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Autore: e m m e    04/02/2012    22 recensioni
Il primo (vero) incontro tra John e Sherlock.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: emme
Fandom: Sherlock BBC
Titolo: Friendship
Personaggi: John, Sherlock 
Riassunto: Il primo (vero) incontro tra John e Sherlock.
Rating: G
Word: 819
Avvisi: Malinconic!Fluff
Note: Perché io ne so molto più di Moffat. *sogghigna*
Beta: La mia Gy, che è sempre un tesoro e che sono capace di sovraccaricare indegnamente.

 

Friendship  

L'amicizia è rara perché è scomoda. 
Roberto Gervaso
  

Sherlock camminava lentamente evitando le pozzanghere e il fango accumulatosi dopo quattro giorni di pioggia intensa. Alzò gli occhi al cielo e li socchiuse nell’osservare il sole, spuntato finalmente a squarciare ogni nuvola e a riportare il sereno.
Sospirò annoiato e ruotò su se stesso, osservando il parco che andava riempiendosi di persone.
Per la maggior parte c’erano madri e padri con bambini, o nonni e nonne con bambini, o bambini insieme ad altri bambini e per Sherlock tutto era terribilmente privo di interesse.
All’improvviso però la sua attenzione fu attratta da un tipo seduto in disparte, su una panchina, che leggeva un libro. Sherlock si avvicinò con circospezione, evitando accuratamente di incontrare lo sguardo o la palla o il frisbee di qualche marmocchio. 
Si fermò davanti alla panchina e osservò il libro che l’altro stava leggendo: “Storia della Pirateria”.
Socchiuse gli occhi interessato e spostò la sua attenzione sul suo volto: era rotondo, la pelle pallida di chi è stato costretto a stare in casa per il brutto tempo, i capelli erano biondo scuro e scendevano a coprire la sua fronte, indossava un maglione fatto a mano e jeans scoloriti.
Sherlock gli si sedette accanto sulla panchina in modo tanto silenzioso che lui non si accorse della sua presenza fino a che non ebbe esordito con un fioco: « Ciao. »
Il bambino sussultò come se lo avesse punto un ape e si voltò alla sua destra, colto di sorpresa. Sherlock incontrò un paio di iridi scure e brillanti che mostravano ancora l’interesse e l’attenzione prestate al libro.
« Ho letto anche io quel libro. È forte » continuò Sherlock.
L’altro strinse le labbra e lo guardò con stupore. « Sei troppo piccolo per averlo letto » replicò con sicurezza.
« Ho sette anni! » si infervorò Sherlock, punto sul vivo.
« E io dieci, e tu sei più piccolo di me di tre anni, quindi non puoi averlo letto. È troppo difficile per te. »
« Non è vero! L’ho letto, e da grande voglio essere un pirata. »
Il bambino più grande chiuse di scatto il libro, si voltò completamente e tirò le gambe sopra la panchina, incrociandole insieme. « Come ti chiami? » domandò, con l’evidente intenzione di fare amicizia.
« Mark » mentì Sherlock, perché a scuola lo prendevano tutti in giro per il suo vero nome e non aveva voglia di sentire insulti anche al parco.
« Io John... sei qui da solo? »
« No, mio fratello mi sta cercando » spiegò con un sorrisetto, poi si posizionò anche lui davanti a John nella sua stessa posizione e lo guardò. I suoi vestiti erano curati e puliti, quindi aveva una mamma e un papà che si prendevano cura di lui; accanto a sé aveva la merenda in un sacchetto di carta marrone, evidentemente opera di un nonno, o una nonna, dato che i genitori sarebbero stati al lavoro. Quelli di Sherlock erano sempre al lavoro.
« Io ho una sorella più grande. È una cretina...! » raccontò John con un sorriso e piegando un po’ la testa di lato. Sherlock sorrise a sua volta, pensando che anche Mycroft era un cretino, a volte.
John aggrottò le sopracciglia avvicinando un po’ il volto a quello di Sherlock e osservando a lungo la sua faccia, il più piccolo un po’ intimidito da quell’indagine improvvisa si tirò indietro.
L’altro però allungò una mano fino a sfiorare il livido scuro che aveva sotto l’occhio sinistro senza che Sherlock potesse impedirlo.
« Che cosa hai fatto? »
Sherlock si strinse nelle spalle. « Gli altri bambini mi picchiano, a volte. »
« Perché? »
« Perché sono più intelligente di loro. »
John rise all’improvviso, annullando ogni altra risata attorno a loro. « Non è una cosa molto carina da far notare agli altri... è normale che si arrabbino. »
« Ma è la verità... gli altri sono stupidi. »
John annuì compito. « Be’, forse hai ragione, ma non dovresti sbatterlo in faccia alla gente, altrimenti ti ritroverai senza amici! »
Proprio quando Sherlock iniziava a trovare simpatica quella conoscenza improvvisa, scorse Mycroft che camminava verso di lui con fare scocciato e capì che era arrivato il momento di tornare a casa. Quella volta era riuscito ad evitare l’attenzione di suo fratello per quasi dieci minuti: era un record. Di solito non poteva nemmeno fare un passo senza sentire la mano del diciassettenne premere sul colletto della sua camicia per trascinarlo di nuovo sotto la sua supervisione.
Saltò giù dalla panchina a malincuore, ma prima di tornare da Mycroft rispose all’ultima affermazione del bambino di nome John: « Tanto non ho nessun amico » disse. E non era in alcun modo triste nell’affermare una verità che sarebbe risultata scomoda e orribile per qualsiasi bambino di sette anni.
Dopotutto Mycroft diceva sempre che gli amici e i sentimenti possono essere la più grande debolezza, per un essere umano.

 

(1) Trattato realmente esistente, ad opera di tale David Cordingly, che è tipo il massimo esperto di storia della pirateria esistente. L’ho letto ed è effettivamente una figata. Ma, no, non è affatto adatto a bambini di sette anni, o di dieci se è per questo.
Ma i nostri eroi sono più intelligenti di noi, e secondo me a John l’ha prestato Harry, che è una figa, sempre secondo me. U_U

 

Note finali:
Sul serio… JAWWWWWWWWWN! *piange amore*
Non ce la faccio a stare troppo tempo senza scrivere su questi due.
Poi a pensare troppo vengono fuori boiate come questa e allora capisci che c’è bisogno di postarle per condividere con il mondo la tua follia.
*Sbaciucchia Baby!Lettore!Jawn* 
*Sbaciucchia Baby!Pirata!Sherlock*

 

  
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