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Autore: Kieart    04/02/2012    0 recensioni
"Una tenue luce, un tonfo, un forte sospiro, un esile corpo cercò di arrampicarsi sulla ripida parete di libri arrivando a stento contro il quarto scaffale ..."
**Inizia così la storia di Snake e Micky, il serpente mangerà il topo anche questa volta?**
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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0.5 Snake:

“Merda, devo scappare o rischio di lasciarci la pelle…”
Gli occhi penetranti colore dell’oro fissavano doloranti la ferita da arma da fuoco inflitta al braccio destro;
stringeva i denti e strappando un lembo dei pantaloni militari cercava in ogni modo di bloccare l’emorragia.
“Se uscirò vivo da questa missione giuro di picchiare a sangue il Boss per avermi immischiato in questo casino.”
Il sangue continuava a fuoriuscire, colando lungo il braccio, lasciava una scia rossastra sul pavimento e l’odore dolciastro del liquido denso.
Snake correva disperatamente verso l’enorme cancello che divideva la zona periferica dalla zona residenziale delle Family, i potenti della nazione, nella speranza di poterla far pagare ai suoi inseguitori (anche se prima avrebbe desiderato massacrare il suo capo) un giorno. Dietro di lui poteva percepire distintamente il rumore dei passi di 17 uomini armati di mitra e revolver, pensò che se fosse stato armato li avrebbe fatti fuori in 45 secondi netti; si sentiva svenire, fissò la Luna illuminandosi del suo colore biancastro, mostrando la propria vera natura.
La pelle bianca, sembrava quasi essere squamata, come quella di un serpente, gli occhi risplendevano e i capelli, lunghi, tirati all’indietro, seguivano la brezza mostrandosi in tutta la loro magnificenza;  il ragazzo apriva la bocca ansimando per la disperata fuga mostrando due affilati canini.

 

Fissava il cancello mastodontico come per cercare di oltrepassarlo con il pensiero stesso, sbigottito alla vista di tale enormità e udendo le voci degli inseguitori, “ O la va, o la spacca.”,  si lasciava il braccio ferito, deciso a scalare quel muro di ferro: delle fitte lungo tutto il braccio lo facevano tremare dal dolore ogni volta che provava ad aggrapparsi ad una trave, sua unica via di fuga.
Oltrepassava finalmente quello spesso spazio che sembrava voler dividere due diverse realtà, balzando per terra da un paio di metri di altezza, rischiando di rompersi una caviglia, pensando che, finalmente, avrebbe potuto riposarsi qualche secondo. Scrutava l’orizzonte, intuendo che quella residenza fosse la più vicina. Infrangeva nuovamente lo sguardo contro la Luna piena e socchiudendo gli occhi si rilassava per pochi istanti, sentendo sempre più lontane le voci dei mafiosi…

Il felino si avvicinò a degli uomini alti quasi il doppio di lui, li fissò con i suoi occhi azzurri,  estrasse dallo zaino un pacchetto di droga, profumatamente pagato con tre centoni dai due spilungoni. Questo era il lavoro del Boss, spacciare la droga.
“Boss!” l’esile corpo della vipera rise sonoramente legando le braccia attorno al collo del randagio.
“Snake! Quante volte ti ho detto di non cercarmi sul lavoro! Forza, torna a casa i tuoi saranno preoccupati.”, l’amico si strinse a suo volta in quell’abbraccio.
“La mamma sta lavorando con un signore così mi ha mandato via di casa… Posso tornare solo appena finisce.”, la voce di Snake si spense lentamente mentre stava parlando.
“Quella donna non ha ritegno”  il Boss solo 12enne prese in braccio il bambino, assopitosi essendo stata ormai notte fonda; portandolo con se’, nella sua umile dimora, stringendosi corpo a corpo su una brandina scomoda e fredda, riscaldandosi a vicenda, cuore contro cuore.

Snake sorrideva riaprendo gli occhi, come dopo aver fatto un “bel sogno”, si alzava in piedi e riprendeva la sua corsa verso il palazzotto da lui scelto antecedentemente come propria salvezza. Leggeva in un sospiro l’enorme quadrante in ferro battuto sopra il cancello della villa “Stradivari…” proseguì stringendosi il braccio con la mano opposta “Spero siano ospitali.”

** Nel capitolo successivo a questo ci sarà l’incontro dei due ragazzi, spero “venga fuori” come voglio io, See you next time! **

  
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