passeggiata- urlò uscendo velocemente per l’uscio di casa. -È probabile che me ne andrò da Coral, quindi non preoccuparti per il rientro.-

-Cerca comunque di non fare troppo tardi, Selena.-

-Ci proverò, madre.-

-Io vengo con te- annunciò Lilian radiosa.

-Mi dispiace, piccolina, ma vorrei andare da sola.- Le diede un bacino sulle guanciotte paffute del viso contrariato e nuotò via.

Durante tutto il tragitto, nella sua testa si affollarono un mucchio di idee che rumoreggiavano come lo stomaco di una balena affamata. Chissà se la bestia lì sarebbe venuta, poi si era pure dimenticata di chiedergli cosa fosse di preciso, forse non sarebbe neppure venuto; le sarebbe piaciuto rivedere quegli occhi così azzurri…Ma cosa andava a pensare, lei andava lì solo per allargare le proprie conoscenze e sapere del mondo che non conosceva, però, nonostante tutti questi buoni propositi non poté non avere un tuffo al cuore quando risalendo in superficie il suo sguardo si incrociò con quello di Johann.

-Sei venuto- fu la prima stupida cosa che le venne in mente da dire.

-Sono di parola, io- rispose con un sorriso, e Selena sentì la pelle accapponarsi per l’emozione.

-Coraggio, dimmi da dove vieni, descrivi un po’casa tua e dintorni…però prima dimmi cosa sei di preciso- aggiunse senza rendersi conto della propria grande sfacciataggine.

-Sono un fauno della foresta e vivo a diverse miglia da qui…-

-Se non vivi qui cosa ci fai da queste parti?-

-Magari se mi lasci spiegare poi capisci meglio- le disse con un sorriso paziente.

Selena arrossì dalla vergogna e gli promise di non interromperlo più.

-Dunque, dicevo che vivo in una foresta, un posto meraviglioso e stupendo in qualsiasi stagione: fresca e rigogliosa in estate, in autunno si colora di rosso, arancio e marrone ed in inverno, quando la neve ricopre ogni cosa con il suo candido manto ha un aspetto davvero magico. Ovviamente il mio periodo preferito è la primavera.- Si lasciò sfuggire un sospiro di felicità. -Gli alberi tornano a germogliare caricandosi del delicato profumo dei fiori, inebriandoti della loro promessa di un tempo più caldo e meno aspro.-

Selena ascoltava ammutolita, pendendo letteralmente dalle sue labbra, incantata da immagini poco chiare e sfocate di un luogo allegro e vivace, ma presa soprattutto dallo sguardo ispirato del fauno.

-Deve essere proprio bello per quanto mi hai detto! Da noi invece il cambiamento delle stagioni è dato dalla migrazione di certi pesci che si fanno vivi solo in certi periodi dell’anno.-

-Pesci di che tipo?-

-Bhe, non sono proprio pesci, ma per esempio in questi giorni in cui comincia a fare particolarmente freddo dovrebbero arrivare le balene.-

Fu la volta di Johann a rimanere con aria perplessa.

-Non sai cosa sono le balene?- gli domandò Selena incredula ben interpretando l’espressione sul suo volto. -Hai presente gli enormi cetacei che spruzzano un potente getto d’aria dal naso che hanno sul loro dorso?-

Johann sbarrò gli occhi. -Non vorrai dirmi che esistono.-

-Certo che sì, anzi, aggiungo pure che io e mia sorella maggiore Kathleen da piccole ci giocavamo quando i nostri genitori ci portavano a vederle.-

-Ho sempre creduto che le balene fossero mostri marini che si facessero vivi solo ai marinai per prevenire sventura o per portarli nei più profondi abissi con loro.-

-Tutte dicerie a parte il fatto che esistono sul serio.-

Al fauno ci vollero vari istanti per riprendersi dall’incredulità. -E come giocavate tu e tua sorella con le creature?-

-Nuotavamo dentro le loro bocche per solleticargli il palato.-

-Ma non era pericoloso?-

-Probabilmente, ma era divertente venire sputate fuori con uno schizzo potentissimo.- Ridacchiò al pensiero per tornare poi seria. -Non ho mai visto la neve in vita mia- aggiunse con aria tetra.

-Poco male, tanto fra poco sarà dicembre, basta venire qui su per essere accontentata.-

Selena si morse distrattamente un’unghia. -Immagino il bosco sia distante da qui.-

-Mi pare di averlo già detto se non mi sbaglio.-

-E cosa fai qua?-

Le sorrise indulgente e si arrese a risponderle. -Giusto qua sopra c’è un cittadella a neanche quindici minuti a piedi dove sono venuto per fare qualche spesa.-

Selena guardò verso l’alto rendendosi solo in quel momento conto della grande e scura massa rocciosa che li sovrastava come un’oscura presenza che li squadrava minacciosa.

-E come hai fatto a scendere?- chiese sempre col naso per aria osservando la cupa scogliera che si gettava a strapiombo sul mare.

-Se osservi bene c’è una scalinata che conduce fino a qua, scolpita nella pietra, la riesci a vedere?- spiegò puntando l’indice avanti a sé.

-Non hanno l’aria di essere sicure.-

-E non lo sono, credimi- confermò Johann con aria mogia.

-Dunque è così che sei caduto, scivolando?-

-No, sono proprio caduto fin da lassù in cima per essermi sporto troppo.-

-Io credo sarei morta di paura prima di arrivare in acqua.-

-Per un lunghissimo istante l’ho pensato anch’io, per non parlare del timore di schiantarmi contro gli scogli- ed accarezzò distrattamente la roccia nera su cui stava seduto

Selena sentì un nodo allo stomaco per la vergogna non avendo detto nulla per rincuorarlo quando lo aveva salvato dalle acque in tempesta. Era un verme, né più né meno; glielo disse a cuore aperto ma al contrario di quel che si aspettava scoppiò a ridere lasciandola alquanto corrucciata.

-Per favore, cara Selena, non fraintendermi, sono davvero senza parole per i tuoi nobili sentimenti ma anche solo il fatto di poter essere vivo e incolume mi bastava. Comunque sei stata gentile per preoccupartene- aggiunse in tono grato.

-Ma figurati- ribatté con le guance che si coloravano delicatamente. Gettò un ultima occhiata al cielo interamente coperto da uno strato di nuvoloni gonfi e spessi. –Domani puoi tornare di nuovo?- lo pregò improvvisamente rompendo il silenzio afferrandogli bruscamente le mani.

-Ecco, non saprei…-

Sgranò i suoi grandi occhi smeraldo assumendo l’aria più supplicante che potesse e chiese con voce carica di desiderio :-Te ne prego!-

Johann si arrese con un sospiro.

D’accordo, hai vinto tu, però non vale usare lo sguardo dolce ogni volta che desideri qualcosa, va bene? Allora domani alla stessa ora- concluse sorridendole andando verso le scalinate. Prima di fare il primo passo si voltò trovando la sirena appoggiata allo scoglio con le braccia conserte che lo teneva d’occhio attentamente. –Perché mi guardi con odio?- le urlò mettendosi le mani ad imbuto intorno alla bocca.

Selena notò il tono ironico, ma lo ignorò decisa e gli rispose fermamente che non voleva vederlo volare giù e che avrebbe aspettato di vederlo in cima al dirupo prima di tornarsene a casa.

-Grazie per attirare sfortuna!- gridò Johann con una risata felice saltellando con agilità da un gradino all’altro senza preoccuparsi del fatto che non ci fosse alcuna ringhiera o una qualsiasi cosa a cui fare appoggio se non la scabrosa parete al suo fianco. Selena faticò a rimanere impassibile per tutto quel tempo, messa in difficoltà dal fauno che di tanto in tanto si fermava per voltarsi ad urlarle: -Sono ancora vivo!- finché non giunse a destinazione, così poté tuffarsi e nuotare via col cuore leggero e contento.

*

-Vedo che sei felice.-

-Tu dici?-

-Altroché.- Coral la squadrava attentamente. -Ti sei innamorata, vero? Sei completamente andata per qualcuno.-

-Non è vero- ribatté Selena in tono offeso. -O forse sì…giusto un po’.-

Coral le sorrise trionfante, gli occhi azzurro ghiaccio che scintillavano per la contentezza di averla azzeccata. -Potrai mentire ai tuoi genitori, alle tue sorelle ma non alla tua migliore amica- concluse scuotendo la lunga chioma rossiccia. -Avanti, chi è? Magari quel gran bel pezzo di ragazzo di Josh?-

- Josh?! Sei fuori di testa, tu! Non mi avvicinerei mai a lui a meno di una decina di metri di sicurezza- rispose Selena con ribrezzo.

-Questo perché non capisci nulla di tritoni, invece io sì, sono un’esperta- sbottò l’altra. –Biondo, muscoloso, occhi azzurri…-

-…senza cervello- aggiunse Selena cupa.

-Va’ via, tu che non comprendi i miei ragionamenti.-

-La bellezza non è tutto, Coral.-

-No, ma occuperà sicuramente il 90%. Allora, chi è il tuo tritone misterioso?-

-Te lo dirò quando sarà il momento giusto.-

-Adesso è il momento. O adesso o mai più.-

-Va bene, te lo dico in un orecchio.- Le accostò il volto all’orecchio e le sussurrò un “Nessuno” ben chiaro.

-Testa di merluzzo che non sei altro, tanto lo verrò a sapere prima o poi.-

-Speriamo nel “poi” piuttosto che nel “prima”, ok? Ciao, devo scappare- si congedò con un breve bacio sulla guancia e nuotò via velocemente.

-E dove, Selena, dal tuo amante misterioso?- le gridò con fare provocatorio.

-Può darsi.-

Quando riemerse il cielo pareva più grigio delle altre volte con le nuvole incredibilmente basse.

-Come fa freddo- notò ad alta voce immergendosi in acqua fino al naso.

-Sta per nevicare- concordò Johann riscaldandosi le mani sfregandosele sul ventre. -Oppure ci aspetta un acquazzone coi fiocchi.-

-Cos’hai lì?- chiese incuriosita avendo scorto uno strano strumento che teneva sottobraccio.

- L’ ho portato apposta per te! È il mio zufolo.- Fece scorrere delicatamente due dita sull’affarino di legno a tante canne e poi alzò lo sguardo verso lei. -L ’hai mai ascoltata una ninna-nanna del bosco?-

Selena negò col capo.

-Stupido io a farti queste domande scontate…Te ne voglio fare sentire una.- Si mise lo strumento vicino alle labbra e cominciò a soffiarci dentro, ne uscì fuori un suono ovattato e misterioso, la melodia era così dolce e struggente che a Selena venivano le lacrime agli occhi.

-Suoni benissimo- lo lodò a voce appena udibile con un sospiro di tristezza. -Però secondo me se voi terrestri suonaste cose simili ai vostri cuccioli si metterebbero a piangere piuttosto che addormentarsi.-

Le sorrise grato del complimento. -Ora tocca a te.-

-A me cosa?-

-Cantami una qualche canzone del tuo popolo.-

-Non posso.-

-Perché mai?-

-Io…sono stonata- ammise arrossendo fin nella punta dei capelli.

-Non ci credo, non potrai essere così male.-

-Invece sì, credimi, facevo pure parte di un coro e mi hanno buttata fuori disonorando così la mia famiglia.-

-Questo perché non mi hai ancora sentito cantare, le capre che belano producono sicuramente un suono più melodioso del mio- commentò Johann facendola scoppiare a ridere.

-Ehm…va bene, ma una corta, corta- lo avvisò cominciando ad annodarsi le dita nervosamente. E prese ad intonare una canzone nella vecchia lingua parlata dalla sua trisavola sulla triste storia di una sirena che aspettava il suo amato dalla guerra anche se consapevole che non sarebbe più tornato.

Johann rimase a guardarla incantato con aria malinconica e dopo che ebbe terminato, la squadrò con aria di burla. -E questo tu lo chiami essere stonati?-

-Sono stonata nella norma di una sirena- precisò con un sorriso contento.

-Hai la voce più melodiosa e suadente che abbia mai sentito- l’assicurò abbassando il tono della voce.

Avevano il volto a dieci centimetri di distanza e rimasero così immobili per vari attimi, minuti o eternità ad osservarsi in silenzio. ‘Baciami, Johann ‘ pensò Selena tremando al vento, ma con suo enorme disappunto si rialzò e si limitò a sorriderle.

All’improvviso la sirena fu invasa da una folata di gelo improvviso e, guardandosi intorno vide tanti fiocchi bianchi ghiacciati che coprivano tutto come un bianco mantello. Mandò uno sguardo interrogativo al fauno e lui le ripose: - Selena, sta nevicando!-

-Sto vedendo la neve, sto vedendo la neve!- urlò girando su se stessa con le braccia spalancate quasi a voler accogliere quel miracolo quotidiano della natura mentre lui la guardava con affetto. -È bellissima questa neve- esclamò agitata afferrandogli le mani d’improvviso costringendolo ad abbassarsi. -Di sicuro è la cosa più bianca e più bella che abbia mai visto!! Così leggera, chiara, croccante, fredda, è…- Non fece in tempo a finire la frase perché Johann la baciò senza preavviso. Lei fece scivolare le braccia intorno al suo collo e lui le cinse i fianchi, il bacio diventava più profondo di momento in momento. Poi, senza dire nulla come prima, si staccò lentamente e dopo averle fatto un breve inchino si allontanò a passo mogio. Ancora stordita, Selena riprese sufficiente controllo di se stessa per gridargli se l’indomani potevano rivedersi ancora e l’altro rispose affermativamente. Appena lui scomparve dalla vista, Selena pianse senza una ragione precisa, lasciandosi inondare il volto di lacrime salate.








N.d.A Buondì carissimi! Qui è sempre la vostra devota autrice che vi scrive! Per chi ama le storie d'amore un po' infantili beh, avete scelto la storia giusta! Scritta di getto dopo aver visto nel 2005 "Le cronache di Narnya: il leone, la strega e l'armadio", mi ero COMPLETAMENTE innamorata del fauno Tumnus, alias James McAvoy, uno dei miei attori preferiti da quel momento in avanti. Lui fauno è rimasto, e mi sono ideata una sua possibile coppia, e dato che ho un debole per le sirene, ce l'ho sbattuta dentro senza troppe cerimonie. A lavoro compiuto, le mie amiche fedelissime mi hanno fatto notare che come storia ricorda un po' la Sirenetta della Disney...ehm...onestamente mentre scrivevo ero così infervorata dal signor Tumnus che proprio non ci ho pensato minimamente XD

Spero comunque possa piacervi! ^
w^

  
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